19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

26 Ottobre 2016 - 24 Tishri 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
L’altro giorno, nella ricorrenza di Sheminì Atzeret – 8° Giorno di lieta festa solenne immediatamente successivo alle festa di Sukkot, abbiamo concluso il periodo estivo nel quale, nella prima benedizione della preghiera Amidah, si ricorda l’opera del Signore “che fa scendere la rugiada” e abbiamo dato inizio al periodo invernale – che durerà fino a Pesach – durante il quale si manifesta la potenza dell’Eterno “che fa soffiare il vento e scendere la pioggia”.
 
Leggi

Davide
Assael,
ricercatore
“Ho tanti amici ebrei” si diceva un tempo per giustificare il proprio antisemitismo. La stessa funzione sembra assolvere la proprietaria serba dell’ostello di Gorino a cui erano destinate 12 donne (di cui una incinta) ed 8 bambini in fuga da miseria, guerra e sofferenze indicibili. Perché, naturalmente, non c’entrano nulla il mancato preavviso, o lo scarso lavoro. Si tratta di puro e semplice moto razzista fomentato da una politica nazionale e locale, che non conosce la vergogna, al pari di un’opinione pubblica inviperita, che si è resa ostaggio di una propaganda senza fondo. Caro Juncker ti sfido, dice oggi Renzi per rivendicare il sacrosanto diritto all’attuazione del piano di ridistribuzione profughi fra i membri UE, ma con che legittimità se i guai iniziano all’interno del suo Paese? Mi è stato insegnato che prima di giocare la finale, bisogna superare le eliminatorie.
 
"Barricate anti-immigrati disonorano l'Italia"
ISui giornali, l’argomento del giorno sono inevitabilmente le barricate anti-immigrati dei cittadini di Goro e Gorino.
“Voglio essere chiaro: l’Italia che conosco io, quando ci sono 12 donne e 8 bambini, si fa in quattro per risolvere il problema” ha dichiarato ieri il premier Matteo Renzi durante la trasmissione Porta a porta.
“Di fronte a 12 donne, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro Paese. Tutto può essere gestito meglio, ma quella non è Italia” afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Al Viminale, scrive Repubblica, si teme ora una reazione a catena: i flussi ininterrotti di profughi “rischiano infatti di sollevare nuove barriere, come quella dei sindaci toscani che denunciano: ‘Siamo oltre i limiti di saturazione'”.
Un milione e mezzo di euro. È la cifra stanziata nelle scorse ore dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali per il restauro delle catacombe ebraiche di Villa Torlonia.
“Parliamo di un monumento di altissima rilevanza storica e culturale, a testimonianza di quando, già nell’antica Roma, una grande comunità ebraica viveva in città. Per questo il ministero ha deciso di sostenere il restauro del complesso che necessita di cospicui interventi conservativi. Abbiamo condiviso le giuste preoccupazioni degli amici dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane con cui collaboreremo per rendere nuovamente vivo e fruibile per tutti questo straordinario complesso culturale” le parole del ministro Dario Franceschini, riportate ieri dal Corriere della sera.
Il quotidiano di via Solferino ricorda appunto l’importante ruolo svolto dalla presidente UCEI Noemi Di Segni.
Grande attesa a Firenze per l’inaugurazione domani, alla Biblioteca Nazionale Centrale, della mostra “E le acque si calmarono” dedicata al ritorno dei libri ebraici alluvionati in città. Da Repubblica ad Avvenire, numerose le testate che in queste ore dedicano spazio e attenzione all’appuntamento (oggi alle 12 visita in anteprima per la stampa).
“Dopo cinquanta anni siamo riusciti a riportare nella nostra città un patrimonio fondamentale, che è testimonianza dell’attaccamento della comunità ebraica alla tradizione e alla storia fiorentina” dichiara Renzo Funaro, presidente dell’Opera del Tempio ebraico di Firenze, che per la fondazione ha promosso e coordinato l’iniziativa insieme a Silvia Alessandri della Nazionale.
 
Leggi

  davar
l'incontro con gentiloni alla farnesina
"Politica estera, dal ministro

importanti rassicurazioni"
“Un incontro positivo e costruttivo. Con grande apprezzamento, accolgo le rassicurazioni e le indicazioni fornite oggi dal Ministro Gentiloni. Siamo certi che d’ora in poi in sede Unesco e nelle altre istituzioni internazionali i nostri rappresentanti faranno registrare un deciso cambio di rotta. In questi tempi di grave minaccia alla sicurezza e ai più fermi valori dell’integrazione europea e di radicamento del fondamentalismo islamico, come ha sottolineato il ministro, la politica estera deve svolgere la sua seria azione. L’Italia ha tutte le potenzialità, oltre che il dovere, di essere un punto di riferimento credibile anche per le altre grandi nazioni d’Europa e del mondo”.
Così la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni al termine di un incontro avuto questa mattina con il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, convocato dallo stesso a pochi giorni dal voto dell’Unesco su Gerusalemme che, con duplice astensione italiana, ha negato l’ebraicità storica di alcuni luoghi di Gerusalemme. Voto che il Primo ministro Matteo Renzi, con cui la presidente UCEI ha intrattenuto nei giorni scorsi un positivo e costruttivo confronto, aveva definito "allucinante".
Una valutazione positiva è stata espressa anche dalla Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, che ha partecipato all’incontro alla Farnesina assieme al vicepresidente dell’Unione Giorgio Mortara e al segretario generale UCEI Gloria Arbib. “È stato – ha detto Dureghello – un incontro sincero, ma è necessario seguire come dalle dichiarazioni di principio si passerà ai fatti. Ed è soprattutto necessario comprendere che quando parliamo di Gerusalemme non parliamo solo di un elemento del conflitto mediorientale, parliamo anche e soprattutto di un cardine culturale della nostra civiltà, di un riferimento universale che tocca tutti i popoli e tutte le fedi”.
“Una riflessione importante – ha concluso il vicepresidente UCEI Mortara – è stata avviata. L’Italia dovrà fare la sua parte, anche se sappiamo tutti come la situazione in alcune organizzazioni internazionali sia pesantemente inquinata da posizioni preconcette che non sarà facile rimuovere”.
nuovo voto che nega la storia di gerusalemme
Unesco, la vergogna continua
L'ennesima votazione distorta su Gerusalemme partorita da un organo dell'Unesco – in questo caso dal Comitato del patrimonio mondiale – non è stata certo una sorpresa per Israele. Dopo “l'assurda risoluzione”, nella definizione del Premier d'Israele Benjamin Netanyahu, del Consiglio Unesco in cui si cancellava il legame tra l'ebraismo e Monte del Tempio, è arrivato infatti il voto del Comitato che ribadisce lo stesso concetto. Come nella risoluzione della scorsa settimana, in questa più recente il complesso del Monte del Tempio viene chiamato solo con i nomi islamici: Moschea Al-Aqsa e Al-Haram Al-Sharif. Rispetto però al precedente documento, quest'ultimo omette anche all'inizio di menzionare l'importanza della Città Vecchia di Gerusalemme “per le tre religioni”. Ebraismo ma anche cristianesimo scompaiono dalla storia, almeno secondo 10 dei 21 paesi che compongono il Comitato e che hanno votato a Parigi sì a quest'ultima risoluzione (8 i paesi astenutisi, 2 contrari).
Leggi

franceschini sblocca i fondi per il sito
“Catacombe ebraiche di Roma,
il restauro priorità del governo”

Grande soddisfazione espressa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla sua presidente Noemi Di Segni per la decisione del ministero dei Beni culturali (Mibact) di stanziare un’importante somma per il restauro delle catacombe ebraiche di Villa Torlonia, a Roma. Scoperte nel 1918, risalgono al periodo intorno al III secolo e.v. E e, come ha spiegato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, si tratta “di un monumento di altissima rilevanza storica e culturale, a testimonianza di quando, già nell’antica Roma, una grande comunità ebraica viveva in città”.
Leggi

qui firenze - a 50 anni dall'alluvione
Libri ebraici, la grande mostra
"Un pezzo di storia che torna"

Tre anni di lavoro. Un grande sforzo, su un piano più squisitamente tecnico ma anche di consolidamento di una rete di sostenitori nel mondo delle istituzioni, delle fondazioni, della cultura. La missione è riuscita. La mostra “E le acque si calmarono” che la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ospita per tre mesi (l'inaugurazione domani alle 17.30, preceduta da una tavola rotonda alle 15.30) dedicandola ai libri ebraici alluvionati e al loro emozionante ritorno in città a 50 anni dall’esondazione dell’Arno è un risultato per cui Renzo Funaro, vicepresidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, non nasconde la soddisfazione. “Siamo riusciti a riportare nella nostra città un patrimonio fondamentale, che è testimonianza dell’attaccamento della comunità ebraica alla tradizione e alla storia di Firenze” sottolinea con orgoglio nel giorno della conferenza stampa. "Un momento importante, in cui una parte della nostra vita, della nostra cultura, della nostra storia torna disponibile" conferma il presidente della Comunità ebraica Dario Bedarida.
Il progetto nasce nel 2012, sulla scia di un intervento tenuto dall’Opera del Tempio Ebraico di Firenze nel Salone dei Cinquecento, sala nobile di Palazzo Vecchio, in occasione della settimana internazionale dei Beni Culturali e Ambientali Florens. Da lì l’ambizione di ritagliarsi un ruolo da protagonisti all’interno di una narrazione che è sì dolorosa ma anche piena di messaggi profondi. Come ricordano gli “angeli del fango”, gli eroi richiamati in città dal sindaco Bargellini che, giunti in riva all’Arno da tutto il mondo, salvarono Firenze e i suoi tesori.
In mostra nelle teche libri antichi, volumi, manufatti. Testimonianze preziose riportate a nuova vita. Insieme ad alcuni documenti che la Nazionale ha scelto di esporre attingendo dalla propria collezione ebraica, così da rappresentare nel suo insieme il contributo che la Comunità ha offerto nei secoli alla collettività.
Come viene ricordato anche nel catalogo pubblicato da Angelo Pontecorboli, il danno in Comunità fu considerevole. Novantadue rotoli della Torah danneggiati, medesima sorte toccò inoltre a gran parte dei 15mila volumi della biblioteca, degli arredi, degli oggetti di culto.
Leggi
QUI TORINO - L'OTTAVA LEZIONE
Primo Levi e i tedeschi
Per una parte consistente della sua vita di scrittore, “capire i tedeschi” – o almeno, intercettarli, incontrarli, interrogarli – fu per Primo Levi un’esigenza quotidiana e insieme un potente germe creativo. A questo impegno del celebre scrittore è dedicata l'ottava edizione della Lezione Primo Levi - appuntamento promosso dal Centro studi Primo Levi nell'autunno di ogni anno per alimentare il dibattito sui temi più cari all'autore torinese – che si tiene oggi (ore 17.30) nell'aula magna della Cavallerizza Reale di Torino. Relatrice dell'incontro, Martina Mengoni dottoranda della Scuola Normale di Pisa, che su Pagine Ebraiche aveva anticipato una riflessione legata alla sua lezione odierna.

Primo Levi e i tedeschi sono i due soggetti dell’ultima Lezione Primo Levi. Sull’esistenza storica del primo e sulla sua persistenza come scrittore, non restano dubbi. Affrontare il secondo crea invece problemi, e non pochi. “I tedeschi” non esistono, potrebbe essere la prima obiezione. Non con l’articolo determinativo, non al plurale. Esiste il tedesco, che è una lingua, e un tedesco, che è un cittadino della Germania. Accostati al nome di Primo Levi, poi, “i tedeschi” sembra un monolite inaccettabile: semmai, si potrebbe ribattere, esistono, o meglio, sono esistiti, “quei tedeschi”, quelli che concorsero alla creazione e al perpetuarsi del nazionalsocialismo, del sistema concentrazionario, dello sterminio degli ebrei; quelli che lo appoggiarono; quelli che non lo denunciarono; quelli che non vollero vedere. Eppure “i tedeschi” sono senz’altro fra i protagonisti di Se questo è un uomo, dove l’espressione (proprio con l’articolo determinativo) compare più di trenta volte. “I tedeschi” è il soggetto della prima frase de La tregua: “Nei primi giorni del gennaio 1945, sotto la spinta dell’Armata Rossa ormai vicina, i tedeschi avevano evacuato in tutta fretta il bacino minerario slesiano”. In effetti, almeno fino al 1945, “i tedeschi” sono il popolo leader di uno dei due schieramenti in una guerra mondiale; in Italia, sono prima l’alleato, poi il nemico in casa; sono il popolo di Adolf Hitler che vuole sterminare un altro popolo: quello ebraico: gli ebrei. Fino al 1945 «i tedeschi» esistono. Ma dopo?


Martina Mengoni, Pagine Ebraiche ottobre 2016
Leggi

pilpul
Ticketless - Edmengarde
Coincidenze nell’anno bassaniano. Per i tipi della Salerno editrice, a cura di Emilio Torchio, vede la luce un’edizione critica di Edmenegarda, poema in versi di Giovanni Prati, che il padre di Micòl ricorda in una pagina del Giardino, per mettere a confronto la struggente bellezza dei cimiteri ebraici italiani, quello del Lido di Venezia e quello di Ferrara. Di Venezia non è famoso solo il Ghetto. A Ferrara i “giardini” sono due. Il confronto, a pensarci bene, riguarda da vicino l’idea romantica che avvolge in un’aura di morte Micòl e Ermengarda. Qui interessa ribadire l’importanza che hanno le tombe dei vecchi cimiteri. I sepolcreti, come usava dire nell’Ottocento, sono parte importantissima nel paesaggio nell’età dell’emancipazione, che forse giustifica la immensa popolarità dei Sepolcri foscoliani nella formazione di molti giovani usciti dal ghetto. Vi riposano i nostri antenati, “stanchi di tanto mercatare”, diceva Saba per l’antico cimitero triestino.
L’eredità degli affetti è universale. In un’altra pagina assai bella di Bassani, l’incipit della storia ferrarese “Il muro di cinta”, viene ricordato il cimitero e l’antica consuetudine della Comunità, solita cedere ad azienda agricola cittadina l’erba cresciuta “con forza selvaggia”. Bene sarebbe che queste cose si sapessero e si studiassero di più; che questi luoghi fossero valorizzati e visitabili da turisti, ma soprattutto da studenti freschi di letture di Foscolo, di Bassani, di Saba, e perché no anche di Prati, oltre che dai turisti, come accade nei paesi nordici.
Dove i cimiteri sono giardini pubblici, il tasso di civiltà cresce e (forse) si scongiurano gli atti vandalici. Osservando i sepolcreti si capisce la storia di una minoranza, talvolta meglio che in archivio. Le spese di manutenzione per conservare oggi questi luoghi sono cospicue, in molte realtà restauri sono stati fatti, esiste una buona catalogazione delle lapidi più antiche, ma si potrebbe fare di più. Mentre rileggo Prati -dal mio Piemonte – mi giungono per posta due comunicati contrastanti: in un caso una circolare scoraggia ogni curiosità del visitatore -e anche il cordoglio dei famigliari, cui si chiede, prima di varcare la soglia della “casa dei vivi”, di fornire le generalità (richiesta che non viene fatta, che io sappia, nemmeno a chi vuole entrare in una sinagoga del nostro paese). Capisco le ragioni della sicurezza, ma come mai, un’altra circolare, di tutt’altro tenore, mi informa che la visita di un cimitero situato a poche decine di chilometri di distanza dall’altro, sarà inserita nei percorsi storici cittadini, da ora in avanti facilitata da una rete di volontari – docenti e studenti – che sapranno sfruttare a dovere il canale dell’alternanza scuola-lavoro offerto dai decreti della Buona Scuola? Un esempio virtuoso di come sia possibile mettere a frutto le scarse risorse dei nostri giorni.


Alberto Cavaglion
Il tic su Israele messo a nudo
“La Farnesina e il Governo sono andate in automatico”. Cosi ha giustificato il voto italiano sulla risoluzione dell’Unesco sui siti archeologici di Gerusalemme dei giorni scorsi il Premier Matteo Renzi. Una decisione “allucinante”, l’ha definita il nostro Presidente del Consiglio.
Al di là del piacere di sentire dalla viva voce di Renzi che l’Italia in questa vicenda ha sbagliato e tralasciando la considerazione che la dichiarazione è comunque purtroppo tardiva, bisogna riconoscere che però non è inutile.
Lo stesso capo del Governo d’Israele se ne è reso conto e ha ringraziato il nostro Premier per questa dichiarazione. Ma la soddisfazione di Netanyahu deve essere stata ancora maggiore di quanto non sia apparso, perché quanto avvenuto a Roma sull’Unesco è la prova di quanto da egli stesso affermato all’Assemblea generale dell’Onu a New York, solo un mese fa.
“ posizione, confermando così la previsione del Premier israeliano.


Anselmo Calò
Leggi

Periscopio - Una notte di ricordi
È stato presentato al pubblico, lo scorso mercoledì 4 ottobre, presso lo Spazio Guida di Napoli, su iniziativa dell’Associazione Italia-Israele di Napoli, della Federazione delle Associazioni Italia-Israele e di “Guida ai libri”, un volume di grande interesse.

Francesco Lucrezi
 
Leggi

moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.