Periscopio – Buone notizie

lucreziMi sono più volte lamentato, dalle colonne della mia piccola rubrica settimanale, del fatto di dovere commentare, nella grande maggioranza dei casi, notizie brutte e sgradevoli, con conseguenti giudizi addolorati, sfiduciati, indignati ecc. Se dovessi essere giudicato soltanto da quello che scrivo per Moked, mi viene da pensare, certamente se ne ricaverebbe l’immagine di una persona cupa e pessimista, nella quale, almeno nella mia quotidianità, non mi riconosco.
È con particolare piacere, pertanto, che oggi commento una bellissima iniziativa che è stata presa per questa sera a Napoli, la mia città (spesso condannata a farsi notare per la rumorosa e molesta presenza di animosi “antipatizzanti d’Israele”), ove, nella splendida cornice di Villa D’Angelo, avverrà addirittura un solenne “gemellaggio gastronomico” tra Napoli e Tel Aviv, due città famose in tutto il mondo, oltre che per la loro incomparabile bellezza, anche per la raffinatezza della loro cucina, che sa coniugare il culto delle tradizioni con la continua ricerca delle novità e delle contaminazioni creative del gusto. Un evento, intitolato “Mediterraneo. Quando la cultura si incontra a tavola” (organizzato dal Ministero del Turismo israeliano, dall’Ambasciata di Israele e dall’Associazione Italia-Israele di Napoli), a cui parteciperanno molti esponenti di spicco della realtà culturale e istituzionale partenopea, e che sarà anche l’occasione per il conferimento del riconoscimento di Amico di Israele ad alcune persone che si sono distinte per il loro impegno a tutela dei diritti umani e contro la discriminazione, l’antisemitismo e l’antisionismo. Protagonisti dell’incontro, i tre chef invitati, che rendono onore, sulle due sponde del Mediterraneo, alla nobile arte della tavola, dei quali ricordiamo brevemente i dati salienti:
Shaul ben Aderet, classe 1964, eredita la passione per la cucina dalla mamma e dalla nonna, originarie dell’Irak. Ha diretto per 6 anni lo Zeze club a Ramat Hasharon, da dove ha servito molti importanti ristoranti di Tel Aviv, quali il Kimmel Restaurant, il Kimmel Bagilboa, The Blue Rooster, Mr. and Mrs. Lee, Yogghurt Kitchen. È stato anche conduttore di diversi programmi televisivi israeliani di tema culinario, come Meet the Chef, Holiday Receipe, The Boot (sulla cucina italiana). Collabora col Ministero degli Esteri israeliano.
Fabio Bisanti, del 1974, diplomato all’Istituto alberghiero IPSAR Cavalcanti di Napoli, è stato chef all’Hotel Perla di Madonna di Campiglio, consigliere Provinciale dell’Associazione Cuochi di Napoli e Consigliere dell’Unione Regionale Cuochi della Campania. Entrato alla scuola di Auguste Escoffier, ha conquistato diverse medaglie, d’oro e d’argento per le sue sperimentazioni. È stato Executive chef della Cantinella di Napoli, della Cantinella di Capri, del Cantinella club e dell’Antica Trattoria di Sorrento. È poi diventato chef consulente e ha creato, nel 2001, l’Alta ristorazione di Fabio Bisenti.
Salvatore Giugliano, classe 1991, è figlio di Michele, proprietario del celebre ristorante stellato “Mimì alla Ferrovia”. Appena conseguita la maturità, nel 2011, ha preso a lavorare presso le cucine del “Maremma”. Nel 2012 è poi entrato nello staff del ristorante Quattro passi e quindi del Faro di Capo d’Orso. È poi tornato a lavorare nel ristorante di famiglia, oltre che presso Il mosaico. Nel 2015, per acquisire nuove esperienze, è andato in trasferta in Giappone, dove si è impratichito delle tecniche culinarie del Sol levante.
Una serata che si preannuncia tutta all’insegna dell’amicizia, della solidarietà, dell’amore per la vita e per la buona tavola. Sentimenti che fanno tutt’uno con l’amore per Napoli e per Tel Aviv, due città che custodiscono nel proprio DNA questi valori. Non ci resta che ringraziare i promotori dell’iniziativa (tra cui, in particolare, l’Ambasciatore Naor Gilon e il Presidente dell’Associazione Italia-Israele di Napoli, Giuseppe Crimaldi) per l’impegno profuso, fare i complimenti più sentiti ai tre chef, e augurare a tutti i presenti buon appetito.

Francesco Lucrezi, storico

(20 aprile 2016)