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8 Maggio 2016 - 30 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"Per salvare Sodoma erano necessari dieci giusti; per distruggere il mondo e quanto contiene è sufficiente un solo stolto." (Rabbi Menachem Mendel di Kotzk)
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
L’inventore della fisica antica, Empedocle, un uomo dai piedi gonfi che sfida il fuoco; Giacobbe. un patriarca dal piede claudicante; Mosè, un leader balbuziente. Anziché la forza, la debolezza, la fragilità, la vulnerabilità, ma anche la tenacia e la deviazione rispetto alle norme vigenti. Pensare diritto non produce alcun cambiamento. Solo trovandosi al bivio e scegliendo “contro”, “biforcando”, “deviando”, sottraendosi alle leggi di ieri e sfidandole, si riesce a dare una chance di futuro. Michel Serres, con Il mancino zoppo (Bollati Boringhieri) fa l’elogio dell’imperfezione, del pensiero trasversale, del pensare contro, come da tempo nessuno faceva più. Da leggere fino all’ultimo rigo. Ma anche una voce da ascoltare. Sarà un piacere sentire la sua voce al Salone dl libro a Torino.
La promessa di Khan: "Sindaco di tutti"
“La speranza ha battuto la paura, l’unità ha sconfitto la divisione”. Così il neo sindaco di Londra, Sadiq Khan, che per il suo insediamento ha scelto una cattedrale cristiana a Southwark. “Voglio mettere insieme l’amministrazione più trasparente, accessibile e impegnata nella storia della città, voglio rappresentare ogni comunità e ogni singola parte di Londra, voglio essere il sindaco di tutti i londinesi”.
Osserva il Corriere: “È stato senza dubbio eletto da ogni credo e colore: 1,3 milioni i consensi che ha ottenuto. Il 57% dei votanti si è schierato con lui, un mandato senza precedenti”.

Tragico incidente in un campo profughi nel nord della Striscia di Gaza, dove tre fratellini (cinque anni in tre) sono morti tra le fiamme scatenate da una candela accesa per rischiarare la stanza dove dormivano. L’atmosfera dei funerali è stata molto tesa, riporta la Repubblica, “perché per la prima volta si è scatenata una critica ad Hamas, con alcuni residenti del campo profughi che hanno accusato gli islamisti di deviare la scarsa elettricità che c’è nella Striscia verso la sua rete di tunnel di attacco contro Israele invece che destinarla alla popolazione civile”.

L’ipotesi che Marco Carrai riesca ad arrivare a occuparsi di cyber security per il governo “ormai è archiviata per sempre”, scrive il Fatto Quotidiano. L’imprenditore fiorentino sarebbe stato bloccato dall’ostilità degli ambienti americani che – sostiene il Fatto – “non gli perdonano la vicinanza al governo israeliano di Bibi Netanyahu”.
 
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  davar
ucei - verso le elezioni
Milano, la parola ai candidati
Ampio approfondimento sul numero di maggio di Pagine Ebraiche in distribuzione dedicato all'appuntamento elettorale del 19 giugno, quando saranno definiti gli organici del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in carica per il prossimo quadriennio. A confronto con la redazione capolista e delegati delle diverse formazioni in lizza a Roma e Milano oltre che i diversi candidati presentatisi a Trieste, Firenze e Livorno. A Milano, dove si
eleggeranno 10 Consiglieri con voto nominale a suffragio universale (panachage), si sono presentate le liste “Comunità Aperta”, “WellCommunity per Israele” e “Milano per l’Unione.


Comunità Aperta: "Apertura e accoglienza"
Matrimoni misti, conversioni, indipendenza del rabbinato italiano. Si concentra su questi tre punti il programma della lista “Comunità Aperta” guidata da Cobi Benatoff, affiancato da Joyce Bigio e Alberto Levi. “Non sono un utopista, non penso che si possa cambiare tutto, subito. Il mio è un tentativo di mobilitare quelle persone che a Milano, e non solo, si sono allontanate dalla Comunità. Fare in modo che quest’ultima le ascolti. Forse questa è l’ultima possibilità”. Molte delle persone allontanatesi, spiega Benatoff, fanno parte di quella realtà dei cosiddetti matrimoni misti, ovvero quei casi in cui i coniugi non sono entrambi ebrei. “In Europa si tratta del 50 per cento dei casi. È praticamente inevitabile, visto il numero esiguo di ebrei. Non dico che sono a favore, ma in un rapporto civile ognuno deve rispettare le scelte degli altri. Il problema – sottolinea Benatoff – si pone soprattutto quando da queste coppie nascono dei figli e quando la madre non è ebrea (nell’ebraismo la discendenza si trasmette in via matrilineare, ndr). Vorrei citare rav Korsia, rabbino capo di Francia: ‘I figli di madre non ebrea e di padre ebreo sono prodotto del seme di Israele, (Zera Israel); in questi casi parliamo di ‘regolarizzazione’ e non di conversione perché questo significherebbe che non sono ebrei, che non è del tutto vero”.

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Wellcomunity per Israele: "La scuola al centro"
“La prima cosa da dire è di andare a votare. La partecipazione degli iscritti alle elezioni dell’Unione, che rappresenta tutti gli ebrei italiani, è molto importante per il nostro futuro”. Nel presentare il programma della listamilanese WellCommunity per Israele, Raffaele Besso, capolista del gruppo di cui fanno parte Dalia Gubbay, Guido Ascer Guetta, Sara Modena, Guido Osimo, Davide Riccardo Romano e Raffaele Michele Turiel, tiene a sottolineare l’importanza dell’appuntamento del 19 giugno, formulando un appello trasversale a recarsi alle urne. Il primo punto programmatico invece è la scuola. “Noi crediamo nella centralità della scuola ebraica – sottolinea Besso – La dimostrazione è che nella nostra lista ci sono gli ultimi due assessori UCEI che si sono occupati di educazione, Raffaele Turiel e Guido Osimo. Turiel prima e Osimo poi hanno coordinato un progetto congiunto di UCEI e Ministero dell’Istruzione riguardo al sostegno economico alle scuole. La nostra idea su questo punto è quella di destinare direttamente il 20 per cento del gettito Otto per Mille all’educazione e in particolare alle quattro scuole ebraiche attive in Italia (Milano, Roma, Torino, Trieste, ndr). Sono istituzioni in difficoltà e, a Milano, c’è chi ha avuto la tentazione di chiudere ad esempio il liceo. Ma la chiusura non può e non deve essere una strada da percorrere”.

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Milano X l’Unione – l’Unione X Milano: "Sguardo al futuro" “Puntiamo molto sui giovani, al di là della retorica. Crediamo che debbano essere coinvolti maggiormente all’interno dell’UCEI, attraverso le loro rappresentanze come l’Ugei, ma non solo. Bisogna riuscire a raggiungere anche tutti quelli che, per varie ragioni, si sono allontanati dalle proprie comunità o se ne sentono esclusi”. È dunque l’attenzione alle future generazioni uno dei cardini del programma della lista Milano X l’Unione – l’Unione X Milano, guidata da Milo Hasbani, assieme a Betti Guetta, Avram Hason, Alberto Jona Falco, Giorgio Mortara e Giorgio Sacerdoti. Ed è Hasbani a spiegare gli obiettivi della lista, sottolineando come tra le priorità ci siano i giovani così come la sicurezza. “In un momento come questo non possiamo trascurare questo fattore e dobbiamo fare in modo di incentivare i fondi da destinare alla sicurezza”. Hasbani sottolinea poi come un “tema fondamentale di queste elezioni sarà il riparto dell’Otto per Mille. Io ho fatto parte della Commissione UCEI che se ne occupava e spero di poter continuare. C’è chi punterà a contestare la ripartizione attuale che sì deve essere perfezionata, ma sono stati fatti molti investimenti importanti che hanno dato risultati strategici fondamentali”. Sulle spese generali dell’ente, il capolista di Milano per l’Unione sottolinea che “siamo consapevoli che ci siano ancora degli sprechi, che bisogna migliorare molto e garantisco il nostro impegno ad ottimizzare i costi e utilizzare al meglio le risorse disponibili”.

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QUI LONDRA
Khan, il primo sindaco islamico: "La mia storia vicina agli ebrei"
"La mia storia suonerà familiare a molti ebrei londinesi”. Inizia così un recente editoriale di Sadiq Khan, neo eletto sindaco di Londra, figlio di immigrati dal Pakistan e primo musulmano a ricoprire la carica, pubblicato sul giornale ebraico inglese Jewish News. Mettendo a confronto la sua storia personale con quella di molte peregrinazioni di famiglie ebraiche ma anche con l’esperienza dolorosa della discriminazione, Khan descrive il suo impegno a lottare contro ogni forma di antisemitismo ma più in generale razzismo ed estremismo all’interno della società della Capitale britannica. Una promessa che rientra nella sua volontà di rappresentare ogni comunità ed essere “il sindaco di tutti i londinesi” espressa nel discorso del suo insediamento pronunciato ieri nella cattedrale di Southwark. Il laburista Sadiq Khan ha vinto con una maggioranza del 57 percento, ottenendo 1.3 milioni di consensi, contro il suo rivale conservatore Zac Goldsmith, figlio del magnate ebreo Sir Jimmy Goldsmith. Come primo atto da sindaco – dopo una campagna elettorale resa infuocata dalle dichiarazioni anti israeliane e antisemite di vari membri del partito laburista tra cui l’ex sindaco di Londra Ken Livingston, da lui condannate – Khan parteciperà questo pomeriggio alla più grande cerimonia di commemorazione della Shoah in Gran Bretagna, organizzata dall’associazione Yom HaShoah UK al Barnet Copthall Stadium, insieme al rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis, l’ambasciatore israeliano Mark Regev e altri rappresentanti delle istituzioni ebraiche.
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qui trieste - il convegno
Gli ebrei e la Grande Guerra,

una densa stagione di impegno
In svolgimento, nelle sale del Museo ebraico di Trieste, un prestigioso convegno dal titolo “L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria al fronte della Grande Guerra” organizzato dall’Associazione Medica Ebraica con il patrocinio del Comune, della Comunità ebraica e dell’Università degli Studi del capoluogo giuliano. Numerosi i relatori che hanno accolto l’invito del comitato scientifico composto da Stefano Arieti (Bologna), Tullia Catalan (Trieste), Gadi Luzzatto Voghera (Padova), Giorgio Mortara (Milano), Rosanna Supino (Milano).
Una grande ricchezza di contributi per approfondire una pagina di storia in parte da riscoprire. Tra i protagonisti del convegno Maddalena Del Bianco Cotrozzi, Pierluigi Briganti, Giovanni Cecini, Andrea Finzi, Matteo Perissinotto, Mauro Tabor, Daniele Roccas, Pierpaolo Martucci, Stefano Arieti, Valerio Marchi e Rita Corsa. “In quasi tutti i medici ebrei vi è stato oltre all’impegno nello sviluppo della scienza medica un forte impegno civile e sociale quasi come un obbligo per la libertà e per la emancipazione ottenuta. Non sentirono la propria fede religiosa come un impedimento alla partecipazione alla vita pubblica italiana” scrive il presidente dell’Ame Giorgio Mortara in un intervento letto oggi in apertura di convegno. “Ho voluto questo convegno, l’ho fortemente voluto – ha affermato la dottoressa Supino – perché molti non sanno quanto gli ebrei si sentano italiani e quanto siano, almeno in questo caso, integrati nella vita pubblica italiana. Qualcuno ha scritto che gli ebrei durante la prima guerra mondiale erano più italiani degli italiani”.


Le radici di un impegno - L'intervento di Giorgio Mortara

Più italiani degli italiani - L'intervento di Rosanna Supino

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AL PRESIDENTE emerito il premio exodus 
Italia-Israele, con Napolitano amicizia sempre più stretta
Settant’anni fa, l’8 maggio del 1946, partirono alla volta della Palestina mandataria dal Molo Pagliari della Spezia due imbarcazioni, la Fede e la Fenice. A bordo oltre un migliaio di esuli ebrei da tutta Europa, sopravvissuti alla Shoah e alla violenza nazifascista, che partirono verso il futuro Stato di Israele in cerca di una nuova vita. Un momento storico doloroso ma carico di speranza a cui la città ligure, soprannominata Porta di Sion (Schaar Zion), è molto legata tanto da aver istituito il Premio Exodus, per celebrarne il significato. Un riconoscimento ideato nel 2000 e che quest’anno la città, con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha scelto di consegnare al Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano per “il suo costante impegno per l’Europa e la sua ferma scelta atlantica".
"Meno attenzione ha ricevuto, almeno in Italia, la sua capacità di iniziare e allacciare un forte legame con Israele, testimoniato dalla perdurante amicizia con Shimon Peres. Il Presidente Napolitano - si legge - non ha mai smesso di operare per la pace fra israeliani e palestinesi”. La cerimonia, a cui presenzierà il presidente UCEI Renzo Gattegna, si terrà il prossimo 26 maggio a Palazzo Madama con la consegna a Napolitano del premio da parte del sindaco della Spezia Massimo Federici.
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qui roma - la mostra
Sulle tracce di Arthur Bryks

Dal Monte Verità a Israele 
Uno straordinario fermento culturale attraversò la cittadina di Ascona, Svizzera italiana, sul finire degli anni Dieci del secolo scorso. Protagonisti grandi nomi dell’epoca, come l’eclettico artista polacco Arthur Bryks, che fu tra gli animatori del cenacolo di Monte Verità e cui è dedicata una mostra (“Arthur Bryks e l’avanguardia europea”) inaugurata in queste ore alla Galleria Aleandri Arte Moderna con il patrocinio della Comunità ebraica romana.
Centoquaranta le opere esposte, molte delle quali a tema ebraico e rabbinico, una costante della sua vasta produzione, che seguono l’artista nei suoi numerosi spostamenti. Dalla Zurigo dadaista al Ticino, dalla Berlino della Die Brücke alla Parigi di Soutine passando per Amsterdam e New York fino al definitivo approdo in Israele dopo la tragedia della Shoah (nella quale l’artista perse i suoi familiari e in seguito alla quale fu fortemente impegnato nell’opera di reinserimento sociale dei sopravvissuti).
“Un’iniziativa culturale di estremo interesse” spiega il rabbino capo rav Riccardo Di Segni ricordando la personalità “poliedrica e creativa di artista che agisce in un clima di grande vivacità, vicino geograficamente e socialmente a Elias Canetti e Albert Einstein”. Un autore conosciuto, ma in parte ancora da riscoprire. Per questo il rabbino capo ha riconosciuto come meritoria l’iniziativa del gallerista, Simone Aleandri, entrato in contatto con la Comunità grazie al tramite di Georges de Canino. Iniziativa per cui la Comunità “non può che rallegrarsi” dice l’assessore alla Cultura Giorgia Calò.
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pilpul

La legge e i fatti
Il disegno di legge che dà corpo e sostanza al reato di negazionismo è passato al Senato della Repubblica, dopo un tortuoso iter, non privo di colpi e contraccolpi, tra dilazioni, mediazioni, negoziazioni, concessioni e chiusure di vario genere. Peraltro, le perplessità di merito espresse da alcuni parlamentari, appartenenti anche a schieramenti diversi, sono state risolte con un dispositivo linguistico, incorporato dentro il testo della futura legge, che potrebbe prestarsi ad un conflitto di interpretazioni (e quindi di sentenze) nel momento in cui i magistrati verranno chiamati ad esprimersi nei singoli casi che saranno presentati in giudizio. Avremo modo di tornare, in futuro, nel merito del rischio di incongruità che alcuni giuristi, parlamentari e studiosi vanno rilevando. Lo si farà a legge definitivamente licenziata e approvata, testo alla mano. Rimane il fatto che se una norma di tale genere cerca di arginare l’evoluzione pericolosa che presenta il fenomeno negazionista, ai nostri giorni meno ancorato alle sue origini ideologiche e politiche (la destra neonazista) ma sempre più spesso accompagnato alle prassi di delegittimazione del presente, quest’ultimo letto semmai come il prodotto di complotti e di manipolazioni, quel che rimane è la sensazione che comunque lo strumento legislativo sia di per sé insufficiente. Le obiezioni sono molteplici e spaziano in campi tra di loro molto differenti.

Claudio Vercelli
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Il SettimanAle - Tempo scaduto?
“Non vogliamo educare i nostri ragazzi a odiare, sebbene il nemico occupi la nostra terra, vìoli la nostra sovranità e prema ai nostri confini”. Così i membri di un comitato consultivo hanno motivato, cautamente, la richiesta al Ministero dell’Istruzione di modificare il curriculum scolastico libanese, eliminando la definizione di Israele come unico nemico del Libano.

Alessandro Treves, neuroscienziato
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Un sindaco tra speranza e paura
L’elezione a sindaco di Londra, umbilicus mundi, di Sadiq Khan, socialista, musulmano di famiglia pachistana, sembra dar ragione alle fosche previsioni di Hollebecq sulla islamizzazione prossima ventura dell’Europa, e sulla perdita delle radici illuministe e dell’identità greco-giudaico-cristiana del nostro continente. “Submission” si apre proprio con l’elezione (in un prossimo venturo 2022) di un musulmano di seconda generazione a Presidente della Repubblica francese, grazie all’alleanza tra socialisti e islamici moderati, e alla progressiva volontaria conversione della popolazione alla Sharia e alle leggi dell’Islam. Ma cercando di utilizzare il cervello razionale, invece di quello emotivo, vorrei far mio il motto elettorale di Khan: “Scegliete la speranza e non la paura”.

Viviana Kasam
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