Venezia, volti e scatti della Comunità

inaugurazioneInaugurata al Museo Ebraico di Venezia la mostra fotografica crossmediale “Volti e storie di una Comunità. Ritratti, oggetti, memorie” a cura del fotografo Paolo della Corte e della giornalista Serena Guidobaldi.
Presenti all’inaugurazione, Marcella Ansaldi curatrice del Museo ebraico – Michela Zanon, responsabile gestione per conto di Coopculture – Gaia Ravà, consigliera referente del Museo Ebraico ed Enrico Levis consigliere con delega alla cultura della Comunità Ebraica.
L’esposizione, traendo ispirazione dalla ritrattistica rinascimentale, fotografa e riprende i protagonisti immersi nella loro vita di tutti i giorni, in ambienti a loro familiari e circondati da oggetti quotidiani, proponendo al visitatore non solo le foto, ma anche contributi video fruibili con l’utilizzo di tablet a muro fissati vicino alle opere.
mostra2Dal Rabbino capo Scialom Bahbout alla professoressa Calabi, ai volti delle nuove generazioni come Shira Fano e Simon Levis Sullam per un totale di tredici ritratti di protagonisti della comunità ebraica veneziana contemporanea presentati attraverso foto e testimonianze video.
Sei oggetti a persona per sei percorsi narrativi grazie ai quali avvicinarsi alla storia e alla cultura della comunità ebraica veneziana: dalla cucina ebraica al Ghetto di Venezia, dalle feste ebraiche alle vicende familiari. Testimonianze uniche che nascono come racconti privati e che convergono via via in un’unica grande storia corale. Una narrazione complessa che esemplifica il contributo essenziale della componente ebraica alla vita intellettuale e culturale della città di Venezia.
Il lavoro di Paolo della Corte – ha spiegato Marcella Ansaldi – era nato per essere esposto alla Fondazione Bevilacqua La Masa, ma per sopraggiunte difficoltà non è stato possibile realizzare l’esposizione, siamo stati quindi contenti di ospitare in questo luogo, che forse ha ancora più significato, poiché allestita negli spazi dedicati alla scala della Shoah dove è esposta la prima foto ritrovata nel dopoguerra che ritrae la comunità davanti alla scola spagnola all’indomani della liberazione.
“Una Comunità – ha concluso Enrico Levis – che non guarda solo al passato, ma che è rivolta verso il futuro con una forza comunicativa che lascia il segno”.

Michael Calimani