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9 novembre 2015 - 27 Cheshvan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
E bravo Bibi... Questa volta hai proprio detto una cagata pazzesca...!
Simili affermazioni non solamente sono prive di fondamento storico; non solamente sono un'offesa a coloro che sono memoria vivente dei tempi più bui della storia europea; sono anche pane per i denti dei revisionisti e dei negazionisti che propongono da sempre la tesi secondo la quale la Shoah sia ormai solo uno strumento per giustificare la politica di  Israele, o peggio che la Storia sia stata fin dal principio manipolata  dagli ebrei in favore alla causa Sionista... E sappiamo bene quanto pericoloso sia questo virus revisionista e negazionista.
 
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Anna
Foa,
storica
In Francia, il Mrap, il Movimento contro il razzismo e l’Amicizia fra i popoli, ha deciso di denunciare in tribunale per razzismo Georges Bensoussan, lo storico ebreo francese di origine marocchina, chiedendone al contempo il licenziamento dal suo incarico di responsabile editoriale del Mémorial de la Shoah. Il MRAP non è nuovo ad azioni del genere e ama muoversi sul terreno giudiziario: molti sono coloro che ha denunciato, e fra loro Oriana Fallaci, Arno Klarsfeld, e non ultimo il sociologo Pierre Taguieff. Nato nel dopoguerra con un’impostazione di lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, il MRAP si è venuto sempre più trasformando in un movimento volto a combattere esclusivamente il razzismo antimusulmano. Ma sembra che ormai non conosca nemmeno più il significato della parola “razzismo” e si sia tramutato in un movimento filo islamico e di violento attacco a Israele e agli ebrei in genere, tanto da determinare una scissione con gli altri movimenti antirazzisti.
 
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Netanyahu a Washington
l'incontro con Obama
Oggi è il giorno dell’atteso incontro alla Casa Bianca tra il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Usa Barack Obama. Sul tavolo, riporta Maurizio Molinari su La Stampa, aperture ai palestinesi e accordi militari tra i due paesi. “Sulla carta – scrive il giornalista – entrambi vogliono lasciarsi alle spalle l’aspro disaccordo sul nucleare iraniano”, e da una parte Netanyahu chiederà un nuovo pacchetto di aiuti militari per Israele (richiesta, scrive il Giornale, come compensazione all’accordo nucleare iraniano, che il capo del governo di Gerusalemme considera una pericolo per la sicurezza d’Israele), dall’altra un progetto per la costruzione di infrastrutture in Cisgiordania. Obama, invece, vorrebbe un congelamento totale degli insediamenti, spiega Molinari che ricorda come a segnare la vigilia dell’incontro tra i due leader c’è l’incidente che ha coinvolto Ran Baratz, il nuovo portavoce del premier che ha definito “antisemita” il presidente Usa: “Netanyahu ‘ripenserà’ la nomina ma il caso Baratz tiene banco perché il vicepresidente Usa Joe Biden si dice contro ‘le nomine di funzionari che offendono i leader americani’”.

L’Isis vuole l’Egitto, per cominciare. Mentre sembra sempre più probabile che l’esplosione dell’aereo russo in Egitto sia da imputare a un attentato terroristico di miliziani dell’Isis, l’esperto di Medio Oriente Jason Burke analizza le strategie del Califfato per espandere il suo potere. Su Repubblica compare un suo testo in cui parla dei piani di Al Baghdadi, l’uomo a capo del movimento fondamentalista islamico. “Da tempo il capo dell’Is – scrive Burke – ha scelto di espandersi stringendo accordi con le fazioni estremiste già attive in luoghi chiave: il caso dell’aereo russo dimostra che questa strategia può portare a risultati eclatanti. Presto potrebbe essere replicata con successo altrove”. E ancora, “ll Sinai, vicino a Israele, costituisce un obiettivo importante per l’Is e i contatti con i militanti in quell’area risalgono a un’epoca precedente alla proclamazione del califfato. L’utilità di questa alleanza è ora più che mai chiara”.

A settant’anni da Norimberga. Attraverso il racconto di Yves Beigbeder, uno dei pochi testimoni oculari ancora in vita, il Fatto Quotidiano racconta il celebre processo di Norimberga che inchiodò il nazismo per i suoi crimini. “Voglio ricordare le parole del procuratore britannico Hartley Shawcross, – afferma Beigbeder – che durante una delle prime udienze concluse il suo intervento, sostenuto da una schiacciante documentazione: Ora che l’incubo è finito, ora che i popoli hanno potuto rialzare la testa e trarre un respiro di sollievo, ora tocca a noi depositari della giustizia internazionale, di esaminare la frode che ha permesso agli attuali detenuti di perpetrare quella serie infinita di crimini, di assassinii, di devastazioni e di saccheggi che hanno lasciato il mondo insanguinato e pieno di rovine’”.
 
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  davar
OGGI LA COMMEMORAZIONE A PIANGIPANE
Brigata ebraica, valore di tutti
Avrebbero potuto rimanere al di fuori del conflitto e astenersi dall’intervenire in quell’Europa che li aveva traditi e che stava perpetrando l’assassinio di milioni di fratelli. E invece agirono, impartendo al mondo una lezione di generosità e di altruismo. Cimitero di guerra alleato di Piangipane, Ravenna. Annuale appuntamento per rendere omaggio alla memoria dei caduti della Brigata Ebraica, il corpo combattentistico formato da oltre 5mila volontari giunta dall’allora Palestina mandataria che, agli ordini del brigadiere canadese Ernest Frank Benjamin e in affiancamento ai gruppi Cremona e Friuli, ebbe un ruolo decisivo nello sfondamento della Linea Gotica, costringendo l’esercito tedesco a retrocedere e aprendo la strada per la liberazione dell’Italia del Nord. “Oggi siamo qui per scolpire nei nostri cuori i nomi dei valorosi che caddero in battaglia e attraverso il loro ricordo rendere omaggio a tutti coloro che lottarono contro la barbarie. Questo – ha spiegato Renzo Gattegna, presidente UCEI – l’altissimo messaggio che ci perviene da questo cimitero, nel quale riposano soldati di tutte le nazionalità e di tutte le fedi religiose”. Presenti numerose delegazioni ebraiche locali. Da Ferrara il presidente Andrea Pesaro, il rav Luciano Caro, la Consigliera UCEI Eileen Cartoon. Da Bologna il presidente del museo ebraico Guido Ottolenghi e la Consigliera Ines Miriam Marach (presente anche per l’Adei). Da Verona il presidente Bruno Carmi e il rav Yosef Labi. Per l’ambasciata israeliana l’addetto militare Kobi Regev, con al fianco l’ex combattente della Brigata Avraham Yayin.
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IL NUOVO PROGRAMMA tv DI SEVERGNINI
L’Italia e quell’erba dei vicini
anche Rossella in redazione

"Se siamo più bravi, possiamo insegnare. Se sono più bravi, dovremo imparare". È il motto del programma L'erba dei vicini, in onda da questa sera su Rai Tre (21.05). Sei puntate che metteranno a confronto l'Italia con alcuni grandi paesi europei e gli Stati Uniti d'America.
Ideato e condotto da Beppe Severgnini, il programma si avvale del contributo di alcuni giovani colleghi. Tra cui Rossella Tercatin, 27 anni, milanese, cresciuta nella redazione del portale dell'ebraismo italiano e di Pagine Ebraiche (realtà all'interno della quale ha svolto il praticantato ed è diventata giornalista professionista) e curatrice oggi del nostro notiziario internazionale.
A Rossella un caloroso mazal tov da tutta la redazione!

QUI roma - A VENT'ANNI DALL'ASSASSINIO DI RABIN
Usa, l'alleato da non perdere
Eitan Haber, portavoce dell’ex Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin (1922-1995), sarà protagonista di una serata, organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, al Centro Ebraico Pitigliani di Roma, giovedì 12 novembre (ore 20.30). Un’occasione per discutere e riflettere, a vent’anni di distanza dall’assassinio del premier, in compagnia dei giornalisti Antonio Polito (Corriere della sera) e Anna Momigliano (Rivista Studio).

“Solo quando diventi Primo ministro capisci quanto Israele dipenda in tutto e per tutto dall’America. Sia per quanto riguarda la diplomazia, la sicurezza così come l’economia. A poco a poco i tuoi toni cambiano perché capisci che senza l’America la tua aeronautica è bloccata. E quando non hai l’aeronautica non hai difesa. Puoi davvero fare ben poco senza di loro. Siamo nel taschino dell’America”.
Nel 2013, facendo un bilancio a vent’anni dagli Accordi di Oslo firmati a Washington dal Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e dal leader palestinese Yasser Arafat sotto gli occhi vigili del Presidente Usa Bill Clinton, Eitan Haber ha dato un quadro chiaro del suo punto di vista in politica internazionale: Israele non può fare a meno degli Stati Uniti.
Una riflessione particolarmente significativa quella di Haber, storico portavoce di Rabin e legato a lui da un sodalizio trentennale, se letta alla luce delle tensioni diplomatiche tra Usa e Israele emerse negli ultimi tempi. In particolare nell’ultimo anno, che ha visto gli attuali leader dei rispettivi Paesi, Barack Obama e Benjamin Netanyahu, contrapposti in posizioni antitetiche e con orizzonti che non sembrano mai coincidere; soprattutto dopo la firma da parte degli Stati Uniti dell’accordo sul nucleare con l’Iran, che ha aperto a Teheran le porte dell’Occidente ed è stato duramente contestato dal governo israeliano.
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Qui Torino - Artissima
Israele tra arte e identità
Un intreccio tra solidi legami con la tradizione e creativi slanci verso il futuro. Una dialettica interna, a volte conflittuale, che ha portato l'arte contemporanea israeliana ad affermarsi come una delle più vivaci e interessanti realtà nel panorama internazionale. A confermarlo, la presenza in questa nuova edizione di Artissima, la manifestazione torinese andata in scena questa settimana e dedicata all'arte contemporanea, di un panel incentrato proprio sulla scena artistica israeliana: ad organizzarlo, in collaborazione con la fiera diretta da Sarah Cosulich Canarutto, la rivista Artribune, che negli scorsi mesi ha realizzato una versione del giornale per Israele. “Dall'anno prossimo pubblicheremo un bimestrale freepress bilingue, in inglese ed ebraico, dedicato al pubblico israeliano e all'affascinante mondo dell'arte del Paese - ha raccontato in apertura la responsabile editoriale di Artribune Israel Giorgia Calò, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma – Un mondo che abbiamo voluto raccontare anche qui ad Artissima, realizzando questo panel in cui si confrontano artisti e galleristi israeliani così come italiani”, ha spiegato Calò, parlando dell'evento torinese, organizzato con il patrocinio dell’Ambasciata di Israele in Italia, rappresentata dall'addetto culturale Eldad Golan, che assieme al Ministero degli Affari Esteri israeliano ha promosso la nascita di Artribune Israel. Al loro fianco, il gallerista milanese Riccardo Crespi, della Riccardo Crespi Gallery, il direttore Hezi Cohen Gallery di Tel Aviv Oren Hadar, il noto artista Alfredo Pirri, Raffaella Sciarretta della Nomas Foundation di Roma, Serge Tiroche, cofondatore della Tiroche DeLeon Collection e l’artista Gal Weinstein. A moderare l'incontro il giornalista del Corriere della Sera Edoardo Sassi.
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il tributo di google alL'ATTRICE-INVENTRICE
Hedy Lamarr, il genio della diva
Oggi, 9 novembre, digitando sul doodle, l’icona animata del motore di ricerca Google si apre un vivace filmato.
Ci racconta per immagini coloratissime la storia dell'attrice e inventrice Hedy Lamarr, nome d'arte di Hedwig Eva Maria Kiesler, nata a Vienna il 9 novembre 1914 da una famiglia ebraica e morta nel Altamonte Springs, USA, il 19 gennaio 2000.
Lamarr proveniva da genitori dell'alta borghesia austriaca: il padre Emil Kiesler, originario di Leopoli, era un ebreo non praticante e direttore di banca; la madre, Gertrud Lichtwitz, nata da famiglia ebraica ma cattolica praticante, era una pianista di Budapest. L'attrice fu lanciata nel mondo dello spettacolo a fine anni venti, da Max Reinhardt che la portò con sé a Berlino ingaggiandola a teatro. Per inseguire la nuova carriera, Hedy rinunciò ai corsi di laurea in ingegneria che aveva intrapreso e nei quali si era distinta per la sorprendente intelligenza.

Bianca Bassi
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qui roma - istituto di studi germanici
Memoria, tornare alle fonti
Difendere i valori della storia in modo attivo e meditato, questo deve essere lo scopo della scuola secondo Roberta Ascarelli, presidente dell'Istituto Italiano di Studi Germanici, che ha aderito al progetto “Ereditare la memoria: le scuole raccontano le deportazioni di Roma”, realizzato in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione dal Servizio educativo dell’Archivio di Stato di Roma insieme agli studenti di tre istituti superiori della Capitale. Sperimentando forme innovative di didattica della Storia, l'Archivio ha promosso l’accesso diretto alle fonti storiche, in particolare dei fondi che conservano i fascicoli dei processi ai collaborazionisti romani nel periodo dell’occupazione tedesca, alla loro selezione e alla loro rielaborazione creativa attraverso l’utilizzazione di tecnologie multimediali.
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qui roma
Israelitico, lavoratori in piazza
"L’ospedale siamo noi”. Questo il motto che ha portato alcune decine di dipendenti dell’Ospedale Israelitico di Roma a darsi appuntamento davanti alla Prefettura per richiedere la ripresa delle attività sanitarie dopo lo stop ai ricoveri imposto dalla Regione Lazio in ragione degli elementi emersi nello sviluppo dell’inchiesta giudiziaria. I partecipanti al sit-in, organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, hanno inoltre esposto uno striscione con scritto: “L’Ospedale Israelitico non deve chiudere, 800 lavoratori a rischio”.
Intanto, con il via libera del ministero della Salute, il prefetto di Roma potrebbe annunciare in giornata il nome di un commissario straordinario per la struttura che affiancherà quello indicato dalla Comunità ebraica cittadina.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
L’Italia ricorda Yitzhak Rabin   
Anche in Italia si ricorda la figura di Yitzhak Rabin, il Nobel israeliano per la pace assassinato vent'anni fa. Ad aprire l’edizione internazionale di Pagine Ebraiche di questa settimana è l’anticipazione dell’evento organizzato da Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Ambasciata di Israele che vedrà protagonista Eitan Haber, portavoce e braccio destro del primo ministro israeliano ucciso il 4 novembre 1995. Haber, che fu colui che annunciò al mondo la morte del leader per mano dell’estremista di destra Yigal Amir, sarà a Roma giovedì 12 novembre dove prenderà parte all’incontro al Centro Ebraico Pitigliani, con i giornalisti Antonio Polito (Corriere della Sera) e Anna Momigliano (Rivista Studio).
Lo storico Georges Bensoussan è invece protagonista di It Happened Tomorrow, lo spazio firmato dal direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale. Bensoussan, uno dei massimi studiosi della Shoah, è in queste settimane oggetto di una campagna d’odio mediatico dopo la sua denuncia dell’antisemitismo diffuso nella popolazione francese di origine araba, nel silenzio della società e delle istituzioni.
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pilpul
 Oltremare - Rabin, niente novità
Se avessi spazio, dedicherei questo mio Oltremare settimanale alla dissezione sequenza per sequenza del film di Amos Gitai "Rabin, l'ultimo giorno". Un film purtroppo deludente, che non aggiunge nulla a quello che tutti sappiamo. Nessun pathos, una sceneggiatura minimalista, musiche da suspence in totale assenza di climax, dialoghi presi pari pari dalla realtà e riposizionati modello costruzione di lego, freddi  cubetti e nessuna sorpresa. Si sa che sono una buonista, e io i film li amo, e anche quando li critico è perché mi hanno colpita. Questo no. Il film di Gitai è una immensa, cubitale occasione persa, e siccome parla di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, la delusione è forse più tagliente. Non che non vada visto, anzi. Due ore e mezza di un lungo pomeriggio invernale, in cui deve perlomeno piovere.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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