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13 luglio 2016 - 7 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
La storia di Korach si ripete in ogni generazione. L’antidoto è l’immersione quotidiana nel mondo alternativo dello studio della Torah, che mira alla verità e non al potere, e dà lo stesso valore a ogni voce che prende parte alla conversazione sacra.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Si è conclusa la visita della delegazione del M5S in Israele, capitanata dal candidato alla Presidenza del Consiglio in pectore Luigi Di Maio. Bilancio: pessimo. Attraversate tutte le tappe del classico tour dell'antisemita in Israele, a cominciare dalle associazioni umanitarie, come sempre strumentalizzate per dimostrare che Israele è uno Stato oppressore, per procedere con gli appena accennati omaggi alle vittime del terrorismo. Per lo meno provocatoria la scelta di portarsi dietro Manlio Di Stefano, autore in passato di affermazioni gravissime da centro sociale de 'noantri.
 
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“Odio e antisemitismo,
combattiamoli insieme”
“Fatti recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da millenni dell’antisemitismo”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei deputati.
Concetti e riflessioni sviluppati dalla presidente Di Segni anche davanti alle telecamere di Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli altri, sulle pagine di Avvenire. A destare preoccupazione è soprattutto un dato: un italiano su cinque avrebbe pregiudizi, più o meno accentuati, nei confronti degli ebrei. Un fenomeno che risulta particolarmente significativo in rete e sui social network, dove aumentano esponenzialmente le manifestazioni di odio. Un’emergenza che è quindi anche verbale, come rileva la ricercatrice del Cdec Betti Guetta, citata oggi dal quotidiano della CEI:
Organizzato dalla parlamentare del Partito Democratico e presidente dell’Alleanza parlamentare contro l’intolleranza e il razzismo del Consiglio d’Europa Milena Santerini, la conferenza ha visto inoltre la partecipazione di Marilisa D’Amico, presidente di Vox-Osservatorio sui diritti (che ha realizzato una approfondita mappa sulle intolleranze); Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana; Emanuele Fiano, parlamentare Pd e membro della Commissione Affari Costituzionali.

Sulla Stampa, un approfondimento sulle tendenze demografiche delle famiglie israeliane e palestinesi e su come le stesse influenzeranno il futuro della regione. “Oggi – si legge – l’arma demografica è passata dalla parte di Israele. Merito dell’ondata migratoria, soprattutto dall’ex Unione sovietica, negli Anni Novanta. Ma anche del ‘grembo delle israeliane’. Che ora fanno più figli delle palestinesi nella Cisgiordania. Un po’ più di tre bambini a testa contro un po’ meno di tre. Con le famiglie ultraortodosse che hanno addirittura una media di cinque figli per donna”.
 
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  davar
iL RAPPORTO DEL CDEC ALLA CAMERA
Antisemitismo in Italia, i numeri
“Fronte ampio contro l’odio”

“Fatti recenti di cronaca, a partire da quanto accaduto negli scorsi giorni a Fermo, impongono a chiunque abbia una responsabilità istituzionale e di leadership una riflessione ancora più approfondita sulla consistenza di quell’odiosa e terribile minaccia che va sotto il nome di razzismo. Una minaccia che è ancora viva in determinate fasce della nostra società e che si articola in varie forme, tra cui quella storica e radicata da millenni dell’antisemitismo”.
Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto sull’antisemitismo in Italia del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, svoltasi ieri pomeriggio alla Camera dei deputati grazie all’iniziativa della parlamentare Milena Santerini.
Concetti e riflessioni sviluppati ieri anche davanti alle telecamere di Rai Parlamento e che oggi tornano, tra gli altri, sulle pagine di Avvenire.
“Fermo restando l’apprezzamento per le recenti novità legislative, significative e incisive da molti punti di vista, è importante sottolineare come ci si trovi all’inizio di un cammino. Un cammino da fare necessariamente insieme in un contesto europeo sempre più a rischio di frammentazioni e dispersioni di quei valori universali per cui gli ebrei tanto hanno combattuto. È fondamentale evidenziare parole e caratteristiche positive – ha spiegato Di Segni – e a questi associare valori, anziché pregiudizi”.
A destare preoccupazione è soprattutto un dato: un italiano su cinque avrebbe pregiudizi, più o meno accentuati, nei confronti degli ebrei. Un fenomeno che risulta particolarmente significativo in rete e sui social network, dove aumentano esponenzialmente le manifestazioni di odio.
“Non esiterei a parlare di vera e propria emergenza verbale. Perché mentre una volta trattare apertamente certi temi era considerato un tabù, oggi il linguaggio ha superato ogni sorta di accettazione umana” ha commentato la ricercatrice del Cdec Betti Guetta. Il barbaro omicidio di Fermo, ha aggiunto Guetta, “è figlio di questo clima”.
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israele - la scelta dopo anni di controversie
La Corte suprema rabbinica
accoglie i suoi nuovi giudici 

Dopo nove anni di impasse e lotte interne, la Corte suprema rabbinica d'Israele si è ricostituita la scorsa notte in tutti i suoi effettivi. La commissione preposta per la nomina ha scelto ieri sera, dopo lunghissime trattative e veti, nove giudici (dayanim) che andranno a comporre il tribunale, che rappresenta l'ultimo grado di giudizio per questioni inerenti la normativa ebraica (tra cui matrimoni, divorzi, conversioni). Di questi nove eletti, tre fanno direttamente riferimento all'area del cosiddetto sionismo religioso, sei al mondo haredi (tre per i sefarditi di Shas e tre per gli ashkenaziti di United Torah). Continua dunque una preminenza all'interno della Corte della voce dei haredim seppur il ministro della Giustizia Ayelet Shaked, del partito HaBayt HaYehudi che rappresenta la destra nazional religiosa, abbia definito le nomine un segno storico per “la Corte suprema rabbinica” grazie all'ingresso dei tre nuovi giudici del mondo sionista religioso.
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qui bologna
Al Memoriale danzano i ricordi 
Luogo di Memoria. Presidio di cultura, arte, solidarietà. Una piazza viva.
Il Memoriale della Shoah di Bologna conferma la capacità di includere diverse anime e diverse sfide nello stesso spazio. Una vocazione rappresentata in queste ore dal successo riscontrato da “Treni verticali”, la rassegna di danze del ricordo lanciata ieri sera, al calar del sole, con la direzione di Fiorenza D’Alessandro. Tre tappe, tre linguaggi diversi, un unico obiettivo: sottolineare la centralità della Memoria per un futuro di speranza, libertà e democrazia. Un programma intenso e qualitativamente molto elevato che ha coinvolto centinaia di bolognesi, che da gennaio hanno preso sempre più confidenza con questo nuovo spazio cittadino.
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qui roma - festival internazionale
Dall'Italia a Israele, tre scrittrici
nel segno di Natalia Ginzburg

Sarà dedicato al tema della memoria il decimo e ultimo appuntamento del festival Letterature in corso a Roma, con uno sguardo che si intreccia profondamente con le complesse questioni dell’identità e della storia ebraica in Europa e in Israele. Ad aprire l’incontro, intitolato “In memoria di noi” e che si svolgerà alla Basilica di Massenzio, sarà la scrittrice israeliana Dorit Rabinyan, la quale leggerà il suo testo inedito “Il partner segreto”. La serata proseguirà quindi con un omaggio a Natalia Ginzburg per il centenario dalla sua nascita il 14 luglio 1916. A offrire alcune letture dai suoi libri sarà l’attrice Piera Degli Esposti, mentre le due scrittrici Cristina Comencini e Chiara Valerio leggeranno dei loro testi inediti ispirati alla persona e all’opera di Ginzburg. “Sento una particolare vicinanza con lei, le cui opere sono state tutte tradotte in ebraico, e sono convinta che questo comune sentire sia legato non tanto al fatto di essere donne e scrittrici mediterranee, bensì alla condivisione di radici molto più profonde, quelle ebraiche”, ha affermato Rabinyan nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina alla Casa delle letterature a cui hanno partecipato anche la curatrice della manifestazione Maria Ida Gaeta, assieme a Comencini e Valerio.
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la nuova premier con il rabbino capo mirvis
Theresa May: "La Gran Bretagna
senza ebrei non sarebbe la stessa"

Non sono certo ore prive di impegni queste per Theresa May, nuovo Primo ministro britannico, che nelle scorse ore si è presentata davanti alla regina Elisabetta per ufficializzare l’investitura, dopo le dimissioni di David Cameron. In questo momento di grande pressione, May ha però trovato il tempo ieri di cenare con il rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis, nella sua casa londinese, insieme a suo marito Philip e alcuni altri ospiti. A riportarlo è il giornale ebraico inglese The Jewish Chronicle, secondo cui la presenza a questo incontro a porte chiuse, organizzato già da qualche settimana, avrebbe momentaneamente sospeso il lavoro del nuovo Premier nella scelta del nuovo governo e per questo sarebbe stata vista come un “gesto straordinario” da parte della Comunità ebraica. E del resto il presidente del Board of Deputies of British Jews Gillian Merron
aveva già accolto con favore la nomina di May. “È una grande amica della Comunità e, durante il suo incarico di Segretario di Stato per gli affari interni – ha affermato Merron – il Board of Deputies ha avuto un rapporto con lei sempre stretto e molto positivo”.

(nell'immagine, Theresa May insieme al rav Ephraim Mirvis, rabbino capo del Commonwealth - a destra - e a Gerald Ronson della Community Security Trust)
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pilpul
Ticketless - I Cosattini
Carlo Michelstraedter chiamava la sua cerchia famigliare, quella dei Della Pergola e dei Cassuto, “la turba goriziana”: un agglomerato di individualità difformi,vivaci, unite tra loro. L’ultimo libro di Sandro Gerbi ci restituisce la storia di una turba analoga e limitrofa(I Cosattini. Una famiglia antifascista di Udine, Hoepli, 2016). Si parte dal capostipite, Giovanni (1878-1954), deputato socialista, amico fraterno di Matteotti, oggetto già di una biografia di Paolo Alatri, si prosegue con le vite parallele dei due figli: Luigi, giurista, militante del partito d’Azione, morto a Buchenwald; Alberto, segretario articolare di Ferruccio Parri nel primo governo dopo la Liberazione. Gerbi si sofferma anche sul destino delle tre figlie, tutte e tre sposate a ebrei ad altre “turbe” per lo più piemontesi, sempre antifasciste: Giovanna, che sposò il torinese ingegner Enrico Carrara, figlio di Mario e dunque genero di Cesare Lombroso; Emma, che sposò uno dei massimi dirigenti della Olivetti, Giovanni Enriques, attivo nella Resistenza e poi a capo della casa editrice Zanichelli; Emilia, che sposò Gustavo Volterra, figlio del famoso Vito Volterra, matematico che rifiutò il giuramento di fedeltà imposto dal fascismo.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Viaggiatori 5Stelle
Com’è noto, quando un partito di opposizione – soprattutto se di opposizione ‘dura e pura’ – sente avvicinarsi la stanza dei bottoni, deve cominciare ad adeguarsi, a cambiare almeno un po’ il linguaggio, a imparare a usare le buone maniere e i guanti bianchi. Non è un esercizio facilissimo, perché ci vuole una buona dose di equilibrismo, di accortezza e di prudenza: se cambi troppo rapidamente e troppo radicalmente, la base (soprattutto i militanti storici, quelli più fedeli e agguerriti), potrebbe aversene a male, pensando che i loro diventeranno come tutti gli altri. Ma se non cambi per nulla, si rischierebbe di compromettere il risultato finale, perché la ‘maggioranza silenziosa’, quella dei benpensanti, dei pantofolai, degli uomini della strada, che magari ti hanno votato una o due volte per rabbia, noia o curiosità, potrebbero, nel vederti alle soglie del potere, spaventarsi, e non votarti più.

Francesco Lucrezi, storico
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Israele al futuro
Com’è noto, quando un partito di opposizione – soprattutto se di opposizione ‘dura e pura’ – sente avvicinarsi la stanza dei bottoni, deve cominciare ad adeguarsi, a cambiare almeno un po’ il linguaggio, a imparare a usare le buone maniere e i guanti bianchi. Non è un esercizio facilissimo, perché ci vuole una buona dose di equilibrismo, di accortezza e di prudenza: se cambi troppo rapidamente e troppo radicalmente, la base (soprattutto i militanti storici, quelli più fedeli e agguerriti), potrebbe aversene a male, pensando che i loro diventeranno come tutti gli altri. Ma se non cambi per nulla, si rischierebbe di compromettere il risultato finale, perché la ‘maggioranza silenziosa’, quella dei benpensanti, dei pantofolai, degli uomini della strada, che magari ti hanno votato una o due volte per rabbia, noia o curiosità, potrebbero, nel vederti alle soglie del potere, spaventarsi, e non votarti più.

Angelica Edna Calò Livne
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