Roberto
Della Rocca,
rabbino
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La
festa civile dei lavoratori che si è celebrata il 1° maggio in molte
parti del mondo ci fa pensare al famoso insegnamento
rabbinico dei Pirqè Avòt , 1; 10 : “...ama il lavoro e odia il
potere....”. Il nostro Rabbì Ovadià da Bertinoro spiega che l’amore per
il lavoro va inteso in questo modo: "persino se una persona ha di che
alimentarsi, deve occuparsi di un lavoro. Poiché la nullafacenza porta
alla noia. Ed odia il potere: non dire io sono una persona vicina al
potere e non mi si addice il lavoro...".
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Nell'imminenza
di una consultazione elettorale è normale che spuntino fuori inviti a
votare l'uno o l'altro partito. Ciò che sembra meno normale è che in
ambito ebraico ci si senta rivolgere inviti a dimenticare ciò che è
stato il fascismo e i crimini che ha commesso, contro di noi e contro
il paese. Ormai, si dice, è passato molto tempo, le cose e le persone
sono cambiate, bisogna metterci una pietra sopra. Certa destra, poi, è
molto amica di Israele, quindi è molto amica degli ebrei.
È di questi giorni la proiezione di due film su Fritz Bauer (Il
labirinto del silenzio e Lo stato contro Fritz Bauer), due film che
trattano il dilemma se si possa chiudere con il passato per andare
finalmente a riconciliazione; se sia lecito seppellire i morti una
seconda volta e dimenticarne volto e memoria pur di vivere appieno il
presente, pur di riconoscersi cittadini uguali a pieno diritto,
omologati anche sul piano della storia. NO. Non saremo mai uguali sul
piano della storia.
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Donne e religione
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Donne
e religione. Per motivi diversi Avvenire e Osservatore Romano
riflettono sul ruolo delle figure femminili all’interno della
tradizione ebraica e non: Avvenire anticipa alcuni stralci di
“Semplicemente ebree” (Kogoi) di Livia Genah e David Spagnoletto in cui
otto donne raccontano la loro spiritualità. Sul quotidiano poi spazio
alle riflessioni del rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni e di
rav Roberto Della Rocca, responsabile dell’area cultura dell’UCEI, che
del libro firmano rispettivamente la prefazione e l’introduzione.
Rispetto al binomio donne-religione, Repubblica racconta poi la scelta
dell’Osservatore Romano di potenziare e investire sul proprio inserto
al femminile Donne, Chiesa, mondo. Tra le firme di punta del quotidiano
vaticano, Anna Foa che a Repubblica racconta la sua scelta di entrare
nella redazione della rivista. Proprio la storica firma oggi
sull’Osservatore un lungo articolo dedicato al volume Il cielo sopra
l’inferno. La drammatica storia vera di Ravensbrück il campo di
concentramento nazista per sole donne, Newton Compton, firmato dalla
giornalista Sarah Helm.
Meis, il governo apre la strada. “Un miliardo ai tesori italiani”
titola il Corriere della Sera per raccontare lo stanziamento di fondi
deciso dal governo e diretto al settore della cultura. Un’iniziativa
che, scrive Paolo Conti, il ministro Dario Franceschini ha definito
come “la più grande operazione di investimento sul Patrimonio culturale
pubblico dell’Italia repubblicana”. Conti riporta la soddisfazione
“delle comunità ebraiche italiane” per “il finanziamento del Museo
dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara” a cui sono stati
destinati 25 milioni di euro per il suo completamento.
Gerusalemme, ancora violenza per mano palestinese. Nuova aggressione
nella Capitale israeliana da parte di un terrorista palestinese armato
di coltello che ha ferito un israeliano di sessant’anni presso la Porta
dei Leoni (Avvenire). La polizia israeliana ha arrestato nelle scorse
ore un diciottenne palestinese sospettato di essere il responsabile
dell’attacco.
Torna al Senato la legge sul negazionismo. Nuova discussione oggi in
Senato in merito al ddl che vuole introdurre nella legge Mancino –
quella contro “la discriminazione per motivi razziali, etnici e
religiosi” – l’aggravante del negazionismo della Shoah (Avvenire).
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QUI ROMA - ELEZIONI AMMINISTRATIVE
I silenzi di Raggi e Marchini
Pagine Ebraiche e i candidati
"Certamente,
se non questa settimana la prossima”. “Avrai l’intervista, Virginia ci
tiene”. “Tutto a posto, tranquillo, stasera ti togli il pensiero”.
E invece nulla. Un lungo, lunghissimo inseguimento. Tante belle parole
e garanzie da parte del suo staff. Fino al clamoroso dietrofront a
poche ore dalla stampa del giornale. Ufficialmente per un
“misunderstanding”(!) davvero un po’ grottesco. L’intervista (ancora)
non s’ha da fare. La capolista del Movimento Cinquestelle alle prossime
amministrative romane, l’avvocato Virginia Raggi, rinuncia a
confrontarsi con il giornale dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane. Una decisione su cui ogni lettore potrà sviluppare le
riflessioni che riterrà più opportune.
Parlano così, per il momento, soltanto Roberto Giachetti e Giorgia Meloni.
In attesa che anche Alfio Marchini e i suoi più stretti collaboratori,
più volte sollecitati da molti giorni, diano un segnale di reale
interesse a parlare e confrontarsi con il giornale dell’UCEI su alcuni
temi segnalati allo staff del candidato del centrodestra.
Non ultimo il rapporto di Roma con il suo passato e l’orrore della persecuzione nazifascista. Leggi
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qui milano
Un Giardino per Yizhak Rabin
“Giardino
Yitzhak Rabin. Statista israeliano e premio Nobel per la pace 1994”. È
quanto si legge nella targa scoperta proprio in queste ore a Milano,
nei giardini di piazza Tripoli. Ora, dunque, anche il capoluogo
lombardo ha un luogo dedicato a uno dei personaggi più amati della
politica israeliana, simbolo di una pace possibile e assassinato da
un'estremista di destra prima di potervi dare corso. “Una figura
simbolo dello scorso secolo. Questa targa spero sia un invito affinché
il suo insegnamento venga studiato. Rabin ha giocato un ruolo
importante e positivo per i destini del mondo”, ha dichiarato
l'assessore alla Cultura Raffaele del Corno, parlando poco dopo lo
svelamento della targa. Un'iniziativa lanciata dal gruppo Sinistra per
Israele e presentata in occasione delle celebrazioni lo scorso anno del
ventennale dell'uccisione di Rabin (assassinato il 4 novembre 1995).
“Ringrazio il Comune di Milano per aver dato seguito a questa
proposta – il commento di Ruggero Gabbai, Consigliere comunale
dell'amministrazione Pisapia – Guardando al Medio Oriente, oggi più che
mai ci sarebbe bisogno di uno statista come Rabin. Purtroppo è stato
assassinato ma il suo messaggio non è morto e tocca a noi portarlo
avanti”. Di Sinat chinam, odio gratuito, ha parlato il portavoce
dell'ambasciata d'Israele Amit Zarrouk ricordando il tragico epilogo
del Primo ministro d'Israele così come la sua lezione coraggiosa.
Presenti all'evento, tra gli altri, il Consigliere dell'Unione delle
Comunità ebraiche Italiane Giorgio Mortara, il
presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, assieme ai
Consiglieri Daniele Misrachi, Gadi Schoenheit e Claudia Terracina. Leggi
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qui bergamo - la due giorni di convegno
Primo Levi tra uomini e animali
Sono
molti i momenti in cui si sorride, o si ride apertamente, durante il
convegno "L'uomo e altri animali. Primo Levi etologo e antropologo"
organizzato dalle Università di Bergamo e di Milano Bicocca, in quella
che è da molti presenti percepita come una vera e propria boccata
d'aria fresca. È un Levi diverso dalla rappresentazione solita, che pur
essendosi ormai staccata da quella esclusiva del Testimone, normale
fino a un periodo non troppo lontano anche grazie a Marco Belpoliti,
ideatore della due giorni di convegno (oggi all'Università di Bergamo e
domani all'Università di Milano Bicocca), torna sempre a fare
riferimento al lager come nucleo centrale e fondante della sua opera.
Le molte citazioni offerte dai relatori rendono ai diversi brani a
volte considerati un semplice divertissement di Levi il loro peso
etico, morale e danno il senso di un lavoro di scrittura molto più
denso di riferimenti anche filosofici di quanto possa apparire a una
lettura superficiale. Ma fra ragni assassini e cani drogati, citando la
furia di Giobbe o le parole di Faussone si fa strada in maniera
evidente l'uso sottile di un'ironia che prima ancora di colpire, a
volte anche dolorosamente, porta un sorriso, e scompaginando ogni
rigidezza accademica obbliga a riflettere, a ripensare la profondità e
l'importanza di uno scrittore il cui valore pare crescere, se
possibile, ancor di più col tempo. Ad aprire la sessione mattutina
Francesco Remotti, dell’Università di Torino, che ha parlato di “Primo
Levi: la via difficile delle somiglianze”, a cui sono seguiti gli
interventi di Marco Aime, dell'Università di Genova, su “Lo specchio
dell’altro” e Manuela Consonni, docente della Hebrew University di
Gerusalemme e direttrice del Centro Internazionale Vidal Sassoon per lo
Studio dell’Antisemitismo presso la stessa università, su “Teodicea e
antropodicea: il dialogo di Levi con Giobbe”. Nel pomeriggio proseguono
i lavori del convegno che riprenderà domani alla Bicocca di Milano. Leggi
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La qualità serve a vincere |
Ieri il
Governo ha approvato un piano di investimenti da un miliardo di euro
sulla cultura. Tra questi, 25 milioni sono destinati al completamento
del Museo dell’ebraismo di Ferrara (MEIS), una grande soddisfazione per
tutti gli ebrei italiani. Più in generale, questo provvedimento
testimonia la forte volontà dell’esecutivo di puntare sull’educazione e
sulla formazione: una scelta non scontata in un’epoca di crisi
economica e preoccupazione dovuta alle migrazioni e al terrorismo
internazionale.
A proposito di cultura, l’argomento tocca da vicino la comunità ebraica
italiana, che si fonda sulla propria tradizione – all’interno – e sulla
propria reputazione – all’esterno. Anni fa, ricordo, si ragionava di
reti tra le comunità, con l’intento di creare delle economie di scala
ed evitare sovrapposizioni inutili tra centri grandi e piccoli. Bene,
al di là delle geometrie istituzionali mi pare che questa idea di fondo
si stia concretizzando.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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L'impegno di festeggiare insieme |
La festa di Pesach a Napoli si è svolta nel segno dell’accoglienza e dell’innovazione.
Due sedarim sono stati organizzati per i giorni della festa. Già lo
scorso anno il Consiglio della Comunità aveva aderito alla richiesta di
un iscritto di organizzare anche il primo seder nei locali comunitari,
per accogliere tutti quegli ebrei che per turismo o perché single non
avevano la possibilità di riunirsi alle proprie famiglie. In
quell’occasione abbiamo riscontrato una discreta adesione
all’iniziativa, ma quest’anno l’affluenza è stata maggiore: la prima
sera 50 persone, in gran parte turisti israeliani, hanno partecipato
alla tefillah e alla cena pasquale, mentre 53 hanno aderito la seconda
sera, soprattutto iscritti.
Ciro Moses D'Avino, Consigliere della Comunità ebraica di Napoli
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