Unesco, la vergogna continua

world_heritage_committee-890x400L’ennesima votazione distorta su Gerusalemme partorita da un organo dell’Unesco – in questo caso dal Comitato del patrimonio mondiale – non è stata certo una sorpresa per Israele. Dopo “l’assurda risoluzione”, nella definizione del Premier d’Israele Benjamin Netanyahu, del Consiglio Unesco in cui si cancellava il legame tra l’ebraismo e Monte del Tempio, è arrivato infatti il voto del Comitato che ribadisce lo stesso concetto. Come nella risoluzione della scorsa settimana, in questa più recente il complesso del Monte del Tempio viene chiamato solo con i nomi islamici: Moschea Al-Aqsa e Al-Haram Al-Sharif. Rispetto però al precedente documento, quest’ultimo omette anche all’inizio di menzionare l’importanza della Città Vecchia di Gerusalemme “per le tre religioni”. Ebraismo ma anche cristianesimo scompaiono dalla storia, almeno secondo 10 dei 21 paesi che compongono il Comitato e che hanno votato sì all’ultima risoluzione (8 i paesi astenutisi, 2 contrari). Ad avere il diritto di voto in seno a questo organo – che è responsabile dell’applicazione della Convenzione sul Patrimonio Mondiale, decide se è possibile o meno iscrivere un sito nella Lista del Patrimonio e determina l’utilizzo delle risorse finanziarie provenienti dal Fondo per la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale – sono: Croazia, Finlandia, Polonia, Portogallo, Turchia, Azerbaijan, Corea del Sud, Indonesia, Filippine, Vietnam, Kazakhistan, Tunisia, Kuwait, Libano, Perù, Cuba, Jamaica, Angola, Burkina Faso, Zimbabwe, e Tanzania.
“L’assurdità continua. L’Unesco ha adottato un’altra decisione ridicola, completamente scollegata dalla realtà”, ha dichiarato l’ambasciatore d’Israele all’Onu Danny Danon. “L’Unesco mette in imbarazzo se stessa marciando al ritmo dei pifferai palestinesi. Ma tutti i tentativi di negare il nostro legame, distorcere la storia e scollegare il popolo ebraico dalla nostra capitale e la nostra patria, sono destinati a fallire”.
In apertura della seduta odierna, il presidente del Comitato del Patrimonio Mondiale, il diplomatico turco Lale Ülker aveva proposto, racconta tra gli altri il Times of Israel, di approvare la risoluzione per consensus, in questo modo sarebbe sembrata una decisione unanime dell’organo Unesco. Una maggioranza di Stati membri ha sostenuto la sua proposta, ma Tanzania e Croazia ha chiesto e ottenuto il voto segreto. Nonostante la dura opposizione di paesi come Libano, Tunisia, Cuba, il consulente legale del comitato alla fine ha deciso per il voto segreto, aprendo la strada ai due “no” e alle otto astensioni.
In vista di questa votazione, il direttore generale dell’Unesco Irina Bokova, che già si era distanziata dalla risoluzione precedente, ha inviato una lettera al ministro dell’Educazione israeliano Naftali Bennett per ribadire il suo impegno contro distorsioni a carattere antisemita e contro Israele: “Permettetemi di rassicurarvi del mio impegno assoluto a proseguire tutti gli sforzi nella lotta contro tutte le forme di antisemitismo, – scrive Bokova – compreso quello contro chi attinge a visioni parziali o distorte della cultura e della storia, così come quelli che cercano di contestare l’esistenza di Israele”.

d.r.