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6 MAGGIO 2016
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diploma di ebreo

Saul, figlio di Moritz

Questo Diploma del 1940 è soprattutto un Diploma di discriminazione e pregiudizio (di “razza ebraica” ha questa funzione). Ora: Sua Maestà è sparita quattro anni dopo e morì nel ‘47 in esilio, in Egitto. Il Regno d’Italia? Finito. E d’Albania? Che scherzo! Imperatore d’Etiopia? Che tempo crudele e imbecille. Tutto sparito. (...) Il mio diploma stesso, stampato in finto Bodoni su pergamena finta si sta disintegrando e presto sparirà. Il titolo di dottore in architettura non l’ho mai usato e sono stato fortunato a non dover praticare l’architettura che per me è un supplizio. Il Dottore in Architettura è sparito. È rimasto solo Saul, figlio di Moritz, di razza ebraica. Infatti questo è un diploma di Ebreo.

Saul Steinberg

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yom haShoah

Memoria, senza cerimonie

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Sono state migliaia le persone, soprattutto giovani, a prendere parte alla “Marcia dei vivi”, la manifestazione che in occasione di Yom HaShoah (27 Nissan per il calendario ebraico che quest'anno coincideva con il 5 maggio in quello civile) commemora le vittime del genocidio ebraico percorrendo a piedi il tratto di tre chilometri da Auschwitz a Birkenau. “Un tributo silenzioso a tutte le vittime”, si legge sul sito che raccoglie le testimonianze delle celebrazione avviata nel 1988. “Voglio che loro, i giovani, sappiano che l'odio uccide” ha affermato durante la marcia l'ottantunenne Feiga Francis Schmidt Libman, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti e che ad Auschwitz ha perso parte della sua famiglia. “Ho un motto – ha spiegato Libman ai giornalisti di Afp – Se hai odio nel tuo cuore, non avrai spazio per l'amore. Vorrei che ognuno di noi fosse gentile con l'altro, perché non importa se preghi in una sinagoga, in una chiesa o in una moschea. Siamo tutti uguali”.
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Scuola

Allontanamento e ritorno

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“Questo Diploma del 1940 è soprattutto un Diploma di discriminazione e pregiudizio, infatti questo è un diploma di Ebreo”.
Scriveva così, con la sua ironica ma severa leggerezza nel 1985 Saul Steinberg, il disegnatore che tutti conoscono per le sue vignette e per le copertine del New Yorker, a proposito del suo diploma di laurea preso al Politecnico di Milano, conferito a nome di “Sua Maestà Vittorio Emanuele III re d'Italia e di Albania e imperatore d'Etiopia” a “Steinberg Saul, figlio di Moritz, di razza ebraica”. È questo uno dei moltissimi documenti mostrati da Analisa Capristo del Centro Studi Americani di Roma nel corso del seminario intitolato “Scuola. L’allontanamento e il ritorno” svoltosi a Roma al centro ebraico il Pitigliani e promosso da Uil Scuola in collaborazione con il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e lo Yad Vashem.
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#u4refugees

Aperti i corridoi educativi

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Corridoi educativi per consentire ai rifugiati l’accesso ai percorsi di alta formazione. Questo l’obiettivo al centro di #U4Refugees, L’Università per i rifugiati, iniziativa presentata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal Ministro Stefania Giannini e dalla Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo Silvia Costa, che già a ottobre dell’anno scorso aveva chiesto alle Università europee di consentire l’accesso agli studenti costretti alla fuga dai Paesi in conflitto.
“Sono molto felice che questa iniziativa sia stata accolta per prima dall’Italia, Paese che conferma la leadership sul fronte dell’accoglienza, dell’investimento in cultura e dei progetti orientati al recupero e alla protezione dei beni culturali oggetto di attentati e distruzione", ha commentato il ministro. In Europa non si costruiscono solo muri, ma si attivano progetti concreti nel nome della cultura e della formazione. Leggi tutto

materiali

La Brigata ebraica

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Le polemiche che si sono scatenate intorno alle cerimonia del 25 aprile sull’opportunità della presenza della Brigata ebraica con la propria bandiera rendono opportuno precisare e spiegare il ruolo svolto non solo dalla Brigata ebraica, ma anche, e forse di più, dagli ebrei italiani nella guerra di liberazione. La loro presenza nella storia italiana e nella storia della Resistenza è indispensabile ed è la condicio sine qua non per capire l’Italia di ieri e certamente di oggi. 
La partecipazione ebraica attiva nelle file della Resistenza non solo aveva contato su un numero elevato, circa duemila tra uomini e donne, ma era stata condotta all’interno del movimento di liberazione senza dare origine a organizzazioni separate.

Manuela Consonni
Direttrice del Vidal Sassoon Centro Internazionale di Studi sull’Antisemitismo, Università Ebraica di Gerusalemme


La Stampa, 3 maggio

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rassegna stampa 29 aprile - 5 maggiO

Lui è tornato

Fino a ieri era un testo tabù, domani sarà materia scolastica”. Così racconta al Giornale (29 aprile) il deputato verde Sepp Dürr, promotore di un’interrogazione per sapere dal governo di Monaco come intende portare il manifesto di Hitler sui banchi di scuola. Il Mein Kampf sarà oggetto di studio in Baviera, mentre esce un saggio in 4 volumi sulla vita di Hitler giorno per giorno. Le prime lezioni con la versione annotata del Mein Kampf nelle scuole bavaresi sono previste da settembre e “saranno rivolte agli studenti di almeno 15 anni”, in quella che non è però una novità da poco per un paese che fino a ieri aveva vietato per legge la diffusione del testo: fino al 31 dicembre del 2015 il governo di Monaco era l’unico detentore dei diritti d’autore di Hitler e la sua ripubblicazione era ufficialmente vietata.

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