Meridione e Comunità ebraiche,
un cantiere aperto di iniziative

Schermata 2016-04-14 alle 13.55.48Progetto Meridione è il nome con cui, nell’ambito dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si fa comunemente riferimento alle moltissime attività volte a sostenere e valorizzare la rinascita delle Comunità ebraiche del Sud Italia. E di questo si è parlato nella riunione tenutasi a Roma, che ha portato al Centro Bibliografico i rappresentanti di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e della comunità di San Nicandro per una intensa giornata di lavoro insieme a rav Roberto Della Rocca e Gadi Piperno – coordinatore del progetto – e rav Pierpaolo Pinhas Punturello per Shavei Italia, e con il direttore dell’area Comunicazione e della redazione giornalistica dell’Unione Guido Vitale. L’ebraismo nel Meridione, è una realtà viva e molto vivace, che raccoglie singoli e gruppi dalle caratteristiche anche molto differenti tra loro, unite però dall’obiettivo condiviso di crescita e dalla fatica quotidiana dovuta all’esiguità numerica e alla distanza geografica fra i vari nuclei, che rende complessa, oltre che dispendiosa, l’organizzazione di attività comuni.
Dopo gli interventi dei singoli delegati delle diverse realtà, che hanno aggiornato i presenti sugli sviluppi seguiti alla riunione del gruppo di lavoro tenutasi lo scorso anno, nel pomeriggio si è parlato di tre punti che necessitano una strategia comune e concordata con l’Unione, ossia i servizi religiosi e cultuali, la partecipazione agli eventi nazionali assieme all’organizzazione dei futuri appuntamenti del Progetto Meridione e le relazioni istituzionali e comunicazione. Su quest’ultimo punto, in particolare, in seguito alla relazione di Vitale, che in mattinata aveva indicato come prioritarie la presa di coscienza della rilevanza delle comunità ebraiche del Sud per la società tutta, sono stati dibattuti i punti proposti per lo sviluppo del nuovo progetto per le pubbliche relazioni e informazione rivolto specificamente all’area. Dal rivendicare con forza la titolarità della rappresentanza di un ebraismo che vanta tradizioni millenarie al riconoscimento del sempre più evidente interesse della società nei confronti di comunità che sono state ignorate per troppo tempo all’importanza anche strategica di una crescita che è riconquista di qualcosa che è parte di diritto della minoranza ebraica italiana, tutto porta alla necessità di sostenere e valorizzare una ricchezza sproporzionata rispetto all’esiguità delle sue dimensioni. Farsi forza dei propri valori, della cultura e delle tradizioni che mai si sono perse, affrontare anche grazie agli strumenti tecnologici messi a disposizione dall’UCEI le difficoltà legate all’essere fisicamente presenti ai corsi e alle lezioni, trovare soluzione alla difficoltà di approvvigionamento di cibo casher, tutti argomenti che sono stati affrontati in una discussione comune, vivace, che ha mostrato con grande evidenza la volontà forte e condivisa di procedere uniti. E lo dimostrano i tanti progetti in cantiere: l’organizzazione di uno shabbat speciale a breve e di altri in tempi più lunghi, attività con le Università, incontri che portino in Meridione anche chi vive all’estremo opposto d’Italia, per arrivare fino a una replica autunnale del Moked, con una iniziativa nazionale capace di dare ulteriore impulso a una realtà che, davvero, non è solo più un sogno.

a.t. twitter @atrevesmoked

(14 aprile 2016)