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18 aprile 2016 - 10 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
La guerra viene al mondo per la giustizia ritardata, per la giustizia corrotta e per coloro che interpretano la Legge non in modo conforme alla tradizione. (Pirkeh Avoth)
 
Anna
Foa,
storica
Pensate che i diritti umani siano tutti uguali? Che “l’alienazione delle comunità islamiche in molte società europee” e le condanne a morte siano la stessa cosa? Perché è questo che il ministro iraniano Zarif ha sostenuto in un’intervista al Corriere della sera. E non sono pochi quelli che da noi pensano la stessa cosa. La maggior parte delle condanne a morte, ha aggiunto Zarif, è stata per droga. Riprendiamo i dati del rapporto annuale di Iran Human Rights Italia: il 2015 è stato un anno record per le esecuzioni capitali in Iran, 969. Il 66% di queste riguardava reati in qualche modo connessi alla droga. Sempre che si prendano per buone le sentenze. Sotto la presidenza del riformista Rohani le esecuzioni sono salite del 44%. Inoltre, si è accentuata la repressione del dissenso degli intellettuali: registi, musicisti, vignettisti sono continuamente arrestati e condannati al carcere e alla frusta.
 
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Al Sisi: "Qui i diritti umani
non valgono per l'Ue"
“Le norme europee non possono applicarsi a Paesi in difficoltà come l'Egitto. L'area in cui viviamo è molto turbolenta”. È la risposta data dal presidente egiziano Al Sisi al presidente francese Hollande nel corso del vertice tenutosi ieri tra i due capi di Stato al Cairo. Hollande, scrive Repubblica parlando dell'incontro voluto per suggellare nuovi accordi commerciali tra i due Paesi per oltre 1 miliardo di euro, ha messo sul tavolo il caso dell'italiano Giulio Regeni e del francese Eric Lang, entrambi trovati morti in circostanze da chiarire. Su Regeni è in corso uno scontro tra il Cairo e Roma: il giovane studente è stato torturato e ucciso nel gennaio scorso al Cairo e da allora non sono ancora stati individuati i responsabili. Al Sisi ha promesso trasparenza e al contempo ha risposto alle critiche sui ritardi e depistaggi parlando di presunte “forze malvagie” che vogliono destabilizzare l'Egitto: quanto si chiede, sottolinea il Corriere della Sera, è la verità su Regeni e la tutela dei diritti umani. Per il Corriere le parole di Hollande  non sono sufficienti e ricorda come “negli ultimi giorni il capo dell'Eliseo abbia ricevuto numerose critiche da una serie di Ong — e da un editoriale del New York Times — per il 'silenzio vergognoso' della Francia sulle violazioni dei diritti umani in Egitto”.

Sui quotidiani italiani spazio alle indiscrezioni pubblicate dal giornale israeliano Haaretz – e alle smentite di Palazzo Chigi - in merito alla nomina di Fiamma Nirenstein ad ambasciatore di Israele a Roma. Secondo il quotidiano israeliano, il Premier italiano Matteo Renzi avrebbe inviato un messaggio all'omologo israeliano Benjamin Netanyahu spiegando che “potrebbe essere prudente considerare di nominare qualcun altro come ambasciatore di Israele” a Roma. Il motivo, riporta Repubblica citando Haaretz, il possibile conflitto di interessi: “Nirenstein era deputata di Forza Italia a Roma e ora servirebbe un altro paese”. L'ufficio di Renzi ha smentito la ricostruzione così come ha fatto, scrive il Jerusalem Post, un alto funzionario di Gerusalemme. Per Libero però, che riporta le perplessità espresse in passato da esponenti della Comunità ebraica di Roma – dove Nirenstein si era candidata alla presidenza - “Haaretz non è un quotidiano di gossip, ma un giornale politico dotato di buone fonti che adotta tutte le cautele prima di scrivere una cosa del genere”. “In ogni caso – prosegue Libero, che titola “Fiamma ambasciatrice, Israele snobba il no italiano”  - Netanyahu ha declinato la proposta. L'iter per la nomina della Nirenstein resta così confermato”. 

Emergenza profughi, Sanders contro muri e xenofobia. Dopo la sua visita lampo in Vaticano, nel corso della quale ha avuto un breve incontro privato con Bergoglio, il candidato democratico Bernie Sanders torna a parlare di Europa, di accoglienza, elogiando la politica estera italiana. Lo fa attraverso un'intervista rilasciata a Paolo Mastrolilli su La Stampa. Sanders – in corsa assieme a Hillary Clinton per le primarie democratiche - afferma di sostenere l'impegno del presidente Obama per accogliere i rifugiati siriani e invita a fare “del nostro meglio per superare gli ostacoli politici, incluse le forze della paura e della xenofobia”. Tra i punti toccati, la crisi in Libia: “Sostengo gli sforzi della comunità internazionale, ed incoraggio il popolo libico ad accettare l'esecutivo sostenuto dall'Onu, che ora è a Tripoli” afferma Sanders, aggiungendo di elogiare “i recenti sforzi compiuti dai ministri degli Esteri europei, a cominciare dall'italiano Gentiloni, che sono andati a Tripoli per mostrare il loro sostegno al Governo di accordo nazionale”.
 
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  davar
distrutta da tsahal una galleria di hamas  
Dalla Striscia di Gaza a Israele,
il crollo dei tunnel del terrore 

Arrivava fino a 30 metri di profondità, era lungo diverse centinaia di metri e una persona poteva percorrerlo stando in piedi. È la descrizione del tunnel sotterraneo costruito dal gruppo terroristico di Hamas per infiltrarsi da Gaza in territorio israeliano. A scoprirlo e distruggerlo, l'esercito d'Israele che ha reso pubblica la notizia dell'operazione nelle scorse ore. Si tratta del primo tunnel di questo tipo scoperto dopo il conflitto nella Striscia di Gaza dell'estate del 2014 (Operazione Zuk Eitan). Rivestita con lastre di cemento, dotata di linee di comunicazione, condotte d'aria e rotaie per ulteriori scavi, la galleria è stata scoperta dieci giorni fa ed era stata realizzata da Hamas per infiltrarsi in Israele e compiere attentati terroristici nelle comunità che vivono nel Sud del Paese, spiegano dall'esercito. “La cruda verità è che Hamas continua ad investire milioni di dollari per costruire tunnel del terrore e di morte – ha dichiarato il portavoce di Tsahal Peter Lerner – Il tunnel scoperto in Israele dimostra una volta di più quali siano le distorte priorità di Hamas e come continui ad investire in strumenti di violenza”.

(Nell'immagine, un fotogramma del video pubblicato da Tzahal della distruzione del tunnel costruito dai terroristi di Hamas a Gaza)
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l'iniziativa ucei
Per Pesach, a tavola con K.it
“Un successo in tutta Italia”

Sono partiti in queste ore, diretti in tutta Italia, i 500 cartoni alimentari low cost realizzati dall’Unione delle Comunità Ebraiche per la festa di Pesach. Numerosi i prodotti messi a disposizione degli iscritti alle 21 Comunità locali, in vendita al prezzo calmierato di 20 euro. Un’iniziativa che nasce su impulso di K.it, il marchio di certificazione promosso dall’Unione, e che “si sta rivelando un grande successo, su tutto il territorio”. Così l’assessore UCEI Jacqueline Fellus, iniziatrice e referente del progetto.
(Nell’immagine la preparazione dei pacchi) 

qui venezia
Otto artisti, una nuova Haggadah
Otto artisti internazionali, impegnati a costruire un ponte tra passato e presente. Nel nome della tradizione. Nel nome dei valori della festa – Pesach – che è un simbolo per antonomasia di quel desiderio di libertà che per secoli animò strade e campielli del quartiere. Un grande impegno collettivo che ha portato alla realizzazione di una nuova Haggadah, l’imprescindibile lettura delle famiglie riunite a tavola nelle prime due sere pasquali. The New Venice Haggadah appunto, cui è dedicata una mostra allestita al museo ebraico veneziano in occasione del Cinquecentenario del Ghetto.
Andi Arnovitz (USA/Israele), Josh Baum (UK), Yael Cohen (Israele/UK), Nathan Gotlib (Belgio), Sophie Herxheimer (UK), Kyra Matustik (Svezia), Hillel Smith (USA): questi i nomi degli artisti e printmaker coinvolti, che in autunno hanno trascorso una settimana in laguna ispirandosi, per le loro opere, incise su rame, in vendita in una preziosa tiratura limitata e dal 2017 in edizione commerciale, alla celebre Haggadah veneziana del 1609.
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informazione - international edition
Dal Meridione fino a Venezia,
vita ebraica lungo la Penisola 

Sono molte e molto diverse tra loro le sfaccettature della minoranza ebraica italiana raccontate nell’uscita odierna di Sheva – Pagine ebraiche international, il settimanale plurilingue che la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane dedica al pubblico internazionale. Un aggiornamento sul progetto Meridione, di cui il notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 ha dato notizia
mercoledì scorso per approfondirne i contenuti il giorno successivo. All’estremo opposto dell’Italia ebraica continuano le iniziative volte a ricordare il cinquecentenario dell’istituzione del ghetto di Venezia, e ai lettori non italiani viene proposta oggi la traduzione di un articolo uscito nel dossier dedicato al grande appuntamento, in cui si raccontano le vicende e la vita quotidiana di coloro che della vita ebraica della città lagunare sono protagonisti e allo stesso tempo spettatori quotidiani. L’articolo è stato tradotto da Letizia Anelli, una delle studentesse della Scuola Superiore per interpreti e traduttori di Trieste che stanno svolgendo il loro tirocinio nella redazione UCEI, nell’ambito dell’accordo siglato dalle due istituzioni.
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qui mantova - songs of eternity
Il suono vivo della Memoria
È iniziata con le parole che Emanuele Colorni, presidente della comunità ebraica di Mantova, ha rivolto a un folto gruppo di giovani, la giornata che porterà nella piccola sinagoga di via Govi "Songs for Eternity". Venuti a scoprire storia e tradizioni della locale comunità si sono trovati praticamente in scena a poche ore dal concerto che apre tre giorni in cui il vastissimo lavoro di ricerca fatto da Francesco Lotoro sulla musica scritta dai deportati nei campi di concentramento e sterminio nazisti potrà rivivere grazie alla voce di Ute Lemper e alla musica di artisti provenienti da tutto il mondo. Saranno infatti lo stesso Lotoro al pianoforte, il violinista israeliano Daniel Hoffman, il bandoneon dell'argentino argentino Victor Villena insieme al clarinettista Andrea Campanella e a Giuseppe Bassi, contrabbassista, a ridare alla musica sopravvissuta quella "normalità" a cui ha diritto.
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pilpul
 Oltremare - Pulizie
In questi giorni affannati di pre-festivo, ove il festivo in oggetto è il più temuto, pianificato e pulito dell’anno, girano on-line da parecchio le classiche vignette con Mosè che si fa il selfie con il popolo ebraico sul fondo del Mar Rosso, in pieno attraversamento, o Mosè che bara nella gara di nuoto, correndo all’asciutto sulle piastrelle della piscina mentre gli altri nuotano faticosamente. Ancora non sono uscite quelle con cucine intere ricoperte centimetro per centimetro di carta d’argento, chiaramente di matrice americana, come se coprendo tutto di alluminio si raggiungesse una santità supplementare o si fugasse ogni presenza di cose lievitate.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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