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18 Maggio 2016 - 10 Iyar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“Questi sono i tempi stabiliti dall’Eterno...” (Vaikrà 23, 4). La Torà fissa sei ricorrenze nell’anno, e queste vengono messe in relazione ai sei giorni della creazione. Due ricorrenze (Pesach e Sukkòk) della durata di sette giorni e quattro ricorrenze della durata di un giorno (Shavuot, Sheminì Atzeret, Rosh ha-Shanà [anche se dura due giorni è considerato un unico giorno lungo] e Yom Kippùr). I giorni complessivi delle ricorrenze stabilite dalla Torà ammonano a 18, in ebraico Chay ig. Vi è in questo un’accenno evidente che le ricorrenze sono considerate come un elisir di lunga vita per l’uomo, e che grazie a loro vengono benedetti tutti i giorni dell’anno.
 
Davide
Assael,
ricercatore
Nonostante l’immenso caos che sconvolge il Medio Oriente dalla rivolte del 2011, io sono fra coloro che, se non altro per il suo valore simbolico, considera importante una risoluzione del conflitto israelo – palestinese. Vedo, dunque, in modo molto positivo la candidatura di Al Sisi a mediatore degli interessi di entrambe le parti. Registrata la reazione positiva di Netanyahu, sono molto curioso di capire cosa il Presidente egiziano abbia in mente per mettere allo stesso tavolo Fatah e Hamas, sconvolti da una guerra intestina che ne fa, di fatto, due realtà totalmente separate. Non mi risultano, tra l’altro, buoni rapporti fra il suo governo e il mondo palestinese, men che mai con Hamas, che rischia di esportare terrorismo nei confini del suo Paese. Insomma, la strada appare in salita, ma è il primo tentativo, che, almeno a parole, si registra negli ultimi anni di immobilismo assoluto e pessimismo imperante. Intanto, va dato atto ad Al Sisi di essere uscito bene dall’angolo diplomatico in cui rischiava di relegarlo il caso del povero Regeni, sempre più, con molti altri, vittima sacrificale di un contesto geopolitico che non ammette mezze misure.
 
Saluto romano, condanna per sette tifosi friulani
Fare il saluto romano continua ad essere un reato perché si richiama “all’ideologia fascista e a valori politici di discriminazione razziale e di intolleranza”. Lo sottolinea la Cassazione confermando la colpevolezza di sette ultrà friulani (prosciolti tuttavia per prescrizione): allo stadio di Udine dove il dieci settembre del 2008 si svolgeva la partita di calcio tra l’Italia e la Georgia dagli spalti avevano fatto il saluto per tutta la durata dell’inno nazionale italiano e la Digos li aveva immediatamente identificati (Il Messaggero).

“Benvenute le dichiarazioni del presidente egiziano e la sua volontà di realizzare tutti gli sforzi per far avanzare un futuro di pace e sicurezza tra noi e i palestinesi e i popoli della regione” dice in una nota il premier israeliano Benjamin Netanyahu, accogliendo la proposta di Al-Sisi. “Ha colto la palla al balzo il premier per uscire dall’isolamento diplomatico in cui ha portato Israele, che vede toccare il punto più basso delle relazioni con Usa e Ue. Ma deve riconciliarsi con se stesso. Meno di una settimana fa – scrive Repubblica – ha ricevuto il capo della diplomazia francese venuto per illustrare i termini della Conferenza che Parigi organizzerà ai primi di giugno sul Medio Oriente e lo ha trattato come un venditore di auto usate, respingendo l’iniziativa e sostenendo che i negoziati diretti erano l’unico modo per risolvere il conflitto con i palestinesi”.
 
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  davar

QUI GORIZIA - LA REDAZIONE UCEI PROTAGONISTA
Ghetti, libertà e demenza digitale A èStoria con Pagine Ebraiche
Figure di spicco della storiografia internazionale e un grande pubblico di appassionati di ricerca storica. Torna a Gorizia il prestigioso festival èStoria (19-22 maggio), giunto alla sua dodicesima edizione – “Schiavi” il titolo scelto per il 2016 – e che quest’anno vedrà tra i suoi protagonisti, la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con due appuntamenti di spessore. Si parte venerdì (ore 9.00, tenda Erodoto) con l’incontro “1516-2016: dal Ghetto di Venezia all’acquisizione della libertà religiosa” che vedrà la storica dell’architettura Donatella Calabi e gli storici dell’ebraismo Anna Foa e Simon Levis Sullam, coordinati dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale, rispondere ad alcuni interrogativi sul significato e l’impronta lasciata dal ghetto veneziano, di cui quest’anno cade il cinquecentenario, sulla società italiana ed europea.
Ancora la redazione di Pagine Ebraiche sarà protagonista, all’apertura dell’ultima giornata del festival goriziano, di una grande conferenza dedicata alla nuova schiavitù della dipendenza tecnologica e della demenza digitale (ore 9.30 Sala Dora Bassi). Al confronto parteciperanno fra gli altri gli storici e i sociologi Ubaldo Fadini, Giuseppe Longo e Nicola Strizzolo. “Da sempre la tecnologia ha influenzato l’uomo, stravolgendone la società: – si spiega nel programma dell’evento – dalla macchina a vapore all’aereo, passando per la televisione fino all’era digitale. Quello che fu nei decenni scorsi l’allarme della teledipendenza, lo ritroviamo oggi più marcatamente con l’esplosione dei social network, degli smartphone e di nuovi settori imprenditoriali ad essi collegati”.
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QUI TORINO - pagine ebraiche
"Israele, oltre conflitto e retorica

un mondo tutto da raccontare"
Una serata dedicata a Israele nelle sue infinite sfaccettature, al di là del conflitto, della politica, delle tensioni. Israele come società viva ed in costante evoluzione. Raccontarla in questa prospettiva è la sfida della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, come hanno spiegato ieri, nelle sale della Comunità ebraica di Torino, i redattori di Pagine Ebraiche Daniel Reichel e Ada Treves assieme a Daniela Fubini, apprezzata firma del giornale dell’ebraismo italiano.
“Non solo conflitto. Israele società viva” il titolo dell’incontro organizzato dalla redazione UCEI in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino, introdotto dal direttore dell’area informazione dell’Unione Guido Vitale, che ha sottolineato quale sia la sfida più grande rispetto all’informazione giornalistica su Israele: quella di andare oltre il tema del conflitto, onnipresente sui media, e raccontare il Paese reale, la vivacità, il fascino e problematiche quotidiane di milioni di israeliani.
“L’idea – ha spiegato Vitale – è quella di sviluppare dei giornali che parlino di altri aspetti e questo ci ha spinto a pensare ad un notiziario settimanale come Sheva Eretz, che racconti la realtà oltre la gabbia del conflitto”.
Ad aprire l’incontro, i saluti di David Sorani, consigliere con delega alla Cultura della Comunità ebraica di Torino. I tre relatori hanno poi portato tre punti di vista diversi della realtà israeliana: Ada Treves ha presentato i risultati dell’indagine sociodemografica sulla popolazione israeliana dell’autorevole istituto americano Pew Research Center; Daniel Reichel ha illustrato il nuovo notiziario settimanale UCEI dedicato a Israele, Sheva Eretz. E infine Daniela Fubini, consulente di Gvahim – organizzazione non profit che orienta gli olim hadashim, i nuovi immigrati in Israele, con titolo accademico nella ricerca di un lavoro - ha raccontato come è cambiata la sua prospettiva rispetto al Paese nelle vesti di cittadina israeliana di recente aliyah e del suo lavoro affianco di chi decide di trasferirsi in Israele.


Alice Fubini

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qui venezia
Regione e Comunità, un'intesa per rafforzare l'attività culturale
Firmato ieri nella Sala Montefiore della Comunità ebraica di Venezia da parte del presidente della Regione Luca Zaia e del presidente della Comunità Paolo Gnignati un protocollo d’intesa in occasione del cinquecentenario del Ghetto.
Con la sottoscrizione Regione e Comunità ebraica prevedono forme di collaborazione sia in ambito culturale per manifestazioni che qualificano e promuovono il territorio; sia in ambito di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico con particolare attenzione al centro comunitario, quale veicolo di diffusione e contenitore delle attività culturali. In quest’ottica sono stati stanziati 170mila euro per le attività culturali e 300mila euro per la valorizzazione e restauro del centro comunitario, ritenuto luogo strategico anche in previsione del suo utilizzo futuro per eventi culturali di interesse pubblico e momenti di aggregazione.
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qui teramo
Sospeso il prof negazionista
Sospensione dall'ufficio e dallo stipendio per quattro mesi. Questo il provvedimento che l'Università degli Studi di Teramo ha adottato nei confronti del professor Claudio Moffa, oggetto di una sanzione disciplinare per aver diffuso nell'ateneo tesi negazioniste della Shoah.
Pubblicato sul sito della facoltà, il provvedimento è stato adottato dal Consiglio di amministrazione "dopo ampia e approfondita discussione" ed è già entrato in vigore.
Professore ordinario presso la facoltà di Scienze Politiche, dove insegna "Storia e Istituzioni dei Paesi dell'Africa e dell'Asia" e "Diritto e Istituzioni dell'Africa e dell'Asia", Moffa non ha mai nascosto le sue idee in materia.
Nel 2010, grande scalpore mediatico in seguito a una delirante lezione del professore su "Il tema-tabù del mondo accademico, la questione della 'Shoah' in cui si affermavano tesi negazioniste e cospiratori e che lo stesso aveva pubblicato su una pagina web da lui gestita.
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sapori
Benedict, cucina senza casherut
Un lettore ci ha segnalato di aver visitato il ristorante Benedict di Tel Aviv, menzionato sul numero di aprile di Pagine Ebraiche, e di aver constatato che la cucina non è in grado di servire pasti casher. Ne prendiamo atto con dispiacimento e ci scusiamo con tutti i lettori.
L’articolo in questione è stato eliminato da tutte le edizioni raggiungibili, mentre sul prossimo numero dell’edizione a stampa del giornale apparirà un ulteriore avviso per rendere l’utenza informata della reale natura del locale.

pilpul
Ticketless - Perdono
Questa settimana vorrei scherzare sul tema del perdono. Se ne parla molto. Tutti abbiamo qualche cosa da perdonare. La Chiesa perdona molto. Gli ebrei anche. Oggetto del nostro perdono? I tacchini, pure le oche, ma soprattutto i tacchini. Grandi consumatori di carne bianca abbiamo, dopo aver letto Safran Foer, un grande rimorso, non c’è digiuno di Kippur che valga a placare il nostro senso di colpa. Esattamente duecento anni fa, nel 1816, un grande poeta dialettale, il Porta o il Belli del Piemonte potremmo dire, Edoardo Ignazio Calvo, dedicò una Favola a “Platone e i tacchini” (titolo originale: Platon e ji Pitu). Un giorno, racconta, i tacchini, messo su il vestito delle grandi occasioni, si recarono da Platone per chiedergli di istituire la Repubblica dei tacchini, di dettare per loro uno Statuto. Era giunta l’ora della libertà, dopo tante ingiustizie subite dai pollivendoli e dagli ebrei. Ecco la quartina che ci riguarda e non ci lascia dormire:
Gli Ebrei e i pollivendoli li hanno costretti/ a forza di crudeltà, a forza di sberle/(avendone scannati tanti e poi arrostiti)/ a dare infine in escandescenza/ a ribellarsi tutti, i grandi e i più piccoli/ così da salvare la pelle da queste gabelle.
La Favola è un esempio classico di rovesciamento delle parti. Non sono gli ebrei le vittime dei soprusi e delle gabelle sabaude. In quanto grandi consumatori di carni bianche, gli ebrei fanno il loro ingresso nella letteratura dell’Ottocento da una porta inusuale. L’intera favola si può leggere in Edoardo I. Calvo, Poesie piemontesi e scritti italiani e francesi, a c. di G. P. Clivio, Centro studi piemontesi, 1973. Nel 1822 questi versi su “ebrei e polajé” vennero copiati in bella grafia da un bambino chierese, Emanuele Levi. La riproduzione dell’originale, per gentile concessione di Raffaello Levi, discendente di quel bisnonno-bambino, è riprodotta qui in alto; da qualche settimana è esposta in un maxi-ingrandimento nella Scola di Cuneo dedicata a Davide Cavaglion. Per info: lascoladicuneo@gmail.com.

Alberto Cavaglion
Periscopio - Israele ogni giorno
Le celebrazioni per questo 68° anniversario dell'Indipendenza di Israele, così come le commemorazioni per i soldati caduti nel difendere lo stato e per le vittime del terrorismo, nonché per i martiri della Shoah, anche quest'anno, hanno riproposto, in tutti coloro che siano partecipi, in vario modo, delle sorti del popolo ebraico e di ciò che esso rappresenta, antiche e nuove emozioni, riflessioni, trepidazioni. Un rinnovato sgomento innanzi al pensiero di chi è stato travolto dalla più spaventosa ecatombe della storia del mondo, consumata in un'agghiacciante ribaltamento di ogni morale e giustizia; eterna gratitudine per le migliaia di giovani militari che hanno sacrificato le loro meravigliose esistenze in difesa di quel piccolo fazzoletto di terra, che tanto significava per loro, così come per le generazioni vissute prima di loro e per quelle che sarebbero venute dopo; l'orgoglio e l'ammirazione per i meravigliosi progressi raggiunti dal piccolo Paese in innumerevoli campi, nonostante le innumerevoli difficoltà e il continuo stato di guerra; la viva preoccupazione per le sempre vive minacce del presente e del futuro, alimentate da un antisemitismo cieco e rabbioso che, in inquietante crescita in vari continenti, va a gonfiarsi in modo impressionante ai confini di Israele, rendendo terribilmente seri i proclami di violenza e distruzione dei nemici della pace; la ferma determinazione a non cedere mai, a rafforzare gli sforzi a difesa della democrazia, della libertà, della civile convivenza, contro tutti i mercanti di morte e i predicatori dell'odio.

Francesco Lucrezi, storico
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