La rassegna settimanale di melamed – Lui è tornato

Fino a ieri era un testo tabù, domani sarà materia scolastica”. Così spiega al Giornale (29 aprile) il deputato verde Sepp Dürr, promotore di un’interrogazione per sapere dal governo di Monaco come intende portare il manifesto di Hitler sui banchi di scuola. Il Mein Kampf sarà oggetto di studio in Baviera, pare, mentre esce un saggio in 4 volumi sulla vita di Hitler giorno per giorno. Le prime lezioni con la versione annotata del Mein Kampf nelle scuole bavaresi sono previste da settembre e “saranno rivolte agli studenti di almeno 15 anni”, in quella che non è però una novità da poco per un paese che fino a ieri aveva vietato per legge la diffusione del testo: fino al 31 dicembre del 2015 il governo di Monaco era l’unico detentore dei diritti d’autore di Hitler e la sua ripubblicazione era ufficialmente vietata. “Nel 2009 la svolta: il Libero Stato di Baviera incarica l’Istituto per la storia contemporanea (Ifz) di Monaco di curare un’edizione annotata di Mein Kampf che ne spieghi le origini e il contenuto propagandistico. ll tomo da duemila pagine – e 3.700 note critiche – arriva in libreria a gennaio di quest’anno ed è subito best-seller. 55 mila copie vendute in poche settimane. L’opera continua però a dividere. Se l’ex presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Charlotte Knobloch, trova il carico di odio del testo poco adatto ad un’aula scolastica, Dürr è fra quelli secondo cui ‘è da venti anni che la democrazia tedesca è matura abbastanza per leggere il Mein Kampf’. Contento è anche Josef Kraus: il presidente dell’associazione degli insegnanti tedeschi crede nell’approccio critico al manifesto ideologico hitleriano per ‘immunizzare’ i giovani”. Il Fatto, lo stesso giorno, titola “Lui è tornato. Anche nelle scuole tedesche”. La Germania aveva provato a ironizzare con il film “Er ist wieder da” (“Lui è tornato”), tratto dal noto libro di Timur Vermes, “spettri come quelli dei 5 neonazisti alla sbarra a Monaco di Baviera per l’inchiesta sulla OldschoolSociety: avrebbero pianificato attentati a strutture per i rifugiati. Ma anche come quelli evocati da Charlotte Knobloch, già presidente del Consiglio centrale ebraico tedesco, che ha contestato la decisione con la quale il ministero dell’istruzione bavarese ha dato il via libera alla possibile lettura orientata di “Mein Kampf’, la base filosofica del nazionalsocialismo, nelle scuole”.
Educazione e obbedienza. “Le discussioni sul ruolo dell’educazione nel mondo arabo troppo raramente si occupano del ruolo della scuola nello sviluppo delle competenze politiche e sociali. Ed è un peccato, consideranto che i cittadini istruiti dei paesi arabi sono molto meno emancipati, nell’insieme e da un punto di vista politico e sociale, dei cittadini del resto del mondo. Se le società del mondo arabo intendono aprirsi e diventare più dinamiche anche economicamente, bisogna offrire loro un sistema educativo che integri e si faccia promotore dei valori necessari per raggiungere tale obiettivo”. Così su Le Monde (29 aprile) Ishac Diwan apre un articolo che si concentra su un problema che andrebbe affrontato con grande forza ma anche con grande attenzione perché, come dichiara il titolo, “Nei paesi arabi l’educazione non può più essere scuola di obbedienza”.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(6 maggio 2016)