Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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“
עשה למען… Agisci in virtù di orfani e vedove. Agisci in virtù dei
lattanti. Agisci in virtù dei bambini appena svezzati. Agisci in virtù
dei bambini che studiano Torah, che non hanno peccato.”
E per Hoshana Rabba, alle prossime invocazioni, potremo aggiungere:
“Agisci in virtù di quei figli innocenti, il più giovane di 4
mesi, che hanno visto trucidare i loro innocenti genitori, Rav
Eitam e Naama Henkin z’’l, la sera di un gioioso chol ha moed di
Sukkot.”
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Settantacinque
anni fa a Portbou in Catalogna si toglieva la vita Walter Benjamin, che
aveva perduto la speranza di poter lasciare l’Europa in fiamme per la
salvezza negli Stati Uniti. Fu forse il più grande fra i filosofi ebrei
del Novecento, e nel vedere le macerie della storia accumularsi sempre
più minacciose di fronte a noi, mi sembra utile fermarsi a riflettere
sulla sua nona tesi di filosofia della storia, molto nota, molto
mistica (c’è un riferimento chiarissimo alla necessità del Tikkun
‘Olam, la ricomposizione e redenzione del mondo), molto vera: “C’è un
quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che
sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha
gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della
storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove
ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che
accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi.
Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto.
Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali,
ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo
spinge irresistibilemnte nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il
cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il
progresso è questa tempesta.”
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Il ritorno del terrore |
Torna
il terrore in Medio-Oriente dopo l’attacco terroristico perpetrato ieri
sera in Cisgiordania, nella strada tra Itamar e Elon Moreh, dove una
giovane coppia israeliana, Naama e Eitam Henkin, è stata freddata in
macchina davanti ai propri figli, rimasti illesi. Mentre la polizia e
l’esercito hanno già iniziato la caccia all’uomo, Hamas, il gruppo
terroristico che controlla la Striscia di Gaza, ha voluto celebrare gli
autori dell’attentato. Questo, scrive il Corriere della sera, è il
terzo attacco palestinese che prende di mira i civili israeliani
nell’ultimo mese. Quella di ieri, riporta Repubblica “è stata una vera
e propria esecuzione. Un agguato come quelli che accadono a Gerusalemme
ogni notte con le auto israeliane prese a pietrate. Ma stavolta al
posto di pietre c’erano pallottole vere. Quelle che hanno traforato
come niente la carrozzeria anteriore della berlina bianca, decine di
colpi che hanno spazzato via la vita di una giovane coppia israeliana
di trent’anni ma che hanno miracolosamente evitato i loro quattro figli
seduti sul sedile posteriore: un bimbo di 4 mesi e i suoi tre fratelli
di 4, 7 e 9 anni”.
Il silenzio sull’Iran.
“L’Iran minaccia di eliminare Israele e la risposta internazionale è
stata un assoluto silenzio”. Queste le parole del premier israeliano
Benjamin Netanyahu durante il suo intervento all’Onu accompagnate da un
minuto di silenzio in segno di denuncia. Durante il suo discorso
Netanyahu ha criticato duramente l’accordo sul nucleare dei Paesi del
5+1 con Teheran che ha visto una nuova apertura dell’Occidente e le
posizioni adottate dalle Nazioni Unite (“Se i leader iraniani stessero
lavorando alla distruzione del vostro Paese forse sareste meno
entusiasti di questo accordo” ha infatti aggiunto). Il premier ha poi
ribadito di essere pronto a riprendere i negoziati con i palestinesi
nonostante le difficoltà e ha rassicurato “Non abbiamo piani per la
Spianata delle moschee. Israele rispetterà sempre i siti di tutte le
religioni”. Un’apertura seguita dopo poco però da un nuovo attacco
terroristico. (Repubblica).
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israele - rivlin dopo il vile attentato
Itamar, una madre e un padre
assassinati a freddo dai terroristi
Un'esecuzione
fredda e brutale, compiuta davanti agli occhi dei quattro bambini,
rimasti fortunatamente illesi. “Assassini assetati di sangue hanno
strappato la vita a una madre e un padre, lasciando orfani i loro
giovanissimi bambini. Il cuore mi si spezza di fronte ad un odio così
crudele”, il doloroso commento del presidente di Israele Reuven Rivlin
dopo l'accaduto, dolore condiviso da tutto il paese e nel mondo ebraico.
I coniugi Eitam e Naama Henkin erano in auto, diretti verso casa.
Quattro dei loro sei figli – il più piccolo di quattro mesi, il più
grande di nove anni – erano a bordo, seduti sui sedili posteriori.
Mentre stavano viaggiando lungo la strada nei pressi degli insediamenti
di Itamar ed Elon Moreh, in Cisgiordania, una vettura palestinese si è
affiancata alla loro auto, e sono stati esplosi diversi colpi d'arma da
fuoco.
Rivlin, assieme a diversi membri della Knesset e del governo e al
rabbino capo ashkenazita d'Israele David Lau, ha presenziato nelle
scorse ore al funerale dei coniugi Henkin a Gerusalemme. Con loro,
migliaia di persone a testimoniare il momento di cordoglio che ha
attraversato tutta la nazione. “Continueremo la nostra coraggiosa lotta
contro i terroristi e di questo i nostri nemici possono essere certi. -
ha dichiarato Rivlin - Questo è il nostro dovere, l'unica via
perseguibile per assicurare agli orfani che oggi hanno perso i loro
genitori e a tutti i figli e i nipoti di Israele il diritto di vivere
in pace e sicurezza ovunque in questa terra".
(Nell'immagine Reuven Rivlin al funerale dei conugi Henkin)
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informazione - pagine ebraiche di ottobre Migrazioni e nuove frontiere
Il
tema del momento sono le migrazioni: l'Europa si trova a confrontarsi
con l'arrivo di migliaia di profughi dall'Africa e dal Medio Oriente e
ci si interroga sempre di più sul significato dei confini e su come
gestirli. Un argomento che in queste ore, fino a domenica, sarà al
centro del Festival di Internazionale a Ferrara, appuntamento che
raccoglie giornalisti ed esperti da tutto il mondo e che da anni porta
nella città estense migliaia di persone. Filo conduttore della rassegna
saranno le nuove frontiere, intese in senso geografico ma anche come
orizzonti per i diritti, le libertà collettive e individuali. Temi di
stretta attualità su cui anche Pagine Ebraiche ha voluto aprire una
riflessione, dedicando il dossier del mese
di ottobre del giornale dell'ebraismo italiano a cura di Daniel
Reichel, alle “Migrazioni” declinate in una prospettiva ebraica.
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qui varsavia - il vertice osce Diritti umani, l'Europa risponde
Quasi
ottocento dichiarazioni, cinquecento documenti in archivio, decine di
migliaia di partecipanti. Sono i numeri del Human Dimension
Implementation Meeting (HDIM), la conferenza annuale
dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa
(OSCE), il maggiore vertice sui diritti umani che dal 1998 si svolge a
Varsavia, nato per garantire un monitoraggio regolare sulla situazione
dei 57 paesi membri. Molti i temi scottanti di quest'anno, la cui
edizione si chiude oggi. In particolare la condizione dei molti
migranti che varcano le frontiere europee e dei traffici di esseri
umani, ma anche la diffusione di violenza attraverso il web e i
problemi affrontati dalle minoranze religiose, che sono stati oggetto
di una giornata a esse dedicata.
“È
stato importante per me esserci per ricordarsi vicendevolmente il
dovere di proteggere ogni cittadino contro parole, azioni e campagne
che portino odio, criminalità e discriminazione”, ha raccontato Karin
Flieswasser, delegata della European Union of Jewish Students, che ha
anche pronunciato un discorso per “rappresentare la voce dei giovani
ebrei europei”.
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QUI GERUSALEMME - LA BIBLIOTECA DELlo storico Donazione del fondo Milano,
le ragioni dietro la scelta
Nuovi
interventi riguardo alla figura dello storico Attilio Milano e al ruolo
da lui svolto, fanno seguito al convegno svoltosi a Venezia in
occasione della donazione da parte della famiglia della sua biblioteca
personale alla biblioteca di Studi umanistici dell’università di Ca’
Foscari, oltre che del suo archivio privato confluito invece nella
Biblioteca Archivio “Renato Maestro” della Comunità ebraica di Venezia.
Angelo Piattelli, presidente della Hevrat Yehudè Italia, la Comunità
degli italiani in Israele, commentando le vicende del passaggio del
fondo librario da Gerusalemme all'Italia, ricorda infatti che “la
collezione Milano affidata al Tempio Italiano era composta quasi
esclusivamente da monografie e periodici pubblicati nei secoli XIX-XX,
mentre i libri rari e di pregio, scorporati dalla collezione, non
vennero mai affidati alla Hevrat Yehudè Italia”. La collezione Milano,
specifica poi il demografo dell'Università Ebraica di Gerusalemme
Sergio Della Pergola, “in realtà non è mai stata affidata al Tempio
Italiano, bensì a una Ong separata, appositamente creata su richiesta
della famiglia Milano, da essa gestita in comune con il Tempio
Italiano”.
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la rassegna settimanale di melamed
La scuola per la cittadinanza
Melamed
è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo
italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a
educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna
viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno
responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune
settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione
settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate
sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter
settimanale di melamed cliccare qui.
La scuola, per la cittadinanza
Sarà legato alla frequenza scolastica lo Ius soli, il diritto alla
cittadinanza italiana che i bambini potranno ottenere dopo aver
frequentato la scuola per cinque anni. La legge, che ha avuto una
gestazione sofferta e un iter accidentato, “può avere un impatto molto
elevato. I ragazzi e le ragazze stranieri con meno di 18 anni che
risiedono in Italia sono più di un milione e tra questi, come ha
stabilito un censimento della commissione, circa 925.500 sono extra
Ue”. I bambini nati in Italia da genitori stranieri dovranno aver
frequentato un ciclo scolastico della durata di almeno cinque anni, e
se l’allievo è in età di scuola elementare dovrà aver superato l’esame
finale. Ai ragazzi tra 12 e 18 anni, oltre ad aver frequentato la
scuola italiana per cinque anni, è richiesta la permanenza stabile e
regolare in Italia da almeno 6 anni. (Il Tempo, 28 settembre) Avvenire
il 25 settembre aveva registrato sia reazioni soddisfatte che alcune
perplessità, dovute essenzialmente a una attenuazione della portata
della legge “per paura di reazioni paraleghiste dell’elettorato”.
Esiste anche il timore che la legge non eviti “battaglie populiste e
reazionarie già annunciate dai lepenisti nostrani”. Più duro il
commento di Edoardo Patriarca, del Pd, che si augura l’approvazione
entro Natale: “Finalmente un milione di ragazzi potrà non sentirsi
cittadino di serie B, si poteva fare di più, il dibattito potrà
arricchire il testo” E intanto Salvini annuncia: “Sulla cittadinanza
facile alzo le barricate”.
Ada Treves
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Il Qohelet delle donne |
E
così finalmente ci siamo arrivate anche a Torino. Mercoledì sera
quaranta donne di ogni età si sono ritrovate per leggere il Qohelet
come è previsto durante la festa di Sukkot. Un’organizzazione
ammirevole che ha visto scambi di mail e riunioni preparatorie fin da
giugno. Sono state coinvolte donne di ambienti diversi, più o meno
osservanti, madri e figlie, zie e cugine, e tra queste anche un’ospite
occasionale. C’è chi ha recitato e chi ha cantato, chi ha letto uno o
due versi e chi parti più lunghe, in un’atmosfera amichevole, un po’
sorpresa e un po’ complice, perché in fin dei conti si trattava per
tutte, o quasi, di una prima volta: la prima lettura pubblica – seppure
rigorosamente riservata alle donne – di un testo del Tanakh.
Personalmente devo confessare che ero molto emozionata, forse più
ancora che nel giorno del mio Bat Mitzvah (che pure era stato anche
quello in parte rivoluzionario rispetto alle abitudini torinesi).
Anna Segre, insegnante
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Insieme a Kippur |
Non
ho ben chiaro se si tratta di una caratteristica di Livorno, o se ciò è
comune in tutte le sinagoghe italiane e del resto del mondo, ma ogni
anno alla fine di Kippur, nell’ora di Neilà, il tempio si riempie quasi
completamente di una moltitudine variegata di persone, per lo più
assenti durante gli altri servizi dell’anno. Ad intuito, potrei
affermare, che i suddetti siano composti da: quelli che gli ashkenazim
chiamano Kippur-Juden, amici o parenti cattolici che per ragioni di
interesse/suggestione vengono ad ascoltare la benedizione dei cohanim,
discendenti di famiglie ebraiche ormai parzialmente assimilate, e
infine “liornesim” che abitano nella provincia o in altri luoghi e
approfittano di questa ricorrenza per tornare nella loro città natale.
Francesco Moises Bassano, studente
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Andare oltre |
Il
popolo ebraico ha pagato il prezzo di vivere ai margini della storia,
in una terra di confine tra passato, presente futuro. Tra Oriente e
Occidente. Tra il mutevole e l’eterno. Un prezzo che spesso prende il
nome di conflitto, inquietudine, sofferenza.
Ilana Bahbout
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