
Elia Richetti,
rabbino
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In questi suoi discorsi al popolo prima di morire, Moshè ricorda il momento in cui il popolo ha ricevuto il dono della Torah.
I Maestri affermano che in ogni generazione, in ogni momento e per ogni
persona esiste l’esperienza del ricevimento del dono della Torah.
Quando uno a un certo momento si sente preso dal desiderio o dalla
necessità di confrontarsi con la Torah e con l’Ebraismo, quello è il
suo momento di ricezione della Torah, che egli stesso vede coi suoi
occhi. Il problema è che quegli istanti di risveglio si dimenticano
rapidamente e facilmente.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Suscita
pena e orrore la condizione tragica della popolazione di Aleppo sotto i
bombardamenti di Assad figlio, di Isis, dei russi e degli americani,
con il coinvolgimento dell'Iran e dei libanesi di Hezbollah. Bisogna
continuare a chiedere corridoi umanitari, tregue, ogni tipo possibile
di aiuto che possa alleviare la sofferenza della popolazione civile. Ma
non calza il legame fra quello che succede oggi nella più popolosa
città siriana e il passato storico di quella stessa città. Aleppo è
stata un grande emporio transnazionale, sede di tesori archeologici e
culturali riconosciuti, la città dove è stato copiato il più antico
manoscritto oggi esistente del testo ebraico della Bibbia.
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La mano di Mosca
sul Medio Oriente
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“La
Russia flette i muscoli di nuovo e l’Iran si presta, perché dipende
militarmente da Mosca e perché continua a essere paranoico verso
l’Occidente. L’Iran e la Russia dicono di combattere l’Isis ma in
realtà bombardano chi vuole rovesciare Assad”. Ad affermarlo Reza Ciro
Pahlavi, figlio dell’ultimo Scià, in un'intervista al Corriere. Secondo
Ugo Tramballi sul Sole 24 la vicinanza Mosca-Teheran è un gioco di
equilibrismi di Putin per guadagnare maggior influenza a livello
mondiale. “Avere utilizzato basi iraniane è irrilevante: è solo parte
di un gioco sottile attorno alla Siria, il cui futuro oggi non conosce
nessuno. Russia e Iran hanno interessi comuni ma non uguali agende
nella regione: incominciando dal riavvicinamento alla Turchia sunnita,
proseguendo per il nucleare iraniano al quale anche Mosca si è sempre
opposta, e finendo con Israele che se non un alleato, è sempre di più
un partner strategico della Russia”.
La legge sul Auschwitz lager polacco. Una multa salata se non
addirittura tre anni di carcere, la pena prevista all'interno
della proposta di legge presentata dall'esecutivo della premier
nazionalista Beata Szydlko in Polonia per vietare l'uso della
definizioni di lager “polacco” per Auschwitz o campi simili costruiti
nel Paese dai nazisti. “Non sono state le nostre madri, né i nostri
padri, i responsabili dei crimini della Shoah, commessi da criminali
tedeschi e nazisti sul territorio polacco occupato”, la posizione del
ministro della Giustizia Zbignew Ziobro.
Modiin Smartcity. Grazie a un accordo fra Bezeq, la compagnia di
telecomunicazione leader in Israele, e il Modiin, comune a metà strada
tra Tel Aviv e Gerusalemme, è stato avviato un progetto per rendere la
città smart: dai rifiuti ai semafori tutto sarà regolato da un
“cervellone elettronico”, racconta La Stampa.
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in carcere chi parla di "lager polacchi"
Shoah, Polonia non responsabile
Varsavia vuole sancirlo per legge
Perché
la Polonia vuole vietare per legge la definizione di Auschwitz come
“Lager polacco”? È questo l'interrogativo su cui riflettono in queste
ore diversi storici e opinionisti sui media internazionali. Un
dibattito nato alla luce della proposta di legge al vaglio del
parlamento polacco che perseguirà – il testo sarà votato a settembre e secondo molti passerà – chiunque
sostenga che il popolo o lo Stato polacco abbiano responsabilità per i
crimini nazisti o abbiano collaborato con loro, o in altri crimini
contro l'umanità o di guerra. Gli eventuali colpevoli rischiano da una
multa fino a tre anni di reclusione. La punizione si applica, spiegano
tra gli altri i media israeliani, sia ai cittadini polacchi che
stranieri e dovrebbe includere anche tutti coloro che violino la legge
non intenzionalmente, ovvero non siano motivati dal voler danneggiare
la reputazione della Polonia. “La normativa - scrive Haaretz - si
applica anche a tutti coloro che deliberatamente o per errore si
riferiscano al campo di sterminio di Auschwitz, costruito nella Polonia
occupata dalla Germania nazista, come a un 'campo polacco'”. A condurre
le indagini sulle presunte violazioni, l'Istituto della Memoria
Nazionale, ente governativo noto per le sue opinioni conservatrici
rispetto al ruolo della Polonia nella Shoah. "Non sono state le nostre
madri, né i nostri padri, i responsabili dei crimini della Shoah,
commessi da criminali tedeschi e nazisti sul territorio polacco
occupato - ha dichiarato il ministro della Giustizia Zbignew Ziobro - È
nostro compito difendere la verità e la dignità dello Stato polacco e
della nazione polacca, così come i nostri padri, le nostre madri e i
nostri nonni".
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rio 2016
Gilot, una medaglia per il nonno
che sopravvisse ad Auschwitz
“Ani
Klum Biladeihem”. “Non sono nulla senza di loro”. Così recita la frase
in ebraico che Fabien Gilot, nuotatore francese che alle Olimpiadi di
Rio ha vinto un argento, ha scelto di tatuarsi diversi anni fa sul
braccio. Parole scelte per ricordare il nonno Max Goldschmidt,
scomparso nel 2012 e sopravvissuto ad Auschwitz. Fabien, aveva
raccontato il padre in un'intervista rilasciata ai media israeliani,
ammirava molto il nonno. “Per mio figlio era un eroe”, aveva
sottolineato il padre, “era molto legato a lui e lo considerava un
esempio da seguire". Da qui la scelta particolare di tatuarsi – pratica
vietata nell'ebraismo – quella frase, in memoria del nonno, scomparso
prima di poter vedere il nipote alzare la medaglia d'oro alle Olimpiadi
di Londra di quattro anni fa.
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Setirot - Siamo messi male |
Giorni
fa, ragionando sui molteplici significati del 9 di Av, per associazione
ho pensato questo: se è vero – come mi pare di ricordare sia più o meno
scritto da qualche parte nel Talmud – che saremo chiamati a rendere
conto di tutte le buone cose che Dio ci ha donato e delle quali abbiamo
rifiutato di godere, allora direi che il mondo di oggi è messo davvero
male. Perché quell’affermazione straordinaria è sì un insegnamento, un
monito che non ha tempo, eterno, ma adesso a me sembra assuma un
significato particolarmente cogente.
Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Heschel in note |
Abraham
Joshua Heschel (1907-1972), nato a Varsavia, discendeva da due
importanti dinastie di Hassidim. Cresciuto nella fede ebraica in
Polonia, si trasferisce giovanissimo a Vilna per studiare al ginnasio e
poi a Berlino, dove riceverà il dottorato nel 1934. Con
l’intensificarsi delle persecuzioni razziali per mano del regime
nazista, Heschel si sposta prima a Londra e poi negli Stati Uniti e qui
ottiene una cattedra al Hebrew Union College di Cincinnati ma nel 1945,
accetta il prestigioso incarico di professore di Etica e Misticismo al
Jewish Theological Seminary di New York. Studioso eccellente,
infaticabile scrittore, promotore del dialogo ebraico – cristiano e
attivo nei movimenti per la pace e i diritti civili, il grande rabbino
amava la musica e amava comporre poesie. Nel difficile periodo di
transizione tra l’Europa in cui era cresciuto e si era formato e
l’America, la nuova terra che l’avrebbe accolto e anche influenzato,
Heschel compone alcuni poemi che in tempi recenti sono divenuti
canzoni, nell’ambito di un progetto della Sixth Street Community
Synagogue nell’East Village, una comunità di artisti ebrei più o meno
noti, come Jake Marmer, Rabbi Greg Wall e Basya Schechter.
Maria Teresa Milano
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Time
out - Libertà in costume |
Non
riesco a capire per quale motivo uno Stato democratico possa prevedere
di vietare a una donna di andare al mare vestita come meglio crede. O
meglio nuda o ben svestita sì, ma coperta per ragioni religiose con il
burkini no. Ci sono dei limiti i quali possono essere circoscritti
all'interno delle ragioni di sicurezza, quelle sì sacrosante, come per
il velo integrale che impedisce di riconoscere una persona in viso, ma
non può esistere che lo Stato circoscriva la libertà individuale in
maniera così palese. In primis perché il terrorismo non si combatte
così e i francesi dovrebbero iniziarsi a occupare di arrestare i
terroristi piuttosto che delle donne in spiaggia; poi perché in
corso c'è anche una sfida tra due modelli culturali.
Daniel Funaro
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Miracolosi calci in bocca |
Non
ci girerò attorno, ve lo scrivo subito, così non ci saranno
fraintendimenti: Un Calcio in bocca fa miracoli è un libro che dovete
leggere. Vi farà ridere di pancia e di testa; vi toccherà il cuore – il
‘muscolo involontario’, come Marco Presta fa dire al suo protagonista;
vi commuoverà per la sua spudorata anti retorica, vi stroncherà per la
sua tenerissima somiglianza con la parte migliore di noi, che ‘non
dovremmo essere razzisti perché tanto siamo tutti gli stessi stronzi’.
Valerio Fiandra
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Tisha BeAv |
"I
rifugiati [...] pregavano e supplicavano continuamente D-o, avendo
visto la perdizione cui erano condannati loro ed i loro figli. [...]
dicevano che ciò non poteva continuare, e che D-o avrebbe sicuramente
ascoltato le loro preghiere e fatto un miracolo", racconta un
testimone. Nei campi di transito si diffondono malattie a causa del
sovraffollamento e delle precarie condizioni igienico sanitarie, in
Europa come in Maghreb.
Un'altra testimonianza denuncia le continue ruberie ai danni dei
profughi, i maltrattamenti perpetrati dai trafficanti sulle navi.
Sara Valentina Di Palma
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Diario di un soldato - Liza |
Con un nodo alla gola, ho chiesto a Liza se potevo condividere la sua storia.
Lei ci ha pensato un attimo, la testa appena inclinata, poi mi ha sorriso e ha accettato.
Ho deciso di riproporvela così la sua preziosa testimonianza, proprio
come lei l'ha raccontata a me. Con la stessa semplicità disarmante.
Tutta d'un fiato.
David Zebuloni
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