Paolo Sciunnach,
insegnante |
La
Teudath Casherut ("Certificazione Casher") non è solo per il cibo!
Troppo spesso vedo persone che si preoccupano della Cashruth del cibo
(es. nei ristoranti) ma ignorano la casherut dei soldi (l'onestà e la
tzedakah), la Casherut delle parole (Lashon HaRah, Rechiluth, Motzih
Shem Rah, Maldicenza, Pettegolezzo, Diffamazione), ecc... Sia queste
Halachoth che quelle Halachoth bisogna fare con attenzione. Ci vuole
una Teudah per la persona. La persona deve essere Casher, prima ancora
del cibo che essa mangia!
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Anna
Foa,
storica |
“Nessun
lettore di questo libro troverà facile mettersi nella posizione emotiva
di un autore che ignora la lingua delle Sacre Scritture, che è
completamente estraniato dalla religione dei suoi padri, come da tutte
le altre religioni, e che non riesce a condividere gli ideali
nazionalisti, ma che non ha mai ripudiato il suo popolo, che sente di
essere nella sua essenza un ebreo e che non desidera cambiare questa
sua natura. Se gli si ponesse la domanda: “Ma se avete abbandonato
tutte queste caratteristiche comuni dei vostri compatrioti, cosa resta
in voi di ebraico?” egli risponderebbe: “Moltissimo, probabilmente
l’essenziale”. Non potrebbe per ora esprimere a parole questo
essenziale. Ma un giorno o l’altro, sicuramente, esso diventerà
accessibile alla nostra scienza”.
(Sigmund Freud, Prefazione all’edizione in ebraico di Totem e tabù, 1930)
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Correre per la Memoria
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In
occasione del 27 gennaio sono diverse le iniziative organizzate in
tutta Italia per non dimenticare la Shoah. Un programma in cui per la
prima volta si inserisce il progetto di Run for Mem, una corsa di 10 e
3 chilometri attraverso i luoghi della Memoria che si terrà il prossimo
22 gennaio a Roma, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto
l’egida della Presidenza del Consiglio dei ministri e in collaborazione
con l’Associazione Maccabi Italia e la Maratona di Roma. A presentare
oggi quella che è una novità a livello europeo, il Messaggero, che
richiama le parole della presidente dell’Unione Noemi Di Segni per
spiegare il senso dell’iniziativa: “La vita continua e con questa va
trasmessa la forza di sopravvivere e di raccontare quanto accaduto
affinché non si ripeta mai più. Lo faremo attraverso un percorso nel
quale incroceremo la storia”. Il quotidiano poi apre ricordando
un’altra iniziativa importante legata al 27 gennaio, ovvero il concerto
per il Giorno della Memoria che si terrà il 26 gennaio all’Auditorium
Parco della Musica di Roma: si intitola “Serata colorata”, lo stesso
nome che aveva nel campo di internamento di Ferramonti, in provincia di
Cosenza, in cui i musicisti prigionieri suonavano in una baracca.
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LA CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI "Difendiamo la Memoria viva" “In
occasione del Giorno della Memoria abbiamo lavorato all’organizzazione
di una serie di iniziative per affermare il valore della vita, che è il
valore supremo, al quale è necessario fare continuo riferimento
specialmente in questo complesso e difficile periodo storico”.
Lo ha affermato la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Noemi Di Segni durante la conferenza stampa di presentazione
delle iniziative per il Giorno della Memoria promosse dal Comitato di
Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Intervenendo assieme al Segretario Generale di Palazzo Chigi Paolo
Aquilanti e al Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Anna Nardini, la Presidente UCEI ha illustrato le tre più importanti
iniziative organizzate per questo mese di gennaio. A partire da Run For
Mem, la Corsa per la Memoria verso il Futuro organizzata assieme alla
Maratona di Roma e al Maccabi Italia per la mattina di domenica 22
(partenza prevista alle 10). In sala i due presidenti, rispettivamente Enrico Castrucci e Vittorio Pavoncello.
“Lo
sport come momento di aggregazione è un modo per affermare la vita e il
dialogo” ha sottolineato la Presidente Di Segni, citando il folto,
trasversale e interconfessionale gruppo di realtà del mondo
dell’associazionismo che ha aderito alla corsa. Due testimonial
d’eccezione: Shaul Ladany, ex marciatore israeliano sopravvissuto a
Bergen Belsen e alla strage compiuta dai terroristi palestinesi a
Monaco ’72; Franca Fiacconi, vincitrice nel 1998 della Maratona di New
York.
Secondo appuntamento il convegno “Legge e legalità – le armi della
democrazia Dalla memoria della Shoah ad una integrazione dei diritti
dell’uomo nell’Unione Europea” in programma giovedì 26 alle 10
all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Iniziativa che nasce nella
consapevolezza che la Memoria della Shoah serva non solo a ricordare
quel terribile passato, “ma anche a consolidare l’ordine faticosamente
ristabilito e a far sì che quanto ricostruito non diventi un sogno
spezzato”. Alla fine dell’incontro, è stato spiegato, verrà consegnato
nelle mani del sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi un
appello dei partecipanti rivolto ai capi di Stato che, in marzo,
parteciperanno al 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Un appello
di ampio respiro, per definire e ribadire le regole della convivenza.
Terzo appuntamento, il concerto “Serata Colorata” in programma il 26
alle 20.30 all’Auditorium Parco della Musica. Sul palco le musiche
prodotte nel campo di internamento di Ferramonti, in Calabria. Un
progetto di Raffaele Deluca, sviluppato da Viviana Kasam e Marilena
Citelli Francese. “Il concerto è un’importante iniziativa che si
rinnova. Quest’anno è stato scelto un campo minore, nel Sud Italia,
dove si produsse arte anche in condizioni difficili. Ci siamo voluti
concentrare non solo sullo sterminio, ma anche sul tema della
limitazione della libertà. Perché anche questa – ha spiegato Di Segni –
produsse grande sofferenza”. Leggi
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l'ex maratoneta Franca fiacconi "La mia corsa per la Memoria" “Lo
sport è un linguaggio adatto alla sfida della Memoria. Perché dico
questo? Perché lo sport ha una formidabile caratteristica: unisce tutti
i popoli, senza distinzioni e appartenenze. Quando corriamo siamo tutti
uguali”.
L’ex maratoneta Franca Fiacconi, una delle testimonial di Run for Mem,
motiva così la sua partecipazione all’evento. “Sono felice e orgogliosa
di essere stata scelta” racconta a margine della conferenza stampa di
presentazione. “Non ci ho pensato un attimo, ho accettato subito
l’invito. Si tratta di un’iniziativa di cui condivido pienamente le
finalità”. Ad accompagnarla sarà anche la figlia 12enne, cui vuole
trasmettere un messaggio forte.
Classe 1965, Fiacconi ha trionfato in carriera nei più prestigiosi
palcoscenici tra cui New York, Praga, Enschede e Sant’Antonio oltre che
nella sua Roma. In nazionale è stata inoltre quarta ai Campionati
europei di Budapest e tredicesima ai Campionati mondiali di Atene 1997.
Il tempo 2h25’17’’ con cui ha trionfato a New York, nel 1998, è stata
la seconda miglior prestazione europea dell’anno nella maratona e la
sesta prestazione mondiale.
Ha raccontato di sé la maratoneta: “Ho iniziato a correre a 12 anni con
le campestri e le gare di mezzofondo in pista, arrivando terza ai
campionati italiani junior sui 3000 metri e terza alla finale nazionale
dei giochi della gioventù di corsa campestre. Le ragazze che correvano
con me all’epoca e che mi hanno anche battuto smisero presto di
correre. Io invece ho insistito dedicandomi, a 23 anni e mezzo, alla
maratona. Feci il mio esordio nel maggio del 1989 a Roma, 2h49’ e
arrivai seconda”. L’epica vittoria newyorkese arrivò al termine di un
serrato duello con Tegla Lourupe, già vincitrice due volte nella Grande
Mela e accreditata di un formidabile 2h20’.
“Nell’ultimo tratto, diciamo gli ultimi 400 metri, ormai avevo capito
che avrei vinto. Ecco, non riuscivo a smettere di ridere. Provavo una
felicità piena – ha raccontato l’atleta in una recente intervista con
Tuttosport – di quelle che si provano una o due volte nella vita”. Leggi
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LA RIUNIONE IERI A ROMA Il Consiglio approva il Bilancio
e un'attenta revisione delle spese
L’approvazione
del Bilancio preventivo per il 2017, votato con il favore della
larghissima maggioranza dei presenti, ha segnato la seconda parte dei
lavori del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
svoltosi a Roma questa domenica.
Il documento, presentato all’assise dall’assessore alle Finanze Guido
Guetta, prevede alcuni sacrifici economici “dolorosi, ma inevitabili”.
Una decisione, è stato spiegato, che si è resa necessaria anche alla
luce della flessione della raccolta dell’Otto per Mille destinata
all’Unione e registrata nell’ultimo esercizio.
Fra i diversi provvedimenti anche la decisione di riservare il formato
a stampa del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche ai soli
abbonati paganti, evitando di distribuire la pubblicazione
automaticamente a tutti gli iscritti a una Comunità ebraica.
Il giornale, che continuerà in futuro comunque a essere liberamente
disponibile in tutte le sue versioni elettroniche per tablet,
smartphone e nell’applicazione dedicata all’interno del mondo di
Facebook, dovrebbe così conquistare un equilibrio economico coprendo i
costi industriali di stampa e distribuzione sulla base degli
abbonamenti raccolti.
La revisione delle spese ha portato inoltre alla sospensione temporanea
di alcuni progetti dedicati alla Formazione, quali Think Thank e YeUd,
mentre è considerevolmente ridotto il finanziamento che l’Unione
verserà per il 2017 alla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea di Milano.
Tra la novità di questo Bilancio, l’accantonamento di una quota
(compresa tra i 150mila e i 200mila euro) che sarà dedicata a una
campagna di comunicazione mirata sull’Otto per Mille. Investimento, si
prevede, che dovrà essere accordato per almeno tre anni.
Guetta ha quindi invitato al massimo senso di responsabilità e alla
massima capacità di contenimento delle spese. Altri tagli, ha infatti
spiegato, potrebbero rendersi necessari. L’idea è comunque di
sottoporre l’andamento di bilancio a una verifica semestrale così da
poter individuare, nel caso, ulteriori correttivi da adottare.
“Voglio che sia chiara una cosa, quello che votiamo oggi non è un
documento di indirizzo politico” ha quindi sottolineato l’assessore
prima che l’assise si esprimesse nel merito. Leggi
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le iniziative in città per il 27 gennaio "Milano difende la Memoria,
queste pietre lo dimostrano" Gianluigi
Banfi, Adele Basevi Lombroso, Dante Coen, Melchiorre De Giuli, Giuseppe
Lenzi e Alberto Segre. Sei nomi che dal 19 di gennaio troveranno posto
nelle strade di Milano: a loro infatti saranno dedicate le prime
Stolperstein, le pietre d’inciampo ideate dall’artista Gunter Demning,
a Milano. A presentare a Palazzo Marino il progetto e l’intero
calendario delle iniziative dedicate alla Memoria sono stati nelle
scorse ore la Testimone della Shoah Liliana Segre e il sindaco di
Milano Beppe Sala. “’Milano è memoria’ – ha spiegato il sindaco, in
riferimento al titolo del progetto – intende essere una piattaforma in
cui confluiranno tutti gli appuntamenti sul tema in città”.
“La memoria – ha aggiunto Sala, intervenuto dopo la lettura da parte
dell’attrice Franca Nuti di alcuni brani di Testimoni della Shoah – è
una sorgente viva, che va alimentata”. Leggi
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QUI ROMA - MEMORIA Fatina Sed, una vita in più
Biografia
di una vita in più. È un sottotitolo che dice molto della vicenda di
Fatina Sed, un adolescente ebrea romana sopravvissuta all’inferno di
Auschwitz.
Tornata a Roma dal lager, Fatina racconta in un diario il suo dolore,
il trauma personale di quella drammatica esperienza. Un diario
ritrovato dalla nipote Fabiana dopo oltre 50 anni e che è diventato un
libro: “Fatina Sed. Biografia di una vita in più”, appunto.
Pubblicato dalla casa editrice Elliot, il volume è stato al centro di
una partecipata serata svoltasi nella sede della Fondazione Museo della
Shoah presso la Casina dei Vallati. Sala gremitissima, grande interesse
per questa testimonianza così particolare e così intensa.
Ad aprire l’incontro le parole di benvenuto del presidente della
Fondazione, Mario Venezia, che ha fatto il punto sui progetti già
avviati e su quelli in corso, seguite dagli interventi della presidente
della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e del vicesindaco Luca
Bergamo.
Si è passati quindi a un’analisi dell’opera e dei suoi temi. Insieme
alle curatrici Fabiana Di Segni e Anna Segre, ad intervenire lo
psichiatra Alberto Sonnino, lo storico Amedeo Osti Guerrazzi e il
giornalista Paolo Conti. Ad introdurre la serata la direttrice del
Centro di Cultura Ebraica Miriam Haiun.
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QUI VENEZIA Volti e storie di una Comunità Inaugurata
al Museo Ebraico di Venezia la mostra fotografica crossmediale “Volti e
storie di una Comunità. Ritratti, oggetti, memorie” a cura del
fotografo Paolo della Corte e della giornalista Serena Guidobaldi.
Presenti all’inaugurazione Marcella Ansaldi, curatrice del Museo
ebraico – Michela Zanon, responsabile gestione per conto di Coopculture
– Gaia Ravà, consigliera referente del Museo Ebraico ed Enrico Levis
consigliere con delega alla cultura della Comunità ebraica.
L’esposizione, traendo ispirazione dalla ritrattistica rinascimentale,
fotografa e riprende i protagonisti immersi nella loro vita di tutti i
giorni, in ambienti a loro familiari e circondati da oggetti
quotidiani, proponendo al visitatore non solo le foto, ma anche
contributi video fruibili con l’utilizzo di tablet a muro fissati
vicino alle opere.
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l'evento con il sindaco di firenze
Tel Aviv, le note della Memoria Alla
fine non ha resistito, e ha chiesto di provare gli strumenti, giusto
pochi minuti, mentre il pubblico, che già scemava fuori dalla sala, si
guardava intorno chiedendosi da dove venissero quelle ultime note. In
visita in Israele Dario Nardella, sindaco di Firenze diplomato al
Conservatorio della città, ha chiesto al virtuoso israeliano Hagai
Shaham di suonare uno di quei “Violini della Speranza” recuperati dai
campi di sterminio e riportati alla musica dal liutaio Amnon Weinstein.
Si è concluso così l’incontro “Fuggire, nascondersi, salvarsi a Firenze
durante la Shoah” organizzato all’Eretz Israel Museum, una delle tappe
del viaggio del primo cittadino del capoluogo toscano.
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Oltremare – Meir Banai
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Il
2016 è finito finalmente, e tutti speravamo che si fosse portato via
l’ecatombe di artisti, musicisti, persone di spettacolo e di cultura.
Ma come prevedevano i pessimisti altrimenti detti realisti, il 2017 è
iniziato, almeno in Israele, con una perdita forse non epocale, ma di
sicuro triste anche per l’età del musicista in questione. Meir Banai
aveva solo 55 anni, e un cancro. Il Presidente Ruby Rivlin ha scritto
sulla sua pagina di Facebook – è ufficiale, in Israele ogni espressione
scritta a ogni livello istituzionale passa per i social media – che la
sua musica, per la voce o per la devozione dei suoi testi, arrivava
sempre fino all’anima. Ora questa affermazione potrebbe sembrare un
filo poetica, e si potrebbe obiettare che tutto sommato non sia
necessario che un Presidente dello Stato d’Israele commenti su ogni
avvenimento di cronaca; ma ci sono due cose da considerare.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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