Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Ytzchàk,
il primo nato ebreo, un sopravvissuto che vive all’ombra del trauma di
un mancato sacrificio, e che porta un nome così ossimorico alla sua
sofferta esistenza (ytzchàk,”colui che riderà”), sceglie di trascorrere
il resto della sua vita a scavare quei pozzi che già suo padre aveva
aperto e che i Filistei avevano ostruito (Bereshìt, 26; 15-18),
anteponendo l’invidia e il desiderio di cancellare ogni traccia della
presenza storica di Avrahàm in quei luoghi, al beneficio che queste
stesse risorse economiche rappresentano per tutti gli abitanti del
posto.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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a Cuba e muore Fidel. Gli amici ti chiedono se tu c’entri qualcosa.
Hemingway, a cui la rivoluzione non stava antipatica, si vede tuttavia
requisire la bella villa all’Avana. Un dispetto all’americano, tanto
per fare di tutta l’erba un fascio.
Torni in Italia e perde il Sì. Il fronte del No esulta, e l’Italia da
una modesta ripresa si vede nuovamente sospinta verso imprevedibili
sabbie mobili. Il centro (in senso puramente geometrico) non tiene più.
La frammentazione del momento desta una sensazione di irrazionale
anarchia. Ma la smetteranno mai i politici di occuparsi solo di
equilibrismi da politicanti?
Disperante che, nello squallore del panorama umano e politico del
momento, nessuno pensi, al di là dei propri interessi specifici e delle
proprie specifiche rivincite, al destino di un paese.
In nulla e in nessuno si riesce più a distinguere una logica chiara,
coerente. Ma chi l’ha mai detto che la storia debba svolgersi secondo
modelli logici e prevedibili? È il bello dell’inatteso; purché non ci
porti alla catastrofe.
Speriamo solo che questo rimanga ancora per molto tempo il Bel Paese.
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L'Italia e i foreign fighters, Lombardia uno snodo
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Tra
Lecco e Milano, sui quotidiani nuove storie legate al terrorismo
internazionale e al problema dei foreign fighters, uomini e donne che
partono per unirsi alla jihad e ai terroristi dell’Isis. Il Corriere
racconta di Alvin, bimbo di otto anni, strappato dagli affetti dalla
madre e portato in Siria. “Qui ci sono gli aerei e le bombe, io ho
paura. Ma la mamma mi ripete che tanto moriremo”, le parole del bimbo
al padre durante una telefonata. “Dopo un anno passato ad indottrinarsi
tra siti i Internet del Califfato, la madre, Valbona Berisha, a 32 anni
– racconta il Corriere – ha deciso di partire per la Siria portandoselo
dietro e lasciando a casa a Barzago (Lecco) le altre due figlie, Mikela
e Klenisa, di 11 e 10 anni, come Alvin nate in Italia, e il marito
Afrimm, di 13 anni più grande”. E stato quest’ultimo a denunciare la
moglie, ricercata per terrorismo da un’ordinanza di custodia cautelare
di un gip milanese. E a Milano venerdì scorso è stato arrestato un uomo
di 30 anni di origine marocchina che “aveva dato a una brigata di
jihadisti dello Stato islamico – tedeschi di nascita ma di origine
araba – la sua disponibilità a compiere un attentato a Milano o
nell’hinterland, ma chiedeva collaborazione” (Corriere Milano). L’uomo
alla brigata di foreign fighter sparsa per il mondo aveva mandato soldi
in più occasioni, anche recentemente: da 50 a 600 euro per un totale di
seimila euro spediti ai palestinesi, in Algeria, Turchia, Francia.
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folla enorme ai funerali Alisa, l'ultimo commosso saluto 'La sua vita un esempio per tutti' L'intera
Comunità ebraica, nelle sue molte anime e sfaccettature. Numerosi
Consiglieri UCEI, giunti da tutta Italia. Tanti, tantissimi giovani.
Gli amici più stretti, i compagni di scuola. Tutti coloro ai quali
aveva donato e continuerà a donare con il suo esempio un sorriso, una
speranza, l'amore per la vita.
Oltre un migliaio di persone si sono date appuntamento al cimitero di
Prima Porta per portare l'ultimo saluto ad Alisa Coen, 18enne romana
tragicamente scomparsa nella giornata di venerdì in seguito a un
incidente stradale, e per stringersi in questi momenti terribili ai
genitori Sabrina e Daniel e ai familiari.
I rabbini Riccardo Di Segni e Amedeo Spagnoletto, il fidanzato, le
amiche del cuore. Tutti nei loro interventi hanno sottolineato il
carattere solare di Alisa, la sua positività, la sua capacità di
affrontare le sfide più dure senza mai perdere la calma. Qualità che, è
stato spiegato, continueranno a vivere nel ricordo e come esempio per
chi ha avuto il privilegio di conoscerla e per chi di lei, dei suoi
sogni e dei suoi progetti sentirà parlare da altri.
Alla famiglia è andata anche la solidarietà del grande rabbino e
talmudista Adin Steinsaltz, intervenuto in serata al Centro
Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. "Tragedie
di questo tipo ci impongono di impegnarci ancora di più, di non
arrenderci. Bisogna tutti fare uno sforzo, come singoli e come
collettività ebraica, per cercare di guardare avanti. Sia il ricordo di
Alisa di benedizione per tutti" ha osservato rav Steinsaltz.
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L'INCONTRO AL CENTRO BIBLIOGRAFICO UCEI Il messaggio del rav Steinsaltz:
"Per essere leader, bisogna agire"
“Mantenere
e difendere quello che già c’è. Ma sempre in movimento, mai restando
fermi. E poi progettare, sviluppare idee, proiettarsi verso il futuro.
Saper dire di sì, ma anche saper dire di no. Cosa che non sempre è
facile, lo capisco, ma inevitabile. Solo così saremo dei veri leader in
grado di incidere nella vita e negli orientamenti delle nostre Comunità”.
Questo il messaggio che il grande rabbino e talmudista Adin Steinsaltz,
ospite ieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha voluto
condividere in occasione di un incontro sul significato e le sfide
della leadership in campo ebraico tenutosi al Centro Bibliografico
UCEI. Incontro molto atteso e intenso, focalizzato su diversi temi
centrali nella dialettica comunitaria e apertosi con una introduzione
della Presidente Noemi Di Segni.
Primo atto di fiducia nel futuro, ha sottolineato il rav, è quello di
mettere al mondo dei figli. Quella infatti è la prova, ha spiegato, che
nel futuro “ci si crede davvero”. Ma non basta concentrarsi sulle
componenti già attive, su chi già frequenta le istituzioni e i luoghi
ebraici. È importante ritrovare chi si è allontanato, coinvolgerlo,
fargli ritrovare interesse e passione. “Chi oggi non partecipa, deve
tornare a farlo. Le possibilità per un coinvolgimento ci sono sempre, e
vanno percorse in tutti i modi. Perché certamente chi non partecipa non
si è dissolto nell’aria. È fuori, è tra noi” ha affermato rav
Steinsaltz, il cui messaggio è stato tradotto in italiano dal
musicologo Massimo Acnfora Torrefranca.
Serve quindi concretezza, azione, passione. È fondamentale agire,
respingere il pericolo dell'inerzia. “Un leader che non fa niente non è
un vero leader. Magari non produce un danno tangibile e immediatamente
valutabile nel presente, ma ha la responsabilità di non indicare una
direzione a chi ripone fiducia nella sua figura e nelle sue parole. E
se non si indica una direzione a chi vede in noi degli esempi, si
riempie solo un posto, si occupa ingiustamente una poltrona. In questo
caso non parlerei quindi di leader, ma di pezzi di legno. E nelle
nostre Comunità, dalle più piccole alle più grandi, non ce lo possiamo
permettere".
Adam Smulevich
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la nuova fase diplomatica Israele si riconcilia con Ankara,
ma la guardia resta alta
Una
nuova fase nelle relazioni tra Israele e Turchia è iniziata. Ad
affermarlo, il nuovo ambasciatore d’Israele ad Ankara Eitan Na’eh, che
ha presentato ieri le sue credenziali al presidente turco Recep
Erdogan. Un momento che ha segnato la definitiva riconciliazione tra i
due paesi dopo sei anni di gelo diplomatico dovuti all’incidente della
Mavi Marmara del 2010. Erdogan, che in questi anni non ha mancato di
criticare ferocemente Israele, ha invece stretto la mano al nuovo
ambasciatore Na’eh (nell’immagine), che torna ad Ankara per la seconda
volta dopo l’esperienza diplomatica dei primi anni Novanta. La prossima
settimana arriverà invece in Israele Kemal Okem, consigliere per la
politica estera del Primo ministro Binali Yildirim, e presto nuovo
ambasciatore turco per lo Stato ebraico.
Secondo Na’eh, che si è detto contento della nomina, per i due paesi
inizia ora una nuova pagina di storia con diversi fronti di
collaborazione aperti. Leggi
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qui torino - l'incontro Il Talmud e le fonti del diritto
Sarà
la coordinatrice del corso di Diritto comparato delle religioni
dell’Università degli studi di Torino, Ilaria Zuanazzi, ad aprire il
convegno “Le fonti del diritto ebraico tra storia e attualità: La
traduzione italiana del Talmud babilonese” che si terrà questo
pomeriggio nell’aula magna del Campus Einaudi. I saluti istituzionali –
prenderanno la parola il Rettore, Gianmaria Ajani, la vice direttrice
del Dipartimento di giurisprudenza Elisa Mongiano, rav Ariel Di Porto,
il rabbino capo della comunità ebraica torinese e Dario Disegni, che ne
è presidente, e Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San
Paolo – precederanno una introduzione ai temi del convegno, ad opera di
Bianca Gardella Tedeschi, docente dell’Università del Piemonte
Orientale. Il convegno, che ha il patrocinio della Comunità, si
inserisce nel ciclo di incontri dedicati al Progetto Talmud, sostenuto
dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dal Collegio Rabbinico
Italiano insieme a Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero
dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Consiglio Nazionale
delle Ricerche, che ha avuto come primo risultato tangibile la
pubblicazione, con la casa editrice Giuntina, del Trattato di Rosh
haShanah. Leggi
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qui londra - l'evento internazionale Giovani e religioni in dialogo
Si
è concluso ieri nella cornice di Taplow Court, maniero ottocentesco
della campagna inglese non distante da Londra, il sesto summit dello
European Interfaith Youth Network, coordinamento europeo delle
associazioni giovanili che aderiscono a Religions For Peace, il
movimento che raccoglie in tutti i continenti le principali
organizzazioni religiose per sviluppare progetti per la cooperazione,
la pace e la conoscenza reciproca.
Il maniero, quartier generale dagli anni Ottanta dei buddisti Soka
Gakkai d’Inghilterra, ha ospitato 25 giovani leader religiosi
proveniente da tutta Europa. Per l’Italia due rappresentanti: Angelita
Tomaselli, valdese, in rappresentanza dell’Ecumenical Youth Council in
Europe e Filippo Tedeschi, vicepresidente dell’Unione giovani ebrei
d’Italia (Ugei), primo ebreo ad essere designato ufficialmente come
rappresentante di Religions For Peace Giovani-Italia. Leggi
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L'indifferenza che uccide
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Come
è possibile che un’infermiera e un medico anestesista, divenuti amanti,
riescano a uccidere cinque pazienti e forse persino sette (per gli
eventuali ultimi delitti non è scattata la custodia cautelare)? Come è
possibile che una donna ammazzi il marito a colpi di insulina per un
diabete immaginario, la madre, lasciandola agonizzare un paio d’ore
prima di chiamare l’ambulanza, e persino un cugino lontano (si è
salvato) “reo” di farsi mantenere dalla moglie?
Posta come premessa che ogni accusa andrà vagliata dalla magistratura e
che tutti sono innocenti fino a prova contraria, ci sono due piani di
risposta. Il primo – che può essere andar bene anche per tragici
precedenti analoghi, pare incredibile ma ci sono! – attiene alla follia
insondabile dell’animo umano, ciò che in taluni frangenti conduce
genitori a uccidere i figli, uomini a colpire le loro donne, giovani a
compiere stragi in scuole o università con armi recuperate su internet.
Ma nella vicenda dell’ospedale di Saronno, ora all’attenzione dei
magistrati, c’è un dolo persino più preoccupante in quanto meno
scandaloso: quello della burocrazia cieca e assassina che, per
sciatteria e omertà, decide di non intervenire. L’apposita commissione,
istituita nel 2013 per indagare sugli episodi denunciati da alcuni
colleghi, non si riunisce neanche una volta in tre anni: di fronte a
fatti così marginali – cosa sarà mai qualche omicidio in corsia? – i
commissari ritengono che sia sufficiente uno scambio di email; e
nessuno si premura di verificare come mai ci siano continui ammanchi di
farmaci – anche questi denunciati -, quegli stessi farmaci che
servivano alla coppia per i loro omicidi.
È proprio vero: chi si volta dall’altra parte può essere più pericoloso di chi uccide.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi
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