Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Per
salvare Sodoma erano necessari dieci giusti; per distruggere il mondo e
quanto contiene è sufficiente un solo stolto." (Rabbi Menachem Mendel
di Kotzk)
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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L’inventore
della fisica antica, Empedocle, un uomo dai piedi gonfi che sfida il
fuoco; Giacobbe. un patriarca dal piede claudicante; Mosè, un leader
balbuziente. Anziché la forza, la debolezza, la fragilità, la
vulnerabilità, ma anche la tenacia e la deviazione rispetto alle norme
vigenti. Pensare diritto non produce alcun cambiamento. Solo trovandosi
al bivio e scegliendo “contro”, “biforcando”, “deviando”, sottraendosi
alle leggi di ieri e sfidandole, si riesce a dare una chance di futuro.
Michel Serres, con Il mancino zoppo
(Bollati Boringhieri) fa l’elogio dell’imperfezione, del pensiero
trasversale, del pensare contro, come da tempo nessuno faceva più. Da
leggere fino all’ultimo rigo. Ma anche una voce da ascoltare. Sarà un
piacere sentire la sua voce al Salone dl libro a Torino.
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La promessa di Khan: "Sindaco di tutti"
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“La
speranza ha battuto la paura, l’unità ha sconfitto la divisione”. Così
il neo sindaco di Londra, Sadiq Khan, che per il suo insediamento ha
scelto una cattedrale cristiana a Southwark. “Voglio mettere insieme
l’amministrazione più trasparente, accessibile e impegnata nella storia
della città, voglio rappresentare ogni comunità e ogni singola parte di
Londra, voglio essere il sindaco di tutti i londinesi”.
Osserva il Corriere: “È stato senza dubbio eletto da ogni credo e
colore: 1,3 milioni i consensi che ha ottenuto. Il 57% dei votanti si è
schierato con lui, un mandato senza precedenti”.
Tragico incidente in un campo profughi nel nord della Striscia di Gaza,
dove tre fratellini (cinque anni in tre) sono morti tra le fiamme
scatenate da una candela accesa per rischiarare la stanza dove
dormivano. L’atmosfera dei funerali è stata molto tesa, riporta la
Repubblica, “perché per la prima volta si è scatenata una critica ad
Hamas, con alcuni residenti del campo profughi che hanno accusato gli
islamisti di deviare la scarsa elettricità che c’è nella Striscia verso
la sua rete di tunnel di attacco contro Israele invece che destinarla
alla popolazione civile”.
L’ipotesi che Marco Carrai riesca ad arrivare a occuparsi di cyber
security per il governo “ormai è archiviata per sempre”, scrive il
Fatto Quotidiano. L’imprenditore fiorentino sarebbe stato bloccato
dall’ostilità degli ambienti americani che – sostiene il Fatto – “non
gli perdonano la vicinanza al governo israeliano di Bibi Netanyahu”.
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ucei - verso le elezioni
Milano, la parola ai candidati
Ampio
approfondimento sul numero di maggio di Pagine Ebraiche in
distribuzione dedicato all'appuntamento elettorale del 19 giugno,
quando saranno definiti gli organici del Consiglio dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane in carica per il prossimo quadriennio. A
confronto con la redazione capolista e delegati delle diverse
formazioni in lizza a Roma e Milano oltre che i diversi candidati
presentatisi a Trieste, Firenze e Livorno. A Milano, dove si
eleggeranno 10 Consiglieri con voto nominale a suffragio universale
(panachage), si sono presentate le liste “Comunità Aperta”,
“WellCommunity per Israele” e “Milano per l’Unione.
Comunità Aperta: "Apertura e accoglienza"
Matrimoni
misti, conversioni, indipendenza del rabbinato italiano. Si concentra
su questi tre punti il programma della lista “Comunità Aperta” guidata
da Cobi Benatoff, affiancato da Joyce Bigio e Alberto Levi. “Non sono
un utopista, non penso che si possa cambiare tutto, subito. Il mio è un
tentativo di mobilitare quelle persone che a Milano, e non solo, si
sono allontanate dalla Comunità. Fare in modo che quest’ultima le
ascolti. Forse questa è l’ultima possibilità”. Molte delle persone
allontanatesi, spiega Benatoff, fanno parte di quella realtà dei
cosiddetti matrimoni misti, ovvero quei casi in cui i coniugi non sono
entrambi ebrei. “In Europa si tratta del 50 per cento dei casi. È
praticamente inevitabile, visto il numero esiguo di ebrei. Non dico che
sono a favore, ma in un rapporto civile ognuno deve rispettare le
scelte degli altri. Il problema – sottolinea Benatoff – si pone
soprattutto quando da queste coppie nascono dei figli e quando la madre
non è ebrea (nell’ebraismo la discendenza si trasmette in via
matrilineare, ndr). Vorrei citare rav Korsia, rabbino capo di Francia:
‘I figli di madre non ebrea e di padre ebreo sono prodotto del seme di
Israele, (Zera Israel); in questi casi parliamo di ‘regolarizzazione’ e
non di conversione perché questo significherebbe che non sono ebrei,
che non è del tutto vero”.
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Wellcomunity per Israele: "La scuola al centro"
“La
prima cosa da dire è di andare a votare. La partecipazione degli
iscritti alle elezioni dell’Unione, che rappresenta tutti gli ebrei
italiani, è molto importante per il nostro futuro”. Nel presentare il
programma della listamilanese WellCommunity per Israele, Raffaele
Besso, capolista del gruppo di cui fanno parte Dalia Gubbay, Guido
Ascer Guetta, Sara Modena, Guido Osimo, Davide Riccardo Romano e
Raffaele Michele Turiel, tiene a sottolineare l’importanza
dell’appuntamento del 19 giugno, formulando un appello trasversale a
recarsi alle urne. Il primo punto programmatico invece è la scuola.
“Noi crediamo nella centralità della scuola ebraica – sottolinea Besso
– La dimostrazione è che nella nostra lista ci sono gli ultimi due
assessori UCEI che si sono occupati di educazione, Raffaele Turiel e
Guido Osimo. Turiel prima e Osimo poi hanno coordinato un progetto
congiunto di UCEI e Ministero dell’Istruzione riguardo al sostegno
economico alle scuole. La nostra idea su questo punto è quella di
destinare direttamente il 20 per cento del gettito Otto per Mille
all’educazione e in particolare alle quattro scuole ebraiche attive in
Italia (Milano, Roma, Torino, Trieste, ndr). Sono istituzioni in
difficoltà e, a Milano, c’è chi ha avuto la tentazione di chiudere ad
esempio il liceo. Ma la chiusura non può e non deve essere una strada
da percorrere”.
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Milano X l’Unione – l’Unione X Milano: "Sguardo al futuro" “Puntiamo
molto sui giovani, al di là della retorica. Crediamo che debbano essere
coinvolti maggiormente all’interno dell’UCEI, attraverso le loro
rappresentanze come l’Ugei, ma non solo. Bisogna riuscire a raggiungere
anche tutti quelli che, per varie ragioni, si sono allontanati dalle
proprie comunità o se ne sentono esclusi”. È dunque l’attenzione alle
future generazioni uno dei cardini del programma della lista Milano X
l’Unione – l’Unione X Milano, guidata da Milo Hasbani, assieme a Betti
Guetta, Avram Hason, Alberto Jona Falco, Giorgio Mortara e Giorgio
Sacerdoti. Ed è Hasbani a spiegare gli obiettivi della lista,
sottolineando come tra le priorità ci siano i giovani così come la
sicurezza. “In un momento come questo non possiamo trascurare questo
fattore e dobbiamo fare in modo di incentivare i fondi da destinare
alla sicurezza”. Hasbani sottolinea poi come un “tema fondamentale di
queste elezioni sarà il riparto dell’Otto per Mille. Io ho fatto parte
della Commissione UCEI che se ne occupava e spero di poter continuare.
C’è chi punterà a contestare la ripartizione attuale che sì deve essere
perfezionata, ma sono stati fatti molti investimenti importanti che
hanno dato risultati strategici fondamentali”. Sulle spese generali
dell’ente, il capolista di Milano per l’Unione sottolinea che “siamo
consapevoli che ci siano ancora degli sprechi, che bisogna migliorare
molto e garantisco il nostro impegno ad ottimizzare i costi e
utilizzare al meglio le risorse disponibili”.
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QUI LONDRA Khan, il primo sindaco islamico: "La mia storia vicina agli ebrei"
"La
mia storia suonerà familiare a molti ebrei londinesi”. Inizia così un
recente editoriale di Sadiq Khan, neo eletto sindaco di Londra, figlio
di immigrati dal Pakistan e primo musulmano a ricoprire la carica,
pubblicato sul giornale ebraico inglese Jewish News. Mettendo a
confronto la sua storia personale con quella di molte peregrinazioni di
famiglie ebraiche ma anche con l’esperienza dolorosa della
discriminazione, Khan descrive il suo impegno a lottare contro ogni
forma di antisemitismo ma più in generale razzismo ed estremismo
all’interno della società della Capitale britannica. Una promessa che
rientra nella sua volontà di rappresentare ogni comunità ed essere “il
sindaco di tutti i londinesi” espressa nel discorso del suo
insediamento pronunciato ieri nella cattedrale di Southwark. Il
laburista Sadiq Khan ha vinto con una maggioranza del 57 percento,
ottenendo 1.3 milioni di consensi, contro il suo rivale conservatore
Zac Goldsmith, figlio del magnate ebreo Sir Jimmy Goldsmith. Come primo
atto da sindaco – dopo una campagna elettorale resa infuocata dalle
dichiarazioni anti israeliane e antisemite di vari membri del partito
laburista tra cui l’ex sindaco di Londra Ken Livingston, da lui
condannate – Khan parteciperà questo pomeriggio alla più grande
cerimonia di commemorazione della Shoah in Gran Bretagna, organizzata
dall’associazione Yom HaShoah UK al Barnet Copthall Stadium, insieme al
rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis, l’ambasciatore israeliano
Mark Regev e altri rappresentanti delle istituzioni ebraiche. Leggi
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qui trieste - il convegno Gli ebrei e la Grande Guerra,
una densa stagione di impegno
In
svolgimento, nelle sale del Museo ebraico di Trieste, un prestigioso
convegno dal titolo “L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria al
fronte della Grande Guerra” organizzato dall’Associazione Medica
Ebraica con il patrocinio del Comune, della Comunità ebraica e
dell’Università degli Studi del capoluogo giuliano. Numerosi i relatori
che hanno accolto l’invito del comitato scientifico composto da Stefano
Arieti (Bologna), Tullia Catalan (Trieste), Gadi Luzzatto Voghera
(Padova), Giorgio Mortara (Milano), Rosanna Supino (Milano).
Una grande ricchezza di contributi per approfondire una pagina di
storia in parte da riscoprire. Tra i protagonisti del convegno
Maddalena Del Bianco Cotrozzi, Pierluigi Briganti, Giovanni Cecini,
Andrea Finzi, Matteo Perissinotto, Mauro Tabor, Daniele Roccas,
Pierpaolo Martucci, Stefano Arieti, Valerio Marchi e Rita Corsa. “In
quasi tutti i medici ebrei vi è stato oltre all’impegno nello sviluppo
della scienza medica un forte impegno civile e sociale quasi come un
obbligo per la libertà e per la emancipazione ottenuta. Non sentirono
la propria fede religiosa come un impedimento alla partecipazione alla
vita pubblica italiana” scrive il presidente dell’Ame Giorgio Mortara
in un intervento letto oggi in apertura di convegno. “Ho voluto questo
convegno, l’ho fortemente voluto – ha affermato la dottoressa Supino –
perché molti non sanno quanto gli ebrei si sentano italiani e quanto
siano, almeno in questo caso, integrati nella vita pubblica italiana.
Qualcuno ha scritto che gli ebrei durante la prima guerra mondiale
erano più italiani degli italiani”.
Le radici di un impegno - L'intervento di Giorgio Mortara
Più italiani degli italiani - L'intervento di Rosanna Supino
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AL PRESIDENTE emerito il premio exodus Italia-Israele, con Napolitano amicizia sempre più stretta
Settant’anni
fa, l’8 maggio del 1946, partirono alla volta della Palestina
mandataria dal Molo Pagliari della Spezia due imbarcazioni, la Fede e
la Fenice. A bordo oltre un migliaio di esuli ebrei da tutta Europa,
sopravvissuti alla Shoah e alla violenza nazifascista, che partirono
verso il futuro Stato di Israele in cerca di una nuova vita. Un momento
storico doloroso ma carico di speranza a cui la città ligure,
soprannominata Porta di Sion (Schaar Zion), è molto legata tanto da
aver istituito il Premio Exodus, per celebrarne il significato. Un
riconoscimento ideato nel 2000 e che quest’anno la città, con il
patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, ha scelto di consegnare al
Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano per “il suo
costante impegno per l’Europa e la sua ferma scelta atlantica".
"Meno attenzione ha ricevuto, almeno in Italia, la sua capacità di
iniziare e allacciare un forte legame con Israele, testimoniato dalla
perdurante amicizia con Shimon Peres. Il Presidente Napolitano - si
legge - non ha mai smesso di operare per la pace fra israeliani e
palestinesi”. La cerimonia, a cui presenzierà il presidente UCEI Renzo
Gattegna, si terrà il prossimo 26 maggio a Palazzo Madama con la
consegna a Napolitano del premio da parte del sindaco della Spezia
Massimo Federici. Leggi
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qui roma - la mostra Sulle tracce di Arthur Bryks
Dal Monte Verità a Israele
Uno
straordinario fermento culturale attraversò la cittadina di Ascona,
Svizzera italiana, sul finire degli anni Dieci del secolo scorso.
Protagonisti grandi nomi dell’epoca, come l’eclettico artista polacco
Arthur Bryks, che fu tra gli animatori del cenacolo di Monte Verità e
cui è dedicata una mostra (“Arthur Bryks e l’avanguardia europea”)
inaugurata in queste ore alla Galleria Aleandri Arte Moderna con il
patrocinio della Comunità ebraica romana.
Centoquaranta le opere esposte, molte delle quali a tema ebraico e
rabbinico, una costante della sua vasta produzione, che seguono
l’artista nei suoi numerosi spostamenti. Dalla Zurigo dadaista al
Ticino, dalla Berlino della Die Brücke alla Parigi di Soutine passando
per Amsterdam e New York fino al definitivo approdo in Israele dopo la
tragedia della Shoah (nella quale l’artista perse i suoi familiari e in
seguito alla quale fu fortemente impegnato nell’opera di reinserimento
sociale dei sopravvissuti).
“Un’iniziativa culturale di estremo interesse” spiega il rabbino capo
rav Riccardo Di Segni ricordando la personalità “poliedrica e creativa
di artista che agisce in un clima di grande vivacità, vicino
geograficamente e socialmente a Elias Canetti e Albert Einstein”. Un
autore conosciuto, ma in parte ancora da riscoprire. Per questo il
rabbino capo ha riconosciuto come meritoria l’iniziativa del
gallerista, Simone Aleandri, entrato in contatto con la Comunità grazie
al tramite di Georges de Canino. Iniziativa per cui la Comunità “non
può che rallegrarsi” dice l’assessore alla Cultura Giorgia Calò. Leggi
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La legge e i fatti |
Il
disegno di legge che dà corpo e sostanza al reato di negazionismo è
passato al Senato della Repubblica, dopo un tortuoso iter, non privo di
colpi e contraccolpi, tra dilazioni, mediazioni, negoziazioni,
concessioni e chiusure di vario genere. Peraltro, le perplessità di
merito espresse da alcuni parlamentari, appartenenti anche a
schieramenti diversi, sono state risolte con un dispositivo
linguistico, incorporato dentro il testo della futura legge, che
potrebbe prestarsi ad un conflitto di interpretazioni (e quindi di
sentenze) nel momento in cui i magistrati verranno chiamati ad
esprimersi nei singoli casi che saranno presentati in giudizio. Avremo
modo di tornare, in futuro, nel merito del rischio di incongruità che
alcuni giuristi, parlamentari e studiosi vanno rilevando. Lo si farà a
legge definitivamente licenziata e approvata, testo alla mano. Rimane
il fatto che se una norma di tale genere cerca di arginare l’evoluzione
pericolosa che presenta il fenomeno negazionista, ai nostri giorni meno
ancorato alle sue origini ideologiche e politiche (la destra
neonazista) ma sempre più spesso accompagnato alle prassi di
delegittimazione del presente, quest’ultimo letto semmai come il
prodotto di complotti e di manipolazioni, quel che rimane è la
sensazione che comunque lo strumento legislativo sia di per sé
insufficiente. Le obiezioni sono molteplici e spaziano in campi tra di
loro molto differenti.
Claudio Vercelli
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Il SettimanAle - Tempo scaduto? |
“Non
vogliamo educare i nostri ragazzi a odiare, sebbene il nemico occupi la
nostra terra, vìoli la nostra sovranità e prema ai nostri confini”.
Così i membri di un comitato consultivo hanno motivato, cautamente, la
richiesta al Ministero dell’Istruzione di modificare il curriculum
scolastico libanese, eliminando la definizione di Israele come unico
nemico del Libano.
Alessandro Treves, neuroscienziato
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Un sindaco tra speranza e paura |
L’elezione
a sindaco di Londra, umbilicus mundi, di Sadiq Khan, socialista,
musulmano di famiglia pachistana, sembra dar ragione alle fosche
previsioni di Hollebecq sulla islamizzazione prossima ventura
dell’Europa, e sulla perdita delle radici illuministe e dell’identità
greco-giudaico-cristiana del nostro continente. “Submission” si apre
proprio con l’elezione (in un prossimo venturo 2022) di un musulmano di
seconda generazione a Presidente della Repubblica francese, grazie
all’alleanza tra socialisti e islamici moderati, e alla progressiva
volontaria conversione della popolazione alla Sharia e alle leggi
dell’Islam. Ma cercando di utilizzare il cervello razionale, invece di
quello emotivo, vorrei far mio il motto elettorale di Khan: “Scegliete
la speranza e non la paura”.
Viviana Kasam
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