Jonathan Sacks, rabbino
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La
storia di Korach si ripete in ogni generazione. L’antidoto è
l’immersione quotidiana nel mondo alternativo dello studio della Torah,
che mira alla verità e non al potere, e dà lo stesso valore a ogni voce
che prende parte alla conversazione sacra.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Si
è conclusa la visita della delegazione del M5S in Israele, capitanata
dal candidato alla Presidenza del Consiglio in pectore Luigi Di Maio.
Bilancio: pessimo. Attraversate tutte le tappe del classico tour
dell'antisemita in Israele, a cominciare dalle associazioni umanitarie,
come sempre strumentalizzate per dimostrare che Israele è uno Stato
oppressore, per procedere con gli appena accennati omaggi alle vittime
del terrorismo. Per lo meno provocatoria la scelta di portarsi dietro
Manlio Di Stefano, autore in passato di affermazioni gravissime da
centro sociale de 'noantri.
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“Odio e antisemitismo,
combattiamoli insieme”
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“Fatti
recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a
Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di
leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di
quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una
minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e
che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da
millenni dell’antisemitismo”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi
Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto
sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei
deputati.
Concetti e riflessioni sviluppati dalla presidente Di Segni anche
davanti alle telecamere di Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli
altri, sulle pagine di Avvenire. A destare preoccupazione è soprattutto
un dato: un italiano su cinque avrebbe pregiudizi, più o meno
accentuati, nei confronti degli ebrei. Un fenomeno che risulta
particolarmente significativo in rete e sui social network, dove
aumentano esponenzialmente le manifestazioni di odio. Un’emergenza che
è quindi anche verbale, come rileva la ricercatrice del Cdec Betti
Guetta, citata oggi dal quotidiano della CEI:
Organizzato dalla parlamentare del Partito Democratico e presidente
dell’Alleanza parlamentare contro l’intolleranza e il razzismo del
Consiglio d’Europa Milena Santerini, la conferenza ha visto inoltre la
partecipazione di Marilisa D’Amico, presidente di Vox-Osservatorio sui
diritti (che ha realizzato una approfondita mappa sulle intolleranze);
Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana; Emanuele
Fiano, parlamentare Pd e membro della Commissione Affari Costituzionali.
Sulla Stampa, un approfondimento sulle tendenze demografiche delle
famiglie israeliane e palestinesi e su come le stesse influenzeranno il
futuro della regione. “Oggi – si legge – l’arma demografica è passata
dalla parte di Israele. Merito dell’ondata migratoria, soprattutto
dall’ex Unione sovietica, negli Anni Novanta. Ma anche del ‘grembo
delle israeliane’. Che ora fanno più figli delle palestinesi nella
Cisgiordania. Un po’ più di tre bambini a testa contro un po’ meno di
tre. Con le famiglie ultraortodosse che hanno addirittura una media di
cinque figli per donna”.
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iL RAPPORTO DEL CDEC ALLA CAMERA
Antisemitismo in Italia, i numeri
“Fronte ampio contro l’odio”
“Fatti
recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a
Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di
leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di
quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una
minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e
che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da
millenni dell’antisemitismo”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi
Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto
sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei
deputati grazie all’iniziativa della parlamentare Milena Santerini.
Concetti e riflessioni sviluppati ieri anche davanti alle telecamere di
Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli altri, sulle pagine di
Avvenire.
“Fermo restando l’apprezzamento per le recenti novità legislative,
significative e incisive da molti punti di vista, è importante
sottolineare come ci si trovi all’inizio di un cammino. Un cammino da
fare necessariamente insieme in un contesto europeo sempre più a
rischio di frammentazioni e dispersioni di quei valori universali per
cui gli ebrei tanto hanno combattuto. È fondamentale evidenziare parole
e caratteristiche positive – ha spiegato Di Segni – e a questi
associare valori, anziché pregiudizi”.
A destare preoccupazione è soprattutto un dato: un italiano su cinque
avrebbe pregiudizi, più o meno accentuati, nei confronti degli ebrei.
Un fenomeno che risulta particolarmente significativo in rete e sui
social network, dove aumentano esponenzialmente le manifestazioni di
odio.
“Non esiterei a parlare di vera e propria emergenza verbale. Perché
mentre una volta trattare apertamente certi temi era considerato un
tabù, oggi il linguaggio ha superato ogni sorta di accettazione umana”
ha commentato la ricercatrice del Cdec Betti Guetta. Il barbaro
omicidio di Fermo, ha aggiunto Guetta, “è figlio di questo clima”. Leggi
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israele - la scelta dopo anni di controversie
La Corte suprema rabbinica
accoglie i suoi nuovi giudici
Dopo
nove anni di impasse e lotte interne, la Corte suprema rabbinica
d'Israele si è ricostituita la scorsa notte in tutti i suoi effettivi.
La commissione preposta per la nomina ha scelto ieri sera, dopo
lunghissime trattative e veti, nove giudici (dayanim) che andranno a
comporre il tribunale, che rappresenta l'ultimo grado di giudizio per
questioni inerenti la normativa ebraica (tra cui matrimoni, divorzi,
conversioni). Di questi nove eletti, tre fanno direttamente riferimento
all'area del cosiddetto sionismo religioso, sei al mondo haredi (tre
per i sefarditi di Shas e tre per gli ashkenaziti di United Torah).
Continua dunque una preminenza all'interno della Corte della voce dei
haredim seppur il ministro della Giustizia Ayelet Shaked, del partito
HaBayt HaYehudi che rappresenta la destra nazional religiosa, abbia
definito le nomine un segno storico per “la Corte suprema rabbinica”
grazie all'ingresso dei tre nuovi giudici del mondo sionista religioso.
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qui roma - festival internazionale
Dall'Italia a Israele, tre scrittrici
nel segno di Natalia Ginzburg
Sarà
dedicato al tema della memoria il decimo e ultimo appuntamento del
festival Letterature in corso a Roma, con uno sguardo che si intreccia
profondamente con le complesse questioni dell’identità e della storia
ebraica in Europa e in Israele. Ad aprire l’incontro, intitolato “In
memoria di noi” e che si svolgerà alla Basilica di Massenzio, sarà la
scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, la quale leggerà il suo testo
inedito “Il partner segreto”. La serata proseguirà quindi con un
omaggio a Natalia Ginzburg per il centenario dalla sua nascita il 14
luglio 1916. A offrire alcune letture dai suoi libri sarà l’attrice
Piera Degli Esposti, mentre le due scrittrici Cristina Comencini e
Chiara Valerio leggeranno dei loro testi inediti ispirati alla persona
e all’opera di Ginzburg. “Sento una particolare vicinanza con lei, le
cui opere sono state tutte tradotte in ebraico, e sono convinta che
questo comune sentire sia legato non tanto al fatto di essere donne e
scrittrici mediterranee, bensì alla condivisione di radici molto più
profonde, quelle ebraiche”, ha affermato Rabinyan nel corso di una
conferenza stampa svoltasi questa mattina alla Casa delle letterature a
cui hanno partecipato anche la curatrice della manifestazione Maria Ida
Gaeta, assieme a Comencini e Valerio. Leggi
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la nuova premier con il rabbino capo mirvis
Theresa May: "La Gran Bretagna
senza ebrei non sarebbe la stessa"
Non
sono certo ore prive di impegni queste per Theresa May, nuovo Primo
ministro britannico, che nelle scorse ore si è presentata davanti alla
regina Elisabetta per ufficializzare l’investitura, dopo le dimissioni
di David Cameron. In questo momento di grande pressione, May ha però
trovato il tempo ieri di cenare con il rabbino capo del Commonwealth
Ephraim Mirvis, nella sua casa londinese, insieme a suo marito Philip e
alcuni altri ospiti. A riportarlo è il giornale ebraico inglese The
Jewish Chronicle, secondo cui la presenza a questo incontro a porte
chiuse, organizzato già da qualche settimana, avrebbe momentaneamente
sospeso il lavoro del nuovo Premier nella scelta del nuovo governo e
per questo sarebbe stata vista come un “gesto straordinario” da parte
della Comunità ebraica. E del resto il presidente del Board of Deputies
of British Jews Gillian Merron
aveva già accolto con favore la nomina di May. “È una grande amica
della Comunità e, durante il suo incarico di Segretario di Stato per
gli affari interni – ha affermato Merron – il Board of Deputies ha
avuto un rapporto con lei sempre stretto e molto positivo”.
(nell'immagine, Theresa May insieme al rav Ephraim Mirvis, rabbino capo
del Commonwealth - a destra - e a Gerald Ronson della Community
Security Trust) Leggi
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Ticketless
- I Cosattini |
Carlo
Michelstraedter chiamava la sua cerchia famigliare, quella dei Della
Pergola e dei Cassuto, “la turba goriziana”: un agglomerato di
individualità difformi,vivaci, unite tra loro. L’ultimo libro di Sandro
Gerbi ci restituisce la storia di una turba analoga e limitrofa(I
Cosattini. Una famiglia antifascista di Udine, Hoepli, 2016). Si parte
dal capostipite, Giovanni (1878-1954), deputato socialista, amico
fraterno di Matteotti, oggetto già di una biografia di Paolo Alatri, si
prosegue con le vite parallele dei due figli: Luigi, giurista,
militante del partito d’Azione, morto a Buchenwald; Alberto, segretario
articolare di Ferruccio Parri nel primo governo dopo la Liberazione.
Gerbi si sofferma anche sul destino delle tre figlie, tutte e tre
sposate a ebrei ad altre “turbe” per lo più piemontesi, sempre
antifasciste: Giovanna, che sposò il torinese ingegner Enrico Carrara,
figlio di Mario e dunque genero di Cesare Lombroso; Emma, che sposò uno
dei massimi dirigenti della Olivetti, Giovanni Enriques, attivo nella
Resistenza e poi a capo della casa editrice Zanichelli; Emilia, che
sposò Gustavo Volterra, figlio del famoso Vito Volterra, matematico che
rifiutò il giuramento di fedeltà imposto dal fascismo.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Viaggiatori 5Stelle
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Com’è
noto, quando un partito di opposizione – soprattutto se di opposizione
‘dura e pura’ – sente avvicinarsi la stanza dei bottoni, deve
cominciare ad adeguarsi, a cambiare almeno un po’ il linguaggio, a
imparare a usare le buone maniere e i guanti bianchi. Non è un
esercizio facilissimo, perché ci vuole una buona dose di equilibrismo,
di accortezza e di prudenza: se cambi troppo rapidamente e troppo
radicalmente, la base (soprattutto i militanti storici, quelli più
fedeli e agguerriti), potrebbe aversene a male, pensando che i loro
diventeranno come tutti gli altri. Ma se non cambi per nulla, si
rischierebbe di compromettere il risultato finale, perché la
‘maggioranza silenziosa’, quella dei benpensanti, dei pantofolai, degli
uomini della strada, che magari ti hanno votato una o due volte per
rabbia, noia o curiosità, potrebbero, nel vederti alle soglie del
potere, spaventarsi, e non votarti più.
Francesco Lucrezi, storico
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Israele al futuro
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Com’è
noto, quando un partito di opposizione – soprattutto se di opposizione
‘dura e pura’ – sente avvicinarsi la stanza dei bottoni, deve
cominciare ad adeguarsi, a cambiare almeno un po’ il linguaggio, a
imparare a usare le buone maniere e i guanti bianchi. Non è un
esercizio facilissimo, perché ci vuole una buona dose di equilibrismo,
di accortezza e di prudenza: se cambi troppo rapidamente e troppo
radicalmente, la base (soprattutto i militanti storici, quelli più
fedeli e agguerriti), potrebbe aversene a male, pensando che i loro
diventeranno come tutti gli altri. Ma se n on
cambi per nulla, si rischierebbe di compromettere il risultato finale,
perché la ‘maggioranza silenziosa’, quella dei benpensanti, dei
pantofolai, degli uomini della strada, che magari ti hanno votato una o
due volte per rabbia, noia o curiosità, potrebbero, nel vederti alle
soglie del potere, spaventarsi, e non votarti più.
Angelica Edna Calò Livne
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