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2 Marzo 2016 - 22 Adar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“… gli ha dato l’attitudine l’abilità di insegnare…” (Shemòt 35, 34). Dice a proposito di questo verso il grande commentatore Iben ‘Ezrà: Vi sono dei Maestri pieni di saggezza, ma questa saggezza la tengono solo per loro. Essi non possono o non vogliono trasmetterla ed insegnarla ad altri. È per questo che la Torah ci dice che Betzallèl e Aholiàv hanno ricevuto misericordia dal Santo Benedetto Egli Sia essendo stati dotati della capacità di “insegnare” e trasmettere la loro saggezza agli altri.
 
David
Assael,
ricercatore
Viktor Orbán ne ha trovata un’altra delle sue: indire un referendum che interroghi gli ungheresi sulla liceità dell’Europa di imporre quote di migranti ai Paesi membri. Un po’ come chiedere al popolo se voglia che le tasse si alzino. C’è chi dice che questa sarebbe la mossa politica con cui Orbán mostrerebbe al governo europeo una via possibile per arrestare l’ondata (che poi ondata non è) migratoria. Una vera finezza: si erige un muro fregandosene bellamente delle sofferenze degli altri. Se, poi, a loro volta, questi altri se ne fregano del muro (vedi Macedonia o Calais), si rimedierà sparando. Io propongo direttamente una bella “soluzione finale” del problema, inutile cincischiare troppo. Se anche i giornalisti propongono certe letture del problema, non dobbiamo stupirci che Orbán goda di un simile consenso.
 
Il prof negazionista attacca il Movimento
“Che razza di nuova massoneria è quella di cui non si conoscono i nomi di autori di email che certamente non può aver redatto Beppe Grillo? E chi sono gli autori di anonime ‘segnalazioni’ che costituiscono l’unica motivazione di tante espulsioni di attivisti certificati?”. Il prof negazionista Antonio Caracciolo, escluso dalle Comunarie dei Cinquestelle, attacca i vertici del movimento. Come riporta il Corriere Roma, lo stesso e altri espulsi starebbero valutando azioni legali.

Giulio Regeni è stato per almeno sette giorni nelle mani dei suoi aguzzini. Si legge su Repubblica (Giuliano Foschini): “Non lo hanno ucciso subito. Ma è stato torturato per giorni, con tecniche da professionisti: qualcuno, evidentemente né balordi di strada né criminali comuni, cercava risposte che Giulio non poteva avere. Perché, come documentano le prime indagini, l’unica cosa che il giovane ricercatore possedeva era il suo metodo, il suo studio, la sua curiosità”.

A Milano tre dei candidati sindaco sono stati ospiti lunedì sera alla cena annuale della onlus Keren Hayesod, nata nel 1920 a sostegno della nascita di Israele. Nella foto pubblicata oggi dal Corriere sono ritratti il candidato del centrosinistra Giuseppe Sala, quello del centrodestra Stefano Parisi, l’ambasciatore di Israele Naor Gilon, il candidato di Italia Unica Corrado Passera, il direttore dell’Istituto nazionale per la sicurezza di Tel Aviv Amos Yadlin e Andrea Jarach, presidente del Keren Hayesod, che commenta: “In tutti i candidati abbiamo trovato una grande attenzione e sensibilità”.
 
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  davar
BENI CULTURALI - UN'EMOZIONANTE SCOPERTA
Biella, il ritorno del Sefer Torah

È il più antico al mondo in uso
La riunione di Consiglio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, in corso oggi a Roma, si è aperta con "una notizia emozionante e di straordinaria importanza per l'ebraismo italiano". Così il presidente Dario Disegni ha annunciato l'esito di un'analisi scientifica a cura dell'Università dell'Illinois effettuata su un Sefer Torah di grafia ashkenazita proveniente dalla sinagoga di Biella del quale il sofer Amedeo Spagnoletto ha curato il restauro per conto della Fondazione.
È stato infatti accertato attraverso un esame al Carbonio 14 che il rotolo può essere datato al 1250 ca: il più antico al mondo, ancora adatto alla lettura, in possesso di una Comunità ebraica.
A darne notizia con molti servizi e approfondimenti è il notiziario quotidiano dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Pagine Ebraiche 24 nella sua uscita odierna
Il Sefer tornerà a Biella questo fine settimana e sarà protagonista di una solenne cerimonia in sinagoga.
Il restauro del prezioso sefer, conservato dalla Comunità ebraica di Vercelli di cui Biella è una sezione, è un'iniziativa intrapresa dall'attuale Consiglio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia nell'ambito della sua attività volta a promuovere il recupero, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico artistico ebraico italiano. "Non è raro imbattersi in sefer Torah molto antichi – ha sottolineato Spagnoletto, a cui si deve il ritrovamento, presentando il risultato dell'analisi al Carbonio al Consiglio Fbcei – ma in questo caso il rotolo è rimasto completamente integro, senza che una sola pergamena sia stata sostituita dal 1250 a oggi".
Il restauro del prezioso sefer, conservato dalla Comunità ebraica di Vercelli di cui Biella è una sezione, è un’iniziativa intrapresa dall’attuale Consiglio della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia nell’ambito della sua attività volta a promuovere il recupero, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico artistico ebraico italiano. “Non è raro imbattersi in sefer Torah molto antichi – ha sottolineato Spagnoletto, a cui si deve il ritrovamento, presentando il risultato dell’analisi al Carbonio al Consiglio Fbcei – ma in questo caso il rotolo è rimasto completamente integro, senza che una sola pergamena sia stata sostituita dal 1250 a oggi”. Una condizione straordinaria, ha evidenziato il sofer, in virtù della quale il restauro del rotolo è stato un’operazione particolarmente delicata, che ha compreso la pulitura delle pergamene, il riempimento delle lettere che presentavano cancellature o fenditure dell’inchiostro e il restauro di tutti i fori di tarli con pasta di pergamena e riempimento delle lettere spezzate. Il rischio, ha spiegato Spagnoletto, era che intervenendo sulle stile medievale, si potesse alterare la struttura del sefer e renderlo non casher, ossia inadatto alla lettura. Una caratteristica, quest’ultima, che ne accresce ulteriormente il valore: “Siamo in presenza del più antico sefer il cui uso rimane ancora oggi quello per cui è stato creato – le parole di Spagnoletto – a differenza di altri ritrovati che hanno invece oggi una destinazione museale, o sono conservati in biblioteche e da istituzioni esterne alle Comunità ebraiche”.
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BIELLA - parla amedeo spagnoletto
Il sofer: "Una gioia immensa"
È emozionato, il sofer Amedeo Spagnoletto, ed evidentemente fiero di raccontare la storia di quello che per tutta la conversazione chiama “il nostro Sefer Torah”.

Racconta Spagnoletto: “Avevo già visto, quando sono andato la prima volta a fare una valutazione sul suo stato, che era antichissimo, ma avevo ipotizzato alla prima occhiata che fosse del XIV o dell’inizio del XV secolo, cosa che già lo rendeva molto prezioso. Anche altri Sifrè Torah di Biella hanno grande valore e una lunga storia ma questo, oltre alla datazione, ho subito visto che aveva delle caratteristiche che lo rendevano adatto a un recupero, e ha la particolarità di essere composto da pergamene che sono tutte coeve, cosa molto rara perché spesso con l’uso qualcuna delle circa sessanta pergamene di cui è fatto un Sefer Torah si deteriora e viene sostituita".

(Nell'immagine Amedeo Spagnoletto con il rav Elia Richetti)
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biella - parla rossella bottini treves
L'emozione della presidente
Sono giornate febbrili per Rossella Bottini Treves, che con tenacia e passione guida da diversi anni la Comunità ebraica di Biella e Vercelli, che comprende anche Novara e il territorio noto come VCO, ossia Verbano – Cusio – Ossola. L’occasione, questa volta, è davvero unica.
“È una grandissima gioia - racconta - ma anche una responsabilità non da poco, ci stiamo organizzando anche per questo. Ora posso solo dire che sono felice. Ed emozionata”.
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qui ferrara
Meis, depositate le candidature Un direttore entro primavera
Le candidature alla Direzione ci sono, provengono dalla realtà italiana e dagli ambienti internazionali e sono numerose. Ora il polo del Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara si accinge ad affrontare la delicata fase di selezione che dovrà dare in breve tempo e comunque entro la primavera una guida tecnica sicura. Il Consiglio del Meis che si è tenuto nelle scorse ore a Ferrara ha provveduto ad assegnare immediatamente a tre esperti l’incarico di fare una prima selezione dei molti che si sono candidati, per arrivare a una short list di pochissimi nomi. A decidere saranno in una prima fase tre nomi individuati per la loro sicura esperienza: uno di museologia, uno di storia e cultura ebraica e uno di management di musei e istituzioni culturali.
La parola tornerà poi allo stesso Consiglio, che si è dato l’obiettivo di identificare il nome del direttore nell’ambito della rosa ristretta formata dalla Commissione d’esperti, probabilmente una terna di nomi che dovrà comprendere i candidati più forti. Un’altra Commissione di esperti, nel frattempo, è già al lavoro per arrivare nell’arco di pochi mesi a definire le linee strategiche per il prossimo quadriennio, che oltre alla sostenibilità delle iniziative e agli assetti organizzativi includono ovviamente la programmazione culturale, e il proseguimento della catalogazione dei beni ebraici italiani.
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UCEI-MIUR
Scuole ebraiche, valore per tutti

Compie tre anni il Gruppo di lavoro istituito nel 2013 per decreto dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - allora Francesco Profumo - cui, preso atto delle difficoltà in cui versano le scuole ebraiche in Italia e considerata la necessità di prevedere l'adozione di strumenti normativi di intervento era stato assegnato il compito di "assicurare un'analisi delle problematiche e lo studio dei modelli legislativi e amministrativi di altri paesi europei in materia di scuole paritarie". È stata al compimento di questo primo triennio la sede dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a ospitare la riunione organizzata per valutare quanto fatto sino ad ora e per impostare il lavoro futuro. L'assessore UCEI con delega alle scuole Guido Osimo e il Segretario generale dell’Unione Gloria Arbib, hanno accolto la Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello con il direttore amministrativo delle Scuole ebraiche romane Elio Limentani, il Presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio, il Segretario generale della Comunità ebraica di Milano Alfonso Sassun e l’avvocato Ruben Pescara, consulente del gruppo.
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qui roma - la sapienza
Odio anti-israeliano in aula L'ultima parola al rettore
I veleni della propaganda e della retorica anti-israeliana più estrema in scena all’Università La Sapienza di Roma. I locali del dipartimento di Economia, aula 11, ospiteranno infatti nel pomeriggio il primo di due appuntamenti dedicati all’Israeli Apartheid Week, iniziativa internazionale che invita al boicottaggio e all’applicazione di sanzioni contro lo Stato di Israele. Organizzati dal collettivo studentesco della facoltà, gli incontri (il secondo si svolgerà venerdì pomeriggio) “non godono del sostegno né dell’ateneo, né del corpo docente” dice a Pagine Ebraiche il preside di Economia Giuseppe Ciccarone (nell’immagine).
“Nella mail inviatami per l’autorizzazione si faceva riferimento alla proiezione di un film dedicato a Gaza, come infatti appare nel programma, ma non si parlava in alcun modo di Apartheid Week” sostiene il docente.
Intervistato da Pagine Ebraiche, pochi giorni fa il rettore Eugenio Gaudio aveva affermato: “Anche dentro alla Sapienza esistono frange apertamente anti-israeliane. Ma si tratta di una netta minoranza, cui non ho intenzione di lasciare spazio. Soprattutto in un momento come questo, dove ogni passo falso rischia di peggiorare ulteriormente una situazione già complessa è fondamentale affermare che l’odio è incompatibile con lo spirito e i valori accademici e agire nel senso opposto”.
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NAPOLI - SEGNALIBRO 
150 anni tutti da sfogliare
Dall’arrivo della famiglia Rothschild in città, ai preziosi manoscritti ebraici prodotti; fino ai ritratti di figure di grande carisma come Mario Recanati, pioniere della cinematografia: è di ampio respiro il volume La Comunità ebraica di Napoli (1864-2014): centocinquant’anni di storia prodotto dal Centro di studi ebraici dell’Università di studi di Napoli L’Orientale con il coordinamento del professore Giancarlo Lacerenza. Realizzata in occasione di questo importante anniversario, la raccolta di saggi verrà presentata giovedì 3 marzo alle 11 presso la Biblioteca Nazionale di Napoli da Lacerenza e dalla giornalista Titti Marrone. Un’iniziativa resa possibile grazie al contributo dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, della Comunità ebraica di Napoli assieme all’Archivio di Stato cittadino e al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo.
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milano - l'incontro con i candidati sindaco
"Israele è nel nostro cuore"
A Milano tre dei candidati sindaco sono stati ospiti alla cena annuale del Keren Hayesod. Nell'immagine candidato del centrosinistra Giuseppe Sala, quello del centrodestra Stefano Parisi, l’ambasciatore di Israele Naor Gilon, il candidato di Italia Unica Corrado Passera, il direttore dell’Istituto nazionale per la sicurezza di Tel Aviv Amos Yadlin e Andrea Jarach, presidente del Keren Hayesod, che ha commentato: “In tutti i candidati abbiamo trovato una grande attenzione e sensibilità”.

pilpul
Ticketless - Senilità
Osservare nella sua integrità la parabola di Umberto Eco impone una riflessione sul trascorrere del tempo.
Si è letto molto in questi giorni sul significato della sua opera. La cultura ebraica italiana gli deve molto, non solo per le cose che ha scritto, giustamente evidenziate in questo portale: aggiungerei che, come ha insegnato agli italiani a non vergognarsi di Mike Bongiorno, così ci ha insegnato a non vergognarci della immagine che degli ebrei è venuta dai romanzi d’appendice dell’Ottocento. Non è però questo il lascito principale. Dispiace che non si sia scritto nulla della sua capacità di invecchiare bene, perché non tutti gli intellettuali italiani sono invecchiati o stanno invecchiando nello stesso modo di Eco. La prima cosa che mi ha colpito, aprendo i giornali il giorno della sua morte, è stato apprendere che avesse già 84 anni.
Ascoltandolo o leggendolo si percepiva sì la stanchezza, e nei romanzi una certe ripetitività, ma le senilità che i media ci costringono a tollerare – infondono in noi un mare di malinconia – sono purtroppo altre. Eco ci è sembrato fino agli ultimi suoi giorni di vita un ragazzino, rispetto ai Premi Nobel che pontificano senza essere pontefici, a giornalisti non paghi di aver già scritto tre autobiografie che corrono in televisione annunciandone una quarta, una quinta.
Eco ci lascia in eredità, più che i suoi libri, l’immagine di una senilità operosa fedele alla propria laicità, senza manie di protagonismo, senza il bisogno di scrivere lettere a papa Francesco o immedesimarsi in un papa per salire su un palco a benedire Grillo.


Alberto Cavaglion

Periscopio - I duri
Ci sono delle persone – artisti, politici, intellettuali, pensatori – che ci tengono molto a costruirsi e a conservare una fama da ‘duro’, da anticonformista, da tipo controcorrente. Gente che non la manda a dire, che rifugge dai luoghi comuni, che dice a voce alta quello che molti pensano, ma non hanno il coraggio di dire. Loro, invece, questo coraggio ce l’hanno, detestano le buone maniere, le ipocrisie, i finti buonismi della società borghese. Quando raggiungono il successo, nessuno deve pensare che questo li ammorbidisca, né edulcori la forza trasgressiva e corrosiva; la capacità di graffiare e di svelare dolorose verità.

Francesco Lucrezi, storico
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