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9 febbraio 2016 - 30 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Un ebreo che desidera rinunciare alla libertà e preferisce rimanere assoggettato all’autorità di un padrone deve essere sottoposto, secondo la Torah (Shemòt, 21; 6), a un formale rito di legittimazione della sua schiavitù. Il padrone dovrà condurre il suo sottomesso davanti a un Tribunale, avvicinarlo a una porta e a uno stipite e perforargli l’orecchio con un punteruolo.
L’esegesi rabbinica indica nella porta la metafora della libertà poiché su di essa gli ebrei aspersero il sangue del sacrificio di Pesach la notte prima di uscire dall’Egitto; mentre l’orecchio, che sul monte Sinai ha udito parole di libertà, merita di essere perforato perché questo ebreo preferisce essere schiavo di un altro uomo piuttosto che del vero Padrone del mondo che lo ha liberato.
 
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Dario
Calimani,
anglista
La notizia dei 170 professori universitari (molti dei quali professori non sono) che propongono il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane continua a tener banco. Soprattutto fra di noi. Come dire che siamo noi a propagarla, perché boicottaggi dal sapore antisemita ci disturbano sempre, e perché si stenta a credere che nel ventunesimo secolo l’antisemitismo sia ancora così forte e si serva ancora di questi percorsi subdoli e indiretti.
 
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Obama incontra Mattarella Il vertice alla Casa Bianca
“L’immigrazione è un problema globale che dobbiamo affrontare insieme”. Così il presidente Usa Barack Obama al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella nel corso del vertice tra i due, tenutosi nelle scorse ore a Washington. Una mano tesa sul fronte dell’emergenza profughi, sottolinea il Corriere della Sera, che ha colto di sorpresa lo stesso Mattarella e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Si tratta di un’idea embroniale con gli Stati Uniti impegnati a mettere a disposizione asset militari per i soccorsi in mare dei migranti. Per contro Obama ha chiesto a Mattarella e all’Italia un “maggiore sforzo in Iraq e in Siria”. Sulla Libia, la Casa Bianca ha invece promesso alla diplomazia italiana di non portare nessuna offensiva senza prima la creazione di un governo di unità nazionale (La Stampa).

I rapporti tra Israele e Unione Europea. Ricostruire le relazioni tra Gerusalemme e Bruxelles. È l’obiettivo di Aviv Shiron, vice degli Affari europei al ministero degli Esteri di Israele, intervistato dal Foglio. “L’Europa vuole negoziati diretti tra israeliani e palestinesi, continua a dire di volerli. Ma poi decide in anticipo qual è la linea di demarcazione territoriale”, sottolinea Shiron sul fronte dei colloqui di pace. “L’Europa ha già deciso la divisione del territorio e poi noi dovremmo negoziare direttamente con i palestinesi?”, l’interrogativo del diplomatico.
 
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  davar
qui milano 
Internet, come muoversi sul web
tra diritti, democrazia e sicurezza 

Internet è uno strumento oramai indispensabile nella nostra quotidianità e proprio per questo dobbiamo fare attenzione alle insidie che si nascondo nella realtà virtuale: così come nella vita reale, anche sul web è necessario conoscere gli strumenti per difenderci da eventuali malintenzionati e altrettanto evitare di abusare delle libertà che la rete ci consente. E proprio l’importanza e la sensibilità di questi temi è stato al centro dell’appuntamento organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane assieme alla Comunità ebraica di Milano e alla Polizia di Stato dell’emblematico titolo “Sicurezza informatica, istruzioni per l’uso”, svoltosi presso i locali della scuola ebraica milanese. Un’occasione di analisi e di presa di coscienza delle potenzialità ma anche delle problematiche che il mondo di internet e in particolare dei social network comportano, “un confronto con degli esperti sulla nostra identità digitale”, ha sottolineato l’assessore al Bilancio UCEI Noemi Di Segni, che ha moderato l’incontro. Dopo i saluti del vicepresidente dell’Unione Roberto Jarach e dei presidenti della keillah milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani (che ha inviato un messaggio), l’incontro si è aperto con la riflessione del direttore della redazione giornalistica dell’UCEI, Guido Vitale, a cui sono seguiti gli interventi del dirigente della Polizia di Stato Salvatore Labarbera, del ricercatore del Cdec Stefano Gatti e dell’esperto di sicurezza digitale Simone Tedeschi.
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qui milano - informazione
“Social network e propaganda:
sono una minaccia per la libertà” 

La testimonianza di Wael Ghonim, l’attivista egiziano che operando sui social network ha scatenato le primavere arabe e la caduta del regime egiziano di Mubarak, è stata al centro dell’intervento del direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Guido Vitale, in apertura della serata milanese dedicata alla sicurezza informatica.
L’ingegnere informatico di Google, che oggi si è rifugiato negli Stati Uniti e può esprimersi liberamente, analizza l’illusione di una facile democratizzazione e di un facile progresso attraverso l’utilizzo della rete, parla del fallimento delle primavere arabe e racconta gli effetti catastrofici determinati da un uso dei social network sempre più orientato a diffondere il sospetto, il complottismo, la maldicenza e il pregiudizio e sempre meno utilizzato per stimolare il confronto sereno e sincero fra le persone. I social network, più che uno strumento di liberazione e di libera espressione, sono divenuti uno strumento di asservimento, di prevaricazione e di potere. Uno strumento di propaganda e non di informazione. Opporsi a questa minaccia, sviluppando sulla rete una presenza orientata al libero confronto, è la priorità di ogni minoranza consapevole.
Ecco il testo dell’intervento di Ghonim.

“Una volta ho detto, 'Se volete liberare una società, tutto ciò che vi serve è Internet'. Mi sbagliavo.
Ho detto queste parole nel 2011, quando una pagina Facebook che
ho creato anonimamente ha aiutato la rivoluzione egiziana. La Primavera Araba ha svelato il potenziale dei social media, ma ha anche rivelato i suoi più grandi difetti. Il mezzo che ci ha uniti per far cadere dittatori alla fine ci ha divisi. Vorrei condividere la mia esperienza con i social media usati per l'attivismo e parlare di alcune difficoltà che ho personalmente affrontato e cosa possiamo fare a riguardo.
All'inizio dei 2000, gli Arabi invadevano il web. Desiderosi di conoscenza, di opportunità, di connettersi con il resto delle persone in giro per il mondo, scappavamo dalle nostre frustranti realtà politiche e vivevamo una vita virtuale, alternativa. Proprio come molti di loro, io ero completamente apolitico fino al 2009. All'epoca, quando andavo sui social media, incominciavo a vedere sempre più Egiziani che aspiravano ad un cambiamento politico nel paese. Mi sentivo di non essere solo
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il riconoscimento della città piemontese
Saluzzo, la scrittrice Lia Levi
riceve la cittadinanza onoraria

La Città di Saluzzo ha deliberato la concessione della cittadinanza onoraria a Lia Levi, scrittrice, educatrice e testimone delle persecuzioni razziste, per la sua opera letteraria e il suo impegno personale nella trasmissione della Memoria. Un riconoscimento conferito “per aver testimoniato con le proprie opere e la propria attività di insegnante, giornalista e scrittrice, l’impegno a favore della pace e contro tutte le discriminazioni”, si legge nella motivazione.
La cerimonia di consegna della pergamena avverrà mercoledì 10 febbraio (ore 18), nel Salone d’onore dell’Antico Palazzo Comunale in Salita al Castello a Saluzzo, nel corso di un Consiglio Comunale straordinario. Oltre alle autorità locali, interverrà Claudio Sarzotti, docente di filosofia del diritto presso l’Università degli Studi di Torino.
Il riconoscimento alla delicata scrittura di Lia Levi ed alla sua instancabile attività di Testimone è anche occasione per un ricordo ed un simbolico omaggio alla piccola e antica Comunità Ebraica saluzzese, distrutta dalla Shoah. Al censimento che, ai primi del 1939, segue l’introduzione delle leggi razziste, risultavano residenti nella cittadina 45 ebrei, poi alcuni riuscirono a fuggire, e al contrario sfollarono a Saluzzo alcune famiglie per evitare i bombardamenti su Torino: furono deportate 30 persone, 20 residenti a Saluzzo e 10 sfollati, unica a ritornare dai lager fu Natalia Tedeschi, con il corpo e l’anima piagati, sopravvissuta ad un atroce percorso di ritorno attraverso Birkenau, Bergen Belsen, Dessau, Theresienstadt.

Giuseppe Segre

(Disegno di Giorgio Albertini)
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qui milano - l'incontro di kesher
Keillah milanese, 150 anni dopo
Cosa è cambiato dalla nascita della Comunità ebraica di Milano a oggi, 150 anni dopo? Mentre la keillah festeggia questo importante anniversario, Kesher ha voluto dedicare un momento di riflessione al suo passato, ripercorrendo la “storia della Comunità Ebraica di Milano: 150 anni dalla nascita; uno sguardo storico e sociologico”. Questo il titolo dell'incontro organizzato dal rav Roberto Della Rocca svoltosi ieri sera alla residenza Arzaga, che ha visto a confronto la sociologa del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Betty Guetta e il Consigliere della Fondazione CDEC e professore di Economia all'Università Cattolica di Milano Rony Hamaui. Dopo un'analisi delle variazioni demografiche e delle vicende della Comunità, legate specialmente ai flussi di emigrazione verso Israele, di cui negli anni è stata snodo fondamentale, e di immigrazione da vari paesi i cui gruppi etnici oggi costituiscono le edot che la animano, la parola è passata ad alcune testimonianze dirette. A raccontare il coinvolgimento in prima persona delle loro famiglie sono stati Maria Mayer Modena, il cui padre Astorre Mayer fu uno dei fondatori della scuola ebraica, e il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, il cui padre e il cui nonno furono entrambi presidenti della Comunità.
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qui roma
16 ottobre, la memoria da salvare
Dopo il 16 ottobre 1943, il giorno della razzia nazifascista del ghetto di Roma, la millenaria comunità ebraica non fu più la stessa e gli interrogativi e i punti oscuri divennero con il tempo sempre più pressanti. A questa giornata cruciale e alle sue conseguenze è dedicato 16 ottobre 1943: la deportazione degli ebrei romani tra storia e memoria, il volume curato da Martin Baumeister, Amedeo Osti Guerrazzi e Claudio Procaccia, edito da Viella su impulso dell’Istituto Storico Germanico-Deutsched Historishes-DHI, e presentato ieri al Centro bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma.
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segnalibro - qui milano
Un amore ad Auschwitz
Continuano le tante iniziative organizzate all'interno del Memoriale della Shoah di Milano Binario 21, oramai punto di riferimento per la città sul fronte della Memoria. A fianco delle numerose visite al luogo, già significativo di per sé, vi è infatti un folto programma di incontri, conferenze, presentazioni di libri. Tra queste ultime, l'ultimo lavoro della giornalista Francesca Paci  “Un amore ad Auschwitz. Edek e Mala: una storia vera” (UTET) presentato al pubblico milanese assieme al direttore del Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti. Ad aprire l'incontro, i saluti del vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, vicepresidente della Fondazione del Memoriale. Il libro racconta la storia d'amore tra Edek e Mala: un giovane prigioniero politico polacco e una ragazza ebrea bella e vitale che s’innamorano nel campo di sterminio di Auschwitz.
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pilpul
Globalizzazione dell’indifferenza
È stata definita “globalizzazione dell’indifferenza”: ignorare la povertà del prossimo o di chi vive lontano noi; dimenticare le studentesse rapite in Nigeria perché donne o le persone trucidate nel mondo in nome di D-o; diffidare, per comodità, quando ci spiegano che le nostre azioni compromettono la salute del Creato anche per le generazioni future.
Poi c’è il fondamentalismo religioso, prevalentemente islamista, che mette a ferro e fuoco porzioni ampie del pianeta e che mostra il suo volto minaccioso anche nelle città occidentali, considerate lontane da pericoli e orrori. Le religioni, o le distorsioni che ne vengono fatte, si manifestano quindi come una grande questione irrisolta del nostro tempo
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Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Il figlio di Saul
In diverse sale italiane prosegue la proiezione del film candidato all'Oscar Il figlio di Saul di László Nemes. Tra i cinema ad averlo in programma, l'Ambasciatori di Napoli come segnalato dalla Comunità ebraica della città. Premiato al Festival di Cannes con il Grand Prix Speciale della Giuria, la pellicola di Nemes, sostenuta dalla Claims Conference, ha ricevuto molti consensi a livello internazionale ma anche alcune critiche. Tra queste ultime, quella del Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Trieste Mauro Tabor che pubblichiamo qui di seguito.

Il 20 gennaio sono stato ospite del Trieste Film Festival all’anteprima de Il figlio di Saul (nell’immagine, una scena del film) al cinema Ariston alla presenza di Géza Röhrig, attore principale del film (Saul Fia Teodora film – Ungheria 2014 – 107’).
Avevo lungamente sentito parlare di questo film ungherese, vincitore del Golden Globe, Premio della critica a Cannes e candidato all’Oscar come miglior film straniero.


Mauro Tabor
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