Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

14 luglio 2016 -  8 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Quando il popolo assetato gli chiede acqua, Moshè lo apostrofa col termine “morìm”. A questo termine Rashì dà due interpretazioni: “stolti” e “che fanno da maestri (morìm) ai loro maestri”.
Il Rebbe di Gur si domanda perché Rashì debba dare due interpretazioni, oltretutto senza dire, come al solito, “e c’è chi spiega….”.
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
La tragica notizia da Andria e Corato induce a pensare con amarezza al tremendo iato che esiste in Italia, ma a volte anche in Israele, fra gli alti discorsi retorici sui massimi valori, e la realtà quotidiana. Parliamo di paesi che pure essendo sviluppati, covano sacche storiche di ritardi, inefficienze, a volte un culto totemistico verso il rifiuto di rinnovare. Non è così in tutti i paesi. A Seoul i lavori per la prima linea della ferrovia sotterranea sono iniziati nel 1971. Oggi operano 18 linee su una rete di 331,5 km. A titolo di confronto, il metro di Parigi ha 16 linee per un totale di 214 km. A Gerusalemme invece ci sono voluti 11 anni per costruire la prima linea di tram, lunga 13,8 km. L'inaugurazione del treno veloce fra Tel Aviv e la Capitale è prevista per il 2018.
 
Leggi

Il Memoriale di Milano
porte aperte ai profughi
“Sopra il soffitto di cemento si sentono i treni partire. E un rumore di tuono, solo molto più lungo. E ogni volta è una stretta allo stomaco. Col pensiero alle migliaia che da qui tanti anni fa partirono per Auschwitz e davanti agli occhi quelli che invece sono in viaggio oggi”. Il Corriere racconta in questi termini il rinnovato impegno del Memoriale della Shoah di Milano sul fronte dell’accoglienza.
“È la seconda stagione del Binario 21 aperto all’accoglienza notturna dei profughi. Fondazione memoriale della Shoah e Comunità di Sant’Egidio ancora insieme – si legge – per unire accoglienza e testimonianza: 40 posti-letto, docce, cena e colazione ogni giorno dall’altro ieri fino al prossimo autunno, così come lo scorso anno dal 22 giugno al 14 novembre con quasi cinquemila persone ospitate negli spazi accanto al museo che Liliana Segre aveva voluto fosse dominato, al suo ingresso, dalla parola ‘Indifferenza’ scolpita in lettere alte due metri e di fronte a cui questi ragazzi e ragazze provenienti dalla Somalia, dal Sudan, dall’Eritrea, dall’Afghanistan così come lo scorso anno soprattutto dalla Siria si fermano e chiedono ‘puoi tradurre?’. E restano muti a guardare. Roberto Jarach per la Fondazione e Stefano Pasta per Sant’Egidio spiegano che la principale differenza con l’anno scorso è proprio la questione delle frontiere chiuse. Perché stiamo parlando di uomini e donne la cui meta finale non sarebbe Milano ma quasi sempre il Nord Europa”.

Nel mondo è Pokemon Go mania. Ma, come spiega Riccardo Luna su Repubblica, il settimo giorno dalla sua uscita sul mercato il videogioco più popolare del mondo, la app più scaricata di sempre, “si ferma nel luogo sbagliato”. E cioè in Polonia, sulla porta del campo di concentramento nazista di Auschwitz. “Succede che un utente, giocando come milioni di altre persone stanno facendo in questo esatto momento – scrive Luna – abbia ricevuto sul telefonino la segnalazione che un pupazzetto è nascosto proprio lì, dove i tedeschi sterminavano gli ebrei nella Seconda Guerra mondiale; e succede che il giocatore sia andato a verificare, perché il gioco funziona così; e che sul telefonino, davanti a una lapide del memoriale, con i nomi dei morti, sia comparso il disegno di un topo violaceo e ringhioso. II giocatore lo ha catturato con un clic, perché si gioca così, e ha postato la foto in rete. Tecnicamente il sovrapporre delle immagini virtuali a immagini reali si chiama ‘realtà aumentata’, ma francamente in casi come questi sarebbe più giusto parlare di ‘realtà peggiorata'”.
 
Leggi

  davar
il nuovo capo della diplomazia britannica
Regno Unito, Johnson agli Esteri
"Da stupidi boicottare Israele"

Tra le tante cose per cui è noto Boris Johnson, il nuovo ministro degli Esteri britannico, vi sono sicuramente le sue posizioni a favore d'Israele. L'ex sindaco di Londra nonché uno dei più attivi sostenitori dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ha infatti dimostrato in passato il suo sostegno nei confronti dello Stato ebraico, definito come la “realizzazione di generazioni di battaglie”. Johnson, considerato un uomo eccentrico (al di là della capigliatura platinata), spesso politicamente scorretto e al contempo molto colto, dopo il risultato del referendum sulla Brexit sembrava il candidato più forte a sostituire l'ex Premier David Cameron. Secondo alcuni analisti inglesi, Johnson aveva appoggiato l'uscita dall'Unione europea della Gran Bretagna proprio per mettere in crisi la leadership di Cameron. A obiettivo raggiunto però – con annesse dimissioni di Cameron, favorevole al Remain -, l'ex sindaco di Londra aveva fatto un passo indietro, attirando su di sé molte critiche (alcune irripetibili, come quelle raccolte in un colorito tweet dell'attore scozzese Ewan McGregor). Accusato di essere un codardo dai suoi avversari per la scelta di non candidarsi a Primo ministro nel dopo Brexit, Johnson ieri (a sorpresa) è stato scelto dalla nuova Premier Theresa May come capo della diplomazia britannica.
Leggi

l'osservatorio sul razzismo nel calcio  
“Odio negli stadi, parliamone”
"Abbiamo un problema, ed è un problema  certamente non marginale. Eppure sembra caro soltanto a poche componenti della società: la comunità ebraica italiana, in primis, sempre incisiva con i suoi interventi e le sue segnalazioni. E qualche altra realtà impegnata nella lotta all’odio. Purtroppo non è sufficiente. Serve una maggiore consapevolezza collettiva, per comprendere più a fondo il problema e individuare soluzioni efficaci di contrasto”. Lancia l’allarme Mauro Valeri (immagine a fianco), direttore dell’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996 e dal 2005 responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Una realtà che si è affermata sempre più come un punto di riferimento per gli addetti ai lavori e per gli enti, le associazioni, gli organismi che ogni giorno combattono contro le diverse forme di intolleranza nella società italiana.
Leggi

JCIAK - LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA A ROMa
Eytan Fox, l'Almodovar d'Israele
porta Cupcakes all'Isola Tiberina

Calma, calma Anat. Anche se sembra che ora vada tutto male, presto si risolverà”. È un messaggio dolce, legato alla vita vera, autentica, quella dove gli individui qualche volta soffrono ma sanno ritirarsi su, quello dell’orecchiabile canzone scritta dai protagonisti del film israeliano Cupcakes, l’ultimo lavoro del regista Eytan Fox, proiettato ieri nell’ambito della rassegna l’Isola del Cinema in corso all’Isola Tiberina di Roma. Una pellicola dedicata a ragazzi e ragazze della porta accanto che un po’ per caso si ritrovano nel mondo luccicante della competizione internazionale dell’Eurovision Song Contest, scelta per dare un’assaggio della prossima edizione del Pitigliani Kol’noa Festival, la kermesse dedicata al cinema israeliano e organizzata dal Centro ebraico Il Pitigliani che come ha ricordato il presidente Bruno Sed tornerà a Roma in autunno. “Spero che attraverso questo film e in generale grazie al cinema israeliano si possa dare un’immagine di Israele diversa da quella che la gente conosce – il saluto dell’ambasciatore israeliano a Roma Naor Gilon – un paese con una grande creatività e una grande gioia di vivere”.
Leggi

jciak - jerusalem film festival
Avanti popolo. A spasso nel Sinai
Mentre, almeno a sentire i giornali, Egitto e Israele starebbero avviandosi a relazioni più distese, il grande tema riecheggia sullo schermo del Jerusalem Film Festival nelle immagini di Avanti popolo (il titolo originale è proprio in italiano). Scritto e diretto nel 1986 da Rafi Bukai e considerato uno dei film più importanti del cinema israeliano, il film torna in sala per la prima volta dopo trent’anni grazie a un lungo e complesso restauro digitale.
Avanti popolo (84’) racconta, in chiave surreale, la storia di due soldati egiziani, Haled e Gassan, che alla fine della Guerra dei sei giorni si ritrovano a vagare nel Sinai e sono costretti a farsi strada per conto loro verso il canale di Suez.

Daniela Gross
Leggi

  pilpul

RiMEIScolando - Padova ebraica
“Generazione va, generazione viene”. È il titolo di un’efficace installazione ad opera del regista Denis Brotto che dà vita, assieme ai suoi numerosi frequentatori, al museo della Padova ebraica. Per goderne l’esperienza, bisogna arrivare in una via stretta che si chiama Via delle Piazze, anche se le piazze non le ho viste. Però sono stata accolta da uno degli animatori di questo nuovo centro di cultura ebraica, Gadi Luzzatto Voghera, storico dell’ebraismo e oggi direttore del CDEC di Milano, assieme a Simonetta Lazzaretto dello staff di Coop Culture che gestisce il museo.
È impressionante la struttura, dove alla fine degli anni Novanta sono stati ricostruiti gli ambienti centrali di quella che un tempo era la bella Sinagoga Ashkenazita di Padova, data alle fiamme dai fascisti nel maggio del 1943. Nelle vetrine del museo, allestito solo di recente, oggetti significativi dalla vasta collezione che appartiene alla comunità padovana: rotoli e pergamene, contratti matrimoniali, libri di preghiere, candelabri, calici, bellissimi addobbi. Oggetti usati ancora oggi dagli ebrei di Padova, guidati dal rav Adolfo Locci.


Simonetta Della Seta,
Direttore Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah

Leggi


Setirot - Ignoranza e fiducia
"Tutto ciò di cui hai bisogno in questa vita è ignoranza e fiducia, poi il successo è assicurato". Ponendo l’accento sulla parola ignoranza, dedico questa frase di Mark Twain al M5S quando parla di Israele. In realtà, a mio avviso, l’ignoranza di lorsignori è a 360°, ma debbo dire che nelle analisi su conflitto israelo-plaestinese e dintorni raggiungono vette tanto epiche quanto pericolose.

Stefano Jesurum, giornalista
Leggi

Time out - Occhiolino al terrore
ll Movimento 5 Stelle è una realtà più complessa di ciò che appare. Come confrontarsi con loro sarà più chiaro in futuro anche grazie alla comprensione su come si evolverà la classe dirigente. Per ora la speranza è che certi estremismi vengano subito rimossi. Il viaggio in Israele è stato un autogol e la presenza di Manlio Di Stefano come rappresentante degli esteri del partito ne è la causa. In Israele non si va solo per accreditarsi di fronte a una realtà importante, ma per dimostrare che per governare un paese c'è bisogno di concretezza e intelligenza.

Daniel Funaro
Leggi

In ascolto - Il grano
A luglio il grano è maturo e le spighe ondeggiano nei campi, pronte per essere tagliate.
“Quelli che abitano alla sua ombra ritorneranno, rivivranno come il grano...”, profetizzò Osea nei tempi antichi e “Hakhita tzomakhat shuv - Il grano cresce ancora”, avrebbe scritto secoli dopo Dorit Zameret nel suo kibbutz, Beit Hashita, con lo sguardo rivolto al monte Gilboa, alle distese dei campi, ai carrubi e agli ulivi. È nota la storia del kibbutz Beit Hashita, che nella guerra di Kippur subì notevoli perdite materiali e umane, una vicenda che ancora oggi viene spesso ricordata.


Maria Teresa Milano
Leggi


Chi è l'assassino, chi la vittima
“È finita. Giustizia è fatta”. Un sordo colpo echeggia all’ultima frase de La ragazza tatuata di Joyce Carol Oates (2012, Mondadori,traduzione Francesca Maioli), come un sipario che crolla ma non si chiude sulla storia dello scrittore Joshua Siegl, celebre per un romanzo che ha dato voce alle voci di chi non è sopravvissuto, non sa convivere con il successo e il ruolo cui quell’opera giovanile lo ha consegnato. Quando non sopporta più la solitudine, decide di assumere un assistente che lo aiuti a mettere ordine fra le migliaia di appunti e lettere che accumula: sarà l’estranea Alma – ma si chiama davvero così? – a trasformare la sua vita, a fargli ammettere le sue responsabilità, a fargli cambiare prospettiva. Sarà la sua famiglia a ostacolare, a impedire, a uccidere.

Valerio Fiandra
Leggi


Il gomitolo
Il passato: un gomitolo aggrovigliato che non riesci a dipanare quando vuoi, mi aveva confidato una cara amica, e poi all’improvviso ti trovi davanti un filo da tempo dimenticato, salta fuori a tradimento quando non sei vigile e pronta a respingerlo o ad ergere una barriera per non farti sommergere dai ricordi, che sono come le ciliegie e si susseguono a catena.
Non so come, questa frase mi è tornata alla memoria in questi giorni, ascoltando De André junior che canta De André senior in una sera estiva piacevolmente ventilata, mentre mi concedo una breve pausa da scatole e scatoloni da cui ultimamente mi trovo attorniata. 


Sara Valentina Di Palma
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.