In ascolto
Shoshana Damari

milano È in piena attività la 55esima edizione dell’Israel Music Festival che si tiene a Gerusalemme e dintorni. Il programma è molto interessante e spazia tra i generi e le epoche. Si è aperto il 24 maggio con un omaggio a Shoshana Damari, icona della musica israeliana, la voce che allietava le truppe negli anni ’40 e che faceva sentire a casa gli yemeniti giunti in massa in Eretz Israel con l’operazione Tappeto Volante. A ricordare quella donna affascinante dal marcato accento sefardita, una donna tenace che a 81 anni, nel 2005, ha collaborato con il giovane Idan Raichel, sono saliti sul palco diversi artisti, espressioni attuali dell’ambiente sonoro mizrachi tra cui Miri Mesika, cresciuta alla Rimon School di Tel Aviv, Shai Zabari e Ravid Kahalani, il re del yemenite blues. L’incontro tra est e ovest è un tema ricorrente anche in altri concerti, come in quello diretto da Eitan Globerson, che vede la collaborazione tra Jerusalem Simphony Orchestra e la Mendi Rodan Symphony Orchestra of the Jerusalem Academy of Music and Dance.
Se fossi a Gerusalemme avrei davvero l’imbarazzo della scelta: musica tradizionale, rock e indie, canzoni e poesia, sperimentazione e musica classica. Il Jerusalem Post ha pubblicato buone recensioni dei diversi concerti che si tengono al centro Eden Tamir di Ein Kerem, uno spazio incantevole creato nel 1968 dall’omonimo duo pianistico. In questi giorni nel giardino sono risuonate le note di Liszt, Dukas, Ravel, Brahms, Beethoven e della celebre versione per duo pianistico della Sagra della Primavera di Stravinsky, un omaggio a Bracha Eden e Alexander Tamir, i primi al mondo a registrarla. La loro storia è davvero interessante: si conoscono durante gli anni di studio alla Rubin Academy e formano un duo che diventerà presto famoso nel mondo e reggerà fino alla morte di lei, avvenuta nel 2006.
Certo, se fossi a Gerusalemme avrei l’imbarazzo della scelta ma sono forse due gli eventi che non perderei per nulla al mondo. Uno è Odyssey, in cui la violoncellista Sonia Wieder Atherton intreccia tredici “avventure musicali” basate su opere di Bach e Prokofiev e canzoni della Siria, dell’Egitto e dell’impero bizantino con brani tratti da Storia di una vita di Aharon Appelfeld e letti dall’autore in persona. L’altro è Pierino e il Lupo di Prokoviev, che gli organizzatori, dimostrando un bel senso dell’umorismo, hanno scelto, di allestire nello Zoo biblico di Gerusalemme, in mezzo agli animali.

Consiglio di ascolto:

Maria Teresa Milano

(9 giugno 2016)