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Paolo Sciunnach,
insegnante
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E bravo Bibi... Questa volta hai proprio detto una cagata pazzesca...!
Simili affermazioni non solamente sono prive di fondamento storico; non
solamente sono un'offesa a coloro che sono memoria vivente dei tempi
più bui della storia europea; sono anche pane per i denti dei
revisionisti e dei negazionisti che propongono da sempre la tesi
secondo la quale la Shoah sia ormai solo uno strumento per giustificare
la politica di Israele, o peggio che la Storia sia stata fin dal
principio manipolata dagli ebrei in favore alla causa Sionista...
E sappiamo bene quanto pericoloso sia questo virus revisionista e
negazionista.
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Anna
Foa,
storica
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In
Francia, il Mrap, il Movimento contro il razzismo e l’Amicizia fra i
popoli, ha deciso di denunciare in tribunale per razzismo Georges
Bensoussan, lo storico ebreo francese di origine marocchina,
chiedendone al contempo il licenziamento dal suo incarico di
responsabile editoriale del Mémorial de la Shoah. Il MRAP non è nuovo
ad azioni del genere e ama muoversi sul terreno giudiziario: molti sono
coloro che ha denunciato, e fra loro Oriana Fallaci, Arno Klarsfeld, e
non ultimo il sociologo Pierre Taguieff. Nato nel dopoguerra con
un’impostazione di lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, il MRAP
si è venuto sempre più trasformando in un movimento volto a combattere
esclusivamente il razzismo antimusulmano. Ma sembra che ormai non
conosca nemmeno più il significato della parola “razzismo” e si sia
tramutato in un movimento filo islamico e di violento attacco a Israele
e agli ebrei in genere, tanto da determinare una scissione con gli
altri movimenti antirazzisti.
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![](http://moked.it/files/2015/11/evento-haber-per-nl.jpg) |
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Netanyahu a Washington
l'incontro con Obama
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Oggi
è il giorno dell’atteso incontro alla Casa Bianca tra il Premier
israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Usa Barack Obama. Sul
tavolo, riporta Maurizio Molinari su La Stampa, aperture ai palestinesi
e accordi militari tra i due paesi. “Sulla carta – scrive il
giornalista – entrambi vogliono lasciarsi alle spalle l’aspro
disaccordo sul nucleare iraniano”, e da una parte Netanyahu chiederà un
nuovo pacchetto di aiuti militari per Israele (richiesta, scrive il
Giornale, come compensazione all’accordo nucleare iraniano, che il capo
del governo di Gerusalemme considera una pericolo per la sicurezza
d’Israele), dall’altra un progetto per la costruzione di infrastrutture
in Cisgiordania. Obama, invece, vorrebbe un congelamento totale degli
insediamenti, spiega Molinari che ricorda come a segnare la vigilia
dell’incontro tra i due leader c’è l’incidente che ha coinvolto Ran
Baratz, il nuovo portavoce del premier che ha definito “antisemita” il
presidente Usa: “Netanyahu ‘ripenserà’ la nomina ma il caso Baratz
tiene banco perché il vicepresidente Usa Joe Biden si dice contro ‘le
nomine di funzionari che offendono i leader americani’”.
L’Isis vuole l’Egitto, per cominciare. Mentre sembra sempre più
probabile che l’esplosione dell’aereo russo in Egitto sia da imputare a
un attentato terroristico di miliziani dell’Isis, l’esperto di Medio
Oriente Jason Burke analizza le strategie del Califfato per espandere
il suo potere. Su Repubblica compare un suo testo in cui parla dei
piani di Al Baghdadi, l’uomo a capo del movimento fondamentalista
islamico. “Da tempo il capo dell’Is – scrive Burke – ha scelto di
espandersi stringendo accordi con le fazioni estremiste già attive in
luoghi chiave: il caso dell’aereo russo dimostra che questa strategia
può portare a risultati eclatanti. Presto potrebbe essere replicata con
successo altrove”. E ancora, “ll Sinai, vicino a Israele, costituisce
un obiettivo importante per l’Is e i contatti con i militanti in
quell’area risalgono a un’epoca precedente alla proclamazione del
califfato. L’utilità di questa alleanza è ora più che mai chiara”.
A settant’anni da Norimberga. Attraverso il racconto di Yves Beigbeder,
uno dei pochi testimoni oculari ancora in vita, il Fatto Quotidiano
racconta il celebre processo di Norimberga che inchiodò il nazismo per
i suoi crimini. “Voglio ricordare le parole del procuratore britannico
Hartley Shawcross, – afferma Beigbeder – che durante una delle prime
udienze concluse il suo intervento, sostenuto da una schiacciante
documentazione: Ora che l’incubo è finito, ora che i popoli hanno
potuto rialzare la testa e trarre un respiro di sollievo, ora tocca a
noi depositari della giustizia internazionale, di esaminare la frode
che ha permesso agli attuali detenuti di perpetrare quella serie
infinita di crimini, di assassinii, di devastazioni e di saccheggi che
hanno lasciato il mondo insanguinato e pieno di rovine’”.
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OGGI LA COMMEMORAZIONE A PIANGIPANE
Brigata ebraica, valore di tutti
Avrebbero
potuto rimanere al di fuori del conflitto e astenersi dall’intervenire
in quell’Europa che li aveva traditi e che stava perpetrando
l’assassinio di milioni di fratelli. E invece agirono, impartendo al
mondo una lezione di generosità e di altruismo. Cimitero di guerra
alleato di Piangipane, Ravenna. Annuale appuntamento per rendere
omaggio alla memoria dei caduti della Brigata Ebraica, il corpo
combattentistico formato da oltre 5mila volontari giunta dall’allora
Palestina mandataria che, agli ordini del brigadiere canadese Ernest
Frank Benjamin e in affiancamento ai gruppi Cremona e Friuli, ebbe un
ruolo decisivo nello sfondamento della Linea Gotica, costringendo
l’esercito tedesco a retrocedere e aprendo la strada per la liberazione
dell’Italia del Nord. “Oggi siamo qui per scolpire nei nostri cuori i
nomi dei valorosi che caddero in battaglia e attraverso il loro ricordo
rendere omaggio a tutti coloro che lottarono contro la barbarie. Questo
– ha spiegato Renzo Gattegna, presidente UCEI – l’altissimo messaggio
che ci perviene da questo cimitero, nel quale riposano soldati di tutte
le nazionalità e di tutte le fedi religiose”. Presenti numerose
delegazioni ebraiche locali. Da Ferrara il presidente Andrea Pesaro, il
rav Luciano Caro, la Consigliera UCEI Eileen Cartoon. Da Bologna il
presidente del museo ebraico Guido Ottolenghi e la Consigliera Ines
Miriam Marach (presente anche per l’Adei). Da Verona il presidente
Bruno Carmi e il rav Yosef Labi. Per l’ambasciata israeliana l’addetto
militare Kobi Regev, con al fianco l’ex combattente della Brigata
Avraham Yayin.
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IL NUOVO PROGRAMMA tv DI SEVERGNINI
L’Italia e quell’erba dei vicini
anche Rossella in redazione
"Se
siamo più bravi, possiamo insegnare. Se sono più bravi, dovremo
imparare". È il motto del programma L'erba dei vicini, in onda da
questa sera su Rai Tre (21.05). Sei puntate che metteranno a confronto
l'Italia con alcuni grandi paesi europei e gli Stati Uniti d'America.
Ideato e condotto da Beppe Severgnini, il programma si avvale del
contributo di alcuni giovani colleghi. Tra cui Rossella Tercatin, 27
anni, milanese, cresciuta nella redazione del portale dell'ebraismo
italiano e di Pagine Ebraiche (realtà all'interno della quale ha svolto
il praticantato ed è diventata giornalista professionista) e curatrice
oggi del nostro notiziario internazionale.
A Rossella un caloroso mazal tov da tutta la redazione!
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QUI roma - A VENT'ANNI DALL'ASSASSINIO DI RABIN
Usa, l'alleato da non perdere
Eitan
Haber, portavoce dell’ex Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin
(1922-1995), sarà protagonista di una serata, organizzata dall’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, al Centro Ebraico Pitigliani di Roma,
giovedì 12 novembre (ore 20.30). Un’occasione per discutere e
riflettere, a vent’anni di distanza dall’assassinio del premier, in
compagnia dei giornalisti Antonio Polito (Corriere della sera) e Anna
Momigliano (Rivista Studio).
“Solo quando diventi Primo ministro capisci quanto Israele dipenda in
tutto e per tutto dall’America. Sia per quanto riguarda la diplomazia,
la sicurezza così come l’economia. A poco a poco i tuoi toni cambiano
perché capisci che senza l’America la tua aeronautica è bloccata. E
quando non hai l’aeronautica non hai difesa. Puoi davvero fare ben poco
senza di loro. Siamo nel taschino dell’America”.
Nel 2013, facendo un bilancio a vent’anni dagli Accordi di Oslo firmati
a Washington dal Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e dal leader
palestinese Yasser Arafat sotto gli occhi vigili del Presidente Usa
Bill Clinton, Eitan Haber ha dato un quadro chiaro del suo punto di
vista in politica internazionale: Israele non può fare a meno degli
Stati Uniti.
Una riflessione particolarmente significativa quella di Haber, storico
portavoce di Rabin e legato a lui da un sodalizio trentennale, se letta
alla luce delle tensioni diplomatiche tra Usa e Israele emerse negli
ultimi tempi. In particolare nell’ultimo anno, che ha visto gli attuali
leader dei rispettivi Paesi, Barack Obama e Benjamin Netanyahu,
contrapposti in posizioni antitetiche e con orizzonti che non sembrano
mai coincidere; soprattutto dopo la firma da parte degli Stati Uniti
dell’accordo sul nucleare con l’Iran, che ha aperto a Teheran le porte
dell’Occidente ed è stato duramente contestato dal governo israeliano.
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Qui Torino - Artissima
Israele tra arte e identità
Un
intreccio tra solidi legami con la tradizione e creativi slanci verso
il futuro. Una dialettica interna, a volte conflittuale, che ha portato
l'arte contemporanea israeliana ad affermarsi come una delle più vivaci
e interessanti realtà nel panorama internazionale. A confermarlo, la
presenza in questa nuova edizione di Artissima, la manifestazione
torinese andata in scena questa settimana e dedicata all'arte
contemporanea, di un panel incentrato proprio sulla scena artistica
israeliana: ad organizzarlo, in collaborazione con la fiera diretta da
Sarah Cosulich Canarutto, la rivista Artribune, che negli scorsi mesi
ha realizzato una versione del giornale per Israele. “Dall'anno
prossimo pubblicheremo un bimestrale freepress bilingue, in inglese ed
ebraico, dedicato al pubblico israeliano e all'affascinante mondo
dell'arte del Paese - ha raccontato in apertura la responsabile
editoriale di Artribune Israel Giorgia Calò, assessore alla Cultura
della Comunità ebraica di Roma – Un mondo che abbiamo voluto raccontare
anche qui ad Artissima, realizzando questo panel in cui si confrontano
artisti e galleristi israeliani così come italiani”, ha spiegato Calò,
parlando dell'evento torinese, organizzato con il patrocinio
dell’Ambasciata di Israele in Italia, rappresentata dall'addetto
culturale Eldad Golan, che assieme al Ministero degli Affari Esteri
israeliano ha promosso la nascita di Artribune Israel. Al loro fianco,
il gallerista milanese Riccardo Crespi, della Riccardo Crespi
Gallery, il direttore Hezi Cohen Gallery di Tel Aviv Oren Hadar,
il noto artista Alfredo Pirri, Raffaella
Sciarretta della Nomas Foundation di Roma, Serge Tiroche,
cofondatore della Tiroche DeLeon Collection e l’artista Gal Weinstein.
A moderare l'incontro il giornalista del Corriere della Sera Edoardo
Sassi. Leggi
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il tributo di google alL'ATTRICE-INVENTRICE
Hedy Lamarr, il genio della diva
Oggi, 9 novembre, digitando sul doodle, l’icona animata del motore di ricerca Google si apre un vivace filmato.
Ci racconta per immagini coloratissime la storia dell'attrice e
inventrice Hedy Lamarr, nome d'arte di Hedwig Eva Maria Kiesler, nata a
Vienna il 9 novembre 1914 da una famiglia ebraica e morta nel Altamonte
Springs, USA, il 19 gennaio 2000.
Lamarr proveniva da genitori dell'alta borghesia austriaca: il padre
Emil Kiesler, originario di Leopoli, era un ebreo non praticante e
direttore di banca; la madre, Gertrud Lichtwitz, nata da famiglia
ebraica ma cattolica praticante, era una pianista di Budapest.
L'attrice fu lanciata nel mondo dello spettacolo a fine anni venti, da
Max Reinhardt che la portò con sé a Berlino ingaggiandola a teatro. Per
inseguire la nuova carriera, Hedy rinunciò ai corsi di laurea in
ingegneria che aveva intrapreso e nei quali si era distinta per la
sorprendente intelligenza.
Bianca Bassi Leggi
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qui roma
Israelitico, lavoratori in piazza
"L’ospedale
siamo noi”. Questo il motto che ha portato alcune decine di dipendenti
dell’Ospedale Israelitico di Roma a darsi appuntamento davanti alla
Prefettura per richiedere la ripresa delle attività sanitarie dopo lo
stop ai ricoveri imposto dalla Regione Lazio in ragione degli elementi
emersi nello sviluppo dell’inchiesta giudiziaria. I partecipanti al
sit-in, organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, hanno inoltre
esposto uno striscione con scritto: “L’Ospedale Israelitico non deve
chiudere, 800 lavoratori a rischio”.
Intanto, con il via libera del ministero della Salute, il prefetto di
Roma potrebbe annunciare in giornata il nome di un commissario
straordinario per la struttura che affiancherà quello indicato dalla
Comunità ebraica cittadina. Leggi
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Oltremare
- Rabin, niente novità |
Se
avessi spazio, dedicherei questo mio Oltremare settimanale alla
dissezione sequenza per sequenza del film di Amos Gitai "Rabin,
l'ultimo giorno". Un film purtroppo deludente, che non aggiunge nulla a
quello che tutti sappiamo. Nessun pathos, una sceneggiatura
minimalista, musiche da suspence in totale assenza di climax, dialoghi
presi pari pari dalla realtà e riposizionati modello costruzione di
lego, freddi cubetti e nessuna sorpresa. Si sa che sono una
buonista, e io i film li amo, e anche quando li critico è perché mi
hanno colpita. Questo no. Il film di Gitai è una immensa, cubitale
occasione persa, e siccome parla di un argomento che mi sta
particolarmente a cuore, la delusione è forse più tagliente. Non che
non vada visto, anzi. Due ore e mezza di un lungo pomeriggio invernale,
in cui deve perlomeno piovere.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
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