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1 settembre 2015 - 17 Elul 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Una delle 74 mitzwòt indicate nella Parashà di Ki Tetzè, letta Shabbat scorso, è quella di allestire una protezione attorno al tetto non appena si costruisce una casa nuova affinché "il cadente non cadrà da esso..."(Devarìm, 22; 8). Risulta più che comprensibile l'obbligo della messa in sicurezza delle nostre case e quindi l'ordine di costruire una ringhiera per evitare incidenti.
 
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Dario
Calimani,
anglista
È morto Oliver Sacks. Grazie al Levodopa aveva risvegliato da un sonno letargico di decenni milioni di malati 'in sonno' dalla pandemia degli anni '20. Dal suo libro, Risvegli (1973), Harold Pinter trasse un dramma, Una sorta di Alaska (1982), che mette in scena la storia di una di questi malati che si risveglia alla realtà ventinove anni dopo essersi 'addormentata'. Per Pinter è un'occasione ulteriore di scavare l'ossessione della memoria.
 
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Kiev verso la deriva
“È degenerata in un assalto al Parlamento la manifestazione dell'estrema destra ieri a Kiev, con il lancio di una bomba a mano che ha causato un morto e un centinaio di feriti. I nazionalisti ucraini contestavano la legge che concede maggiore autonomia ai territori del Donbass, che oggi – spiega il Corriere della sera – sono separati de facto, approvata dalla Rada con 39 voti di maggioranza, subito prima dei violentissimi scontri in piazza.
Nel paese i gruppi interessati veramente a un compromesso e a una pace duratura sembrano sempre più in minoranza. “Basti pensare – si legge sul Corriere – che la stessa Rada ha approvato nei giorni scorsi un altro provvedimento che si occupa della glorificazione dei gruppi che hanno lottato per l'indipendenza dell'Ucraina ('per rendere immortale la loro memoria')”. La norma, che per fortuna il presidente non ha ancora controfirmato, include tra i gruppi 'sacri' contro i quali è reato perfino parlare, “organizzazioni che collaborarono con i nazisti al massacro degli ebrei (il maggiore, dopo quello polacco) e che 'in proprio' sterminarono almeno centomila polacchi per 'purificare' l'Ucraina”.

Emergenza profughi, l'Europa si muove. Si intensificano gli appelli dei leader europei dopo i nuovi naufragi nelle acque del Mediterraneo. È netto il richiamo della Ue alla Gran Bretagna che vuole chiudere i suoi confini a chi non lavora, anche se comunitario, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel suona il campanello d'allarme su Schengen e sottolinea la necessità di non lasciare sole Italia e Grecia. Su Repubblica intanto il punto sul pacchetto di nuove misure della Commissione Europea che saranno approvate l'8 settembre per essere poi sottoposte ai governi, prima di tutto al vertice straordinario dei ministri dell'Interno previsto per il 14 del mese. La Commissione chiederà ai paesi di accogliere un numero di migranti sbarcati in Italia e Grecia superiore ai 40 mila chiesti a maggio ed emenderà in modo permanente le regole di Dublino sull'asilo.
Rivlin a Roma: quartiere ebraico blindato. Saranno blindate le strade del quartiere ebraico di Roma in occasione della visita del presidente israeliano Reuven Rivlin. A segnalarlo è Repubblica. Giovedì sera il presidente israeliano si recherà in sinagoga per formulare gli auguri per il nuovo anno ebraico alle porte e sarà accolto dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e dal rabbino capo Riccardo Di Segni.
 
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  davar
l'intervista del presidente usa al forward
Obama: "Israele è di famiglia"
"Siamo tutti a favore di Israele”. Con questa premessa il presidente Barack Obama ha più volte difeso pubblicamente l'accordo siglato con l'Iran, considerato dai suoi oppositori una minaccia per la sicurezza internazionale e in particolare per lo Stato ebraico. “Mi disturba sentire persone che insinuano che chi si oppone all'accordo è filo-israeliano. Siamo tutti filo-israeliani. La questione qui è come risolvere il problema e assicurarsi che l'Iran non si doti di un'arma nucleare”, ha spiegato Obama in un'intervista rilasciata in esclusiva all'autorevole giornale ebraico americano Forward. Rispondendo alle domande della giornalista Jane Eisner, il presidente ha quindi deciso di rivolgersi direttamente agli ebrei americani – e indirettamente all'opinione pubblica israeliana
per dare rassicurazioni sulla bontà dell'accordo e riaffermare il legame indissolubile tra gli Stati Uniti e lo Stato ebraico, a prescindere dagli scontri avuti nel recente passato con il premier Benjamin Netanyahu. “Israele - ha puntualizzato Obama - non è solo un alleato, non è solo un amico ma fa parte della famiglia. Le relazioni tra i nostri popoli, i valori condivisi, l'impegno comune per la democrazia, queste cose sono così profonde da essere sopravvissute in passato alle discussioni e sopravviveranno anche a questo argomento (l'accordo iraniano)”.

(Nell'immagine, il presidente Obama con la giornalista del Forward Jane Eisner. Foto di Pete Souza)
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qui ferrara 
Kabalah, la lezione italiana
Ferrara torna ad essere il centro ebraico di riferimento per gli studi della kabalah: il convegno “L’eredità di Salomone. La magia ebraica in Italia e nel Mediterraneo” organizzato dal Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e con l’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo (Aisg), curato da Mauro Perani e Saverio Campanini, docenti dell’Alma Mater, insieme a Emma Abate dell’École Pratique des Hautes Études di Parigi è stato aperto nel pomeriggio di lunedì dall’intervento di Moshe Idel, studioso dell’Università Ebraica e dello Shalom Hartman Institute di Gerusalemme, che ha riportato l’attenzione dei presenti sulla centralità dell’Italia e di cui riproponiamo l’intervista rilasciata a Pagine Ebraiche. Universalmente riconosciuto come il più grande esperto vivente di mistica ebraica, introdotto dal professor Campanini e dall’intervento del rabbino capo di Ferrara Luciano Caro, Idel ha ripercorso in una affascinante lezione la storia e gli sviluppi della disciplina.
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Qui Firenze – La cena italiana del premier 
Un menu speciale per Bibi
Dopo le rivelazioni e le critiche riportate dalla stampa israeliana e rimbalzate anche in Italia, un nostro controllo consente di vedere in una luce molto diversa la discussa cena del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del premier italiano Matteo Renzi nel celebre ristorante fiorentino Enoteca Pinchiorri.
Alcuni esponenti del mondo ultraortodosso avevano avanzato perplessità riguardo al fatto che un Primo ministro israeliano cenasse in un locale in cui è ben chiaro dal menu che non è possibile rispettare le regole della Casherut e certo la cena non risulta potesse essere fornita di una specifica approvazione e verifica rabbinica. Ma la realtà è che lo sforzo dei gestori del prestigioso ristorante, premiato nel 2004 con la terza stella Michelin, è stato quello di venire incontro il più possibile alle tradizioni ebraiche in materia di alimentazione e somministrazione di cibo. L’impegno c’è stato. E ha permesso di comporre un menu ad hoc da cui sono state attentamente eliminate alcune portate che secondo la Legge ebraica non sarebbero consumabili.
Lo conferma Annie Feolde (nell’immagine), comproprietaria e chef dell’Enoteca Pinchiorri. “Il nostro obiettivo, dai primi contatti fino alla serata stessa, è sempre stato quello di assecondare le diverse esigenze che ci sono state prospettate. Ci siamo calati in questo contesto con la massima sensibilità, consapevoli che avremmo dovuto rivedere il menu in alcune voci non opportune. E così è stato”.
Cos’ha mangiato dunque Bibi? Pasta con i funghi, varie portate di pesce, molte verdure. In alto i calici invece con un pregiato rosso francese del 1949. “Tutti prodotti di altissima qualità” sottolinea Annie, conquistata dal fatto che il premier israeliano si sia fatto consigliare su ogni singola scelta. “Mi fido di voi, so che il posto è ottimo. Me l’ha detto il mio amico Matteo”, le parole con cui si è presentato al locale.
La cena è stata gradita da tutti i commensali. Bibi in particolare è apparso sorridente e rilassato. “Davvero molto diverso da come si è portati a immaginarlo. Lo si vede sempre in prima linea, duro e determinato nella difesa del suo Paese. Da noi – dice Annie – sono invece emerse le sue caratteristiche di uomo semplice, capace di intrattenere ottime e amabili conversazioni”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

IL NUOVO LIBRO DEL RAV DELLA ROCCA
Alterità è libertà,
Sulle pagine culturali del Corriere della Sera appare oggi una presentazione del libro “Con lo sguardo alla luna” (ed. Giuntina), ultima illuminante prova del rav Roberto Della Rocca. Il volume, in uscita giovedì e di cui trovate una ampia recensione anche sul numero di settembre di Pagine Ebraiche, è presentato sotto forma di colloquio tra il rav e il giornalista Stefano Jesurum.

Il libro “Con lo sguardo alla luna” — la luna che dalla Creazione si rinnova ogni mese proprio come l’uomo che dovrebbe/vorrebbe trovare nel messaggio antico della tradizione la linfa per rinascere e crescere in continuazione — è una guida ai percorsi del pensiero ebraico. A firma di Roberto Della Rocca, Giuntina lo offre a inizio settembre quando, tra Giornata europea della cultura ebraica e le ricorrenze di Rosh haShanà (Capodanno) e Kippùr, di questo mondo si parla anche fuori dalle sinagoghe. E Della Rocca, 55 anni, è uno dei rabbini più adatti a svolgere il compito, perché direttore del Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, nonché una delle anime fondanti di quel festival milanese Jewish and the City che tanto successo ha avuto nelle sue prime edizioni (...).

Stefano Jesurum, Corriere della Sera
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qui FERRARA - RAV CARO AL SINDACO TAGLIANI 
"La Shoah? Un evento unico.
Ogni paragone inaccettabile"

Sulle pagine ferraresi del Resto del Carlino appare oggi un’intervista al rabbino capo Luciano Caro (nell’immagine), invitato a commentare l’accostamento fatto dal sindaco della città estense, Tiziano Tagliani, tra le deportazione degli ebrei sotto il nazifascismo e l’attuale condizione dei profughi in Europa. “La Shoah è stata un evento unico nella storia. Guai a banalizzarla”, ammonisce il rav Caro.
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qui firenze
Da Israele alla Memoria,
quel Ponte da sfogliare 

Prosegue la marcia di avvicinamento della Comunità di Firenze alla prossima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, evento in cui sarà capofila per l’Italia. Nel solco del tema di questa edizione, “Ponti e AttraversaMenti”, la sfida è quella di sviluppare un confronto in strutture cittadine che svolgono la funzione di luogo di incontro per eccellenza. 
È il caso dell’evento in programma quest’oggi alle 17 alla Biblioteca Nazionale, dedicato alla rivista “Il Ponte” fondata da Piero Calamandrei ed Enzo Enriques Agnoletti. Terrà le redini l’antropologo Ugo Caffaz, coordinatore degli eventi toscani per il Giorno della Memoria, mentre un intervento arriverà anche da Marcello Rossi e Rino Genovese oltre che dalla direttrice della Biblioteca Maria Letizia Sebastiani. La memoria – viene spiegato – andrà tra gli altri al numero del 1978 dato alle stampe nel 40esimo anniversario delle leggi razziste, curato dallo stesso Caffaz, e lo speciale approfondimento sullo Stato di Israele pubblicato nel decennale della nascita.

(Nell’immagine la copertina del numero speciale de “Il Ponte” dedicato a Israele – dicembre 1958)
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IL DRAMMA DELLA MINORANZA YAZIDA
Maman e le prove dei salvataggi
Nomi e fotografie delle persone salvate. Prove dei salvataggi compiuti. È quanto chiedono alcuni esponenti della minoranza yazida in una lettera indirizzata a Steve Maman, imprenditore canadese a capo del crowdfunding “The Liberation of Christian and Yazidi Children of Iraq (CYCI)”, noto sui media anche come lo “Schindler ebreo”. La lettera, pubblicata in esclusiva da Vice News, è firmata da leader spirituali, politici e attivisti.
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il locale degli ebrei fuggiti dal nazifascismo
Shangai, un caffè come rifugio
Non è passata inosservata, a Shanghai, la riapertura di uno storico locale. Il “White Horse Cafe”, da poco inaugurato nella sua nuova veste, ha infatti una forte valenza simbolica: fatto costruire e gestito da una famiglia ebraica di origine tedesca, fu per molti anni il punto di ritrovo per i quasi 20 mila ebrei che vennero accolti nella metropoli cinese in fuga dalle persecuzioni nazifasciste.
Aperto nel 1939, il caffè rimase in funzione fino al ’49, anno in cui i proprietari si trasferirono in Australia. Demolito nel 2009 per permettere degli ampliamenti della metropolitana, è stato ricostruito a cento metri dal sito originale, utilizzando i progetti originali e rimanendo fedeli allo stile degli anni ‘40. All’inaugurazione erano presenti oltre trecento personalità tra cui un rappresentante del World Jewish Congress e il pronipote del fondatore.

Manuela Giuili
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pilpul
Non vivere alla giornata
Quante volte abbiamo ripetuto di voler “vivere alla giornata”? Coi partner in amore che reclamavano maggiore impegno, coi colleghi che ci chiedevano un programma dettagliato, coi genitori che ci esortavano alla responsabilità e alla lungimiranza. Ci siamo trincerati nel day by day per pigrizia o per paura, oppure solo per goderci quella leggerezza così rara che rende la vita bella e sostenibile.
​Fatto sta che la lingua ebraica non ce lo consente. Tanto nella sua versione biblica che in quella moderna, programmata, “artificiale” di Eliezer Ben Yehuda. In ebraico, infatti, il verbo “essere” non esiste al presente. C’è il “fu” e non manca il “sarà”, ma l’“è” non è pervenuto. Come è mai possibile?
​Mi sovvengono due interpretazioni, tenuto conto che la lingua “santa”, anche per il valore che la tradizione attribuisce al Verbo, non può essere casuale
.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Qui solo di passaggio
Quando nel giugno del 1940 l’Italia entrò in guerra, il regime fascista inasprì le misure persecutorie nei confronti degli ebrei. Tra i primi provvedimenti adottati, vi fu l’arresto e l’internamento in appositi campi o luoghi di confino di oltre 6 mila ebrei stranieri o apolidi residenti in Italia e di centinaia di ebrei italiani considerati “pericolosi”.
Nell’ultimo ventennio, a livello locale, si è cercato di ricostruire tramite ricerche d’archivio e interviste ai protagonisti dell’epoca le vicende individuali degli internati, molti dei quali poi finiti nel tunnel della morte dei lager nazisti.
L’ultima pubblicazione al riguardo, intitolata “…Siamo qui solo di passaggio”, è quella dell’Associazione il Fiume-Stienta, a cura di Maria Chiara Fabian e Alberta Bezzan, che hanno raccontato la storia degli ebrei internati in 20 comuni del Polesine, in provincia di Rovigo, per i tipi della casa editrice Panozzo di Rimini.


Mario Avagliano
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