Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Isacco
riapre i pozzi, scavati da suo padre, ostruiti dai Filistei e li
rinomina secondo la volontà di Abramo (Bereshìt, 26; 15-18).
Nello sforzo che Isacco compie per ritrovare l’acqua viva al di sotto
degli strati di terra e di sabbia si realizza quel progetto
intergenerazionale in cui ci si impegna per scavare non solo per se
stessi, ma per dare agli altri e non solo per ottenere.
I Filistei per questo lo invidiano otturando i pozzi, anteponendo il
desiderio di cancellare ogni traccia della presenza storica di Isacco
in quei luoghi al beneficio che queste stesse risorse economiche
rappresentano per tutti gli abitanti del posto.
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Dario
Calimani,
anglista
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Per
Massimo D’Alema, ma persino per Corrado Augias, di solito attento
lettore della realtà, tutto ciò che sta accadendo dipende dalla
mancanza di stabilità nel Medioriente, ossia è colpa di Israele.
Afghanistan, Libia, Turchia, Siria, Iraq, Yemen e Oman. E magari anche
le dittature di Arabia Saudita e Paesi del Golfo in generale. Tutta, e
sempre, colpa di Israele. Il che dimostra che anche certe menti colte –
mi riferisco ad Augias –, non sapendo come altro giustificare quanto
sta accadendo in giro per il mondo, si lasciano plagiare da quel certo
sentimento corrente. Potenza degli ebrei. E potenza dell’antisemitismo.
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MILANO
- Nuovo appuntamento (mercoledì 18, ore 16.30) con il ciclo di seminari
“Insieme per prenderci cura" promosso tra gli altri dall'Associazione
Medica Ebraica. Tema della serata sarà "Tematiche di inizio vita:
deontologia, giurisprudenza e religioni a confronto". La conferenza si
svolgerà presso l'Aula magna Mangiagalli della Fondazione IRCCS Ca’
Granda – Ospedale Maggiore Policlinico Milano, in Via Commenda 12.
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Le parole di Hollande:
"Francia in guerra"
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La
Francia è in guerra”. Ha esordito così François Hollande nel suo
discorso – riportato integralmente su Repubblica – alle due camere di
Assemblea Nazionale e Senato riunite a Versailles per la terza volta
nella storia repubblicana francese. Hollande ha dunque presentato al
Parlamento quali saranno le misure straordinarie che il paese
intraprenderà per far fronte alla situazione di emergenza dopo gli
attentati di Parigi: un’intensificazione delle operazioni in Siria e un
rafforzamento dell’alleanza con Stati Uniti e Russia per smantellare le
roccaforti dell’Isis, un progetto di prolungamento a tre mesi dello
stato di emergenza, un richiamo a tutti gli Stati dell’Unione Europea
affinché si uniscano alla Francia nella sua lotta ma anche lavorino a
una “protezione effettiva delle frontiere esterne”, un miglioramento
della sicurezza interna, ma soprattutto una revisione della
Costituzione perché “questa guerra di altro tipo richiede un regime che
permetta di gestire lo stato di crisi, uno strumento appropriato per
basarvi il varo di misure eccezionali per un certo periodo, senza dover
ricorrere allo stato d’assedio e senza compromettere l’esercizio delle
libertà pubbliche”. “Noi – ha detto Hollande – sradicheremo il
terrorismo perché i francesi vogliono continuare a vivere insieme senza
temere i loro simili. Noi sradicheremo il terrorismo perché la libertà
di movimento delle persone e il multiculturalismo restino possibili e
la civiltà umana ne sia arricchita. Noi sradicheremo il terrorismo
affinché la Francia continui a mostrare il cammino da percorrere. ll
terrorismo non distruggerà la Repubblica, perché sarà la Repubblica a
distruggerlo”. L’obiettivo della lotta al terrorismo anche al centro
del vertice G20 in Turchia, dove il presidente statunitense Barack
Obama ha parlato di un’intensificazione della strategia contro lo Stato
Islamico – definito “il volto del male” – ma senza l’invio di altre
truppe di terra, sollecitando tutti a “non confondere i rifugiati che
scappano dalla violenza con i terroristi”. La strategia di Obama,
scrive la Stampa, si regge su tre pilastri: “Le operazioni in corso per
ridurre il territorio controllato dall’Isis, quelle contro il
terrorismo per prevenire altri attentati come quelli di Parigi, e il
filone diplomatico per trovare una soluzione politica alla guerra in
Siria”. Intanto, mentre la Francia si rialza e tenta di riprendere la
vita quotidiana, è aperta la caccia all’uomo per catturare l’ultimo
degli otto attentatori ancora vivo e latitante, Salah Abdeslam,
francese, 26 anni, che sabato ha passato la frontiera franco-belga
sabato mattina, quando è stato identificato ma non fermato. A fare il
punto sulle indagini e sulle identità dei responsabili della strage è,
tra gli altri, La Stampa. Ieri la polizia belga ha effettuato un grande
blitz a Molenbeek, quartiere di Bruxelles crocevia di jihadisti, ma
Abdeslam non era lì, e nemmeno in Piemonte come a un certo punto della
giornata si era temuto. A Molenbeek vivevano anche Mohamed Amri, uno
degli arrestati che potrebbe essere l’artificiere che ha preparato i
giubbotti bomba proprio in casa sua, dove è stata trovata una grande
quantità di nitrato, e Abdelhamid Abaaoud, 27 anni anni, di origine
marocchina, la mente che sarebbe dietro gli attacchi di Parigi,
coordinati dalla Siria. Da lì sarebbero passati, prima o poi, tutti gli
attentatori.
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la strada intitolata a una giovane vittima Napoli, cancellato l'oltraggio
Via Azzariti non esiste più
La
vecchia targa ormai è il passato. Sradicata a colpi di piccone,
consegnata all’oblio. Napoli cancella in queste ore un oltraggio
toponomastico conservato troppo a lungo. Esattamente dal 1970, l’anno
in cui una strada in prossimità dell’affollato Corso Umberto I venne
dedicata al giurista Gaetano Azzariti, presidente della Corte
Costituzionale dal 1957 al 1961 ma soprattutto, in epoca fascista,
presidente del famigerato Tribunale della Razza che privò i cittadini
ebrei dei più elementari diritti. Da questa mattina la strada porta
infatti il nome di Luciana Pacifici, la più giovane vittima napoletana
della Shoah. Un’iniziativa che è frutto di un lavoro di squadra che ha
coinvolto istituzioni e comunità ebraica cittadina e che ha un chiaro
iniziatore: Nico Pirozzi, giornalista e studioso della Shoah, che due
anni fa sulle pagine del Mattino invitò la società partenopea a una
ferma mobilitazione in tal senso. “L’appello lanciato due anni fa ha
funzionato. In tanti si sono mossi e oggi celebriamo un importante
traguardo. Una piccola pagina di storia che mi emoziona”, racconta
Pirozzi a Pagine Ebraiche.
"Col
clima di smarrimento che si respira in questi giorni, una cerimonia
carica di significati simbolici" spiega la presidente della Comunità
ebraica Lydia Schapirer nel corso della cerimonia di svelamento della
nuova targa, attorno cui si raccolgono centinaia di persone. "Uno di
quei giorni in cui mi sento orgoglioso di essere napoletano" sottolinea
il Consigliere UCEI Sandro Temin. Mentre il rabbino capo Umberto
Piperno ricorda come la piccola Luciana "non abbia neppure avuto il
tempo di imparare a parlare". Gli orrori di ieri, una lezione per
l'oggi e per il domani. "I simboli sono importanti - dice Nino Daniele,
assessore comunale alla Cultura - perché hanno la capacità di attivare
una trasformazione culturale, mai così necessaria". Conferma Francesco
Chirico, presidente della seconda municipalità: "Stiamo dimostrando che
la Memoria è un valore vivo". Un messaggio rilanciato anche dal sindaco
Luigi De Magistris: "Siamo la città della convivenza, del proficuo
incontro tra culture. Un valore da difendere".
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l'italia ebraica si mobilita "Contro l'odio restiamo uniti"
Ore
di tensione e passione civile a Milano dove si svolgeranno diverse
manifestazioni di solidarietà alle vittime del terrorismo e promosse in
nome dei valori democratici, duramente colpiti dopo gli attentati di
Parigi. Grande valore simbolico avrà in particolare la cerimonia di
domani al Monte Stella (ore 11.00) in onore dell'archeologo Khaled
al-Asaad (nel disegno), torturato e ucciso dai fanatici dell'Isis per
non aver rivelato dove avesse nascosto i tesori della sua città, la
siriana Palmira. Un'iniziativa, quella in memoria del coraggio di
al-Asaad, organizzata e voluta dall'Associazione per il Giardino dei
Giusti di Milano - composta dal Comune, dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane e dall'associazione Gariwo – La foresta dei Giusti –
che ha assunto un ulteriore valore simbolico come ha spiegato il
sindaco di Milano Giuliano Pisapia, chiedendo alla cittadinanza di
partecipare numerosa alla cerimonia, che nel pomeriggio si sposterà al
Teatro Piccolo per un convegno che vedrà tra i relatori, tra gli altri,
il presidente dell'Ucei Renzo Gattegna e il presidente di Gariwo
Gabriele Nissim.
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speciale dafdaf - melamed L'accoglienza spiegata ai ragazzi
Dopo Parigi cosa è cambiato
Sono
giorni difficili. Difficili per gli adulti, certamente, ma sono
sicuramente difficili anche per i bambini, che fra la tensione che
percepiscono, le notizie che sicuramente li hanno raggiunti e il lavoro
di quelli che hanno cercato e stanno cercando in queste ore di spiegare
loro cosa è successo a Parigi, è probabile si stiano chiedendo cosa
fare dei messaggi di apertura e disponibilità che fino alla scorsa
settimana erano al centro di molti discorsi. Impossibile escludere che
si stiano chiedendo perché fino a qualche giorno fa l’accento fosse
sull’importanza di accogliere, aiutare, sostenere e integrare da noi le
migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla sofferenza, e ora
invece di guerra si parli riferendosi a un paese europeo, con discorsi
che non escludono la chiusura delle frontiere. Sul numero 62 di DafDaf,
in distribuzione in questi giorni, alcune pagine sono state dedicate al
valore dell’accoglienza, e della solidarietà. Proprio quei valori che
vengono da alcuni messi in discussione in questi giorni. La redazione
del giornale ebraico dei bambini resta fortemente convinta che i suoi
piccoli lettori – e tutti i bambini del mondo – abbiano il diritto di
guardare al futuro con fiducia, e che la loro capacità di continuare a
credere in valori positivi sia importantissima, e una garanzia per
tutti noi. E che alla guerra e a controllare chi entra ed esce dai
nostri paesi e nelle nostre città debbano eventualmente pensare gli
adulti, non i bambini. Per questo riproponiamo qui le pagine del numero
62 di DafDaf, con l’impegno di continuare a proporre argomenti forse
difficili, ma in cui molto crediamo, e che vorremmo offrire come spunto
a tutti coloro – grandi e piccoli lettori – che continuano a dare
fiducia mese dopo mese al giornale ebraico dei bambini.
Ada Treves twitter @atrevesmoked Leggi
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qui roma Conversos, eredità da riscoprire
L’esilio
degli ebrei sefarditi, cacciati nel 1492 a seguito del Decreto di
Alhambra promulgato da Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona,
fu una delle pagine più dolorose della millenaria storia del popolo
mosaico, ma anche una ricchissima risorsa che coincise con il periodo
d’oro dell’Olanda, una delle mete predilette dei nuovi apolidi. Ad
affrontare l’argomento è il volume Conversos, marrani e nuove comunità ebraiche in età moderna,
la raccolta di atti dell’omonimo un convegno curata da Myriam Silvera,
professoressa dell’Università di Tor Vergata nonché coordinatrice del
corso di laurea dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e
pubblicata nella collana sull’ebraismo della Fondazione MEIS, Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, edita dalla
casa editrice Giuntina. La presentazione del volume, svoltasi presso
l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, ha visto il confronto tra
Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto Treccani, Franco
Salvatori, docente di Geografia dell’Università Tor Vergata e lo
storico Rafael Valladares Ramirez, moderati dallo storico della
filosofia Saverio Ricci. Leggi
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qui milano - lezione primo levi
Memoria, speranza per il futuro
In
un luogo di memoria come il Memoriale della Shoah di Milano – Binario
21 non poteva non iniziare con un ricordo della strage di Parigi la
Lezione Primo Levi, l’appuntamento oramai alla sua settima edizione
promosso dal Centro internazionale di studi Primo Levi, già passato per
Torino e Roma e portato per la quarta volta nel capoluogo lombardo
dall’Associazione Figli della Shoah. Continuare a parlare dei valori
che Levi voleva trasmettere – ha affermato la vicepresidente Daniela
Tedeschi nell’introdurre la conferenza – “è un segnale forte di
speranza”. Un segnale colto anche da Binario 21, che ha ospitato
l’evento dedicato in primo luogo a insegnanti e studenti,
nell’intenzione di svolgere “una funzione fondamentale nella formazione
della Memoria dei giovani”, come ha sottolineato il vicepresidente del
Memoriale e vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Roberto Jarach. Il tema della lezione di quest’anno, affrontato dallo
storico della scienza Francesco Cassata, è “Fantascienza? Due avventure
narrative”. Un mondo che costituisce un’altra delle tante facce dello
scrittore, testimone, scienziato, la cui poliedricità, ha fatto notare
il direttore del Centro Fabio Levi, è stata rappresentata nella mostra
torinese allestita nei mesi scorsi, intitolata “I mondi di Primo Levi –
Una strenua chiarezza”. Leggi
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qui roma - il pitigliani kolno'a festival Israele torna sul grande schermo
Complessità,
futuro, pluralità di linguaggi. Si apre sotto il segno di questi
principi la decima edizione del Pitigliani Kolno’a Festival, la
rassegna cinematografica che porta ogni anno nella Capitale i film più
significativi del panorama ebraico e di quello israeliano.
L’iniziativa, che ha il patrocinio del ministero dei Beni e delle
Attività culturali e del Turismo, la Regione Lazio e Roma Capitale, è
stata sostenuta dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
l’ambasciata d’Israele e l’IIFCA (la Fondazione Italia-Israele) e
animerà la Casa del Cinema e il centro ebraico Pitigliani dal 21 al 26
novembre. Tanti i titoli che arriveranno in Italia: da Zero Motivation
di Talya Lavie, all’applaudito The Kindergarten Teacher di Nadav Lapid
che sarà tra gli ospiti della rassegna per rispondere direttamente alle
domande del pubblico. A illustrare il programma, il consigliere del
Pitigliani Ronnie Fellus, l’addetto culturale dell’Ambasciata d’Israele
Eldad Golan e la direttrice artistica Ariela Piattelli.
(Nell’immagine una scena tratta da Zero Motivation) Leggi
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Il campo musulmano |
Così
scrivevo, su queste colonne, il 13 gennaio 2015, all’indomani degli
attentati di Parigi. Dopo la tragedia di venerdì; dopo mesi in cui si è
aggravata la crisi in Siria e ingrossato il flusso dei profughi; nelle
ore in cui sul web vengono linciati esponenti musulmani per il solo
fatto di esserlo, mi pare che queste parole siano ancora attuali, anche
se rileggendole cambierei alcuni accenti. Spero che i lettori mi
scusino per l’autocitazione: “Oggi la palla è nel campo musulmano. (…)
È la umma a dover reagire. Una comunità vasta e in maggioranza
tollerante, che però deve recidere il cordone ombelicale con i
‘fratelli che sbagliano’. Intendiamoci. L’Occidente ha molto da fare,
ma sono obiettivi di facile elencazione: coordinamento sulla
prevenzione e sulla sicurezza; investimenti per l’integrazione; tutela
dei diritti e delle libertà fondamentali; indirizzi chiari sui propri
valori democratici, come abbiamo ammirato domenica a Parigi. Senza
cadere nella trappola dello scontro tra civiltà.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- I treni della Memoria |
Nel
secolo in cui viviamo è cresciuta la consapevolezza dell’importanza
della Memoria. Anche grazie all’istituzione del giorno dedicato al
ricordo della Shoah, della deportazione e dell’internamento militare,
ogni anno partono dall’Italia (e dal resto di Europa) tanti Treni della
Memoria per condurre gli studenti nei luoghi della deportazione e dello
sterminio nazisti. Treni che sono mezzi e allo stesso tempo laboratori
sui quali giovani ed educatori e testimoni vivono una parte di un
percorso educativo. Un libro collettivo, curato da Elena Bissaca e
Bruno Maida, e intitolato Noi non andiamo in massa, andiamo insieme. I
treni della Memoria nell’esperienza italiana, 2000-2015 (Mimesis, pp.
172, euro 14) s’interroga sul valore e e il ruolo di questi viaggi
nella formazione della memoria pubblica, con il contributo di studiosi,
ricercatori, operatori, educatori. Un volume interessante anche perché
riporta alcune significative esperienze nate e sviluppate a Fossoli,
Milano, Brescia, Firenze, Torino, su come “fare storia/educare alla
Memoria”.
Mario Avagliano
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