Roma – Israele torna sul grande schermo

Zero-Motivation_R386_20121224_064331-750x421Complessità, futuro, pluralità di linguaggi. Si apre sotto il segno di questi principi la decima edizione del Pitigliani Kolno’a Festival, la rassegna cinematografica che porta ogni anno nella Capitale i film più significativi del panorama ebraico e di quello israeliano.
L’iniziativa, che ha il patrocinio del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, la Regione Lazio e Roma Capitale, è stata sostenuta dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’ambasciata d’Israele e l’IIFCA (la Fondazione Italia-Israele) e animerà la Casa del Cinema e il centro ebraico Pitigliani dal 21 al 26 novembre.
Tanti i titoli che arriveranno in Italia: da Zero Motivation di Talya Lavie, all’applaudito The Kindergarten Teacher di Nadav Lapid che sarà tra gli ospiti della rassegna per rispondere direttamente alle domande del pubblico.
A illustrare il programma, il consigliere del Pitigliani Ronnie Fellus, l’addetto culturale dell’Ambasciata d’Israele Eldad Golan e la direttrice artistica Ariela Piattelli.
Schermata 11-2457344 alle 13.33.33“Non possiamo non ricordare i gravissimi attentati di Parigi che hanno coinvolto la nostra civiltà – ha ricordato Fellus, per poi soffermarsi sul significato della manifestazione cinematografica – In dieci anni di festival non abbiamo mai ceduto ai luoghi comuni, ricevendo spesso anche critiche. La nostra selezione è stata sempre una scelta artistica volta a mostrare, attraverso lo schermo, la complessità e le articolazioni di Israele e dell’ebraismo al fine di suscitare domande senza dare risposte banali”.
“Porto con piacere il saluto d’Israele – ha aggiunto Golan – in questo affascinante contesto che mostra la migliore produzione contemporanea del cinema del nostro Paese. I film d’Israele sono irrimediabilmente legati alle complessità storiche e politiche e suscitano sempre maggior successo nel panorama internazionale, permettendo così di far conoscere nuovi aspetti culturali purtroppo sconosciuti ai più”.
Le conclusioni spettano infine ad Ariela Piattelli, direttrice artistica assieme a Dan Muggia: “Il nostro scopo è quello di uscire dagli schemi e mostrare la complessità d’Israele che mischia linguaggi di genere attraverso pellicole che passano dal dramma alla commedia. Iniziamo con Zero Motivation, in Israele campione di incassi, che racconta la vita delle ragazze durante il servizio militare. C’è poi The farewell party che affronta con levità un tema complesso come l’eutanasia e Kicking out Shoshana che sdogana gli stereotipi sull’omosessualità. Per chi ama il cinema impegnato sono imprescindibili titoli come The Kindergarten Teacher e il documentario Hotline in cui getta luce sul mondo dell’immigrazione clandestina. I film che riflettono sull’ebraismo seguiranno poi due filoni. Il primo riguarda l’effetto della Shoah sulla seconda e la terza generazione e verrà approfondito da Farewell Herr Schwarz, I figli della Shoah dell’italiano Israel Cesare Moscati oltre che il documentario israeliano Numbered che si sofferma su come venga vissuto il numero tatuato sul braccio e racconta il fenomeno dei nipoti che hanno deciso di riprodurlo sulla propria pelle. La seconda sezione tratterà la relazione tra fede e grande schermo e avrà come protagonista l’opera The sacred sperm del regista ebreo ortodosso Ori Gruder, animatore di un incontro con il pubblico lunedì prossimo. Proietteremo infine cinque film rappresentativi per celebrare i dieci anni del festival e daremo spazio a tre giovani registi ebrei italiani: Alberto Caviglia, Daniele Di Nepi e Ghila Valabrega. Una conclusione che guarda al futuro”.

r.s. twitter @rsilveramoked

(Nell’immagine una scena tratta da Zero Motivation)

(17 novembre 2015)