Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

9 giugno 2016 - 3 Sivan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Al popolo nel deserto D.o ordina di accamparsi “ognuno presso la sua bandiera con i segni del casato paterno”. Il Kethav Sofer nota in queste parole una certa ridondanza: le bandiere avevano i simboli della tribù, ossia del casato paterno, e quindi non ci sarebbe stato bisogno di sottolinearlo. Da qui il Kethav Sofer ricava un insegnamento aggiuntivo: ognuno deve sforzarsi di seguire la linea indicata dai suoi predecessori, il “segno del casato paterno”.
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Il vivace quartiere di bar, ristoranti, locali alla moda è affollatissimo ed è stato rinnovato di recente. Comprende le vecchie case restaurate del villaggio dei Templari di Sarona, e si trova sul marciapiede di fronte al ministero della difesa e al quartier generale dell'esercito, in teoria il luogo più difeso di tutto il paese. I due giovani avventori sono cugini, provengono dal villaggio di Yatta a sud di Hebron, hanno giacchetta nera e cravatta e portano delle borse, sembrano due avvocati. Dalle borse estraggono due mitra Karl Gustav, made in Hebron, sparano, uccidono quattro persone e ne feriscono sei gravemente, prima di essere inseguiti. Uno viene catturato, l'altro ferito, arrestato e subito portato all'ospedale Ichilov (lo stesso in cui morì Yitzhak Rabin dopo l'attentato). I medici lo operano per cercare di salvargli la vita. È appena iniziato il Ramadan, e gli analisti avevano già spiegato il giorno prima che durante questo mese aumentano gli atti di terrorismo, c'è più fervore religioso, maggiore incitamento da parte dei predicatori. Una reazione pavloviana. Siamo in Medio Oriente, a Tel Aviv.
 
Leggi

Il negazionismo è reato
anche in Italia
La Camera dei deputati ha approvato ieri sera in via definitiva, a larghissima maggioranza, il disegno di legge sul negazionismo. La stampa nazionale (tra gli altri, il Corriere, La Stampa, il Giornale) riporta la notizia, richiamando le parole del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, presente al dibattito e alla votazione in aula, che ha sottolineato come con l’approvazione della legge “si è compiuto l’ultimo atto di uno straordinario impegno civico e culturale che ha visto protagoniste le massime istituzioni del nostro paese”. “Con il via libera al dispositivo che introduce una aggravante di pena per chiunque si renda responsabile di propaganda all’odio e di negazionismo della Shoah, – ha sottolineato il presidente Gattegna – l’Italia scrive una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la libertà di opinione e di ricerca”. “Il ringraziamento – conclude Gattegna – va in particolare a tutti quei parlamentari che con inesauribile passione e impegno hanno fatto sì che questo risultato potesse essere raggiunto nei modi e nei tempi più adeguati”. La norma introduce la reclusione da 2 a 6 anni, nei casi in cui la propaganda, l’istigazione e l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi si fondino “in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra” come vengono definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale (Secolo XIX).

Attentato nel cuore di Tel Aviv. Quattro persone sono rimaste uccise e almeno una decina ferite, di cui quattro in modo grave, nell’attentato terroristico che ieri ha scosso Tel Aviv. Due terroristi palestinesi, poi catturati e ora in custodia della polizia, hanno aperto il fuoco sulla folla nel mercato Sarona, nel pieno centro della città, colpendo diversi passanti. “Eravamo seduti ai tavolini fuori – ha raccontato un giovane testimone – Abbiamo sentito la prima raffica Tutti si sono messi a correre. Hanno continuato a sparare per almeno un minuto. Era il panico totale. Poi ci hanno detto di entrare dentro, di metterci al riparo. Abbiamo aspettato che mettessero in sicurezza la strada, poi siamo usciti” (La Stampa). Le autorità israeliane hanno dichiarato che i due terroristi provengono da una cittadina nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. I due, riporta Paolo Salom sul Corriere, erano cugini. Non è invece stata confermata la notizia, riportata dai quotidiani italiani (Repubblica, tra gli altri), che i due si fossero travestiti da ebrei ultraortodossi per passare inosservati. In queste ore il gruppo terroristico di Hamas ha dichiarato che i due attentatori palestinesi sono suoi affiliati.
“L’attentato compiuto ieri sera da terroristi palestinesi a Tel Aviv non può e non deve passare nel silenzio di un’opinione pubblica troppo spesso distratta. – ha dichiarato in queste ore il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna – Rappresenta infatti un nuovo terribile attacco alla democrazia, alla libertà, alla sicurezza, alla voglia di futuro. Valori che Israele condivide con l’Italia e con tutto il mondo progredito e che continuano ad essere minacciati da chi alla cultura della vita contrappone una ideologia di violenza e di morte. Non ci possono essere mezze misure e mezze parole nella condanna di un’azione che sconvolge per la ferocia. Nessuno taccia”.
 
Leggi

  davar
dopo l'attentato a tel aviv
"Il terrorismo non ci fermerà"
“Ero seduto al ristorante e loro si comportavano come normali clienti. Avevano delle buste con sé e avevano ordinato da mangiare. All'improvviso hanno tirato fuori le armi e hanno iniziato a sparare. Non hanno urlato nulla. Hanno semplicemente estratto le armi e aperto il fuoco”. È il racconto di uno dei manager di Max Brenner, popolare ristorante del Sarona Market di Tel Aviv, che, parlando con i media israeliani, ha ricostruito i primi attimi dell'attentato terroristico che ieri sera ha colpito il cuore della città: alle 21.30 ora locale due terroristi palestinesi, vestiti in giacca e cravatta, hanno iniziato a sparare sulla folla, uccidendo quattro persone e ferendone altre sedici. Ido Ben Ari, Michael Feige, Ilana Nave e Mila Mishayev i nomi delle vittime mentre tra i feriti, sei sono ricoverati all'ospedale Ichilov, in serie condizioni. Nello stesso ospedale è ricoverato anche uno dei due attentatori – l'altro è stato ucciso -, colpito mentre cercava di scappare. Le autorità hanno escluso che i due terroristi avessero dei complici. I due erano cugini e provenivano entrambi da Yatta, città nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Sul luogo sono intervenute le forze di sicurezza israeliane, che stanno indagando per capire le dinamiche attraverso cui i due sono riusciti ad infiltrarsi in Israele. Intanto è stata decisa la sospensione di 83mila permessi rilasciati ai palestinesi per entrare in Israele durante il Ramadan, iniziato nei giorni scorsi.
“Troveremo chiunque ha collaborato a questo attacco – ha dichiarato il Premier Benjamin Netanyahu, arrivando sul luogo dell'attentato – e agiremo in modo fermo e intelligente per combattere il terrorismo”.
Leggi

le vittime dell'attentato a tel aviv
Ido, Ilana, Michael e Mila
le vite spezzate dal terrore

Sono quattro le vite spezzate nell'attentato terroristico di ieri sera al Sarona Market di Tel Aviv. Tutti cittadini israeliani: Ido Ben Ari, 42 anni, di Ramat Gan; Ilana Neve, 39 anni, di Tel Aviv; Michael Feige, 58 anni, di Midreshet Ben-Gurion; e Mila Mishayev, 32 anni, di Ashkelon. Nell'attentato sono rimaste ferite altre sedici persone, di cui tre di condizioni critiche.
Ben Ari si trovava a cena con la moglie e i due figli in un ristorante del centro commerciale di Sarona, all'interno del quale vi è il più grande mercato agroalimentare coperto in Israele, con più di novanta negozi. Sua moglie è rimasta ferita nella sparatoria ed è stata ricoverata all'Ichilov Medical Center, dove dopo aver subito un intervento chirurgico è stata dichiarata in condizioni di pericolo moderato.

La più giovane delle vittime è la trentaduenne Mila Mishayev. Mila avrebbe dovuto sposarsi a breve. Al momento dell'attentato stava aspettando proprio il suo fidanzato all'interno del ristorante.
Leggi

iL negazionismo è reato - GATTEGNA
"Giornata storica per il paese"
"L'ultimo atto di uno straordinario impegno civico e culturale che ha visto protagoniste le massime istituzioni del nostro paese". Così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha commentato il via libera definitivo al disegno di legge che introduce il reato di negazionismo votato ieri alla Camera dei deputati. Dopo aver presenziato ai lavori dell'aula e alla votazione, il presidente UCEI ha inoltre affermato: "L'Italia scrive una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la libertà di opinione e di ricerca". Il ringraziamento, le sue parole, "va in particolare a tutti quei parlamentari che con inesauribile passione e impegno hanno fatto sì che questo risultato potesse essere raggiunto nei modi e nei tempi più adeguati".
Larga la maggioranza che ha approvato ieri il ddl, giunto in aula in terza lettura: 237 i favorevoli, 5 i contrari, 102 gli astenuti. Configurato come aggravante alla legge Mancino, il ddl dispone l'applicazione della pena "da due a sei anni se la propaganda, ovvero l'istigazione e l'incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale".
In un messaggio di felicitazioni diffuso nelle scorse ore il presidente UCEI si rivolge a quanti si sono "generosamente impegnati" per ottenere "questo significativo risultato". Ad essere citati in particolare i senatori Silvana Amati e Lucio Malan (primi firmatari del disegno di legge) e i deputati Emanuele Fiano e Walter Verini.
Gattegna inoltre aggiunge: "Fra coloro che hanno più intensamente lavorato per raggiungere questo importante obiettivo si sono distinti, per costanza ed efficacia della loro azione: Roberto De Vita, Donatella Di Cesare, Joseph Di Porto, Valerio Di Porto, Ruth Dureghello, Victor Magiar, Riccardo Pacifici e Giorgio Sacerdoti. Nei loro confronti voglio esprimere la più profonda gratitudine di tutte le comunità ebraiche italiane e mia personale".
Leggi

IL negazionismo è reato - AMATI
"Ottimo lavoro di squadra"
“Per arrivare all’approvazione definitiva di tempo ce n’è voluto un po’ troppo per i miei gusti. Ma adesso non si può che gioire. È un grande giorno per le istituzioni italiane”. Non nasconde la soddisfazione Silvana Amati, senatrice del Partito democratico e prima firmataria del ddl. ”I nuovi rigurgiti di odio, razzismo e antisemitismo continuano a costituire una minaccia per le nostre società democratiche. Una minaccia – afferma Amati – che le istituzioni devono prendere sul serio, anche con provvedimenti dall’alto valore simbolico come quello approvato ieri”.
Più volte, anche attraverso i nostri notiziari, la senatrice si era detta preoccupata per alcune difficoltà, interne talvolta agli stessi partiti, che stavano rendendo particolarmente complesso l’iter. “Sono quattro anni e mezzo che che questo percorso ha presso avvio. Un percorso non semplice, decisamente tortuoso” raccontava in aprile. Ieri è stata messa la parola fine a un lavoro di squadra che è stato trasversale e che ha messo insieme sensibilità e forze politiche diverse: un valore sottolineato con forza dalla senatrice: “Finalmente l’Italia si allinea a molti altri paesi europei. E lo fa recependo una battaglia fondamentale per la nostra identità democratica, che in tanti hanno compreso. Con una larga maggioranza parlamentare e con una opposizione che è stata formale e non tanto sostanziale”.
Leggi

IL NEGAZIONISMO È reato - SACERDOTI
"Testo opportuno e bilanciato"
"Una norma doverosa, che era attesa da tempo dopo un lungo tergiversare tra i due rami del Parlamento. Il testo che è stato prodotto è opportuno e bilanciato”.
Così il Consigliere UCEI Giorgio Sacerdoti, giurista e tra i protagonisti del lavoro di approfondimento e sensibilizzazione che ha portato a recepire il disegno di legge.
In particolare Sacerdoti ha messo al servizio conoscenze giuridiche e un’intensa opera di mediazione condotta, in piena sintonia con la presidenza dell’Unione, con parlamentari e alti rappresentanti istituzionali. Tra gli altri il presidente del Senato Pietro Grasso, incontrato a Milano pochi giorni prima che, in maggio, il ddl fosse approvato dall’aula di Palazzo Madama nella versione discussa ieri alla Camera. “La legge sul negazionismo tutela la nostra società” ha inoltre spiegato in un articolato editoriale pubblicato nelle scorse settimane dal Corriere della sera.
“Con anni di ritardo, dopo palleggiamenti vari di testi non coincidenti tra Senato e Camera – rifletteva allora – è stato messo a punto un testo che, se non il migliore del mondo, finalmente allinea il nostro diritto a quello degli altri Paesi europei, inserendo un’aggravante specifica nella esistente legge contro il razzismo del 1975, poi completata nel 1993. Si tratta dunque di una norma contro una forma particolarmente subdola di espressione e incitamento al razzismo, non di un nuovo reato tale da limitare la libertà di opinione e il dibattito storico”.
“Tutti gli interlocutori con cui mi sono confrontato hanno colto l’importanza di questa sfida, condividendo con l’Unione l’urgenza di un voto definitivo” conclude Sacerdoti.
Leggi

ucei - verso le elezioni
Milano, la parola ai candidati
Entra nel vivo la competizione per il prossimo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che sarà eletto in occasione del voto convocato per domenica 19 giugno.
Numerose le pagine di approfondimento sul numero di giugno di Pagine Ebraiche in distribuzione.
Tre le formazioni in lizza a Milano, dove saranno eletti 10 dei 52 Consiglieri del nuovo esecutivo. In ordine di presentazione di lista Comunità aperta, Wellcommunity per Israele, e Milano X l’Unione – L’Unione X Milano.

“Chiediamo ascolto dai rabbini”
"Apertura a tutti gli ebrei, al dialogo e al rispetto di tutte le opinioni, alla convivenza in ‘mamma comunità senza l’imposizione di un pensiero unico, alla società in cui viviamo condividendo i valori della nostra cultura”. Cobi Benatoff, leader della lista Comunità aperta, descrive la battaglia che intende portare avanti in Consiglio. Una battaglia, sottolinea, “che è vitale per il futuro dell’ebraismo italiano”. “I figli di padre ebreo, riconosciuti come Semi di Israele o Zera Israel, che frequentano la scuola ebraica, dovrebbero fare il Bar o Bat Mitzva insieme ai loro compagni. Il processo di conversione deve essere chiaro e trasparente sulla durata, sugli adempimenti e sui costi e sopratutto – dice Benatoff – su come si evitano traumi inutili su bambini così vulnerabili a paure e sofferenze”.

“Ridefiniamo i criteri distributivi”
Come lista diamo un giudizio complessivamente positivo dell’operato dell’Unione in questi quattro anni.
“Ma allo stesso tempo, crediamo che l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane non dia attualmente una rappresentazione corretta delle varie anime dell’ebraismo italiano.
“Crediamo che gli organi di autogoverno non stiano funzionando in modo ottimale. Crediamo che la redistribuzione alle Comunità ebraiche del gettito proveniente dall’Otto per mille non sia realmente efficiente. Questi sono i motivi per votarci il 19 giugno”. Così si esprime Raffaele Besso, copresidente assieme a Milo Hasbani della Comunità ebraica di Milano e capolista della formazione Wellcommunity per Israele.
Secondo Besso, i tre aggettivi che definiscono la lista al meglio sono “equilibrata”, “propositiva” ed “etica”.

“Rendiamo più autonomi i giovani”
Serve una partecipazione significativa al voto, così che possano essere espresse al meglio le idee degli ebrei in Italia. Il voto è essenziale per tutti gli iscritti: per chi ha a cuore il futuro ebraico delle nostre Comunità ma anche per chi si sente estraneo, lontano o respinto da esse. È un dovere, ma soprattutto un diritto: è l’opportunità di esprimere le proprie opinioni su programmi precisi e diversi. Leggeteli e confrontateli”. È l’invito che lancia Milo Hasbani, copresidente della Comunità ebraica di Milano e capolista del gruppo Milano X l’Unione – L’Unione X Milano.
“Le nostre idee sono dedicate in particolare a tre settori: giovani,
scuola e sicurezza” spiega Hasbani. “Sui giovani, l’idea è di coinvolgerli maggiormente nel Consiglio UCEI e contemporaneamente di renderli maggiormente autonomi con un rilevante sostegno economico”.
Leggi

jciak
Il summit dello shampoo
Prendete un pugno di donne e un salone di bellezza. Mettete a fuoco l’obiettivo e state tranquilli, saranno risate, lacrime ed emozioni a non finire. La formula non è nuova. Pensate a Caramel (2007), per esempio, delizioso debutto della libanese Nadine Labaki, che in una Beirut devastata dalla guerra intreccia le storie di cinque donne attorno al rito mediorientale della depilazione con acqua, limone e zucchero.
Questa volta a provarci, virando però sul documentario, è l’israeliana Iris Zaki che in Women in Sink
racconta il rapporto tra israeliani e palestinesi nelle parole delle donne, ebree e arabe, che a Haifa si fanno i capelli da Fifì, la cui titolare è una vispa signora arabo cristiana. Il documentario, già premiato in numerosi festival tra cui Visions du Reel e Karlovy Vary, è stato da poco inserito dal New York Times fra i suoi prestigiosi Op-Docs rendendolo quindi visibile on line.

Daniela Gross
Leggi

  pilpul

Setirot - Però
Fateci caso: quante volte avete sentito dire, in particolare in questi giorni carichi di tensione politico-elettorale, “non ho nulla contro gli ebrei, anzi ho molti amici ebrei…”, dove quella sospensione nel tono della voce la dice lunga; “lo Stato d’Israele ha tutti i diritti di esistere, ma…”; “non tutti i musulmani sono terroristi, però…”; “i migranti?, certo che non si può lasciarli morire in mare, tuttavia…”; “gli omosessuali?, i rom?, guai a chi istiga all’odio nei loro confronti, nondimeno…”.
A me capita di sentirlo ripetere spesso. E ogni volta mi viene in mente quanto ci ha insegnato il Maestro con cui studio. Lui si riferisce alla missione degli esploratori in Eretz Israel, o meglio alla loro colpa, ovvero l’aver aggiunto alla fine della relazione assolutamente positiva un però.


Stefano Jesurum, giornalista
Leggi

In ascolto - Shoshana Damari
È in piena attività la 55esima edizione dell’Israel Music Festival che si tiene a Gerusalemme e dintorni. Il programma è molto interessante e spazia tra i generi e le epoche. Si è aperto il 24 maggio con un omaggio a Shoshana Damari, icona della musica israeliana, la voce che allietava le truppe negli anni ’40 e che faceva sentire a casa gli yemeniti giunti in massa in Eretz Israel con l’operazione Tappeto Volante. A ricordare quella donna affascinante dal marcato accento sefardita, una donna tenace che a 81 anni, nel 2005, ha collaborato con il giovane Idan Raichel, sono saliti sul palco diversi artisti, espressioni attuali dell’ambiente sonoro mizrachi tra cui Miri Mesika, cresciuta alla Rimon School di Tel Aviv, Shai Zabari e Ravid Kahalani, il re del yemenite blues.

Maria Teresa Milano
Leggi

Time Out - Il nostro formaggio
Spiega in una derasha rav Sternbuch che la ragione per cui mangiamo cibi a base di latte durante la festa di Shavuot è dovuta al fatto che il popolo ebraico, a differenza di altri popoli, meritò di ricevere la Torah. Da dove lo comprendiamo? Da queste parole che troviamo nella parashah di Bemidbar: “lemishpechotam al bet avoam”. Cioè, secondo gli usi della propria famiglia e della casa dei padri.

Daniel Funaro
Leggi

Letture omeopatiche
Le elezioni mi fanno male. Non è una maledizione divina: è da qualche anno che ho questa malattia ciclica, una specie di allergia da pollini, che torna a manifestarsi ogni volta che i cittadini italiani come me vengono chiamati alle urne. Cioè sempre, da quando chi fa politica e chi ne scrive hanno capito che vincere o perdere alle elezioni è comunque meglio (per loro) che governare o educare. Ma cosa c’entra questa (solo mia?) condizione con i libri, con la letteratura e gli dei? Aspettate poche righe e avrete la medicina che – come sempre – è più una questione di esercizio che di principio attivo. 

Valerio Fiandra
Leggi


Sogno
La notte, complice il caldo, sogno. (Sì lo so che per la gran parte del popolo italiano sembra autunno più che primavera incipiente, ma vuoi i chili di troppo, vuoi l’impaccio corporeo, mi sento libera di sostenere che è già molto, troppo caldo). Sono sogni pesanti e gravi, caotici e confusi, di lotta e resistenza, in cui però sia pur con grande sforzo alla fine il bene trionfa, o quantomeno riesce a fermare il male. Questi sogni, soprattutto se si insinuano nel sonno dell’albeggio, restano al mio risveglio impigliati nelle ciglia e lasciano a pensare. Interpretarli razionalizzandoli? Ho più banalmente mangiato troppo la sera prima, o troppo a ridosso del pasto mi sono coricata? Chissà. 

Sara Valentina Di Palma
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.