stolto…

Quando il popolo assetato gli chiede acqua, Moshè lo apostrofa col termine “morìm”. A questo termine Rashì dà due interpretazioni: “stolti” e “che fanno da maestri (morìm) ai loro maestri”.
Il Rebbe di Gur si domanda perché Rashì debba dare due interpretazioni, oltretutto senza dire, come al solito, “e c’è chi spiega….”. La risposta si può ricavare dal versetto dei Proverbi (26:12): “Hai visto colui che è sapiente ai suoi occhi? Lo stolto ha più speranza di lui”. Chi pensa di poter insegnare ai suoi maestri si ritiene un sapiente; e non esiste stoltezza maggiore.

Elia Richetti, rabbino

(14 luglio 2016)