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 7 Settembre 2016 - 4 Elul 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Haim Korsia,
Gran Rabbino
di Francia
Dobbiamo tornare a essere gioiosi e felici. È vitale per la società. Prendiamo l'esempio dello Shabbat. Alcuni ci dicono: durante lo Shabbat non potete scrivere, passare l'esame della patente, telefonare... rispondo sempre che invece è un momento perfetto nel quale ci disintossichiamo dalla nostra dipendenza dalla tecnologia, un momento in cui ritroviamo la nostra umanità. Insomma, camminiamo là dove ci portano i nostri passi, parliamo con quelli che ci sono vicini. È un momento di gioia, non un momento di non vita. Anzi,  è un momento di bella vita!
 
Davide
Assael,
ricercatore
Si vota in Germania e, come spesso ormai, si ha una chiara affermazione del partito xenofobo locale. L’AfD supera addirittura la CDU di Angela Merkel proprio nel suo collegio elettorale. I media intervistano gli intellettuali del luogo e si assiste ad una consueta riduzione del problema a dinamiche locali dovute all’incapacità delle classi dirigenti di affrontare i grandi problemi del nostro tempo. Lo stesso aveva detto il filosofo Peter Engelmann a proposito della elezioni austriache. A mio avviso è un’enorme sottovalutazione del problema, che è, piuttosto, propriamente europeo. L’Europa ha al proprio interno un’anima razzista e xenofoba, che si manifesta puntualmente ad ogni momento di crisi, anche dopo decenni di giornate della memoria, del ricordo e delle vittime di ogni violenza mondiale. Certo, questa generale tendenza si esprime in modo diverso in ogni Paese, a seconda della propria storia, ma gli argomenti sono ovunque gli stessi. Da noi, ad esempio, ha assunto le sembianze un po’ sguaiate di un comico in semi-pensione, che fa ridere realmente solo quando il suo partito inizia a governare. Si spera sempre che ad un certo punto la realtà prevalga.
 
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Vergogna ad Haifa,
aperta un'inchiesta
In evidenza sui giornali la segnalazione del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it relativa al comportamento di alcuni tifosi italiani che, ad Haifa, durante l’incontro di qualificazione ai Mondiali del 2018 contro Israele, avevano fatto sfoggio di saluti romani e altre manifestazioni di odio. Lanciata dall’Ansa, la segnalazione del portale UCEI è stata riportata tra gli altri, sul proprio sito, da Gazzetta dello Sport, Repubblica e Messaggero.
“La vergogna di Haifa: saluto romano e sputi dagli ultrà italiani” titola oggi Repubblica, segnalando l’apertura di un’indagine da parte della Federcalcio italiana. “Gli episodi, isolati quanto gravi, sono stati denunciati dal portale dell’ebraismo italiano Moked, oltre che da alcuni siti israeliani. Ci sono foto e video in cui si vedono distintamente tre tifosi che durante l’inno di Mameli fanno il saluto fascista” spiega il quotidiano.
Un’assenza spiccava ieri ai funerali di Enrica Zarfati (1921-2016), l’ultima donna romana sopravvissuta ad Auschwitz ad andarsene: quella di un rappresentante, a qualunque livello, del Comune. “Un’attenzione sempre più alta da parte delle istituzioni” l’esigenza segnalata dal vicepresidente della Comunità ebraica Ruben Della Rocca anche alla luce della progressiva e inesorabile scomparsa degli ultimi Testimoni italiani della Shoah. Presente invece ai funerali, come riportano i quotidiani locali, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio.
 
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  davar
la presidente ucei al quirinale
Dialogo, cultura, conoscenza

Sul Colle per nuovi progetti
Cordiale e proficuo incontro tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, accompagnata al Quirinale dall'ex presidente UCEI Renzo Gattegna. Numerosi i temi al centro dell'incontro: la lotta al terrorismo islamico, la difesa dei valori democratici fondamentali messi sotto attacco in Europa e nel mondo, la prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica, il contributo degli ebrei italiani al progresso della collettività. Una sfida che, è stato ricordato, passa anche attraverso la strada della cultura, della conoscenza e del dialogo come antidoto a ogni forma di odio e pregiudizio.
dopo la segnalazione del nostro NOTIZIARIO
Vergogna italiana ad Haifa,

la Federcalcio apre l'inchiesta
In evidenza sui giornali la segnalazione del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it relativa al comportamento di alcuni tifosi italiani che, ad Haifa, durante l’incontro di qualificazione ai Mondiali del 2018 contro Israele, avevano fatto sfoggio di saluti romani e altre manifestazioni di odio. Lanciata dall’Ansa, la segnalazione del portale UCEI è stata riportata tra gli altri, sul proprio sito, da Gazzetta dello Sport, Repubblica e Messaggero.
“La vergogna di Haifa: saluto romano e sputi dagli ultrà italiani” titola oggi Repubblica, segnalando l’apertura di un’indagine da parte della Federcalcio italiana. “Gli episodi, isolati quanto gravi, sono stati denunciati dal portale dell’ebraismo italiano Moked, oltre che da alcuni siti israeliani. Ci sono foto e video in cui si vedono distintamente tre tifosi che durante l’inno di Mameli fanno il saluto fascista” spiega il quotidiano.

qui roma - festival letteratura al via
L'uomo, la scienza, il progresso

Uno sguardo ebraico d'insieme
L'uomo, la scienza, il progresso
La grande lezione ebraica
È giunta ormai alla sua nona edizione il Festival internazionale di letteratura e cultura ebraica, che come ogni anno porta nell'ex ghetto di Roma letteratura, arte, danza e teatro per raccontare attraverso di esse la cultura ebraica. Lo ha descritto così questa mattina Raffaella Spizzichino, curatrice della rassegna insieme ad Ariela Piattelli, Shulim Vogelmann e Marco Panella, nel corso di una conferenza stampa che ha illustrato i vari eventi che si terranno tra il 10 e il 14 settembre. Tema di quest'anno saranno la scienza e le sue relazioni con l'uomo, grazie anche alla collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche e di Leonardo-Finmeccanica con la Comunità ebraica di Roma, promotrice della manifestazione. "Per noi questo festival è un'occasione importantissima per raccontare i valori e la vita ebraica", ha affermato la presidente Ruth Dureghello. Rilevante secondo lei anche affrontare il tema del rapporto con la scienza, in quanto attraverso di esso si comunica un ebraismo "non solo legato al suo passato ma anche proiettato verso il futuro".
Hanno concesso il loro patrocinio al festival anche l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Regione Lazio e l'Ambasciata israeliana a Roma, mentre tra i partner dell'iniziativa ci sono anche la Rai, l'Azienda Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura nel Lazio, l'Azienda Comunale Energia e Ambiente, la Società Italiana degli Autori ed Editori, e la società Consultinvest. La conferenza stampa è stata anche l'occasione per presentare il programma della Giornata Europea della Cultura ebraica, che si svolgerà il 18 settembre per andare, come sottolineato dall'assessore alla Cultura della Comunità di Roma Giorgia Calò, "in tandem" con il festival, in un'unica stagione culturale dedicata all'ebraismo.
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qui torino - al festival con pagine ebraiche
Anima, teologia e tradizione

Torino Spiritualità si presenta
Si è aperta con un’immagine tratta dal Talmud la presentazione del programma della dodicesima edizione di Torino spiritualità, dedicata a “D’istinti animali”, che si aprirà la sera del 28 settembre per chiudersi la domenica 2 ottobre. Armando Buonaiuto, curatore del Festival, ha fatto riferimento ai trentasei giusti che in ogni generazione salvano il mondo, come scritto già nel Talmud Babilonese, per passare a citare i versi con cui Jorge Luis Borges in I giusti – tratti dal volume da La cifra – elenca i gesti anche piccoli, inconsapevoli, da loro compiuti. Entra nella programmazione del Festival – l’unico dei grandi festival culturali settembrini che si svolga in una grande città, ha sottolineato il direttore del Circolo dei Lettori Luca Beatrice – il giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, responsabile dell’organizzazione di due incontri: nel primo giorno di Torino Spiritualità, infatti, il 29 settembre, rav Roberto della Rocca dialogherà al Circolo dei Lettori con Paolo Debenedetti per l’incontro “Anima e corpo: teologia dell’uomo e teologia degli animali nella tradizione ebraica”, moderato dalla redazione, mentre il mattino successivo alla libreria Bardotto per “Da animali a dei: il pensiero di Yuval Hariri” sarà il direttore della redazione Guido Vitale a condurre l’incontro con Davide Assael e David Bidussa.
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qui torino
Gli applausi alla Batsheva mettono a tacere i contestatori
La scelta intelligente e coraggiosa della Direzione Artistica del Festival Torino Danza, inauguratosi ieri sera a Torino con lo spettacolo TRE della Batsheva Dance Company e la coreografia dell’eccellente Ohad Naharin, è stata una scelta assolutamente vincente.
Folla enorme, successo non certo programmabile, lunghe code (tra uno schieramento non indifferente di poliziotti) di spettatori all’ingresso e alle biglietterie del Teatro Regio e tutto esaurito in sala, con una lunga lista d’attesa di tanti interessati a godersi la danza della celeberrima Compagnia israeliana di danza contemporanea, fondata nel 1964 da Marta Graham e dalla baronessa Batsheva De Rothschild.
Questo, a dispetto dei, pochi, contestatori del Boycott Israel (e come scritto negli striscioni fuori dal Teatro, del Boycott Batsheva) che hanno tentato di inscenare una protesta anche in sala, pochi attimi prima dell’inizio dello spettacolo, ma sono stati subito allontanati dal servizio d’ordine appena tre o quattro di loro hanno tirato fuori una bandiera arrotolata della Palestina e hanno iniziato a gridare contro il “balletto sionista”.
A quel punto la meravigliosa danza ha potuto avere inizio.


Federico Disegni
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AL VIA LE PARALIMPIADI
Rio, Israele punta alle medaglie
"Tutti vogliono vincere, anche noi Possiamo farcela". È questo lo spirito combattivo che il velista Dror Cohen descrive quando parla della delegazione israeliana ai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro, la cui cerimonia di apertura si svolgerà stasera allo stadio Maracanà. Aspettative e speranze che trovano sostegno nel ricco medagliere paralimpico israeliano, che conta ben 380 medaglie, di cui 124 d'oro, dalla prima edizione dei Giochi nel 1960 a Roma. E mentre cresce l'attesta per sapere se anche quest'anno gli atleti dello Stato ebraico riusciranno ancora a salire sul podio, proprio ieri è stata invece gettata luce su un'altra questione che aveva tenuto in sospeso i tifosi dello sport israeliano.
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QUI MILANO - segnalibro
Il grande cuore di Mazie
Dall’ultimo successo della scrittrice americana Jamie Attenberg, dedicato a Santa Mazie – Mazie Phillips, ebrea newyorkese conosciuta nella prima metà dello scorso secolo per il suo impegno al fianco di derelitti e senza casa – alla grande sfida di pubblicare il Talmud tradotto in italiano. Tanti e diversi i temi toccati ieri alla libreria Verso di Milano, riempitasi di un pubblico pronto ad ascoltare prima la Attenberg e il suo editore italiano, Shulim Vogelmann di Giuntina, raccontare della genesi del libro dedicato a Mazie e celebrato in patria dai critici del New York Times e del Washington Post; e poi per sentire da Vogelmann, in dialogo con l’editore di Nottetempo Andrea Gessner, cosa lo abbia spinto a far parte del grande progetto di Traduzione del Talmud babilonese in italiano, iniziativa presieduta da rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, e diretta da Clelia Piperno.
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QUI ROMA - L'INIZIATIVA DI RELIGIONS FOR PEACE
"Il dialogo è la nostra forza"
Sono in corso i lavori del convegno “Misericordia e Riconciliazione” organizzato dalla sezione italiana dell’associazione Religions per la Pace a Palazzo Ferrajoli. A toccare i temi e le complessità del dialogo interreligioso, tra gli altri, anche la rappresentante in Italia e presso la Santa Sede dell’American Jewish Committee, Lisa Palmieri-Billig (nell’immagine).
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  pilpul

Ticketless - Iudaizzare et otiari
Rischia di non essere pienamente apprezzato il lavoro immenso di un bravissimo medievista napoletano, Stefano Palmieri, dedicato al rapporto fra ebrei e cristiani nell’Italia meridionale tra antichità e medioevo. Diviso in due parti, pubblicate in due puntate sull’”Annale dell’Istituto italiano per gli studi storici” (XXVII-III, 2012-2015, Il Mulino) avrebbe bisogno adesso di trovare un editore che trasformi in monografia questo contributo di circa 400 pagine dense di documenti inediti e di riflessioni metodologiche stimolanti. Per incompetenza non entro nel merito delle questioni sollevate da Palmieri. Agisce in me soprattutto il pregiudizio positivo verso il sud ebraico: qui si naviga fra Oria e Benevento, in amichevole dissenso con l’indimenticabile e indimenticato Cesare Colafemmina, ma con l’affetto che esige quel paesaggio meraviglioso.
Per chi s’occupa di storia contemporanea colpisce vedere come pure i medievisti abbiano subito le oscillazioni della politica della memoria nell’Italia del dopoguerra. Palmieri nella conclusione del suo saggio dimostra che nello studio della presenza ebraica nell’Italia del sud si è passati da una storiografia “sottilmente o esplicitamente antisemita” a una che dopo il 1961 e il processo Eichmann ha iniziato a riflettere con ritardo sull’antisemitismo. Nulla di nuovo. Sotto il sole di Oria come ovunque, il tornante del ’61 è stato cruciale. Tutto si muove in contemporanea: De Felice che scrive di ebrei e fascism, Bassani che decide di scrivere il Giardino, la Ginzburg il Lessico, i medievisti folgorati dalla sapienza che viene da Oria. Tra i documenti prodotti in questo studio emerge una ricca gamma di pregiudizi antigiudaici che va ad arricchire l’idioma molesto della contemporaneità. Probabilmente mi sbaglio, ma è la prima volta che vedo espressa con tanta chiarezza un’accusa per me nuova. Nella trattatistica del tempo “iudaizzare” voleva dire quasi esclusivamente “otiari” di sabato. “Otium” e “negotium”, insegnavano i nostri vecchi professori di latino al liceo, stranezze della storia, paradossi del tempo. Il fantasma di Lombroso, che aveva pregiudizi contro l’indolenza dei meridionali e l’iperattivismo commerciale degli ebrei, si agita sullo sfondo di queste pagine appassionanti.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - La forza di Alberta
La luminosa figura di Alberta Levi Temin, scomparsa la settimana scorsa, è già stata degnamente commemorata sulle colonne di questo notiziario e su molti organi di stampa nazionali. In questo momento di cordoglio, emerge con forza l’imperativo di trovare nuove ed efficaci strade per mantenere sempre vivo il valore della Memoria, nel momento in cui i grandi protagonisti del Novecento, inesorabilmente, ci stanno lasciando. E, nel caso specifico di Alberta, il vuoto lasciato dalla sua scomparsa sarà particolarmente difficile da riempire, se si considera lo straordinario livello quantitativo e qualitativo dell’impegno da lei profuso su tale terreno. Nel rinnovare alla grande Amica il mio sentimento di profonda gratitudine per tutto quanto ha fatto per noi nella sua lunga, operosissima vita, vorrei limitarmi, in questa occasione, a renderle omaggio riportando le parole che pronunciò, davanti a un’Aula Magna gremita di giovani, presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, in occasione del Giorno della Memoria, il 28 gennaio 2015, in quello che probabilmente è stato il suo ultimo incontro pubblico, certamente uno degli ultimi. Nonostante la salute già malferma, non volle disattendere il mio invito. Non registrai il suo intervento, né mi ha consegnato alcun testo scritto, ma ricordo bene le sue parole, e cerco di riportarle, in prima persona, nel modo più fedele possibile.

Francesco Lucrezi, storico
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