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2 ottobre 2015 - 19 Tishri 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
“  עשה למען…  Agisci in virtù di orfani e vedove. Agisci in virtù dei lattanti. Agisci in virtù dei bambini appena svezzati. Agisci in virtù dei bambini che studiano Torah, che non hanno peccato.”
E per Hoshana Rabba, alle prossime invocazioni, potremo aggiungere: “Agisci in virtù di quei figli innocenti, il più giovane di 4 mesi,  che hanno visto trucidare i loro innocenti genitori, Rav Eitam e Naama Henkin z’’l, la sera di un gioioso chol ha moed di Sukkot.”
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Settantacinque anni fa a Portbou in Catalogna si toglieva la vita Walter Benjamin, che aveva perduto la speranza di poter lasciare l’Europa in fiamme per la salvezza negli Stati Uniti. Fu forse il più grande fra i filosofi ebrei del Novecento, e nel vedere le macerie della storia accumularsi sempre più minacciose di fronte a noi, mi sembra utile fermarsi a riflettere sulla sua nona tesi di filosofia della storia, molto nota, molto mistica (c’è un riferimento chiarissimo alla necessità del Tikkun ‘Olam, la ricomposizione e redenzione del mondo), molto vera: “C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilemnte nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso è questa tempesta.”
 
 
 
Il ritorno del terrore
Torna il terrore in Medio-Oriente dopo l’attacco terroristico perpetrato ieri sera in Cisgiordania, nella strada tra Itamar e Elon Moreh, dove una giovane coppia israeliana, Naama e Eitam Henkin, è stata freddata in macchina davanti ai propri figli, rimasti illesi. Mentre la polizia e l’esercito hanno già iniziato la caccia all’uomo, Hamas, il gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza, ha voluto celebrare gli autori dell’attentato. Questo, scrive il Corriere della sera, è il terzo attacco palestinese che prende di mira i civili israeliani nell’ultimo mese. Quella di ieri, riporta Repubblica “è stata una vera e propria esecuzione. Un agguato come quelli che accadono a Gerusalemme ogni notte con le auto israeliane prese a pietrate. Ma stavolta al posto di pietre c’erano pallottole vere. Quelle che hanno traforato come niente la carrozzeria anteriore della berlina bianca, decine di colpi che hanno spazzato via la vita di una giovane coppia israeliana di trent’anni ma che hanno miracolosamente evitato i loro quattro figli seduti sul sedile posteriore: un bimbo di 4 mesi e i suoi tre fratelli di 4, 7 e 9 anni”.

Il silenzio sull’Iran. “L’Iran minaccia di eliminare Israele e la risposta internazionale è stata un assoluto silenzio”. Queste le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu durante il suo intervento all’Onu accompagnate da un minuto di silenzio in segno di denuncia. Durante il suo discorso Netanyahu ha criticato duramente l’accordo sul nucleare dei Paesi del 5+1 con Teheran che ha visto una nuova apertura dell’Occidente e le posizioni adottate dalle Nazioni Unite (“Se i leader iraniani stessero lavorando alla distruzione del vostro Paese forse sareste meno entusiasti di questo accordo” ha infatti aggiunto). Il premier ha poi ribadito di essere pronto a riprendere i negoziati con i palestinesi nonostante le difficoltà e ha rassicurato “Non abbiamo piani per la Spianata delle moschee. Israele rispetterà sempre i siti di tutte le religioni”. Un’apertura seguita dopo poco però da un nuovo attacco terroristico. (Repubblica).
 
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  davar
israele - rivlin dopo il vile attentato
Itamar, una madre e un padre

assassinati a freddo dai terroristi
Un'esecuzione fredda e brutale, compiuta davanti agli occhi dei quattro bambini, rimasti fortunatamente illesi. “Assassini assetati di sangue hanno strappato la vita a una madre e un padre, lasciando orfani i loro giovanissimi bambini. Il cuore mi si spezza di fronte ad un odio così crudele”, il doloroso commento del presidente di Israele Reuven Rivlin dopo l'accaduto, dolore condiviso da tutto il paese e nel mondo ebraico.

I coniugi Eitam e Naama Henkin erano in auto, diretti verso casa. Quattro dei loro sei figli – il più piccolo di quattro mesi, il più grande di nove anni – erano a bordo, seduti sui sedili posteriori. Mentre stavano viaggiando lungo la strada nei pressi degli insediamenti di Itamar ed Elon Moreh, in Cisgiordania, una vettura palestinese si è affiancata alla loro auto, e sono stati esplosi diversi colpi d'arma da fuoco.
Rivlin, assieme a diversi membri della Knesset e del governo e al rabbino capo ashkenazita d'Israele David Lau, ha presenziato nelle scorse ore al funerale dei coniugi Henkin a Gerusalemme. Con loro, migliaia di persone a testimoniare il momento di cordoglio che ha attraversato tutta la nazione. “Continueremo la nostra coraggiosa lotta contro i terroristi e di questo i nostri nemici possono essere certi. - ha dichiarato Rivlin - Questo è il nostro dovere, l'unica via perseguibile per assicurare agli orfani che oggi hanno perso i loro genitori e a tutti i figli e i nipoti di Israele il diritto di vivere in pace e sicurezza ovunque in questa terra". 


(Nell'immagine Reuven Rivlin al funerale dei conugi Henkin)
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roma - pecore in erba, i commenti del pubblico
"Il coraggio dell'autoironia"
“La cosa che colpisce è che ci si trova davanti ad un genere fuori dal coro, molto originale” commentano Wicky Bublil, Gioia Terracina e Alessandra Levi mentre escono dal cinema Quattro Fontane di Roma dopo aver visto “Pecore in erba”, l’opera prima di Alberto Caviglia nella quale viene affrontato lo spinoso tema dell’antisemitismo usando l’arma della satira. “Se qualcuno della comunità ebraica si sentisse risentito o offeso dalle battute – continuano – vorrebbe proprio dire che non ne ha colto il senso”. “Certo – concludono – il film è adatto ad un pubblico di nicchia ma speriamo lo stesso che a vederlo siano in tanti”.
Da ieri nelle sale italiane, dopo la presentazione in Laguna durante l’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia, “Pecore in erba” convince anche il giovane Luca Menasci che racconta a Pagine Ebraiche: “Mi è sembrato molto carino e divertente e, per essere un mockumentary (il genere del finto documentario in chiave comica), ha un ritmo piuttosto incalzante. Anche la fotografia non è poi da sottovalutare”.

(Nell’immagine una scena del film) .
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informazione - pagine ebraiche di ottobre
Migrazioni e nuove frontiere
Il tema del momento sono le migrazioni: l'Europa si trova a confrontarsi con l'arrivo di migliaia di profughi dall'Africa e dal Medio Oriente e ci si interroga sempre di più sul significato dei confini e su come gestirli. Un argomento che in queste ore, fino a domenica, sarà al centro del Festival di Internazionale a Ferrara, appuntamento che raccoglie giornalisti ed esperti da tutto il mondo e che da anni porta nella città estense migliaia di persone. Filo conduttore della rassegna saranno le nuove frontiere, intese in senso geografico ma anche come orizzonti per i diritti, le libertà collettive e individuali. Temi di stretta attualità su cui anche Pagine Ebraiche ha voluto aprire una riflessione, dedicando il dossier del mese di ottobre del giornale dell'ebraismo italiano a cura di Daniel Reichel, alle “Migrazioni” declinate in una prospettiva ebraica.
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qui varsavia - il vertice osce
Diritti umani, l'Europa risponde 
Quasi ottocento dichiarazioni, cinquecento documenti in archivio, decine di migliaia di partecipanti. Sono i numeri del Human Dimension Implementation Meeting (HDIM), la conferenza annuale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), il maggiore vertice sui diritti umani che dal 1998 si svolge a Varsavia, nato per garantire un monitoraggio regolare sulla situazione dei 57 paesi membri. Molti i temi scottanti di quest'anno, la cui edizione si chiude oggi. In particolare la condizione dei molti migranti che varcano le frontiere europee e dei traffici di esseri umani, ma anche la diffusione di violenza attraverso il web e i problemi affrontati dalle minoranze religiose, che sono stati oggetto di una giornata a esse dedicata.
“È stato importante per me esserci per ricordarsi vicendevolmente il dovere di proteggere ogni cittadino contro parole, azioni e campagne che portino odio, criminalità e discriminazione”, ha raccontato Karin Flieswasser, delegata della European Union of Jewish Students, che ha anche pronunciato un discorso per “rappresentare la voce dei giovani ebrei europei”.

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QUI GERUSALEMME - LA BIBLIOTECA DELlo storico
Donazione del fondo Milano,

le ragioni dietro la scelta
Nuovi interventi riguardo alla figura dello storico Attilio Milano e al ruolo da lui svolto, fanno seguito al convegno svoltosi a Venezia in occasione della donazione da parte della famiglia della sua biblioteca personale alla biblioteca di Studi umanistici dell’università di Ca’ Foscari, oltre che del suo archivio privato confluito invece nella Biblioteca Archivio “Renato Maestro” della Comunità ebraica di Venezia.
Angelo Piattelli, presidente della Hevrat Yehudè Italia, la Comunità degli italiani in Israele, commentando le vicende del passaggio del fondo librario da Gerusalemme all'Italia, ricorda infatti che “la collezione Milano affidata al Tempio Italiano era composta quasi esclusivamente da monografie e periodici pubblicati nei secoli XIX-XX, mentre i libri rari e di pregio, scorporati dalla collezione, non vennero mai affidati alla Hevrat Yehudè Italia”. La collezione Milano, specifica poi il demografo dell'Università Ebraica di Gerusalemme Sergio Della Pergola, “in realtà non è mai stata affidata al Tempio Italiano, bensì a una Ong separata, appositamente creata su richiesta della famiglia Milano, da essa gestita in comune con il Tempio Italiano”.

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expo milano - sport
Prendere il bullismo di petto

“Il bullismo, prendilo di petto”. Questo il titolo e l'invito dell'incontro che in queste ore vede protagonista l'istruttrice di krav magà Gabrielle Fellus a Casa Corriere, il padiglione del Corriere della Sera all'Expo di Milano. Si tratta di una nuova tappa del percorso avviato con la Palestra di Autostima e autodifesa della Casa Pediatrica Fatebenefratelli - Arte come Terapia dell'ospedale Fatebenefratelli. Insieme a Fellus a raccontare il progetto, il pediatra Luca Bernardo e il segretario generale della Fondazione EY Daniela Carosio.
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qui torino
La matematica di Guido Fubini
È stata Mariza Bisi, del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Parma, ad aggiudicarsi a Torino la settima edizione del premio “Guido Fubini per la matematica”. Il premio, indetto dall’Istituto Superiore Mario Boella, è intitolato al grande matematico torinese Guido Fubini, dal 1908 al 1938 docente del Politecnico e dell’Università di Torino,  famoso per le sue ricerche di matematica pura e applicata, nonché per il suo omonimo teorema.


Alice Fubini
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la rassegna settimanale di melamed
La scuola per la cittadinanza
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed cliccare qui.

La scuola, per la cittadinanza

Sarà legato alla frequenza scolastica lo Ius soli, il diritto alla cittadinanza italiana che i bambini potranno ottenere dopo aver frequentato la scuola per cinque anni. La legge, che ha avuto una gestazione sofferta e un iter accidentato, “può avere un impatto molto elevato. I ragazzi e le ragazze stranieri con meno di 18 anni che risiedono in Italia sono più di un milione e tra questi, come ha stabilito un censimento della commissione, circa 925.500 sono extra Ue”. I bambini nati in Italia da genitori stranieri dovranno aver frequentato un ciclo scolastico della durata di almeno cinque anni, e se l’allievo è in età di scuola elementare dovrà aver superato l’esame finale. Ai ragazzi tra 12 e 18 anni, oltre ad aver frequentato la scuola italiana per cinque anni, è richiesta la permanenza stabile e regolare in Italia da almeno 6 anni. (Il Tempo, 28 settembre) Avvenire il 25 settembre aveva registrato sia reazioni soddisfatte che alcune perplessità, dovute essenzialmente a una attenuazione della portata della legge “per paura di reazioni paraleghiste dell’elettorato”. Esiste anche il timore che la legge non eviti “battaglie populiste e reazionarie già annunciate dai lepenisti nostrani”. Più duro il commento di Edoardo Patriarca, del Pd, che si augura l’approvazione entro Natale: “Finalmente un milione di ragazzi potrà non sentirsi cittadino di serie B, si poteva fare di più, il dibattito potrà arricchire il testo” E intanto Salvini annuncia: “Sulla cittadinanza facile alzo le barricate”.


Ada Treves
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pilpul
Il Qohelet delle donne
E così finalmente ci siamo arrivate anche a Torino. Mercoledì sera quaranta donne di ogni età si sono ritrovate per leggere il Qohelet come è previsto durante la festa di Sukkot. Un’organizzazione ammirevole che ha visto scambi di mail e riunioni preparatorie fin da giugno. Sono state coinvolte donne di ambienti diversi, più o meno osservanti, madri e figlie, zie e cugine, e tra queste anche un’ospite occasionale. C’è chi ha recitato e chi ha cantato, chi ha letto uno o due versi e chi parti più lunghe, in un’atmosfera amichevole, un po’ sorpresa e un po’ complice, perché in fin dei conti si trattava per tutte, o quasi, di una prima volta: la prima lettura pubblica – seppure rigorosamente riservata alle donne – di un testo del Tanakh. Personalmente devo confessare che ero molto emozionata, forse più ancora che nel giorno del mio Bat Mitzvah (che pure era stato anche quello in parte rivoluzionario rispetto alle abitudini torinesi).

Anna Segre, insegnante
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Insieme a Kippur
Non ho ben chiaro se si tratta di una caratteristica di Livorno, o se ciò è comune in tutte le sinagoghe italiane e del resto del mondo, ma ogni anno alla fine di Kippur, nell’ora di Neilà, il tempio si riempie quasi completamente di una moltitudine variegata di persone, per lo più assenti durante gli altri servizi dell’anno. Ad intuito, potrei affermare, che i suddetti siano composti da: quelli che gli ashkenazim chiamano Kippur-Juden, amici o parenti cattolici che per ragioni di interesse/suggestione vengono ad ascoltare la benedizione dei cohanim, discendenti di famiglie ebraiche ormai parzialmente assimilate, e infine “liornesim” che abitano nella provincia o in altri luoghi e approfittano di questa ricorrenza per tornare nella loro città natale.

Francesco Moises Bassano, studente
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Andare oltre
Il popolo ebraico ha pagato il prezzo di vivere ai margini della storia, in una terra di confine tra passato, presente futuro. Tra Oriente e Occidente. Tra il mutevole e l’eterno. Un prezzo che spesso prende il nome di conflitto, inquietudine, sofferenza.

Ilana Bahbout
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