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16 Maggio 2016 - 8 Iyar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
In un epoca di emigrazioni e immigrazioni a livello planetario, l'insegnamento della Torah in merito al nostro prossimo e allo straniero che vive tra noi è di estrema attualità: "Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso, Io sono D-o" (Levitico 19, 18).
 
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Anna
Foa,
storica
"L’ebraismo deve conservare le sue caratteristiche originarie di rifiuto di qualsiasi forma di idolatria e di conciliare rigore e flessibilità, lasciando, come il Talmud insegna, ampi spazi alla dissertazione filosofica, alla ricerca scientifica e alla libertà di interpretare e sviluppare il dibattito come valore positivo e irrinunciabile, rispettando le diverse correnti di pensiero, ma conservando sempre la capacità di riportare tutto all’unità.
Le forme di chiusura e ripiegamento in se stessi, adottate nei secoli scorsi dai nostri antenati per autodifesa, appaiono superate, inutili e dannose in un mondo globale nel quale confini e barriere si sono fortemente affievoliti e non esistono più microcosmi impenetrabili e incontaminabili.
Un futuro dell’ebraismo che sia degno dei suoi valori universali e delle sue gloriose e plurimillenarie tradizioni non potrà esistere senza l’uscita da qualsiasi forma di isolamento, uscita alla quale siamo insistentemente chiamati dalle società contemporanee e democratiche nelle quali viviamo e delle quali siamo parte integrante.
Sarebbe un’illusione antistorica, un errore fatale, la perdita di un’occasione unica, e forse irripetibile, se ci sottraessimo all’apertura e al confronto che, si badi bene, sono cose ben diverse, anzi opposte, all’assimilazione; sono infatti prove di fiducia in noi stessi e stimoli al rafforzamento della nostra cultura e della nostra identità per poter essere all’altezza di qualsiasi sfida o confronto e in tal modo sconfiggere, una volta per tutte, quell’insegnamento del disprezzo che non è ancora completamente debellato".
(Dalla relazione conclusiva del Presidente Renzo Gattegna al Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: un monito di civiltà, una speranza per l'ebraismo italiano)
 
Niente soldati in Libia
Arriverà dal Nepal il contingente militare che dovrà garantire la sicurezza della sede Onu in Libia.
In attesa che la situazione si stabilizzi, l’Italia non prevede l’invio di soldati. “La conferma – spiega il Corriere (Fiorenza Sarzanini) – è arrivata in queste ore, alla vigilia del vertice di Vienna che dovrà studiare un percorso di sostegno al governo guidato da Fayez Serraj”.

“Un mese prima del sequestro Moro ho dato l’allarme agli 007 di Roma” dice Bassam Abu Sharif, già portavoce del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, in un colloquio con il Corriere (Davide Frattini). Il terrorista riferisce di un confronto avvenuto a un mese dal rapimento con un giovane assistente di Stefano Giovannone, capocentro del Sid e poi del Sismi a Beirut. “Gli riferii quel che mi aveva raccontato una delle ragazze di Carlos. Era tedesca e aveva partecipato a una riunione dove era stata discussa l’idea di colpire Moro. Le feci capire che il Fronte lo considerava un errore: Moro era contro l’egemonia americana, non andava toccato”.

“L’Iran ospita un concorso di vignette per negare l’Olocausto e prepara un nuovo Olocausto. Una vergogna. Non statevene in silenzio”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sceglie Twitter per lanciare un nuovo messaggio all’Occidente. “Occorre comprendere che il nostro problema con l’Iran – ribadisce Netanyahu in una nota, riportata da La Stampa (Giordano Stabile) – non è solo la sua politica di destabilizzazione e aggressione regionale, ma anche una questione di valori”.
 
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  davar
Saranno esposti al meis
Bassani e il mistero della musa

Ferrara accoglie i manoscritti
“Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi Contini non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino sempre con te”.
In queste parole la risposta (forse) a uno dei più grandi enigmi letterari del Novecento. A chi si è ispirato Giorgio Bassani per tratteggiare l’indimenticabile figura di Micol? La risposta nella dedica alla contessa Teresa Foscari Foscolo, nella seconda di copertina del primo dei quaderni manoscritti che raccolgono la più alta opera dell’intellettuale ferrarese e che furono donati dallo stesso all’amica, conosciuta a Venezia, il 17 dicembre del 1961.
Quaderni dall’inestimabile valore (anche simbolico) che andranno ad arricchire la collezione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e che la famiglia Foscari, attraverso il nipote Ferigo, ha oggi donato alla città e alla biblioteca comunale Ariostea al termine di un’emozionante cerimonia tenutasi al Ministero dei beni culturali, alla presenza tra gli altri del ministro Dario Franceschini, del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, del presidente del Meis Dario Disegni e dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.

Oggi è una giornata importante. Per Ferrara e per tutto il paese. E anche per il Meis, atteso da un compito titanico ma entusiasmante come raccontare la storia e la complessità dell’ebraismo italiano” ha affermato il ministro Franceschini. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Tagliani, che ricordato come il Giardino dei Finzi Contini sia “il romanzo della città”. Una testimonianza anche da Luigi Zanda, senatore del Partito Democratico, legato da una profonda amicizia con la contessa Foscari.

(Nell'immagine in alto Renzo Gattegna, Ferigo Foscari, Dario Disegni, Tiziano Tagliani e Dario Franceschini. In basso la dedica di Bassani alla contessa Foscari).
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al salone del libro con pagine ebraiche
"Volevo libertà e democrazia,

per questo ho scelto Israele"
"Israele è il paese dove ho trovato la libertà. La libertà di esprimermi e la libertà di amare. Per questo, anche se non sono ebreo, ho scelto di chiedere asilo a questo paese, perché amo la sua aria di libertà e di democrazia".

Nella giornata conclusiva del Salone del Libro di Torino il giovane poeta iraniano Payam Feili è con la redazione del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche per raccontare la sua Israele. Un incontro con il pubblico realizzato superando mille ostacoli e mille cautele e che ha costretto Payam a parlare da una località mantenuta assolutamente riservata. Molte le domande e molte le sue risposte. La conoscenza di una cultura, quella della lingua persiana, di straordinaria ricchezza e oggi in larga misura soffocata dal regime islamico. La scoperta di un giovane letterato che ha conquistato la libertà al costo di enormi sacrifici e di enormi pericoli e ha compiuto una scelta coraggiosa per portare in salvo il suo destino e la sua arte. E un incontro voluto proprio per restituire al Medio Oriente la sua dimensione reale, drammaticamente vivida e continuamente storpiata da chi pretende di ridurre la vita della regione a un conflitto e a una prova di forza.

(Il disegno è di Giorgio Albertini)
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al salone del libro con pagine ebraiche
Un incontro travolgente

"Non ne abbiamo più, mi spiace". Questa la risposta che i giovani impegnati nella distribuzione al Salone del Libro di Torino sono stati costretti a dare a coloro che continuavano a chiedere una copia di Pagine Ebraiche. L'intera tiratura straordinaria in distribuzione in questi giorni è stata esaurita prima del previsto. Continua intanto il lavoro dei giornalisti, che in questi giorni frenetici si sono avvicendati anche dietro al bancone della galleria visitatori, per favorire un contatto diretto con i tanti cittadini che si fermavano a porre domande e a fare conoscenza. Appuntamento al prossimo anno, o prima ancora in occasione dei numerosi festival culturali dove il giornale dell'ebraismo italiano è ormai di casa. A cominciare da èStoria, dove la redazione in apertura di festival sarà impegnata nel primo dei due incontri organizzati a Gorizia: "1516-2016: dal Ghetto di Venezia all’acquisizione della libertà religiosa", con la storica dell’urbanistica Donatella Calabi e con gli storici dell’ebraismo Anna Foa e Simon Levis Sullam.

a.t. @atrevesmoked

I lavori dell'assise dell'ebraismo italiano
Rabbini, solidarietà, futuro

Il Consiglio indica la rotta
Approvazione in prima lettura della modifica degli articoli 29 e 30 dello Statuto, dedicati alla riformulazione del rapporto tra rabbinato e Comunità, da sottoporre ancora a una revisione degli esperti di Diritto del lavoro e a una ratifica del prossimo Consiglio. Erogazione di uno stanziamento di 300 mila euro destinato ad aiutare la Comunità ebraica romana per far fronte alle difficoltà finanziarie attraversate dall’ente a seguito della recente crisi dell’Ospedale israelitico.
Si sono conclusi con queste decisioni, domenica in serata, i lavori del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane riunitosi per l’ultima seduta dell’attuale mandato. Riguardo alla crisi finanziaria a Roma, la presidente della Comunità ebraica della Capitale Ruth Dureghello ha portato al Consiglio la richiesta di un finanziamento straordinario di 600 mila euro per fare fronte alle minori entrate generate dalla situazione dell’ente sanitario controllato. Valutando i diversi fattori, il Consiglio dell’Unione ha deciso a larga maggioranza di stanziare la metà di questo importo demandando alla Giunta i tempi e modi per definire le modalità operative dell’intervento.
Ad aprire la riunione una relazione del Presidente UCEI Renzo Gattegna, per 10 anni ai vertici dell’ebraismo italiano, intervenuto sulle sfide che attendono l’Unione e tutte e 21 le Comunità territoriali. Molti gli applausi in una standing ovation che ha accolto le sue parole.
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al salone del libro con pagine ebraiche
Israele, non solo conflitto
D
opo quattro giorni intensi al Salone del Libro, con migliaia di copie di Pagine Ebraiche distribuite e diversi incontri organizzati, continuano anche domani sera, martedì 17 maggio, gli appuntamenti torinesi con la redazione del giornale dell'ebraismo italiano. Sarà il centro sociale della Comunità ebraica di Torino a ospitare l'incontro dal titolo “Non solo conflitto. Israele società viva”, in cui Daniel Reichel e Ada Treves con Daniela Fubini, collaboratrice di Pagine Ebraiche, racconteranno il paese reale, lontano dagli schemi dell’ideologia e della propaganda, dal lavoro dei manager specializzati nel collocamento di immigrati a elevata preparazione professionale e alto livello culturale, alla recentissima indagine sociologica dell’istituto PEW sulle dinamiche sociologiche israeliane. Tratti di una realtà viva, ricca, e in continua evoluzione, spaccati di una società complessa quanto affascinante che Sheva Eretz, il nuovo notiziario realizzato dalla redazione di Pagine Ebraiche, ha l'obiettivo di raccontare. La sfida è quella di parlare di cosa si muove davvero nell’unica democrazia del Medio Oriente, al di là dei pregiudizi o posizioni ideologiche. Tra i temi trattati negli ultimi numeri, ad esempio, la delicata decisione della Corte Suprema riguardo alle conversioni all'ebraismo e al ruolo del Rabbinato centrale; la questione del matrimonio civile, che la maggioranza degli israeliani vorrebbe vedere istituita; il tema dell'etica applicata all'esercito, analizzata da uno dei massimi esperti in Israele, Asa Kasher, a cui si deve il codice etico di Tsahal.
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AL SALONE del libro CON PAGINE EBRAICHE
Israele, una terra di paradossi 
Israele paese sotto assedio ma undicesimo nelle classifiche internazionali che registrano la felicità dei cittadini. Accerchiato dai nemici, da quei paesi arabi che ufficialmente non ne riconoscono la legittimità, ma capace di portare avanti, proprio con quelle nazioni, un’intelligente diplomazia sotterranea. A parlare di questi due aspetti, apparentemente in contraddizione tra loro, i relatori intervenuti al Salone del Libro di Torino per la presentazione del libro di Ugo Volli Israele. Diario di un assedio (Edizioni Proedi): a confrontarsi sul palco, al fianco dell’autore, Claudia De Benedetti, consigliere UCEI e presidente onorario dell’Agenzia ebraica in Italia, la direttrice dell’Istituto di cultura italiana a Tel Aviv Elena Loewenthal e il direttore della Stampa Maurizio Molinari. A moderare l’incontro, Angelo Pezzana, direttore di informazione corretta, testata web per cui scrive Volli, semiologo e docente dell’Università di Torino.
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al salone del libro con pagine ebraiche 
Cultura, energia inesauribile
Libri in cambio di altri libri oppure di un’offerta a sostegno di un’attività culturale o sociale. Questa la ricetta del successo del “Banco dei libri liberi”, allestito per tutta la giornata di ieri nella piazzetta Primo Levi. Un’iniziativa curata da Sarah Kaminski, dell’Università di Torino, in collaborazione con il Gruppo di Studi Ebraici e della Comunità ebraica torinese. Il principio dell’iniziativa, organizzata a margine del Salone del Libro, è stato quello dello scambio volto alla diffusione della cultura ebraica, e così chi aveva libri di argomento ebraico, vecchi volumi, edizioni dimenticate li ha portati al banco, dove sono potuti passare nelle mani di qualcun altro.
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informazione - international edition
K.it, il casher in una app
Una nuova risorsa a disposizione dei consumatori di prodotti casher: l’applicazione Kosher Italian Guide che elenca i prodotti certificati secondo le leggi della tradizione ebraica già disponibili sul mercato e recepisce le novità. Un servizio, disponibile in italiano e inglese, utile anche per chi in Italia arriva come turista o in viaggio per affari che viene presentato nell’uscita odierna dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche. L’applicazione è tra le iniziative del marchio di casherut nazionale K.it, progetto portato avanti dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane insieme al Ministero dello Sviluppo Economico. Realizzata con la collaborazione di Federalimentare, Kosher Italian Guide è stata presentata a Cibus, la grande Fiera dell’alimentazione che si svolge a Parma ogni due anni, dall’assessore UCEI con delega alla casherut Jacqueline Fellus.
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pilpul

 Oltremare - Prospettiva
Uno dei vantaggi di scrivere di Israele da Israele è che basta aprire la finestra e l'aria è indubitabilmente israeliana, specie in questa stagione di ondate di chamsin toglifiato, quando sembra che il cielo si sia trasformato nottetempo in un immenso asciugacapelli che nessuno sa come spegnere, e non c'è verso di staccare la spina. Restando prudentemente immersi nel clima meteorologico, politico e sociale, è fin troppo naturale scrivere cose israeliane senza fatica. In questi giorni invece mi trovo in una nuova prospettiva, immersa in una appena tiepida e poco soleggiata primavera italiana, a parlare di Israele dall'Italia, senza il riferimento tattile abituale.
E come nella nota barzelletta ebraica del buon ebreo che vuole trasgredire il sabato e dice vedi, tutto intorno è shabbat, ma qui accanto a me è giovedì, nel mio caso tutto intorno è Italia, ma accanto a me è Israele.
Che io voglia o no, il fatto di essere in Italia mi rende a tutti gli effetti un media ambulante, cui si fanno domande e da cui si pretendono risposte. Non si conta il fatto che dalle mie parti basta non sentire i notiziari orari per 24 ore per entrare in un vacuum informativo incolmabile al rientro. Tutto è veloce, dalle crisi politiche interne alla politica internazionale. Erdogan avrà deciso se le relazioni diplomatiche con Israele gli convengono o no? Perchè Bibi e Boogie (primo ministro e ministro della difesa) stanno di nuovo litigando? Cosa è venuto in mente ai palestinesi di marcare il Nakba Day, che ricorda la fondazione dello Stato d'Israele dal loro lato, con una sirena? D'accordo, una sirena lunga 68 secondi, un secondo per ogni anno che è passato da quando si son ritrovati con chiavi che non aprono nessuna porta. Ma una sirena, andiamo. È la cosa più israeliana disponibile sul mercato della memoria.
In questi giorni italiani mi accompagna un momento di silenzio al Ben Gurion airport, rotto da una bambina di tre o quattro anni che giocando sul pavimento ha iniziato a cantare l'Hatikva. Una piccola sabre, inconsapevole e allegra, ecco l'Israele che sta tutta intorno a me, e un passo più in là è già Italia.


Daniela Fubini, Tel Aviv
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