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Elia Richetti,
rabbino
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C’è
da domandarsi perché fosse necessario che l’asina parlasse a Bil’àm.
Tutto sommato, era sufficiente che ad un certo punto Bil’àm vedesse
l’angelo che ostacolava il loro cammino, e da lì avrebbe avuto modo di
sapere che cosa D.o volesse da lui.
Il Kelì Yaqàr spiega così: la cosa serviva perché Bil’àm non si
inorgoglisse della sua capacità profetica, perché se quell’asina, che
certamente non aveva le qualità per avere una visione e parlare, per il
bene d’Israele aveva avuto quella possibilità, il fatto che per lo
stesso scopo lui avesse il dono profetico, non lo metteva su un piano
superiore a quello del suo animale.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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Ecco
un evento da non perdere assolutamente. Venerdì 29 luglio, alle ore
20.30 a Manziana (RM), in Via Garibaldi 48 (ingresso dal n. 44), la
Sen. Ornella Bertorotta parlerà sul tema "Guerre terrorismo caos: In
che mondo viviamo? Quale politica estera per l'Italia?". Specifica il
testo della locandina: "Sen. Ornella Bertorotta, Movimento 5 Stelle,
Commissione Esteri Senato, di ritorno dalla Palestina, con un filmato
di Fulvio Grimaldi sulla Palestina". Fin qui nulla di male, se non
fosse che la sera dello scorso 11 luglio la medesima Sen. Bertorotta,
assieme al sottoscritto e a diversi altri commensali, è stata ospite a
una cena offerta dall'Ambasciatore d'Italia in Israele Francesco Maria
Talò nella bella e accogliente residenza di Ramat Gan.
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![](http://moked.it/unione_informa/strutturanl/stampa_header.jpg) |
Europol: "Lupi solitari
non guidati dall'Isis"
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“Secondo
il rapporto dell'Europol, presentato nelle scorse ore, nessuno degli
ultimi quattro attentanti terroristici in Europa è stato “pianificato,
supportato logisticamente e gestito direttamente dallo Stato islamico”.
Non c'è dunque un coinvolgimento diretto dell'Isis nei gesti compiuti
dagli attentatori, su cui invece pesa, scrive l'Europol, lo stato di
salute mentale: “il 35% dei lupi solitari in azione dal 2010 al 2015
soffriva di disturbi mentali”, riporta La Stampa citando il
report. Non ci sono poi “prove concrete che i terroristi usino
sistematicamente le rotte dell'immigrazione” per entrare in Europa e i
casi sono comunque rari. L'allarme lupi solitari rimane alto ma per
l'Europol preoccupa anche l'aumento degli attacchi di matrice
nazi-fascista e per la crescente xenofobia. Secondo una ricerca del Pew
Research in Italia aumenta intanto la paura: “I rifugiati portano
terrorismo sono un peso e commettono reati”, la percezione diffusa nel
nostro paese (10 gli stati presi in considerazione dal prestigioso
istituto di ricerca americano) in cui sono molto diffusi giudizi
negativi negativi nei confronti di musulmani e rom. “Atteggiamenti
negativi nei confronti degli ebrei – riporta La Stampa - sono meno
diffusi, in media nel 16% dei casi”.
Strage di Nizza, Mattarella accoglie le vittime italiane. Il capo dello
Stato, Sergio Mattarella, il governatore Roberto Maroni e il sindaco di
Milano, Giuseppe Sala (che proclamerà un giorno di lutto cittadino
quando si svolgeranno i funerali), hanno accolto ieri quattro delle sei
vittime italiane dell'attentato terroristico di Nizza, come riporta
Leonardo Coen sul Fatto Quotidiano. Coen sottolinea poi il dibattito
nato in Francia, ma con riflessi in Italia, sulla necessità di
rispondere al terrorismo islamico con un nuovo modello culturale e
sociale d'integrazione, diverso da quello d'Oltralpe che “è
clamorosamente fallito”.
Modello Israele. Tre approfondimenti sul quotidiano Libero dedicano
spazio a Israele e al suo essere un modello a livello internazionale
nel contrasto al terrorismo. Tra questi, un'intervista all'ambasciatore
israeliano a Roma Naor Gilon, che sottolinea le differenze di
investimenti nel settore sicurezza tra Israele e Europa, 6 per cento
del Pil la prima, 1,5 la seconda. “Oggi pare che il vecchio continente
si trovi di fronte a una minaccia più seria che in passato – afferma
Gilon- e pertanto la risposta finanziaria richiede un cambiamento anche
nello stanziamento delle risorse nel vecchio continente. Ma spetta alla
classe dirigente e ai cittadini europei decidere quale investimento sia
sufficiente. Io, ripeto, non sono interessato a dispensare consigli
all'Europa”. “Davanti al terrorismo dilagante quali provvedimenti
adottare se non quelli che hanno consentito ad Israele di sopportare
gli attacchi pressoché quotidiani dei palestinesi?”, scrive il
direttore di Libero Vittorio Feltri mentre in un altro articolo si
afferma che l'attentato di Nizza in Israele non sarebbe stato
possibile. Sul Fatto invece intervista a Ely Karmon, esperto israeliano
di controterrorismo. “I Paesi europei – afferma Karmon - devono
ingaggiare più agenti e formare unità speciali che si occupino di
monitorare i social media dove la propaganda jihadista fa proseliti in
particolare tra i giovani”.
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qui trieste - redazione aperta
Viaggio nel campo di Idomeni
L'umanità in fuga dalla guerra
Volevo
toccare con mano il fenomeno migratorio, farmi un’idea mia, per questo
sono partito per Idomeni”. Francesco Moisés Bassano, collaboratore
della redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con uno
spazio settimanale su Pagine Ebraiche 24, ha passato dieci giorni, a
inizio aprile 2016 a Idomeni, la grande tendopoli al confine tra Grecia
e Macedonia dove masse di migranti, percorrendo la cosiddetta “rotta
balcanica”, hanno trovato rifugio per alcuni mesi. Sgombrato nel maggio
scorso, il campo era abusivo, sorto spontaneamente, e per molte
settimane ha riempito le cronache dei giornali, diventando l’esempio
dell’incapacità dell’Europa di dare una risposta alle decine di
migliaia di persone che fuggono da guerre e persecuzioni per approdare
nel Vecchio continente. Leggi
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jciak - il jerusalem film festival
Polonsky e il debutto da premio
È
stato Asaph Polonsky con One Week and a Day – Shavua Veyom a spuntare
il premio come miglior film israeliano al da poco concluso Jerusalem
Film Festival. Già vincitore del Prix Fondation Gan à la diffusion
della Settimana della critica il film di Polonsky, che narra in chiave
ironica il ritorno alla routine di due coniugi dopo la morte del
figlio, si è aggiudicato anche i riconoscimenti come miglior opera
prima e miglior sceneggiatura.
Il premio come miglior documentario israeliano è andato a Dimona Twist
di Michal Aviad, toccante intreccio di storie d’immigrazione al
femminile. Nella sezione internazionale, quest’anno alla prima
edizione, si è infine piazzato al primo posto The Death of Louis XIV
del catalano Albert Serra, racconto claustrofobico delle ultime ore del
Re Sole, interpretato dal grande attore francese Jean-Pierre Léaud.
In One Week and a Day Asaph Polonsky, nato in America e cresciuto in
Israele, riesce nella difficile impresa di raccontare il momento più
impervio del lutto, quello che viene dopo la shiva. In questo caso a
dover rientrare nella vita di tutti i giorni sono un uomo e una donna
che hanno perduto il figlio.
Daniela Gross Leggi
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Setirot - Forza e forzature |
Setirot
numero 1 della nuova Presidenza UCEI. Sarò un pochino più lungo,
probabilmente più noioso, certamente più “interno”. Me ne scuso fin
dʼora.
Intanto i miei più sinceri e calorosi ringraziamenti a Renzo Gattegna,
sei stato una eccellente guida e ci hai rappresentati al meglio.
Congratulazioni e auguri di cuore a Noemi Di Segni, un affettuoso mazal
tov, ne avrai bisogno perché raccogli il testimone in un momento di
grandi difficoltà e tensioni di ogni genere. Sapremo o comunque
cercheremo di starti vicini. Daremo – spero – contenuto e concretezza
alla tua ammirevole volontà di creare un coro che canti la democrazia
dellʼebraismo e nellʼebraismo con le sue infinite differenti voci,
senza troppi assoli e senza stonature. Ognuno di noi ascolterà la
musica che tu dirigerai con le proprie orecchie, e la arrangerà a
seconda delle individuali preferenze di repertorio. Ma sarà la tua
bacchetta a segnare il tempo. Mi auguro che ciascuno degli orchestranti
(tutti noi) dia suggerimenti e giudizi pacati, perché sono la
pacatezza, la passione e il confronto a fare la forza. Ed è di forza
che abbiamo bisogno. Di forza, non di forzature.
Stefano Jesurum, giornalista
Leggi
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In ascolto - Collisioni con Elton |
Il
cielo è terso, l’aria fresca e la vista sulle Langhe è davvero
mozzafiato. Sono a Barolo, a trenta minuti da casa, stasera c’è il
concerto di Elton John nell’ambito di Collisioni. Un amico mi racconta
che il baronetto è arrivato nel pomeriggio con il jet privato
all’aeroporto di Cuneo-Levaldigi, in aperta campagna, nell’anonimato.
In questo paesino che sembra un dipinto ed è conosciuto nel mondo per
il suo vino, stasera ci sono 4000 persone; molti sono seduti a terra e
ingannano l’attesa mangiando con grande gusto tajarin al ragù e ravioli
del plin al sugo d’arrosto, accompagnati da un buon bicchiere di
dolcetto o di nebbiolo. Gusti genuini, tipici della Langa. Sui balconi
delle case vedo alcuni anziani, sorrido tra me, immagino i loro
pensieri, i loro commenti in dialetto piemontese, mentre tutt’intorno
si parla tedesco, inglese, olandese, francese.
Maria Teresa Milano
Leggi
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Time out - Il pericolo turco
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Dato
che ciclicamente ci domandiamo perché l’Europa non funziona, quando
capiterà in futuro dovremo ricordarci di questi giorni. Le ragioni
della Brexit, della crescita dei movimenti antieuropeisti e xenofobi
appaiono più comprensibile rispetto alla reazione dell’Europa per ciò
che sta accadendo in Turchia. Che il golpe fosse vero o falso è quasi
influente. È imbarazzante notare la risposta dei leader europei alla
stretta di Erdogan che, con la scusa di ristabilire la democrazia dopo
il golpe, ha fatto arrestare in un colpo solo migliaia di persone tra
cui giudici, rettori ed insegnanti. Cosa ci saremmo dovuti aspettare?
Una reazione più decisa nei confronti di un paese della nostra area
politica di riferimento e che nel silenzio dei paesi europei procede
nel recidere definitivamente il cordone che legava la Turchia alla
democrazia.
Daniel Funaro
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Thriller sulla neve
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Che
forma ha una palla di neve? A prima vista è un’imperfetta sfera bianca,
fatta di fiocchi che però, a guardarli al microscopio, sono cristalli
dalle cento forme: tutte così regolari e definite da sembrare scolpite.
Così è La Sostanza del Male (Einaudi), thriller ad alta quota di Luca
D’Andrea: una palla che rotola da pagina uno a pagina 449, fatta di
dettagli così precisi e connessi da fondersi in un effetto valanga che
non si placa che a valle, dopo l’ennesimo colpo di scena finale.
La Natura è la protagonista di un thriller scritto da un italiano che
alla prima opera sta per conquistare milioni di lettori in tutte le
lingue: quella umana – capace di estremi orrori e amori – e quella del
Tirolo, bellissima e terribile – imperscrutabile nel suo silenzio
quanto efficace nelle sue azioni.
Valerio Fiandra
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Liberté, liberté chérie |
Abbiamo
appena finito di leggere la Parashat ha Shavua di questo ultimo Shabbat
e di gioire per la festa e per il frescolino che, dopo gli ultimi
temporali, ci ha recato sollievo dal caldo torrido, e la chukkà, la
norma della Torah rappresentata dalla parà adumà (la mucca rossa) si
dispiega davanti ai nostri occhi mettendoci alla prova.
Se, infatti, la Parashà di Chukkat illustra una mitzvah in parte
comprensibile relativa a purezza e impurità, il senso generale di
questa nistarà, di questa mitzvah, è oscura, ci sfugge eppure abbiamo
l'obbligo di osservarla al pari delle mitzvot che capiamo, affidandoci
a Kadosh BaruchHu il quale un giorno ci chiarirà anche quanto per noi
ora resta indecifrabile.
Sara Valentina Di Palma
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