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10 Gennaio 2017 - 12 Tevet 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
La Torà indica con la parola “discesa” il passaggio dei figli di Israele dalla terra di Kenaan alla terra d’Egitto anche prima che questa avvenga. Talvolta però il termine “scendere” viene sostituito dal termine “giungere” proprio in concomitanza con gli eventi.
Mentre prima della discesa Yaaqov e la sua famiglia sono pienamente consapevoli della discesa spirituale determinata dal passaggio in Egitto, una volta presi dagli eventi “dimenticano” la valenza discendente intrinseca nella discesa geografica.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Non è facile sorvolare sulle valutazioni date da stampa e televisione sull’attentato di Gerusalemme in cui un terrorista munito di camion ha massacrato quattro giovanissime reclute israeliane. L’occasione ha dimostrato come l’arte sottile della distinzione, impiegata a fini demagogici, possa stravolgere lo spirito umanitario che certa amica sinistra sbandiera a ogni piè sospinto, ma solo in casi convenienti. Alle valutazioni riduttive del Consigliere comunale di Milano Sumaya Abdel Khader, figlia di giordano-palestinesi, ha risposto un attento post di Emanuele Fiano su Facebook. Ma a rispondere dovrebbe essere forse, finalmente e una volta per tutte, il PD nazionale. Gli attentati commessi per le strade di un paese, quando avvengono in Israele, sono atti partigiani o sono terrorismo?
 
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Run for Mem, una corsa
tra Storia e Memoria
Prima anticipazione sul Corriere della Sera per un’iniziativa nuova legata alla Memoria e che sta riscuotendo grande attenzione: la corsa non competitiva “Run For Mem / Corsa per la Memoria verso il Futuro” organizzata per il prossimo 22 gennaio dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei ministri e in collaborazione con l’Associazione Maccabi Italia e la Maratona di Roma. “Vogliamo consegnare un messaggio, soprattutto alle nuove generazioni. Cioè che dopo una caduta, anche la più tragica e dolorosa, occorre alzarsi e riprendere a correre valorizzando la vita. – racconta la presidente dell’Unione Noemi Di Segni al giornalista del Corriere della Sera Paolo Conti – E, insieme, un altro messaggio, destinato a chi invece corre ogni giorno senza fermarsi: mai tralasciare la Memoria, indispensabile strumento per affrontare il futuro. Le iscrizioni sono aperte a tutti, stanno già arrivando molte e significative adesioni: una grande iniziativa democratica, un appuntamento immancabile per tutti i cittadini che hanno a cuore il presente ma soprattutto il futuro”. Il quotidiano sottolinea come a volere l’iniziativa sia stata proprio la presidente UCEI Di Segni, ricordando come il progetto abbia riscosso adesioni sia in ambito ebraico (tra cui vengono segnalate il World Jewish Congress, Ambasciata d’Israele in Italia, la Comunità ebraica di Roma, Federazione associazioni Italia-Israele, The Jewish Agency for Israel) sia delle istituzioni sportive e civili come “il Coni, le Acli, la Comunità di Sant’Egidio, la Polizia e i Carabinieri ma anche “la Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, che sarà presente con una propria delegazione”. Previste due corse, una sportiva da 10 chilometri e una stracittadina di soli 3,5 chilometri. Il percorso, spiega il Corriere, toccherà molti luoghi legati alla Memoria non solo ebraica. Si parte da piazza 16 ottobre 1943, dunque la deportazione nazista degli ebrei romani, via degli Zingari, in ricordo della persecuzione nazista dei Sinti e dei Rom, via Tasso, carcere e luogo di tortura delle SS, Regina Coeli, dove vennero radunati gli ebrei romani il 16 ottobre 1943.
 
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  davar
nell'anniversario dell'espulsione del 1493
Palermo, lo storico annuncio:

"Una sinagoga per la Sicilia"
“Un evento storico e importante nei rapporti tra Chiesa ed Ebraismo. Una svolta locale, ancor più significativa perché arriva da un Meridione che già da tempo offre significative testimonianze di risveglio e di rinascita”.
Queste le parole con cui la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni commenta la decisione dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, di concedere in comodato d’uso gratuito un oratorio di proprietà ecclesiastica, l’Oratorio di S. Maria del Sabato, che sorge nell’area un tempo occupata dell’antica zona ebraica della “Guzzetta” e della “Meschita”. Spazio che, in breve tempo, diventerà un luogo di culto e studio per gli ebrei siciliani.
L’annuncio sarà dato da Raffaele Mangano, vicario episcopale, nel corso di un convegno dal titolo “Siciliani senza Sicilia. Ebrei di Sicilia in terra d’altri” che si svolgerà giovedì prossimo, presso l’Aula Damiani Almeyda dell’Archivio Storico Comunale, in occasione dell’anniversario dell’espulsione definitiva degli ebrei dall’isola, avvenuta il 12 gennaio 1493.
Si tratta di un atto unilaterale, disposto dall’arcivescovado. Comodatario dell’immobile sarà la Comunità ebraica di Napoli, che ne affiderà l’amministrazione alla neonata sezione di Palermo (deliberata nella giornata di ieri dal Consiglio della Comunità partenopea, che ha anche deciso l’istituzione di una sezione a Sannicandro Garganico).
Un risultato possibile grazie al lavoro svolto dall’Istituto Siciliano di Studi Ebraici guidato da Evelyne Aouate e alla collaborazione e alla presenza ormai pluriennale in loco dell’associazione Shavei Israel.
“L’UCEI vede con favore la nascita di una sezione della Comunità ebraica di Napoli a Palermo, dove è molto vivo il desiderio di studiare, conoscere l’ebraismo e dove si avvertiva ormai da tempo la necessità di un luogo di riunioni e di preghiera” sottolinea il vicepresidente dell’Unione Giulio Disegni. Questa decisione dell’arcivescovado, aggiunge Disegni, è quindi motivo di grande apprezzamento. “Da adesso in poi ci sarà da lavorare per la miglior riuscita di questa operazione. L’UCEI – afferma il vicepresidente – coopererà con l’arcivescovado”.
“Stiamo cogliendo, in questo momento storico così difficile, passo dopo passo, i frutti di un sincero cammino di dialogo e di cordiale amicizia” osserva monsignor Lorefice.
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l'eredità del grande sociologo polacco
Zygmunt Bauman (1925-2017)
“Bisogna essere eclettici e curiosi del mondo. E inoltre non bisogna fissarsi su un metodo sociologico, su una disciplina specifica”.
Questo per Wlodek Goldkorn, che molte volte l’ha intervistato per le testate del gruppo L’Espresso, uno degli insegnamenti più importanti che ci arrivano dalla vita, dalle opere e dalla testimonianza di Zygmunt Bauman.

I due si sono conosciuti quando Goldkorn aveva 16 anni e Bauman era “un mito vivente, il nemico uno del regime”. La frequentazione è andata avanti nel tempo, fino all'ultimo. Di poche settimane fa un incontro a Firenze. Un’occasione conviviale, ma segnata da una riflessione a tutto tondo sui temi della contemporaneità. “Se vuoi conoscere qualcosa del mondo, leggi Gramsci” il suggerimento del grande sociologo polacco al giornalista, suo connazionale, durante uno dei tanti colloqui di questi anni.
La scomparsa di Bauman lascia un vuoto profondo, difficile da colmare. Una posizione condivisa dagli opinionisti del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it.
“Stasera non potremo che iniziare con un suo ricordo. Perché, tra le molti menti illustri che abbiamo perso nei lager, ha rischiato di esserci anche lui” afferma Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Cdec, che stasera sarà tra i protagonisti di un atteso dialogo con il direttore del Museo di Auschwitz Piotr Cywinski al Memoriale della Shoah di Milano. “Ho iniziato a riflettere sulla Shoah proprio grazie a un suo testo, Modernità e Olocausto. Un testo decisivo per la mia formazione, che mi ha permesso di comprendere queste vicenda non più soltanto in termini storici, ma anche in una prospettiva sociologica. Ci ha davvero aperto gli occhi, Bauman, aiutandoci a capire come la macchina dello sterminio sia parte della modernità”.

“L’eredità più significativa che ci arriva da Bauman è la percezione del mutamento come dato strutturale delle società passate, presenti e future” riflette Claudio Vercelli. Ma anche, aggiunge lo storico, la sua capacità di mettere in tensione un parere progressista come quello che ha sempre testimoniato con regimi “a parole progressisti, ma in realtà totalitari”. Una figura quindi rilevante da un punto di vista intellettuale, ma anche civile. Una figura che, afferma Vercelli, è importante anche per il tema della complessità del mutamento, “delle tante identità che possono convivere in un individuo”.
Afferma Anna Foa: “Con Bauman scompare un personaggio grandissimo, che sarebbe limitativo associare esclusivamente alle sue teorie sulla società liquida. È stato infatti un gigante sotto vari punti di vista, a partire da quello etico. Ma anche da un punto di vista storico ha prodotto studi molto significativi sulla Shoah e la sfida della della Memoria”. Per la professoressa, Bauman fa parte di una categoria di protagonisti del nostro tempo “difficilmente riproducibili, anche per la loro capacità di cambiare il mondo e incidere sulla vita di così tante persone”.
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QUI ROMA - MEMORIA
Ernst, in guerra contro l'orrore
È stato presentato alla stampa questa mattina, alla Casa del Cinema, “Nebbia in agosto” del regista tedesco Kai Wessel, lungometraggio che affronta il tema del criminale sterminio dei disabili fisici e psichici perpetrato dai nazisti a partire dal 1939.
Basato sul romanzo omonimo di Robert Domes, a sua volta tratto da una storia vera, il film racconta la vicenda del tredicenne Ernst Lossa, interpretato dal giovane Ivo Pietzcker, rinchiuso in ospedale psichiatrico perché considerato ribelle e “ineducabile”.
Qui, insieme ad altri reclusi, assisterà all’assassinio sistematico dei pazienti, molti dei quali bambini, perpetrato sotto l’implacabile direzione del dottor Veithausen (Sebastian Koch), fervente nazista che applica alla lettera le direttive del cosiddetto “progetto eutanasia”.
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LA CONFERENZA STAMPA
Venezia, la sfida della Memoria
Si è svolta nelle scorse ore a Ca’ Farsetti la conferenza stampa di presentazione del programma dedicato al Giorno della Memoria 2017. Presenti all’incontro la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, l’assessore al Turismo Paola Mar, Paolo Navarro Dina per la Comunità ebraica di Venezia e i rappresentanti delle associazioni facenti parte del coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria.


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LA TESTIMONIANZA
L'Ungheria e i conti con la storia
Situata nel cuore dell’Europa centrale, a Budapest, la Central European University (Ceu), fondata nel 1991, ospita più di 1400 studenti provenienti da oltre 100 paesi e 370 docenti che in lingua inglese offrono master e programmi di dottorato in scienze sociali, scienze umane, storia, diritto, management e politiche pubbliche.


Luca Bandiera
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l'intervento della presidente ucei
Biassono, il vigile veste nazista

"Il responsabile sia punito"
Si va verso la sospensione del comandante dei vigili di Biassono, comune della provincia di Monza, che sui social network ha pubblicato una propria immagine con la divisa delle SS accompagnata dal commento: “Basterebbe una compagnia di questi per sistemare alcune cose”.
Il sindaco della cittadina lombarda non esclude tuttavia ulteriori interventi punitivi, in ragione del grave passo falso del suo dipendente.
“Non escludo provvedimenti più gravi come la revoca del comando o il licenziamento” dichiara infatti alla stampa Luciano Casiraghi, primo cittadino di Biassono.
In un messaggio inviato al sindaco, la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha chiesto precise indicazioni e rassicurazioni sul fatto che vengano adottate le adeguate misure disciplinari.

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pilpul

Ci vuole coraggio
Ci vuole coraggio. Sumaya Abdel Qader, consigliera comunale PD a Milano ed esponente della comunità musulmana, che conobbi anni fa come una persona ragionevole, ha fatto recentemente delle affermazioni inaccettabili in televisione. Come si può sostenere che il 60% dei musulmani residenti in Italia – risultati “antisemiti” secondo un’indagine di pochi giorni fa – non abbiano compreso il quesito perché non conoscono l’italiano? Oppure, il che è concettualmente ancora più pericoloso, perché sarebbero antisionisti e non antisemiti?
Ci vuole coraggio, da parte dei musulmani italiani. Riconoscere il problema è indispensabile per cominciare a risolverlo: isolare gli elementi estremisti nella comunità, innanzitutto, quelli noti e quelli che si stanno radicalizzando; e poi promuovere – come già avviene in alcuni casi – iniziative serie per diffondere la coscienza civica e la conoscenza della cultura italiana; rifuggire le scorciatoie e gli alibi: come mai la provincia di Ravenna, dove si trova la seconda moschea più grande del paese, è anche quella da cui è partito il numero più alto di foreign fighter italiani? Quale base socio-culturale ha fatto proliferare nel nostro paese 110 combattenti partiti alla volta di Daesh?

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