David
Sciunnach,
rabbino
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“La
voce è quella di Yakòv, ma le mani sono le mani di Esàv…” (Bereshìt 27,
22). Ha detto Rabbì Berachià: nel momento in cui Yakòv indebolisce ed
intenerisce la sua voce, cioè la sua preghiera risulta essere debole,
allora le mani di Esàv governano, come è scritto (Shemòt 16, 2) “…
tutta la Comunità d’Israele si lamentò …” (Shemòt 17, 8), “… e venne
Amalèk …”. Quando invece le preghiere a Dio sono molte, e con voce
risuonante, allora le mani di Esàv non hanno forza.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Le
primarie (dei cui numeri nulla si sa) del M5S milanese hanno eletto a
propria candidata per le elezioni nel capoluogo lombardo della prossima
primavera la consigliera di zona Patrizia Bedori. Durante il dibattito
pre-elettorale, Bedori ha risposto di non essere eterodiretta da
alcuno, rivendicando la propria indipendenza di pensiero. Però, come
del resto già sottolineato dalla redazione di Pagine Ebraiche, noi la
ricordiamo nel 2012, quando, pur favorevole, si rifiutò di concedere i
fondi per il Giorno della Memoria previsti per la Zona milanese di sua
competenza. La motivazione? Gli eletti del Movimento sono solo
portavoce, che devono assecondare le richieste della base anche se
contro il loro parere. Dunque, a quale delle due Bedori dovremmo
credere?
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Eitan
Haber, portavoce dell’ex Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin
(1922-1995), sarà protagonista di una serata, organizzata dall’Unione
dele Comunità Ebraiche Italiane, al Centro Ebraico Pitigliani di Roma,
giovedì 12 novembre (ore 20.30). Un’occasione per discutere e
riflettere, a vent’anni di distanza dall’assassinio del premier, in
compagnia dei giornalisti Antonio Polito (Corriere della sera) e Anna
Momigliano (Rivista Studio).
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Rohani in Italia, Israele:
'Con l'Iran ci sia coerenza'
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All’indomani
dell’incontro alla Casa Bianca tra il primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu e il presidente statunitense Barack Obama, le
diplomazie tornano a parlare dell’accordo sul nucleare, questa volta in
merito alla visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rohani. “Ci
aspettiamo coerenza”, è il messaggio inviato a Palazzo Chigi dal
governo israeliano, che non ha apertamente contestato la decisione del
presidente del Consiglio Matteo Renzi di accogliere Rohani ma ha
espresso l’augurio che emergano durante l’incontro le medesime
posizioni dell’intervento fatto alla Knesset nel suo ultimo viaggio in
Israele. Nello specifico, riporta La Stampa, fonti diplomatiche
israeliane sottolineano che per “coerenza” si intende “l’auspicio che
le più alte cariche istituzionali italiane facciano presente a Rohani
la necessità di riconoscere l’esistenza dello Stato di Israele, di
cessare di sostenere il terrorismo e promuovere la destabilizzazione in
Medio Oriente, di cessare di negare l’Olocausto di sei milioni di ebrei
da parte dei nazisti e di rispettare i diritti umani”. Israele si è
quindi detto convinto che, forte degli ottimi rapporti tra Renzi e
Netanyahu, l’Italia possa “dare l’esempio ad altri Paesi”
sull’approccio da avere con Teheran.
“Salvini? Ospite non gradito”.
Stando a quanto riferisce Repubblica, l’ambasciata israeliana a Roma
avrebbe fatto sapere in via ufficiosa che l’annunciata visita in
Israele del leader leghista Matteo Salvini è da considerarsi
“politicamente inopportuna”. E questo, si legge, alla luce delle
posizioni che lo stesso ha assunto sulle politiche per l’immigrazione,
ma anche per le alleanze estreme strette in Europa.
Israelitico, il commissario è Celotto.
Docente di Diritto Costituzionale a Roma Tre, consigliere giuridico per
le politiche europee del governo Renzi, 49 anni. È il profilo di
Alfonso Celotto, designato dalla Comunità ebraica di Roma per svolgere
l’incarico di commissario straordinario dell’Ospedale Israelitico. “Un
passo importante nel percorso di riorganizzazione del management della
struttura sanitaria”, afferma la presidente Ruth Dureghello in una nota
riportata dai giornali romani.
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a vent'anni dall'assassinio di rabin La memoria di anni di conflitto
e il dolore che non si dimentica
Eitan
Haber, portavoce dell’ex Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin
(1922-1995), sarà protagonista di una serata, organizzata dall’Unione
dele Comunità Ebraiche Italiane, al Centro Ebraico Pitigliani di Roma,
giovedì 12 novembre (ore 20.30). Un’occasione per discutere e
riflettere, a vent’anni di distanza dall’assassinio del premier, in
compagnia dei giornalisti Antonio Polito (Corriere della sera) e Anna
Momigliano (Rivista Studio).
Per leggere il conflitto tra israeliani e palestinesi non si può
prescindere dalla storia. Gli accadimenti odierni, la nuova ondata di
violenza e di attentati terroristici, la rabbia, le frustrazioni hanno
radici lontane. Emozioni e sentimenti che scorrono da entrambe le parti
e non si possono lavare via facilmente, come ha ricordato nel corso
degli anni e in diversi suoi editoriali Eitan Haber, ex portavoce del
Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. Lui che con dolore e
incredulità dovette il 4 novembre 1995 annunciare al mondo la morte di
Rabin per mano di un terrorista ebreo, a distanza di vent'anni da quei
tragici fatti ricorda come dietro la speranza degli Accordi di Oslo e
di una pace possibile si nascondano problemi profondi, oggi sempre più
evidenti e forse radicati. Lo ha fatto denunciando l'ambiguità della
leadership di Ramallah di fronte al terrorismo ma al contempo
analizzando cosa spinge un ragazzo palestinese di 13 anni ad
accoltellare un coetaneo israeliano. Leggi
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qui bologna Gli ebrei e la Grande Guerra
Identità, slanci, tradimenti
Un’indagine
appassionante, che racconta vari aspetti strettamente connessi
all’interno di una dinamica complessa. E in particolare la sfera
religiosa, insieme a quella sociale, culturale e politica. Si presenta
così “1915/1918 Noi c’eravamo – Gli Ebrei italiani e la Grande Guerra”,
documentata mostra fotografica allestita dalla Fondazione Cdec di
Milano con l’obiettivo di raccontare, da una peculiare prospettiva, i
temi del Centenario. Una sfida accolta con entusiasmo dal Museo ebraico
di Bologna, che la ospiterà fino al prossimo 17 gennaio e che in queste
stesse ore chiama a raccolta molti storici ed esperti per un denso
convegno di studi legato all’esposizione. “Il mondo ebraico ha
partecipato con vivo coinvolgimento ai destini nazionali. Un impegno
significativo, che vogliamo valorizzare per stimolare una riflessione
che non può prescindere dall’aspetto identitario dei suoi protagonisti”
ha affermato il presidente del museo Guido Ottolenghi inaugurando ieri
la mostra.
“Una
pagina da ricordare. Come da ricordare è il fatto che le sorti siano
drasticamente mutate nel giro di pochi anni, con l’abominio delle Leggi
Razziste promulgate ai danni della popolazione ebraica. Un vergognoso
tradimento” sottolinea il presidente del Cdec (e Consigliere UCEI)
Giorgio Sacerdoti.
Aggiunge Paola Mortara, curatrice del progetto assieme ad Annalisa
Bemporad: ”Questa mostra combina due elementi. Il fascino immediato
della fotografia, assieme a una contestualizzazione che stimola
l’approfondimento. Perché c’è ancora molto da scoprire”.
Per Gadi Luzzato Voghera, che ha offerto una consulenza storica, la
mostra ha un grande merito: quello di inserirsi in una narrazione
europea di ampio respiro che ha portato “numerosi musei ebraici a
raccogliere questa sfida, intrigante e di non semplice realizzazione”. Leggi
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NEW JERSEY - KOSHERFEST K.it, dimensione internazionale
Nuove
occasioni di incontro internazionali per Jacqueline Fellus, assessore
alla casherut dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e
responsabile per conto della stessa di K.it, progetto di certificazione
dei prodotti agroalimentari che il supporto del ministero del Sviluppo
Economico e che crescenti riscontri sta ottenendo da imprese e aziende
in tutto il paese. La sfida di K.it raccoglie infatti l'interesse dei
partecipanti al Kosherfest (New Jersey), tra le più importanti
manifestazioni fieristiche del settore che mette a confronto, in una
due giorni particolarmente intensa, produttori, distributori, operatori
della filiera.
Una sfida con molte potenzialità e benefici. Perché, come ha avuto modo
di sottolineare l'assessore in un recente confronto all'Expo milanese,
"racchiusi nelle regole alimentari ebraiche, nella casherut, troviamo
valori condivisi non solo dal mondo ebraico ma dalla società intera”. Leggi
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in cornice Il Modigliani degli scandali,
una nuova casa a Shangai
Generosi
e visionari oppure nuovi ricchi, “collezionisti che hanno talmente
tanti soldi che comprano il buon gusto, o anche che non hanno bisogno
di avere buon gusto perché comprano tutto quello che trovano”, come li
descrive Philip Tinari, direttore dell’Ullens Center for Contemporary
Art di Pechino. È fra questi due estremi che si dividono i pareri sugli
acquirenti del famoso Nu Couché di Amedeo Modigliani, che Christie’s ha
battuto per più di 170 milioni di dollari la sera del 9 novembre. Liu
Yiqian, insieme alla moglie, Wang Wei, ha acquistato il Modigliani per
una cifra che è seconda solo a quella strappata dalle Donne di Algeri
di Picasso con i suoi 179 e rotti milioni di dollari, e che porta a
dieci le opere d’arte che sono arrivate a un prezzo a nove cifre: oltre
a Picasso e Modigliani, artisti del calibro di Francis Bacon con i Tre
studi di Lucien Freud o Edvard Munch, per il notissimo Urlo. Nove
minuti da brivido, che hanno consegnato il Modigliani nelle mani di un
collezionista che a Shangai ha fondato due musei privati, e che
progetta di esporlo in uno dei due per il quinto anniversario
dell’apertura, perché “sarà un’opportunità per i cinesi che amano
l’arte di vedere delle opere importanti senza dover uscire dal paese. È
con questa motivazione che ho fondato il museo”. Leggi
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Ticketless
- Un treno per Cuneo
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L’ultimo
treno per Cuneo è un delizioso libretto di memorie del mai abbastanza
compianto Guido Fubini. Un libretto che, nella sua prima edizione per i
tipi di Meynier, ho visto nascere e di cui mi vanto di aver scritto la
quarta di copertina. Vorrei che domani Guido potesse con i miei più
affezionati lettori prendere il primo treno del mattino per Cuneo e
unirsi a me per l’inaugurazione della piccola biblioteca che sto
costruendo in memoria di mio fratello. Domani per il viaggiatore di
Ticketless è un giorno di vacanza. Il lettore mi perdoni. Scendo dal
treno e mi fermo a guardare insieme a tanti amici tanti libri allineati
negli scaffali di una scola ebraica antica. “Con l’orgogliosa modestia”
che s’addice allo stile un po’ rustico di noi cresciuti ai piedi delle
Alpi: “In Piemonte”, scrive Primo Levi nel racconto Argon, “la
sinagoga, con orgogliosa modestia, veniva detta semplicemente ‘scola’,
il luogo dove si impara e si viene educati”.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Hannah Szenes
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Viva
emozione ha suscitato la manifestazione, svoltasi domenica scorsa, 8
novembre, presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Napoli,
intitolata “La missione di Hannah Szenes”, a cura di Suzana Glavaš
(poetessa, studiosa della Shoah e dei rapporti letterari italo-croati,
docente di lingua croata presso l’Università “l’Orientale” di Napoli),
con la partecipazione, oltre alla Glavas, dell’Assessore Nino Daniele,
della pianista Maria Gabriella Mariani, della scrittrice Agi Berta e
dell’attrice Caterina Pontrandolfo, e un intervento a distanza di
Scialom Bahbout. Un evento inserito in un ciclo di iniziative, svolte
tra il 31 ottobre e l’8 novembre, intitolato “Vivi nel ricordo”,
promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di
Napoli, in occasione della ricorrenza dei defunti, anche con l’intento
di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della città, e
dedicato, nel quarantennale della tragica scomparsa, alla memoria e
all’insegnamento di Pier Paolo Pasolini (di cui, nel sottotitolo,
vengono citate queste emblematiche parole: “La morte non è nel non
potere più comunicare, ma nel non potere più essere compresi”).
Francesco Lucrezi, storico
Leggi
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