La rassegna settimanale di melamed
Andare a scuola, ottenere la cittadinanza

melamedbannerMelamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed cliccare qui.

La scuola, per la cittadinanza

Sarà legato alla frequenza scolastica lo Ius soli, il diritto alla cittadinanza italiana che i bambini potranno ottenere dopo aver frequentato la scuola per cinque anni. La legge, che ha avuto una gestazione sofferta e un iter accidentato, “può avere un impatto molto elevato. I ragazzi e le ragazze stranieri con meno di 18 anni che risiedono in Italia sono più di un milione e tra questi, come ha stabilito un censimento della commissione, circa 925.500 sono extra Ue”. I bambini nati in Italia da genitori stranieri dovranno aver frequentato un ciclo scolastico della durata di almeno cinque anni, e se l’allievo è in età di scuola elementare dovrà aver superato l’esame finale. Ai ragazzi tra 12 e 18 anni, oltre a aver frequentato la scuola italiana per cinque anni, è richiesta la permanenza stabile e regolare in Italia da almeno 6 anni. (Il Tempo, 28 settembre) Avvenire il 25 settembre aveva registrato sia reazioni soddisfatte che alcune perplessità, dovute essenzialmente a una attenuazione della portata della legge “per paura di reazioni paraleghiste dell’elettorato”. Esiste anche il timore che la legge non eviti “battaglie populiste e reazionarie già annunciate dai lepenisti nostrani”. Più duro il commento di Edoardo Patriarca, del Pd, che si augura l’approvazione entro Natale: “Finalmente un milione di ragazzi potrà non sentirsi cittadino di serie B, si poteva fare di più, il dibattito potrà arricchire il testo” E intanto Salvini annuncia: “Sulla cittadinanza facile alzo le barricate”.
Matematica e scuola. È Anna Foa, su l’Avvenire del 26 settembre a ricordare Giorgio Israel, matematico, storico della matematica e della scienza, studioso di pensiero ebraico, impegnato fino alla vigilia della morte nel dibattito sulla scuola e sulla didattica, e molto vicino alla politica di Israele. Scrive Foa: “Forte era anche, in particolare negli ultimi anni, il suo impegno nel campo della scuola e dell’istruzione, prima collaborando come esperto del Miur tra il 2007 e il 2013, poi attraverso i suoi due blog e l’uso della rete. Un uso che trovava congeniale e che ben si adattava al suo spirito inquieto e sempre pronto alla polemica e alla provocazione intellettuale, doti confermate dal suo ultimo libro, appena pubblicato dal Mulino: un contraddittorio con lo psicologo Cesare Comoldi sul tema Abolire la scuola media?
Il lascito peggiore. Intervistato dall’Unità il 25 settembre Angelo Del Boca non ha esitazioni: “Altro che buoni! In Etiopia usammo i gas.”. Ma non è neppure questo il lascito peggiore, la pagina più odiosa scritta dal fascismo nella guerra in Etiopia. “Non c’è stato nessun lascito positivo – continua – Ma lacuna peggiore, al di là dei crimini che abbiamo denunciato, l’uso delle armi chimiche, i campi di concentramento e la deportazione, è stato il fatto di aver proibito in tutte le colonie italiane l’istruzione al di sopra della quinta elementare.”
Ritorno a Sciesopoli. Difficile spiegare oggi cosa fu Sciesopoli, che prende il suo nome da Amatore Sciesa, eroe nazionale: costruita come centro parastatale per l’élite fascista, la colonia di Selvino venne requisita dai socialisti nel 1945 e per la legge del contrappasso adibita a ospitare i bambini e i ragazzi sopravvissuti alla Shoah. “La Solel Boneh, compagnia dell’esercito britannico costituita da genieri ebrei, cercava i ragazzi superstiti — ricorda Marco Cavallarin, storico, esperto di ebraismo e profondo conoscitore di questa vicenda —. Ma dove alloggiarli? Si mossero la Comunità ebraica milanese, il Comitato di liberazione, il Comune di Milano. Sciesopoli fu a disposizione” Così tra il ’45 e il ’48 vi vennero ospitati circa 800 orfani ebrei e, come raccontato da Corriere e Avvenire il 26 settembre, a distanza di settant’anni, nell’ex colonia dei Balilla, grande è stata la commozione di coloro che sono tornati, per ricordare, per raccontare.
Israele e le scuole cristiane. L’Ufficio delle scuole cristiane in Israele e il ministero dell’Educazione israeliano hanno raggiunto un accordo che mette la parola fine a un contenzioso sui tagli decisi dal Governo ai contributi statali destinati agli istituti che è durato mesi. Dopo settimane di scioperi e mobilitazioni, le 47 scuole cristiane operanti nello Stato di Israele riprendono l’attività didattica e accolgono i loro 33 mila studenti. (Osservatore Romano, 30 settembre)

Ada Treves twitter@atrevesmoked

(2 ottobre 2015)