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6 Ottobre 2016 - 14 Tishri 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Ha-Kadòsh Barùkh Hu ammonisce che se il popolo ebraico si allontanerà dalla Torà Egli nasconderà il Suo volto, ossia non terrà più un occhio di riguardo su Israel: “We-Anokhì hastèr astìr panày”.
Dalla ripetizione del verbo, il Bà’al Shem Tov osservava che perfino nei momenti nei quali il nascondimento è maggiore e più profondo risalta l’”Anokhì”, l’Io, la presenza divina. Questa è una promessa di Ha-Kadòsh Barùkh Hu: Egli sarà con noi anche nel nascondimento più denso ed oscuro.
 
Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Nel mio primo post apparso su questa pagina il 2.10.2009 scrivevo: “Alla vigilia dell’anno ebraico 5769, Israele contava 7,3 milioni di abitanti – meno di Svezia, Austria, Svizzera, Bulgaria, Serbia, più di Danimarca, Slovacchia, Finlandia, Norvegia, Irlanda, Croazia. Un paese europeo, non fra i maggiori, ma nemmeno tanto piccolo”. Otto anni dopo, all’inizio dell’anno 5777, Israele ha 8,5 milioni di abitanti, ha superato la Serbia (che ha perduto il Kosovo), la Bulgaria, la Svizzera, si è appaiata all’Austria, e in Europa vede ora davanti a sé la Bielorussia (9,5 milioni, ma in veloce diminuzione), la Svezia (9,8, in crescita), l’Ungheria (9,9, in forte calo), il Portogallo (10,4, in calo), la Repubblica Ceca (10,5, in calo), la Grecia (10,9, in calo)… Fra una decina d’anni, Israele potrebbe contare una delle 15 maggiori popolazioni su oltre 50 paesi europei (ammesso che lo Stato ebraico voglia ritenersi parte dell’Europa o comunque un suo affine). Questo è per dire come la demografia sia una forza che cambia radicalmente i rapporti numerici fra le nazioni, e sebbene in misura minore anche i loro rapporti di forza. Ma è anche per dire che Israele non può più cullarsi nell’illusione di essere un piccolo stato giovane e bisognoso di aiuti dall’esterno. È giunto il momento di affermare più esplicitamente la propria autonomia e l’auto-gestione del paese, di assumersi tutta la responsabilità delle cruciali decisioni politiche ed economiche che non possoino essere rimandate sine die, e di offrire maggiore e più significativa assistenza alle comunità ebraiche attraverso il mondo nella misura in cui queste la richiedano. Shanah Tovah veHatimah Tovah.
 
"Uniti contro l'odio"
Cordiale e costruttivo incontro, ieri a Palazzo Montecitorio, tra la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Al centro dell’incontro la necessità di rispondere alle molteplici forme di intolleranza, tra cui l’antisemitismo, che segnano spesso il dibattito pubblico, in particolare nei social media.
“La vostra comunità è parte integrante del Paese – ha detto Boldrini – e va coinvolta nella discussione sui temi che sono centrali nella discussione della società italiana”. Dopo aver ricordato la recente approvazione della legge sul negazionismo, la presidente della Camera ha sottolineato l’importanza della Commissione istituita nel maggio scorso a Montecitorio sul razzismo, la xenofobia e l’odio e dedicata alla memoria della deputata britannica Jo Cox: “Tutti – ha detto – siamo chiamati ad essere parte attiva nel prevenire e contrastare questi fenomeni”.
“Proprio mentre il Paese riflette sulla modifica della Costituzione – ha detto la presidente Di Segni – dobbiamo tornare a ragionare su come si possano difendere i valori che ne sono alla base: la dignità e il rispetto degli esseri umani. Bisogna evitare che gli strumenti della democrazia siano sfruttati dai suoi avversari per colpire i nostri valori.”
Nel colloquio si è anche parlato delle iniziative in cantiere per il prossimo Giorno della Memoria.
 
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  davar
LA PRESIDENTE UCEI A PALAZZO MONTECITORIO
"Insieme contro l'odio"
Cordiale e costruttivo incontro, a Palazzo Montecitorio, tra la presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Al centro dell’incontro la necessità di rispondere alle molteplici forme di intolleranza, tra cui l’antisemitismo, che segnano spesso il dibattito pubblico, in particolare nei social media. L'attenzione è stata inoltre posta su nuove forme di odio e in particolare sul boicottaggio della cultura, dell'accademia, dell'avanguardia industriale israeliana.
“La vostra comunità è parte integrante del Paese – ha detto Boldrini – e va coinvolta nella discussione sui temi che sono centrali nella discussione della società italiana”. Dopo aver ricordato la recente approvazione della legge sul negazionismo, la presidente della Camera ha sottolineato l’importanza della Commissione istituita nel maggio scorso a Montecitorio sul razzismo, la xenofobia e l’odio e dedicata alla memoria della deputata britannica Jo Cox: “Tutti – ha detto – siamo chiamati ad essere parte attiva nel prevenire e contrastare questi fenomeni”.
“Proprio mentre il Paese riflette sulla modifica della Costituzione – ha detto la presidente Di Segni – dobbiamo tornare a ragionare su come si possano difendere i valori che ne sono alla base: la dignità e il rispetto degli esseri umani. Bisogna evitare che gli strumenti della democrazia siano sfruttati dai suoi avversari per colpire i nostri valori.”
Nel colloquio si è anche parlato delle iniziative in cantiere per il prossimo Giorno della Memoria.
la nomina di guterres vista da israele
'Nazioni Unite, serve una svolta'
Un benvenuto ma con riserva, quello dato dall’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite Danny Danon al nuovo segretario generale dell’Onu António Guterres. La nomina di quest’ultimo, ex primo ministro portoghese e fino al 2015 Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, non è ancora ufficiale ma sarà lui con ogni probabilità a sostituire dal gennaio 2017 l’attuale segretario Onu Ban Ki-moon. “Israele si aspetta che l’Onu sotto la leadership di Guterres – l’auspicio di Danon – agirà nello spirito dei suoi principi fondanti come un ente equilibrato capace di discernere il bene e il male” e in grado di “porre fine all’ossessione (delle Nazioni Unite) per Israele”. “Spero – ha aggiunto l’ambasciatore israeliano, rimarcando la sua posizione – che la nuova dirigenza sia in grado di cancellare dall’organizzazione l’ostilità nei confronti dello Stato ebraico”.

Nel dare il benvenuto a Guterres, Danon ha inoltre fatto un appello affinché venga nominato un inviato speciale delle Nazioni Unite che si occupi di contrasto all’antisemitismo e che la comunità internazionale si mobiliti per assicurare la restituzione da parte di Hamas dei corpi dei soldati di Tsahal Hadar Goldin e Oron Shaul, caduti a Gaza durante il conflitto del 2014.
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qui torino - l'incontro q
Le Pagine di Momigliano  
Il destino, le speranza e la grande storia degli ebrei italiani protagonisti a Torino dove questa sera alle 21, al Circolo dei Lettori, sarà presentata la seconda edizione di Pagine Ebraiche, la celebre raccolta di scritti di Arnaldo Momigliano curata da Silvia Berti. Pubblicata dalle Edizioni di Storia e Letteratura, con all'interno un
inedito colloquio tra la curatrice e Momigliano, l'opera sarà illustrata, insieme a Berti, dal presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni, dallo storico Alberto Cavaglion e dal presidente della Giulio Einaudi Editore Walter Barberis.
Ampio l'approfondimento che il numero di ottobre del giornale dell'ebraismo italiano a quest'opera destinata nuovamente a lasciare il segno.
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LA LEGIONE D'ONORE AL GRANDE STILISTA
"Israele, un paese alla moda"

La Francia si inchina a Elbaz
"Eccomi, vi invito a un evento nella settimana della moda parigina senza nemmeno un vestito. Era difficile, ma non lo trovate originale?”. Con il suo consueto sorriso, la sua sottile vena ironica, il suo sguardo sereno dietro agli occhialoni neri, lo stilista israelo-marocchino Alber Elbaz ha accolto il pubblico presente al conferimento della Légion d’honneur, la massima onoreficenza della Repubblica francese, che lo ha premiato per la sua carriera nella moda e il suo generale contributo alla cultura del paese. A consegnare la medaglia è stata il ministro della Cultura e della Comunicazione Audrey Azoulay, un gesto da lei particolarmente sentito in quanto con Elbaz condivide l’origine ebraica marocchina. Azoulay ha ricordato la lunga carriera dello stilista, evocando gli studi e gli esordi a Tel Aviv, il periodo passato a New York con Geoffrey Beene, il suo arrivo a Parigi con Guy Laroche e Yves Saint Laurent, e poi i lunghi quattordici anni a Lanvin, di cui seppe attuare un rilancio straordinario. Un rapporto conclusosi tristemente un anno fa, a causa di alcuni dissapori con la proprietaria della maison Shaw-Lan Wang. “Molte storie d’amore finiscono in tragedia, e questa è la storia di Lanvin”, ha osservato Azoulay. “La Francia però ti è fedele – ha aggiunto, rivolta a Elbaz – ti aspetta”.
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rosh hashanah 5777 - qui padova
Un anno per l'umanità
Un altro anno è passato ed un’altra volta ci ritroviamo, di fronte a D-o ed a noi stessi.
Sappiamo tutti quanto l’anno trascorso sia stato difficile e denso di avvenimenti spesso troppo più grandi della comprensibilità umana: abbiamo continuato a vedere guerre terribili, che hanno cancellato centinaia di migliaia di vite, spesso nella cattiva coscienza del “meglio là che qua”; abbiamo riconosciuto elementi di genocidio e di crimini contro l’umanità; abbiamo continuato a vedere migrazioni epocali di popolazioni disperate e, nuovamente, migliaia di vite perdute, spinte al suicidio dalla disperazione, dalla speranza e dall’indifferenza altrui.


Davide Romanin Jacur,
presidente Comunità ebraica di Padova
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rosh hashanah 5777 - qui ferrara / qui pisa
Un anno per gli ideali
All'inizio del nuovo anno, il 5777 dell'era ebraica, desidero rivolgere un caldo augurio a tutti voi.
Il periodo dei yamim noraim, "i dieci giorni severi" che comincia con Rosh haShanah è una opportuna occasione per tracciare un bilancio di come abbiamo condotto la nostra esistenza nei mesi passati a livello individuale e collettivo e formulare programmi per l'anno che si dischiude davanti a noi. Questo bilancio non è del tutto positivo perché non sempre siamo stati all'altezza degli ideali che la nostra tradizione pone come programma di vita.


Rav Luciano Caro, rabbino capo di Ferrara
e rabbino di riferimento per Pisa

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rosh hashanah 5777 - qui merano
Un anno per avvicinare
Auguro a tutti i lettori un felice 5777, pieno di amore, pace e serenità.
L'auspicio, in questo nuovo anno, è che cessino mostruosità varie e terrorismo sia in Israele, che in Diaspora, che nel mondo intero.
Mi auguro inoltre, guardando al mondo ebraico italiano, che ciascuno di noi trovi la forza per riavvicinare chi si è allontanato.

Elisabetta Rossi Innerhofer,

presidente Comunità ebraica di Merano
rosh hashanah 5777 - qui mantova
Un anno per la pace
A capodanno nelle sinagoghe di tutto il mondo risuona lo Shofar con tre diversi tipi di modulazione. Auguro a tutti che il 5777 sia finalmente l'anno in cui il forte e penetrante suono di questo semplice strumento scuota non solo i timpani ma anche le coscienze dei grandi della terra e sia pertanto preludio dell'agognato e definitivo silenzio delle armi, ovunque esse siano.
Shanà tovà


Emanuele Colorni, presidente Comunità ebraica di Mantova

Jciak
Shoah, la verità negata
"Offro mille dollari a chi mi porta un solo documento che prova l’Olocausto”. È l’offerta, sprezzante e oscena, che il negazionista David Irving sputa in faccia alla storica Deborah Lipstadt in un’aula affollata di studenti. È il 1994. Siamo in Georgia, all’Emory University di Atlanta, uno degli atenei più vecchi e prestigiosi d’America, dove s’innesca la scintilla di uno scontro che opporrà, davanti alla giustizia inglese, le ragioni della storia ai deliri di chi nega la Shoah.
La battaglia legale, una delle più scottanti di questo squarcio di secolo, raggiunge ora il grande pubblico grazie a Denial, diretto da Mick Jackson, con Rachel Weisz nella parte di Deborah Lipstadt, Timothy Spall in quella di David Irving e il sempre ottimo Tom Wilkinson nei panni dell’avvocato Richard Rampart, a capo della difesa della storica. Da poco nelle sale americane, il film sarà in Italia a metà novembre.


Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Assuefazione
Evviva, evviva, il referendum contro i migranti in Ungheria è fallito. Alle urne l’affluenza è stata del 43,42% e così il plebiscito cercato da Viktor Orban contro l’Europa non è passato. Ma “evviva, evviva” che cosa? Già semplicemente l’idea in sé del no ai migranti è ripugnante, e comunque di quella metà di ungheresi che è andata a votare il 98% ha detto che per gli odierni reietti della terra lì non ci deve essere posto. Si dirà: nulla di nuovo, è così ogni giorno di più, dappertutto. Ma a forza di “abituarsi” si rischia grosso. Si rischia, per esempio, di non dare alcun peso alla denuncia fatta, pochi giorni prima del voto proprio contro l’Ungheria, dal Comitato consultivo sulla convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali – un organismo del Consiglio d’Europa. Secondo l’allarmante rapporto, i Rom ungheresi sono vittime “di una discriminazione sistematica” in ogni settore della vita del Paese: dagli alloggi all’accesso al lavoro, dai servizi sanitari alla scuola dove aumenta vertiginosamente la segregazione degli alunni di questa etnia. In aumento anche gli attacchi fisici e la propaganda di odio. Non è abbastanza? Vogliamo davvero essere complici di tutto questo?


Stefano Jesurum, giornalista
In ascolto - La radio
Ci sono canzoni che durano un’estate, altre invece che per svariati motivi accompagnano più generazioni. Quest’anno spegne quaranta candeline uno dei brani più conosciuti di Eugenio Finardi: La radio, inclusa nell’album Sugo del 1976 e ripresa dal cantautore nei decenni successivi, con diversi arrangiamenti. È bella l’idea della versione in stile gruppo vocale del 1990 anche se realizzata con suoni midi, ma è assai più interessante l’originale, in stile country, in cui accanto a Eugenio Finardi troviamo alcuni grandi personaggi del panorama italiano di quegli anni: Ares Tavolazzi, Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, Hugh Bullen e Walter Calloni, che emergono grazie alla casa discografica Cramps e ai concerti con gli Area; Lucio Fabbri, violinista, arrangiatore, direttore d’orchestra e polistrumentista, una delle figure chiave nella storia della musica leggera italiana.

Maria Teresa Milano
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Time out - Ipocrisie galleggianti
Ci mancava solo la nave delle donne verso Gaza, modello Flottilla, a ricordarci l’ipocrisia di certe posizioni politiche. Nel farlo si finisce quasi per essere ripetitivi e noiosi, ma perché non parte per la Siria? Quasi trecentomila morti in pochi anni non valgono abbastanza quanto l’amicizia e la riconoscenza di Hamas e compagni? Evidentemente no, ma noi lo sapevamo già. 

Daniel Funaro
Ridere dalle lacrime
"Laughters From Tears” (“Risate Dalle Lacrime”). Così si sarebbe dovuto intitolare un Festival che avevo ideato con Annamaria Percavassi e Cristina Sain, anni fa a Trieste: una serie di film e concerti, incontri e un convegno internazionale dedicati alla grande tradizione letteraria, teatrale, cinematografica e musicale del mondo Yiddish. Non se ne fece nulla, come troppo spesso capita a Trieste. Ma quel titolo mi è tornato di colpo in mente mentre chiudevo la copertina di È solo un cane (dicono), il libro scritto da Marina Morpurgo da oggi in libreria per le Edizioni Astoria.

Valerio Fiandra
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Shimon Peres
Il bello di un trasloco, se c’è un bello nel fare e disfare scatoloni, è ritrovare ciò che giaceva dimenticato e tornando alla luce riporta con sé un pezzetto del passato. Come la fotocopia di quel tema in classe di seconda liceo, nel maggio del 1995, pochi mesi prima dell’assassinio di Yitzhak Rabin z.l.

Sara Valentina Di Palma
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Diario di un soldato - Crescita
Su Facebook circola un filmato: decine di soldati sorridenti augurano al popolo di Israele un anno dolce come il miele. Ognuno lo fa nella propria lingua, con il proprio accento e il proprio vissuto.
Rava, uno dei Maestri più illuminati ed illuminanti della storia del nostro popolo, soleva dire: “Havruta o mituta, l’amicizia o la morte”. Ovvero, la solitudine è peggiore della morte, una vita senza amici è una vita che non vale la pena di essere vissuta.
Che possa dunque essere per noi questo un anno di grandi amicizie, un anno di solo amore. Un anno di pace e di armonia. Un anno di crescita.
Ce lo meritiamo.


David Zebuloni 

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