David
Sciunnach,
rabbino
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“…
gli ha dato l’attitudine l’abilità di insegnare…” (Shemòt 35, 34). Dice
a proposito di questo verso il grande commentatore Iben ‘Ezrà: Vi sono
dei Maestri pieni di saggezza, ma questa saggezza la tengono solo per
loro. Essi non possono o non vogliono trasmetterla ed insegnarla ad
altri. È per questo che la Torah ci dice che Betzallèl e Aholiàv hanno
ricevuto misericordia dal Santo Benedetto Egli Sia essendo stati dotati
della capacità di “insegnare” e trasmettere la loro saggezza agli altri.
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David
Assael,
ricercatore
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Viktor
Orbán ne ha trovata un’altra delle sue: indire un referendum che
interroghi gli ungheresi sulla liceità dell’Europa di imporre quote di
migranti ai Paesi membri. Un po’ come chiedere al popolo se voglia che
le tasse si alzino. C’è chi dice che questa sarebbe la mossa politica
con cui Orbán mostrerebbe al governo europeo una via possibile per
arrestare l’ondata (che poi ondata non è) migratoria. Una vera finezza:
si erige un muro fregandosene bellamente delle sofferenze degli altri.
Se, poi, a loro volta, questi altri se ne fregano del muro (vedi
Macedonia o Calais), si rimedierà sparando. Io propongo direttamente
una bella “soluzione finale” del problema, inutile cincischiare troppo.
Se anche i giornalisti propongono certe letture del problema, non
dobbiamo stupirci che Orbán goda di un simile consenso.
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Il prof negazionista attacca il Movimento
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“Che
razza di nuova massoneria è quella di cui non si conoscono i nomi di
autori di email che certamente non può aver redatto Beppe Grillo? E chi
sono gli autori di anonime ‘segnalazioni’ che costituiscono l’unica
motivazione di tante espulsioni di attivisti certificati?”. Il prof
negazionista Antonio Caracciolo, escluso dalle Comunarie dei
Cinquestelle, attacca i vertici del movimento. Come riporta il Corriere
Roma, lo stesso e altri espulsi starebbero valutando azioni legali.
Giulio Regeni è stato per almeno sette giorni nelle mani dei suoi
aguzzini. Si legge su Repubblica (Giuliano Foschini): “Non lo hanno
ucciso subito. Ma è stato torturato per giorni, con tecniche da
professionisti: qualcuno, evidentemente né balordi di strada né
criminali comuni, cercava risposte che Giulio non poteva avere. Perché,
come documentano le prime indagini, l’unica cosa che il giovane
ricercatore possedeva era il suo metodo, il suo studio, la sua
curiosità”.
A Milano tre dei candidati sindaco sono stati ospiti lunedì sera alla
cena annuale della onlus Keren Hayesod, nata nel 1920 a sostegno della
nascita di Israele. Nella foto pubblicata oggi dal Corriere sono
ritratti il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala, quello del
centrodestra Stefano Parisi, l’ambasciatore di Israele Naor Gilon, il
candidato di Italia Unica Corrado Passera, il direttore dell’Istituto
nazionale per la sicurezza di Tel Aviv Amos Yadlin e Andrea Jarach,
presidente del Keren Hayesod, che commenta: “In tutti i candidati
abbiamo trovato una grande attenzione e sensibilità”.
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BENI CULTURALI - UN'EMOZIONANTE SCOPERTA Biella, il ritorno del Sefer Torah
È il più antico al mondo in uso
La
riunione di Consiglio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in
Italia, in corso oggi a Roma, si è aperta con "una notizia emozionante
e di straordinaria importanza per l'ebraismo italiano". Così il
presidente Dario Disegni ha annunciato l'esito di un'analisi
scientifica a cura dell'Università dell'Illinois effettuata su un Sefer
Torah di grafia ashkenazita proveniente dalla sinagoga di Biella del
quale il sofer Amedeo Spagnoletto ha curato il restauro per conto della
Fondazione.
È stato infatti accertato attraverso un esame al Carbonio 14 che il
rotolo può essere datato al 1250 ca: il più antico al mondo, ancora
adatto alla lettura, in possesso di una Comunità ebraica.
A darne notizia con molti servizi e approfondimenti è il notiziario
quotidiano dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Pagine Ebraiche
24 nella sua uscita odierna
Il Sefer tornerà a Biella questo fine settimana e sarà protagonista di una solenne cerimonia in sinagoga.
Il
restauro del prezioso sefer, conservato dalla Comunità ebraica di
Vercelli di cui Biella è una sezione, è un'iniziativa intrapresa
dall'attuale Consiglio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in
Italia nell'ambito della sua attività volta a promuovere il recupero,
la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio
storico artistico ebraico italiano. "Non è raro imbattersi in sefer
Torah molto antichi – ha sottolineato Spagnoletto, a cui si deve il
ritrovamento, presentando il risultato dell'analisi al Carbonio al
Consiglio Fbcei – ma in questo caso il rotolo è rimasto completamente
integro, senza che una sola pergamena sia stata sostituita dal 1250 a
oggi".
Il
restauro del prezioso sefer, conservato dalla Comunità ebraica di
Vercelli di cui Biella è una sezione, è un’iniziativa intrapresa
dall’attuale Consiglio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in
Italia nell’ambito della sua attività volta a promuovere il recupero,
la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio
storico artistico ebraico italiano. “Non è raro imbattersi in sefer
Torah molto antichi – ha sottolineato Spagnoletto, a cui si deve il
ritrovamento, presentando il risultato dell’analisi al Carbonio al
Consiglio Fbcei – ma in questo caso il rotolo è rimasto completamente
integro, senza che una sola pergamena sia stata sostituita dal 1250 a
oggi”. Una condizione straordinaria, ha evidenziato il sofer, in virtù
della quale il restauro del rotolo è stato un’operazione
particolarmente delicata, che ha compreso la pulitura delle pergamene,
il riempimento delle lettere che presentavano cancellature o fenditure
dell’inchiostro e il restauro di tutti i fori di tarli con pasta di
pergamena e riempimento delle lettere spezzate. Il rischio, ha spiegato
Spagnoletto, era che intervenendo sulle stile medievale, si potesse
alterare la struttura del sefer e renderlo non casher, ossia inadatto
alla lettura. Una caratteristica, quest’ultima, che ne accresce
ulteriormente il valore: “Siamo in presenza del più antico sefer il cui
uso rimane ancora oggi quello per cui è stato creato – le parole di
Spagnoletto – a differenza di altri ritrovati che hanno invece oggi una
destinazione museale, o sono conservati in biblioteche e da istituzioni
esterne alle Comunità ebraiche”. Leggi
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BIELLA - parla amedeo spagnoletto Il sofer: "Una gioia immensa" È
emozionato, il sofer Amedeo Spagnoletto, ed evidentemente fiero di
raccontare la storia di quello che per tutta la conversazione chiama
“il nostro Sefer Torah”.
Racconta
Spagnoletto: “Avevo già visto, quando sono andato la prima volta a fare
una valutazione sul suo stato, che era antichissimo, ma avevo
ipotizzato alla prima occhiata che fosse del XIV o dell’inizio del XV
secolo, cosa che già lo rendeva molto prezioso. Anche altri Sifrè Torah
di Biella hanno grande valore e una lunga storia ma questo, oltre alla
datazione, ho subito visto che aveva delle caratteristiche che lo
rendevano adatto a un recupero, e ha la particolarità di essere
composto da pergamene che sono tutte coeve, cosa molto rara perché
spesso con l’uso qualcuna delle circa sessanta pergamene di cui è fatto
un Sefer Torah si deteriora e viene sostituita".
(Nell'immagine Amedeo Spagnoletto con il rav Elia Richetti) Leggi
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qui ferrara Meis, depositate le candidature Un direttore entro primavera
Le
candidature alla Direzione ci sono, provengono dalla realtà italiana e
dagli ambienti internazionali e sono numerose. Ora il polo del Museo
dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara si accinge ad
affrontare la delicata fase di selezione che dovrà dare in breve tempo
e comunque entro la primavera una guida tecnica sicura. Il Consiglio
del Meis che si è tenuto nelle scorse ore a Ferrara ha provveduto ad
assegnare immediatamente a tre esperti l’incarico di fare una prima
selezione dei molti che si sono candidati, per arrivare a una short
list di pochissimi nomi. A decidere saranno in una prima fase tre nomi
individuati per la loro sicura esperienza: uno di museologia, uno di
storia e cultura ebraica e uno di management di musei e istituzioni
culturali.
La parola tornerà poi allo stesso Consiglio, che si è dato l’obiettivo
di identificare il nome del direttore nell’ambito della rosa ristretta
formata dalla Commissione d’esperti, probabilmente una terna di nomi
che dovrà comprendere i candidati più forti. Un’altra Commissione di
esperti, nel frattempo, è già al lavoro per arrivare nell’arco di pochi
mesi a definire le linee strategiche per il prossimo quadriennio, che
oltre alla sostenibilità delle iniziative e agli assetti organizzativi
includono ovviamente la programmazione culturale, e il proseguimento
della catalogazione dei beni ebraici italiani. Leggi
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qui roma - la sapienza Odio anti-israeliano in aula L'ultima parola al rettore
I
veleni della propaganda e della retorica anti-israeliana più estrema in
scena all’Università La Sapienza di Roma. I locali del dipartimento di
Economia, aula 11, ospiteranno infatti nel pomeriggio il primo di due
appuntamenti dedicati all’Israeli Apartheid Week, iniziativa
internazionale che invita al boicottaggio e all’applicazione di
sanzioni contro lo Stato di Israele. Organizzati dal collettivo
studentesco della facoltà, gli incontri (il secondo si svolgerà venerdì
pomeriggio) “non godono del sostegno né dell’ateneo, né del corpo
docente” dice a Pagine Ebraiche il preside di Economia Giuseppe
Ciccarone (nell’immagine).
“Nella mail inviatami per l’autorizzazione si faceva riferimento alla
proiezione di un film dedicato a Gaza, come infatti appare nel
programma, ma non si parlava in alcun modo di Apartheid Week” sostiene
il docente.
Intervistato da Pagine Ebraiche, pochi giorni fa il rettore Eugenio
Gaudio aveva affermato: “Anche dentro alla Sapienza esistono frange
apertamente anti-israeliane. Ma si tratta di una netta minoranza, cui
non ho intenzione di lasciare spazio. Soprattutto in un momento come
questo, dove ogni passo falso rischia di peggiorare ulteriormente una
situazione già complessa è fondamentale affermare che l’odio è
incompatibile con lo spirito e i valori accademici e agire nel senso
opposto”. Leggi
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milano - l'incontro con i candidati sindaco
"Israele è nel nostro cuore"
A
Milano tre dei candidati sindaco sono stati ospiti alla cena annuale
del Keren Hayesod. Nell'immagine candidato del centrosinistra Giuseppe
Sala, quello del centrodestra Stefano Parisi, l’ambasciatore di Israele
Naor Gilon, il candidato di Italia Unica Corrado Passera, il direttore
dell’Istituto nazionale per la sicurezza di Tel Aviv Amos Yadlin e
Andrea Jarach, presidente del Keren Hayesod, che ha commentato: “In
tutti i candidati abbiamo trovato una grande attenzione e sensibilità”.
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Ticketless
- Senilità
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Osservare nella sua integrità la parabola di Umberto Eco impone una riflessione sul trascorrere del tempo.
Si è letto molto in questi giorni sul significato della sua opera. La
cultura ebraica italiana gli deve molto, non solo per le cose che ha
scritto, giustamente evidenziate in questo portale: aggiungerei che,
come ha insegnato agli italiani a non vergognarsi di Mike Bongiorno,
così ci ha insegnato a non vergognarci della immagine che degli ebrei è
venuta dai romanzi d’appendice dell’Ottocento. Non è però questo il
lascito principale. Dispiace che non si sia scritto nulla della sua
capacità di invecchiare bene, perché non tutti gli intellettuali
italiani sono invecchiati o stanno invecchiando nello stesso modo di
Eco. La prima cosa che mi ha colpito, aprendo i giornali il giorno
della sua morte, è stato apprendere che avesse già 84 anni.
Ascoltandolo o leggendolo si percepiva sì la stanchezza, e nei romanzi
una certe ripetitività, ma le senilità che i media ci costringono a
tollerare – infondono in noi un mare di malinconia – sono purtroppo
altre. Eco ci è sembrato fino agli ultimi suoi giorni di vita un
ragazzino, rispetto ai Premi Nobel che pontificano senza essere
pontefici, a giornalisti non paghi di aver già scritto tre
autobiografie che corrono in televisione annunciandone una quarta, una
quinta.
Eco ci lascia in eredità, più che i suoi libri, l’immagine di una
senilità operosa fedele alla propria laicità, senza manie di
protagonismo, senza il bisogno di scrivere lettere a papa Francesco o
immedesimarsi in un papa per salire su un palco a benedire Grillo.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- I duri
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Ci
sono delle persone – artisti, politici, intellettuali, pensatori – che
ci tengono molto a costruirsi e a conservare una fama da ‘duro’, da
anticonformista, da tipo controcorrente. Gente che non la manda a dire,
che rifugge dai luoghi comuni, che dice a voce alta quello che molti
pensano, ma non hanno il coraggio di dire. Loro, invece, questo
coraggio ce l’hanno, detestano le buone maniere, le ipocrisie, i finti
buonismi della società borghese. Quando raggiungono il successo,
nessuno deve pensare che questo li ammorbidisca, né edulcori la forza
trasgressiva e corrosiva; la capacità di graffiare e di svelare
dolorose verità.
Francesco Lucrezi, storico
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