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 13 novembre 2016 - 12 Cheshvan 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Abramo il solitario - possibile interpretazione del lekhà unito al comando di andare - è l'esatto opposto del pensiero unico della Torre di Babele. Non è un caso che, secondo un
midrash, la fornace ardente in cui è gettato da Nimrod - l'artefice della Torre - e da cui si salva miracolosamente, è proprio quella in cui vengono prodotti i mattoni per costruirla.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Vittima del terrorismo non è solo chi muore. È anche chi vive dopo, ma non mette in campo una risposta, in grado di mettere nell’angolo l’avversario. Oggi, meglio stasera alle 21.27, sarà un anno dall’inizio di quella che ricordiamo come “strage del Bataclan”. Quell’anniversario, ancora per molto tempo, va posticipato alla mattina dopo, quando molti parigini si recarono sui luoghi e videro gli effetti di quella notte. Noi - o forse meglio i parigini più di noi che videro, perché noi vedemmo attraverso i loro occhi - siamo ancora fermi lì. Non abbiamo una risposta. Anche per questo siamo ancora nella condizione di “vittime del terrorismo”.
Un anno dal Bataclan
Il terrorismo in Francia a un anno dalle stragi di Parigi. Ad attaccare al cuore Parigi, il 13 novembre 2015, è stato un commando nato da una cellula terrorista di Raqqa, in Siria. A scriverlo, il giornale Le Monde in una lunga inchiesta arricchita da documenti classificati dei servizi ungheresi. L’organizzazione ha sfruttato le ondate di migranti per entrare nello spazio Schengen: i kamikaze, con falsi passaporti, hanno seguito la via dei Balcani fino all’ Ungheria (Repubblica). E il luogo diventato tristemente simbolo di degli attacchi compiuti dalla cellula terroristica islamista è il Bataclan: il teatro in cui furono massacrate 93 persone durante un concerto. Nelle scorse ore, come racconta il Corriere della Sera, il teatro ha riaperto affidando la nuova inaugurazione al cantante Sting: “Stasera abbiamo due compiti – le parole di Sting appena salito sul palco – : ricordare quelli che non ci sono più, e celebrare la vita”.
E a un anno dalla strage, la Francia – colpita ripetutamente dal terrorismo, da Charlie Hebdo, all’Hypercasher fino a Nizza – si interroga sui motivi del proliferare dell’estremismo al suo interno. Sul banco d’accusa, scrive il Corriere, la “situazione delle periferie, luoghi di marginalità culturale e etnica che hanno finito per produrre prima l’antagonismo verso i principi della Repubblica laica e egualitaria e poi la ribellione, contaminata dall’estremismo religioso e terroristico”.

Bernard Henry Lévy su Trump. Secondo il filosofo francese, intervistato da La Stampa, “saranno i poveri a pagare il trionfo del populismo globale”, così negli Stati Uniti le classi più emarginate con l’elezione di Donald Trump alla presidenza. Per Henry Lévy il voto americano è stato “un voto contro la Repubblica. Contro l’uguaglianza e il rispetto delle minoranze” e spiega di essere molto preoccupato per la nuova guida della Casa Bianca, anche sulla gestione della politica internazionale. A riguardo, il filosofo e scrittore è scettico anche rispetto ai rapporti tra Trump e Israele, con il primo deciso a chiedere allo Stato ebraico “il rimborso di una parte degli aiuti concessi dalle precedenti amministrazioni. – sostiene Henry Lévy – In più, ricordate la volgarità delle sue allusioni alle grandi organizzazioni sioniste americane durante la campagna elettorale. Roba tipo: so che non mi voterete perché non voglio il vostro sporco denaro…”. Un tema toccato, sempre su La Stampa, anche dal sociologo Amitai Etzioni, secondo cui Trump, nel corso della sua campagna elettorale, “ha avuto atteggiamenti antisemiti, contro i musulmani, le donne, i gay, ha sfruttato i propri dipendenti e imbrogliato i partner. La cosa straordinaria non è che ci sia stata la svolta populista, ma che abbia scelto lui come messaggero. Questo però è un avvertimento proprio per l’Europa, che non è riuscita o non ha voluto vederlo. Quando vai così a destra, non puoi prevedere cosa ti aspetta”.

New York, la protesta contro il nuovo presidente. Migliaia di persone hanno sfilato pacificamente a New York per protestare contro l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. “Not my president” lo slogan scandito dai manifestanti, tra cui, racconta la stampa, anche alcune voci ebraiche (La Stampa).
 
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  davar
la francia ricorda le stragi del 13 novembre
Parigi, a un anno dagli attentati
"Il terrorismo non ci affonderà"

“13 novembre 2015. Fluctuat nec mergitur.” A un anno dall'attentato islamista che ha sconvolto Parigi, la Capitale francese si stringe attorno alle parole che scandiscono il suo motto cittadino: “Fluctuat nec mergitur”, “È battuta dalle onde, ma non affonda”. Come una nave che attraversa la tempesta del terrorismo e dell'odio fondamentalista, Parigi ricorda a se stessa, in queste ore cariche di dolore e commozione, di essere più forte di chi nel novembre dello scorso anno la colpì a tradimento, massacrando 130 persone nel nome di una visione corrotta della religione. “Ricordatevi di resistere, per superare la codardia e la brutalità di questi fanatici islamisti che vogliono imporci il loro stile di vita medievale”, ha scritto nelle scorse ore Francis Kalifat, il presidente del Conseil représentatif des institutions juives de France (Crif – organizzazione che rappresenta
l'ebraismo d'oltralpe), partecipando ai diversi eventi organizzati a Parigi per commemorare le vittime del 13 novembre. “Centinaia di vite spezzate, famiglie decimate, traumi profondi, a volte insormontabili, i sopravvissuti sconvolti da quella domanda assillante 'Perché sono vivo, perché io?'”, prosegue Kalifat ricordando come la ferita di quei giorni sia ancora aperta in chi dai luoghi degli attacchi riuscì a uscire vivo. Luoghi - dallo Stade de France, al Bonne Biere fino al Bataclan - che in queste ore sono stati visitati dal corteo commemorativo guidato  dal presidente Francois Hollande, dal primo ministro Manuel Valls e dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Luoghi in cui nessuna parola ufficiale è stata pronunciata, rispettando il volere dei parenti delle vittime, che hanno chiesto che fosse soltanto letto l'elenco dei 130 caduti di quella terribile notte.

(Nell'immagine in alto, l'interpretazione del motto parigino "Fluctuat nec mergitur" da parte del disegnatore Joann Sfar dedicata agli attentati del 13 novembre. Nell'immagine in basso, il motto riportato su di un manifesto a Parigi per commemorare l'anniversario degli attacchi).
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IL RICONOSCIMENTO DEL QUIRINALE
"Maestra di libertà e democrazia"
Mattarella premia Emma Alatri

Storica insegnante e direttrice della scuola ebraica romana, Emma Alatri, 90 anni, è da ieri Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un prestigioso riconoscimento tributatole direttamente dal presidente Mattarella “per aver trasmesso, con la sua testimonianza e i suoi insegnamenti, i valori della libertà e della democrazia e il disvalore dell’odio”.
Emma Alatri si è diplomata nel 1944 in una sezione speciale per perseguitati politici e razziali. Ha insegnato alla scuola elementare ebraica Vittorio Polacco dal 1945 al 1979, ricoprendo l’incarico di direttrice, per otto anni. In un periodo molto delicato per la comunità ebraica, si legge nella nota del Quirinale, “ha trasmesso ai suoi allievi l’amore per la libertà e il senso di appartenenza alla comunità nazionale”.
La notizia, diffusa nella giornata di ieri, ha presto fatto il giro delle molte centinaia di allievi che ancora oggi vedono nella maestra Alatri un punto di riferimento.
“Il suo sostegno agli studenti le cui famiglie avevano perso i propri cari durante la Shoah ha permesso alla Comunità ebraica di Roma di risorgere” ha sottolineato in una nota diffusa all’uscita di Shabbat la presidente Ruth Dureghello.
“Non ce lo aspettavamo, siamo sorpresi. È meraviglioso constatare che le azioni fatte per passione o dovere morale possano avere un apprezzamento umano o storico inatteso per chi le compie” ci racconta Gabriele Fiorentino, ex consigliere Ugei e nipote della maestra Alatri.
Emozionato anche lo storico Gadi Luzzatto Voghera, che di Emma Alatri non è stato formalmente allievo, ma dalla cui saggezza continuamente attinge ormai da molti anni assieme ai suoi cari.
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QUI FIRENZE
Salone dell'Arte e del Restauro, 
i beni ebraici protagonisti

Pannelli delle attività, dei restauri, schermate video sui luoghi imperdibili e le iniziative in corso. Numerosi i visitatori del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze che hanno scelto di trascorrere parte del loro tempo all’interno dello stand allestito dalla Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia insieme all’Opera del Tempio ebraico. Tredici metri quadrati che hanno richiamato visitatori di ogni genere, accolti allo stand dal vicepresidente della Fondazione Renzo Funaro.
È stato proprio Funaro, insieme ad altri relatori, ad inaugurare il Salone con un intervento dedicato ai beni culturali ebraici fiorentini feriti dall’Alluvione del ’66 e oggi protagonisti della grande mostra “E le acque si calmarono” allestita nella Sala Dante della Biblioteca Nazionale Centrale.
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il congresso dell'associazione ex deportati
Venegoni alla guida dell'Aned
Al via il suo secondo mandato

Figlio di due sopravvissuti al lager di Bolzano, 65 anni, Dario Venegoni guiderà per un nuovo mandato l’Associazione Nazionale Ex Deportati.
Primo presidente nella storia dell’Aned a non aver sperimentato sulla propria pelle l’orrore nazifascista, Venegoni era succeduto nell’autunno del 2015 a Gianfranco Maris, mancato nei mesi precedenti. Questa mattina ha ottenuto il voto favorevole dei delegati Aned riunitisi nella città altoatesina per il Congresso nazionale.
Presidente onorario Aned sarà ancora Vera Michelin Salomon. Nel comitato d’onore rappresentanti dei sopravvissuti ai campi di Auschwitz, Mauthausen, Ravensbruck, Flossenburg e Bolzano.
“È stato un Congresso positivo. Abbiamo discusso e lavorato per tre giorni, in una città importante e significativa per la nostra storia. Da questo confronto sono emersi segnali di continuità, ma anche un forte rinnovamento. È stato confermato il gruppo dirigente che ha guidato l’associazione dopo la scomparsa di Maris, ma ci sono anche molti volti nuovi pronti ad impegnarsi” le prime valutazioni di Venegoni con il portale dell’ebraismo italiano www.moked.it. Voglio rivolgere a Dario Venegoni, confermato questa mattina alla presidenza dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, le più sentite felicitazioni per la sua nomina, certa di una sempre più stretta collaborazione tra Aned e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per il rafforzamento di iniziative e progetti dedicati alla Memoria, alla formazione e alla educazione delle nuove generazioni” afferma la presidente UCEI Noemi Di Segni.
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lo shabbaton organizzato in sicilia
A Palermo rivive l'ebraismo 
Uno shabbaton che apre una finestra su di una realtà ebraica che sta rifiorendo e che ha molto da raccontare: quella di Palermo. In questo fine settimana infatti il vivace gruppo ebraico palermitano è stato al centro di diversi incontri nel capoluogo siciliano, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni, il direttore dell'area Cultura e Formazione dell'UCEI rav Roberto Della Rocca, rav Pierpaolo Pinhas Punturello e Gadi Piperno, responsabile per l'Unione del Progetto Meridione.
Tra gli eventi dello Shabbaton, una serata densa di storie personali e di emozioni che ha caratterizzato l'intero appuntamento. Tre donne di diverse provenienze - ma tutte accomunate dall'aver trascorso una parte della loro vita nel capoluogo siciliano - Fausta Carli Finzi, Maria Antonietta Ancona ed Evelyn Aouate, hanno raccontato le loro storie, che coincidono in qualche modo con la storia della rinascita di un nucleo ebraico a Palermo dopo gli anni della Seconda guerra mondiale.
 
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qui roma - gusto kosher
Dalla tavola alla vita quotidiana, 
il sapore complesso dei contrasti

Cibo, vino, prodotti casher da Italia e Israele. Tavole rotonde, cooking show e musica a caratterizzare la 16esima edizione di Gusto Kosher, tradizionale occasione di incontro in programma ogni autunno al Palazzo della Cultura della Comunità ebraica romana. “Matok e Maror: assaporiamo i contrasti” il tema di un’edizione la cui area centrale, “Mezè di Gusto Kosher”, vede tra gli altri gli chef Dario Bascetta Greco e Giovanni Terracina al lavoro nella reinterpretazione di classici menu delle festività ebraiche in chiave street food e contemporanea.
Tra le novità di quest’anno la realizzazione di alcuni Itinerari Sensoriali di Storia, Arte e Gusto che raccontano la storia dei vicoli e delle strade del quartiere presentando gli spazi d’arte e di cultura associandoli a un sapore dolce o amaro. Importante anche lo spazio dedicato alla solidarietà, con le attività della onlus Tsad Kadima al centro dell’interesse di molti.
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sorgente di vita
A cinquant'anni dall'alluvione,
Firenze e i Sefarim salvati

Il 4 novembre  1966, con l’alluvione che sommerse Firenze, finì sott’acqua anche un immenso patrimonio di cultura e di opere d’arte. Fra queste il Tempio di Via Farini: nel servizio che apre la puntata di Sorgente di vita di domenica 13 novembre il ricordo di alcuni protagonisti di allora, il salvataggio dei Sefarim, i rotoli della Legge, e poi  la devastazione della sinagoga, la tristezza, il freddo e il buio dei primi momenti e poi il difficile lavoro per recuperare gli arredi e i 15.000 volumi della biblioteca rovinati dall’acqua e dal fango.
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pilpul

La macchina del fango
Pierre-André Taguieff, direttore di ricerca al Centro nazionale francese per la ricerca scientifica e docente all’Istituto di studi politici di Parigi, è da molti anni impegnato sul versante dell’analisi scientifica del razzismo. La sua personale biografia culturale e politica è vivace e, a tratti, quasi contraddittoria. Quanto meno per coloro che gli hanno contestato l’eclettismo di certe scelte intellettuali. Indiscutibile, tuttavia, è lo sforzo di mantenere ed alimentare un approccio scientifico ai temi che lo vedono in prima linea. La sua opera più importante, in sé voluminosissima, in una produzione bibliografica oramai impressionante per la sua enciclopedica estensione, rimane «La forza del pregiudizio. Saggio sul razzismo e sull’antirazzismo», pubblicato in Italia nel 1994 ma uscito in Francia già sei anni prima. Come autore di numerose opere in materia, torna quindi frequentemente ad interrogarsi sull’attualità dell’antisemitismo. Questa volta lo fa, per il pubblico italiano, in un volumetto in traduzione, denso, articolato e, al medesimo tempo, di utile lettura anche per il modo in cui il materiale è organizzato e quindi proposto al lettore. .

Claudio Vercelli
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La dedica di Primo Levi
Nel 1952 durante una riunione del Consiglio editoriale dell’Einaudi Paolo Boringhieri propone di pubblicare presso la casa editrice torinese il libro che Cesare Pavese e Natalia Ginzburg avevano respinto nel 1946: Se questo è un uomo di Primo Levi. La proposta è sostenuta da Luciano Foà. Il Consiglio si dice favorevole, ma Giulio Einaudi non è della medesima opinione: il libro, afferma, non ha molte probabilità di avere successo. Boringhieri e Foà insistono, e finalmente nel luglio del 1955 viene stipulato un contratto per la riedizione del volume. Uscirà per via della crisi economica dell’Einaudi solo nel 1958, dopo che Levi ha accettato come parte del suo compenso azioni dell’editrice per 40.000 lire.

Marco Belpoliti, scrittore
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