Roberto
Della Rocca,
rabbino
|
Una
delle 74 mitzwòt indicate nella Parashà di Ki Tetzè, letta
Shabbat scorso, è quella di allestire una protezione attorno al tetto
non appena si costruisce una casa nuova affinché "il cadente non
cadrà da esso..."(Devarìm, 22; 8). Risulta più che comprensibile
l'obbligo della messa in sicurezza delle nostre case e quindi l'ordine
di costruire una ringhiera per evitare incidenti.
|
|
Leggi
|
Dario
Calimani,
anglista
|
È
morto Oliver Sacks. Grazie al Levodopa aveva risvegliato da un sonno
letargico di decenni milioni di malati 'in sonno' dalla pandemia degli
anni '20. Dal suo libro, Risvegli (1973), Harold Pinter trasse un
dramma, Una sorta di Alaska (1982), che mette in scena la storia di una
di questi malati che si risveglia alla realtà ventinove anni dopo
essersi 'addormentata'. Per Pinter è un'occasione ulteriore di scavare
l'ossessione della memoria.
|
|
Leggi
|
 |
Kiev verso la deriva
|
“È
degenerata in un assalto al Parlamento la manifestazione dell'estrema
destra ieri a Kiev, con il lancio di una bomba a mano che ha causato un
morto e un centinaio di feriti. I nazionalisti ucraini contestavano la
legge che concede maggiore autonomia ai territori del Donbass, che oggi
– spiega il Corriere della sera – sono separati de facto, approvata
dalla Rada con 39 voti di maggioranza, subito prima dei violentissimi
scontri in piazza.
Nel paese i gruppi interessati veramente a un compromesso e a una pace
duratura sembrano sempre più in minoranza. “Basti pensare – si legge
sul Corriere – che la stessa Rada ha approvato nei giorni scorsi un
altro provvedimento che si occupa della glorificazione dei gruppi che
hanno lottato per l'indipendenza dell'Ucraina ('per rendere immortale
la loro memoria')”. La norma, che per fortuna il presidente non ha
ancora controfirmato, include tra i gruppi 'sacri' contro i quali è
reato perfino parlare, “organizzazioni che collaborarono con i nazisti
al massacro degli ebrei (il maggiore, dopo quello polacco) e che 'in
proprio' sterminarono almeno centomila polacchi per 'purificare'
l'Ucraina”.
Emergenza profughi, l'Europa si muove. Si intensificano gli appelli dei
leader europei dopo i nuovi naufragi nelle acque del Mediterraneo. È
netto il richiamo della Ue alla Gran Bretagna che vuole chiudere i suoi
confini a chi non lavora, anche se comunitario, mentre la cancelliera
tedesca Angela Merkel suona il campanello d'allarme su Schengen e
sottolinea la necessità di non lasciare sole Italia e Grecia. Su
Repubblica intanto il punto sul pacchetto di nuove misure della
Commissione Europea che saranno approvate l'8 settembre per essere poi
sottoposte ai governi, prima di tutto al vertice straordinario dei
ministri dell'Interno previsto per il 14 del mese. La Commissione
chiederà ai paesi di accogliere un numero di migranti sbarcati in
Italia e Grecia superiore ai 40 mila chiesti a maggio ed emenderà in
modo permanente le regole di Dublino sull'asilo.
Rivlin a Roma: quartiere ebraico blindato. Saranno blindate le strade
del quartiere ebraico di Roma in occasione della visita del presidente
israeliano Reuven Rivlin. A segnalarlo è Repubblica. Giovedì sera il
presidente israeliano si recherà in sinagoga per formulare gli auguri
per il nuovo anno ebraico alle porte e sarà accolto dal presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, dalla
presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e dal rabbino
capo Riccardo Di Segni.
|
|
Leggi
|
|
|
qui ferrara
Kabalah, la lezione italiana
Ferrara
torna ad essere il centro ebraico di riferimento per gli studi della
kabalah: il convegno “L’eredità di Salomone. La magia ebraica in Italia
e nel Mediterraneo” organizzato dal Meis, il Museo Nazionale
dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in collaborazione con il
Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e con
l’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo (Aisg), curato da
Mauro Perani e Saverio Campanini, docenti dell’Alma Mater, insieme a
Emma Abate dell’École Pratique des Hautes Études di Parigi è stato
aperto nel pomeriggio di lunedì dall’intervento di Moshe Idel, studioso
dell’Università Ebraica e dello Shalom Hartman Institute di
Gerusalemme, che ha riportato l’attenzione dei presenti sulla
centralità dell’Italia e di cui riproponiamo l’intervista rilasciata a
Pagine Ebraiche. Universalmente riconosciuto come il più grande esperto
vivente di mistica ebraica, introdotto dal professor Campanini e
dall’intervento del rabbino capo di Ferrara Luciano Caro, Idel ha
ripercorso in una affascinante lezione la storia e gli sviluppi della
disciplina.
Leggi
|
Qui Firenze – La cena italiana del premier
Un menu speciale per Bibi
Dopo
le rivelazioni e le critiche riportate dalla stampa israeliana e
rimbalzate anche in Italia, un nostro controllo consente di vedere in
una luce molto diversa la discussa cena del Primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu e del premier italiano Matteo Renzi nel celebre
ristorante fiorentino Enoteca Pinchiorri.
Alcuni esponenti del mondo ultraortodosso avevano avanzato perplessità
riguardo al fatto che un Primo ministro israeliano cenasse in un locale
in cui è ben chiaro dal menu che non è possibile rispettare le regole
della Casherut e certo la cena non risulta potesse essere fornita di
una specifica approvazione e verifica rabbinica. Ma la realtà è che lo
sforzo dei gestori del prestigioso ristorante, premiato nel 2004 con la
terza stella Michelin, è stato quello di venire incontro il più
possibile alle tradizioni ebraiche in materia di alimentazione e
somministrazione di cibo. L’impegno c’è stato. E ha permesso di
comporre un menu ad hoc da cui sono state attentamente eliminate alcune
portate che secondo la Legge ebraica non sarebbero consumabili.
Lo conferma Annie Feolde (nell’immagine), comproprietaria e chef
dell’Enoteca Pinchiorri. “Il nostro obiettivo, dai primi contatti fino
alla serata stessa, è sempre stato quello di assecondare le diverse
esigenze che ci sono state prospettate. Ci siamo calati in questo
contesto con la massima sensibilità, consapevoli che avremmo dovuto
rivedere il menu in alcune voci non opportune. E così è stato”.
Cos’ha mangiato dunque Bibi? Pasta con i funghi, varie portate di
pesce, molte verdure. In alto i calici invece con un pregiato rosso
francese del 1949. “Tutti prodotti di altissima qualità” sottolinea
Annie, conquistata dal fatto che il premier israeliano si sia fatto
consigliare su ogni singola scelta. “Mi fido di voi, so che il posto è
ottimo. Me l’ha detto il mio amico Matteo”, le parole con cui si è
presentato al locale.
La cena è stata gradita da tutti i commensali. Bibi in particolare è
apparso sorridente e rilassato. “Davvero molto diverso da come si è
portati a immaginarlo. Lo si vede sempre in prima linea, duro e
determinato nella difesa del suo Paese. Da noi – dice Annie – sono
invece emerse le sue caratteristiche di uomo semplice, capace di
intrattenere ottime e amabili conversazioni”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
|
IL NUOVO LIBRO DEL RAV DELLA ROCCA
Alterità è libertà,
Sulle
pagine culturali del Corriere della Sera appare oggi una presentazione
del libro “Con lo sguardo alla luna” (ed. Giuntina), ultima illuminante
prova del rav Roberto Della Rocca. Il volume, in uscita giovedì e di
cui trovate una ampia recensione anche sul numero di settembre di
Pagine Ebraiche, è presentato sotto forma di colloquio tra il rav e il
giornalista Stefano Jesurum.
Il libro “Con lo sguardo alla luna” — la luna che dalla Creazione si
rinnova ogni mese proprio come l’uomo che dovrebbe/vorrebbe trovare nel
messaggio antico della tradizione la linfa per rinascere e crescere in
continuazione — è una guida ai percorsi del pensiero ebraico. A firma
di Roberto Della Rocca, Giuntina lo offre a inizio settembre quando,
tra Giornata europea della cultura ebraica e le ricorrenze di Rosh
haShanà (Capodanno) e Kippùr, di questo mondo si parla anche fuori
dalle sinagoghe. E Della Rocca, 55 anni, è uno dei rabbini più adatti a
svolgere il compito, perché direttore del Dipartimento educazione e
cultura dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, nonché una delle
anime fondanti di quel festival milanese Jewish and the City che tanto
successo ha avuto nelle sue prime edizioni (...).
Stefano Jesurum, Corriere della Sera Leggi
|
il locale degli ebrei fuggiti dal nazifascismo
Shangai, un caffè come rifugio
Non
è passata inosservata, a Shanghai, la riapertura di uno storico locale.
Il “White Horse Cafe”, da poco inaugurato nella sua nuova veste, ha
infatti una forte valenza simbolica: fatto costruire e gestito da una
famiglia ebraica di origine tedesca, fu per molti anni il punto di
ritrovo per i quasi 20 mila ebrei che vennero accolti nella metropoli
cinese in fuga dalle persecuzioni nazifasciste.
Aperto nel 1939, il caffè rimase in funzione fino al ’49, anno in cui i
proprietari si trasferirono in Australia. Demolito nel 2009 per
permettere degli ampliamenti della metropolitana, è stato ricostruito a
cento metri dal sito originale, utilizzando i progetti originali e
rimanendo fedeli allo stile degli anni ‘40. All’inaugurazione erano
presenti oltre trecento personalità tra cui un rappresentante del World
Jewish Congress e il pronipote del fondatore.
Manuela Giuili Leggi
|
Non vivere alla giornata |
Quante
volte abbiamo ripetuto di voler “vivere alla giornata”? Coi partner in
amore che reclamavano maggiore impegno, coi colleghi che ci chiedevano
un programma dettagliato, coi genitori che ci esortavano alla
responsabilità e alla lungimiranza. Ci siamo trincerati nel day by day
per pigrizia o per paura, oppure solo per goderci quella leggerezza
così rara che rende la vita bella e sostenibile.
Fatto sta che la lingua ebraica non ce lo consente. Tanto nella sua
versione biblica che in quella moderna, programmata, “artificiale” di
Eliezer Ben Yehuda. In ebraico, infatti, il verbo “essere” non esiste
al presente. C’è il “fu” e non manca il “sarà”, ma l’“è” non è
pervenuto. Come è mai possibile?
Mi sovvengono due interpretazioni, tenuto conto che la lingua “santa”,
anche per il valore che la tradizione attribuisce al Verbo, non può
essere casuale.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi
|
|
Storie
- Qui solo di passaggio |
Quando
nel giugno del 1940 l’Italia entrò in guerra, il regime fascista
inasprì le misure persecutorie nei confronti degli ebrei. Tra i primi
provvedimenti adottati, vi fu l’arresto e l’internamento in appositi
campi o luoghi di confino di oltre 6 mila ebrei stranieri o apolidi
residenti in Italia e di centinaia di ebrei italiani considerati
“pericolosi”.
Nell’ultimo ventennio, a livello locale, si è cercato di ricostruire
tramite ricerche d’archivio e interviste ai protagonisti dell’epoca le
vicende individuali degli internati, molti dei quali poi finiti nel
tunnel della morte dei lager nazisti.
L’ultima pubblicazione al riguardo, intitolata “…Siamo qui solo di
passaggio”, è quella dell’Associazione il Fiume-Stienta, a cura di
Maria Chiara Fabian e Alberta Bezzan, che hanno raccontato la storia
degli ebrei internati in 20 comuni del Polesine, in provincia di
Rovigo, per i tipi della casa editrice Panozzo di Rimini.
Mario Avagliano
Leggi
|
|
|