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18 agosto 2016 - 14 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
In questi suoi discorsi al popolo prima di morire, Moshè ricorda il momento in cui il popolo ha ricevuto il dono della Torah.
I Maestri affermano che in ogni generazione, in ogni momento e per ogni persona esiste l’esperienza del ricevimento del dono della Torah. Quando uno a un certo momento si sente preso dal desiderio o dalla necessità di confrontarsi con la Torah e con l’Ebraismo, quello è il suo momento di ricezione della Torah, che egli stesso vede coi suoi occhi. Il problema è che quegli istanti di risveglio si dimenticano rapidamente e facilmente.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Suscita pena e orrore la condizione tragica della popolazione di Aleppo sotto i bombardamenti di Assad figlio, di Isis, dei russi e degli americani, con il coinvolgimento dell'Iran e dei libanesi di Hezbollah. Bisogna continuare a chiedere corridoi umanitari, tregue, ogni tipo possibile di aiuto che possa alleviare la sofferenza della popolazione civile. Ma non calza il legame fra quello che succede oggi nella più popolosa città siriana e il passato storico di quella stessa città. Aleppo è stata un grande emporio transnazionale, sede di tesori archeologici e culturali riconosciuti, la città dove è stato copiato il più antico manoscritto oggi esistente del testo ebraico della Bibbia.
 
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La mano di Mosca
sul Medio Oriente
“La Russia flette i muscoli di nuovo e l’Iran si presta, perché dipende militarmente da Mosca e perché continua a essere paranoico verso l’Occidente. L’Iran e la Russia dicono di combattere l’Isis ma in realtà bombardano chi vuole rovesciare Assad”. Ad affermarlo Reza Ciro Pahlavi, figlio dell’ultimo Scià, in un'intervista al Corriere. Secondo Ugo Tramballi sul Sole 24 la vicinanza Mosca-Teheran è un gioco di equilibrismi di Putin per guadagnare maggior influenza a livello mondiale. “Avere utilizzato basi iraniane è irrilevante: è solo parte di un gioco sottile attorno alla Siria, il cui futuro oggi non conosce nessuno. Russia e Iran hanno interessi comuni ma non uguali agende nella regione: incominciando dal riavvicinamento alla Turchia sunnita, proseguendo per il nucleare iraniano al quale anche Mosca si è sempre opposta, e finendo con Israele che se non un alleato, è sempre di più un partner strategico della Russia”.

La legge sul Auschwitz lager polacco. Una multa salata se non addirittura  tre anni di carcere, la pena prevista all'interno della proposta di legge presentata dall'esecutivo della premier nazionalista Beata Szydlko in Polonia per vietare l'uso della definizioni di lager “polacco” per Auschwitz o campi simili costruiti nel Paese dai nazisti. “Non sono state le nostre madri, né i nostri padri, i responsabili dei crimini della Shoah, commessi da criminali tedeschi e nazisti sul territorio polacco occupato”, la posizione del ministro della Giustizia Zbignew Ziobro.

Modiin Smartcity. Grazie a un accordo fra Bezeq, la compagnia di telecomunicazione leader in Israele, e il Modiin, comune a metà strada tra Tel Aviv e Gerusalemme, è stato avviato un progetto per rendere la città smart: dai rifiuti ai semafori tutto sarà regolato da un “cervellone elettronico”, racconta La Stampa.
 
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  davar
in carcere chi parla di "lager polacchi" 
Shoah, Polonia non responsabile
Varsavia vuole sancirlo per legge

Perché la Polonia vuole vietare per legge la definizione di Auschwitz come “Lager polacco”? È questo l'interrogativo su cui riflettono in queste ore diversi storici e opinionisti sui media internazionali. Un dibattito nato alla luce della proposta di legge al vaglio del parlamento polacco che perseguirà
– il testo sarà votato a settembre e secondo molti passerà – chiunque sostenga che il popolo o lo Stato polacco abbiano responsabilità per i crimini nazisti o abbiano collaborato con loro, o in altri crimini contro l'umanità o di guerra. Gli eventuali colpevoli rischiano da una multa fino a tre anni di reclusione. La punizione si applica, spiegano tra gli altri i media israeliani, sia ai cittadini polacchi che stranieri e dovrebbe includere anche tutti coloro che violino la legge non intenzionalmente, ovvero non siano motivati dal voler danneggiare la reputazione della Polonia. “La normativa - scrive Haaretz - si applica anche a tutti coloro che deliberatamente o per errore si riferiscano al campo di sterminio di Auschwitz, costruito nella Polonia occupata dalla Germania nazista, come a un 'campo polacco'”. A condurre le indagini sulle presunte violazioni, l'Istituto della Memoria Nazionale, ente governativo noto per le sue opinioni conservatrici rispetto al ruolo della Polonia nella Shoah. "Non sono state le nostre madri, né i nostri padri, i responsabili dei crimini della Shoah, commessi da criminali tedeschi e nazisti sul territorio polacco occupato - ha dichiarato il ministro della Giustizia Zbignew Ziobro - È nostro compito difendere la verità e la dignità dello Stato polacco e della nazione polacca, così come i nostri padri, le nostre madri e i nostri nonni".
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jciak
Radcliffe, neonazista d’America
Se l’avete amato nei panni di Harry Potter la sua ultima prova rischia di lasciarvi l’amaro in bocca. In Imperium di Daniel Ragussis, da poco sugli schermi americani, l’attore ebreo inglese Daniel Radcliffe ci porta agli antipodi della magia per scaraventarci dritti nel mondo dei neonazisti americani. Nei panni di Nate Foster, pacato agente dell’Fbi amante della musica classica, Radcliffe esplora i crocevia violenti che alimentano i deliri dei suprematisti bianchi in un’interpretazione che s’intuisce influenzata dalle memorie di famiglia in cui compaiono una nonna evacuata durante i bombardamenti nazisti e un nonno in fuga dai pogrom russi.
In passato altri film avevano provato a illuminare le distorsioni politiche o psicologiche alla base di realtà del genere. Ricordiamo The Believer (2001), diretto da Henry Bean, con Ryan Gosling e Daniel Balint nella parte di un ex studente di yeshiva che diventa un fanatico neonazista o American History X (1998), diretto da Tony Kay, con un bravissimo Edward Norton che interpreta uno skinhead appena scarcerato alle prese con il fratello minore (Edward Furlong) desideroso di emularne le gesta.

Daniela Gross
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rio 2016
Gilot, una medaglia per il nonno
che sopravvisse ad Auschwitz

“Ani Klum Biladeihem”. “Non sono nulla senza di loro”. Così recita la frase in ebraico che Fabien Gilot, nuotatore francese che alle Olimpiadi di Rio ha vinto un argento, ha scelto di tatuarsi diversi anni fa sul braccio. Parole scelte per ricordare il nonno Max Goldschmidt, scomparso nel 2012 e sopravvissuto ad Auschwitz. Fabien, aveva raccontato il padre in un'intervista rilasciata ai media israeliani, ammirava molto il nonno. “Per mio figlio era un eroe”, aveva sottolineato il padre, “era molto legato a lui e lo considerava un esempio da seguire". Da qui la scelta particolare di tatuarsi – pratica vietata nell'ebraismo – quella frase, in memoria del nonno, scomparso prima di poter vedere il nipote alzare la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra di quattro anni fa.


  pilpul
Setirot - Siamo messi male
Giorni fa, ragionando sui molteplici significati del 9 di Av, per associazione ho pensato questo: se è vero – come mi pare di ricordare sia più o meno scritto da qualche parte nel Talmud – che saremo chiamati a rendere conto di tutte le buone cose che Dio ci ha donato e delle quali abbiamo rifiutato di godere, allora direi che il mondo di oggi è messo davvero male. Perché quell’affermazione straordinaria è sì un insegnamento, un monito che non ha tempo, eterno, ma adesso a me sembra assuma un significato particolarmente cogente.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Heschel in note
Abraham Joshua Heschel (1907-1972), nato a Varsavia, discendeva da due importanti dinastie di Hassidim. Cresciuto nella fede ebraica in Polonia, si trasferisce giovanissimo a Vilna per studiare al ginnasio e poi a Berlino, dove riceverà il dottorato nel 1934. Con l’intensificarsi delle persecuzioni razziali per mano del regime nazista, Heschel si sposta prima a Londra e poi negli Stati Uniti e qui ottiene una cattedra al Hebrew Union College di Cincinnati ma nel 1945, accetta il prestigioso incarico di professore di Etica e Misticismo al Jewish Theological Seminary di New York. Studioso eccellente, infaticabile scrittore, promotore del dialogo ebraico – cristiano e attivo nei movimenti per la pace e i diritti civili, il grande rabbino amava la musica e amava comporre poesie. Nel difficile periodo di transizione tra l’Europa in cui era cresciuto e si era formato e l’America, la nuova terra che l’avrebbe accolto e anche influenzato, Heschel compone alcuni poemi che in tempi recenti sono divenuti canzoni, nell’ambito di un progetto della Sixth Street Community Synagogue nell’East Village, una comunità di artisti ebrei più o meno noti, come Jake Marmer, Rabbi Greg Wall e Basya Schechter.

Maria Teresa Milano
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Time out - Libertà in costume
Non riesco a capire per quale motivo uno Stato democratico possa prevedere di vietare a una donna di andare al mare vestita come meglio crede. O meglio nuda o ben svestita sì, ma coperta per ragioni religiose con il burkini no. Ci sono dei limiti i quali possono essere circoscritti all'interno delle ragioni di sicurezza, quelle sì sacrosante, come per il velo integrale che impedisce di riconoscere una persona in viso, ma non può esistere che lo Stato circoscriva la libertà individuale in maniera così palese. In primis perché il terrorismo non si combatte così e i francesi dovrebbero iniziarsi a occupare di arrestare i terroristi piuttosto che delle donne in spiaggia;  poi perché in corso c'è anche una sfida tra due modelli culturali.

Daniel Funaro
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Miracolosi calci in bocca
Non ci girerò attorno, ve lo scrivo subito, così non ci saranno fraintendimenti: Un Calcio in bocca fa miracoli è un libro che dovete leggere. Vi farà ridere di pancia e di testa; vi toccherà il cuore – il ‘muscolo involontario’, come Marco Presta fa dire al suo protagonista; vi commuoverà per la sua spudorata anti retorica, vi stroncherà per la sua tenerissima somiglianza con la parte migliore di noi, che ‘non dovremmo essere razzisti perché tanto siamo tutti gli stessi stronzi’.


Valerio Fiandra
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Tisha BeAv
"I rifugiati [...] pregavano e supplicavano continuamente D-o, avendo visto la perdizione cui erano condannati loro ed i loro figli. [...] dicevano che ciò non poteva continuare, e che D-o avrebbe sicuramente ascoltato le loro preghiere e fatto un miracolo", racconta un testimone. Nei campi di transito si diffondono malattie a causa del sovraffollamento e delle precarie condizioni igienico sanitarie, in Europa come in Maghreb.
Un'altra testimonianza denuncia le continue ruberie ai danni dei profughi, i maltrattamenti perpetrati dai trafficanti sulle navi.


Sara Valentina Di Palma
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Diario di un soldato - Liza
Con un nodo alla gola, ho chiesto a Liza se potevo condividere la sua storia.
Lei ci ha pensato un attimo, la testa appena inclinata, poi mi ha sorriso e ha accettato.
Ho deciso di riproporvela così la sua preziosa testimonianza, proprio come lei l'ha raccontata a me. Con la stessa semplicità disarmante. Tutta d'un fiato.
 

David Zebuloni
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