Giuseppe Momigliano,
rabbino
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“Queste
(parole) saranno come un segno sulla tua mano e come frontali fra i
tuoi occhi, perché il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto con mano
potente” ( Esodo 13,16). Questa frase fa parte di uno dei quattro brani
della Torah – Esodo 13, 1-10; Esodo 13, 11-16; Deuteronomio 6, 4-9;
Deuteronomio 11, 13-21 – nei quali si allude al precetto dei Tefillin,
le scatolette che si legano sul braccio sinistro, simbolicamente dalla
parte del cuore e nell’arto più debole – poichè la forza vera è data
dalla parola del Signore – e sul capo, come espressione di un’adesione,
che coinvolge l’intera persona, rivolta all’amore di D-O,
all’osservanza dei Suoi comandamenti e al ricordo della liberazione del
popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Salah Abdeslam – Francese, nato il 15 settembre 1989 a Bruxelles. Autore dell’attentato al Bataclan.
Abdelhamid Abaaoud – Jihadista di cittadinanza belga, è sospettato di
essere il ‘cervello’ degli attentati di Parigi del Novembre 2016. 27
anni, originario del quartiere di Molenbeek a Bruxelles.
Bilal Hadfi – Francese, nato il 22 gennaio 1995, risiedeva in Belgio. È
uno dei tre attentatori suicidi che si sono fatti esplodere fuori dallo
Stade de France.
Ismael Omar Mostefai – Aveva 29 anni, nato a Courcouronnes (Essonne). Con la sua giovane famiglia viveva a Chartres.
Samy Animour – Nato il 15 ottobre 1987 a Parigi, era originario di Drancy.
Ibrahim Abdesalam – Francese, nato il 30 luglio 1984, risiedeva a
Bruxelles. Si è fatto esplodere davanti alla brasserie Comptoir
Voltaire.
Saïd Kouachi – nato nel 1980 a Parigi (attentatore alla redazione di Charlie Hebdo).
Chérif Kouachi – nato nel 1982 a Parigi (attentatore alla redazione di Charlie Hebdo).
Hamyd Mourad, nato a Parigi nel 1996 (attentatore alla redazione di Charlie Hebdo).
Amedy Coulibaly – nato a Juvisy-sur-Orge, un comune nella regione
dell’Île-de-France. Cresciuto a La Grande Borne, a Grigny, un quartiere
residenziale a sud di Parigi.
Rizwan Farook, 28 anni, nato in Illinois. Autore della strage di S. Bernardino.
Dzochar Carnaev (o Tsarnaev) – di origine cecena, residente negli USA
dal 2002, dall’età di 9 anni. Naturalizzato cittadino statunitense nel
2012. Autore (col fratello) dell’attentato alla maratona di Boston.
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Canada, chi era il killer
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Xenofobo
e misogino, così i quotidiani descrivono Alexander Bissonnette,
l’attentatore che ha attaccato la moschea di Sainte-Foy, a Québec City,
uccidendo sei persone. Secondo il Corriere, l’uomo in un primo
interrogatorio ha ammesso di essere contro i musulmani. “Alcuni –
prosegue il giornale – sostengono che si è radicalizzato, nel 2016,
dopo la visita nella regione di Marine Le Pen, la leader del Fronte
nazionale francese. Altri sminuiscono l’impegno politico. Particolare
da verificare. Alexandre, però, non ha mai nascosto il suo sostegno per
idee razziste o comunque anti stranieri. Seguiva la propaganda di
Generation Nationale, movimento che si batte contro il
multiculturalismo. Inoltre avrebbe preso di mira la pagina web di
un’associazione che aiuta i rifugiati. Un disturbatore della Rete
pronto a intavolare discussioni con i colleghi di università e che ha
più volte espresso giudizi offensivi verso le donne. Le chiamava le
‘femminaziste’”. E secondo Repubblica, potenziale obiettivo
dell’attentatore anche nella moschea erano proprio le donne: “Una volta
entrato in moschea, si sarebbe infatti diretto inizialmente al secondo
piano, la zona della preghiera femminile che però a quell’ora era
vuota. Soltanto allora era ridisceso al primo piano e aperto il fuoco
sugli uomini in preghiera”.
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la cerimonia domani al quirinale Mattarella premia la Morà Alatri
"Io sul Colle, che emozione..."
"C’è
poco da commentare. Sono molto emozionata, quasi non dormo più”.
Novanta anni portati splendidamente, Emma Alatri è per tutti “la Morà”.
Storica insegnante e direttrice della scuola ebraica romana, un punto
di riferimento per le diverse generazioni cresciute a partire
dall’immediato dopoguerra alla scuola elementare Vittorio Polacco.
Domani, nel Palazzo del Quirinale, la Morà Emma riceverà dalle mani del
presidente Sergio Mattarella l’onorificenza al merito della Repubblica
italiana. Riconoscimento che il capo dello Stato ha voluto conferire in
novembre a quaranta uomini e donne che si sono distinti in atti di
eroismo, per il loro impegno nella solidarietà e nell’integrazione, in
azioni di soccorso, per la loro attività in favore dell’inclusione
sociale, la promozione della cultura, della legalità e del contrasto
alla violenza. In particolare, sottolineava Mattarella, Emma Alatri “ha
trasmesso ai suoi allievi l’amore per la libertà e il senso di
appartenenza alla comunità nazionale”.
Non è abituata ai riflettori, Emma. E in questa vigilia, nell’attesa di
questo importante appuntamento, lo conferma. “Conosco le stanze del
Quirinale a memoria, ci sono stata varie volte in visita con i miei
studenti. Ma questa volta sarà diverso, questa volta la protagonista
sarò io. Spero – ci dice – che mi reggano le gambe”. Ad accompagnarla
sul Colle il marito Gino, altra memoria storica della Comunità.
Diplomatasi nel 1944 in una sezione speciale per perseguitati politici
e razziali, Alatri ha insegnato alla scuola Polacco dal 1945 al 1979 e
ne è stata direttrice per otto anni. È stata inoltre in prima fila
nella ricostruzione comunitaria dopo la Shoah, e ancora oggi sono in
tanti a contattarla per un consiglio, un’impressione, una sua
valutazione. Ha raccontato ai nostri lettori in uno speciale
approfondimento uscito su Pagine Ebraiche: “Centinaia di telefonate e
messaggi di ex allievi dal giorno in cui questo riconoscimento è
diventato pubblico. Una dimostrazione di affetto che ho trovato
eccezionale e che mi ha letteralmente commossa. Se penso che mi hanno
cercato persino dagli Stati Uniti, dalla Florida…”. Leggi
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L'INIZIATIVA UCEI ALLA treccani Legge, legalità, democrazia
In rete il video del convegno Disponibile
online il video integrale dell’intenso e partecipato convegno “Legge e
legalità – Le armi della democrazia” svoltosi presso l’Istituto
dell’Enciclopedia Italiana, organizzato dall’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sul
portale della Treccani è infatti possibile vedere l’intero confronto
legato ai temi della Memoria e alle sfide che le democrazie europee
devono affrontare nell’immediato futuro. Tanti i protagonisti
dell’evento, tra cui la presidente UCEI Noemi Di Segni, che nel corso
del convegno ha lanciato un appello scritto ai capi di Stato in vista
della solenne cerimonia che si terrà il 25 marzo prossimo per i 60 anni
dalla firma dei Trattati di Roma. Un testo condiviso da tutti i
partecipanti all’appuntamento e che costituisce un fermo richiamo ai
principi imprescindibili per dare continuità alle sfide e ai progetti
lanciati a partire dall’immediato dopoguerra.
Tra gli interventi ora visibili sul web, moderati dal giornalista
Giorgio Giovannetti, vi sono poi quello in apertura del direttore
generale dell’Istituto Massimo Bray, di Oreste Bisazza Terracini (che
per l’occasione ha letto una poesia), l’intervento di Shaul Ladany
(nell’immagine), Testimone della Shoah, sopravvissuto a Bergen Belsen
così come all’attentato terroristico palestinese a Monaco ’72. Di
grande interesse poi gli interventi del consigliere parlamentare
Valerio Di Porto, della vicepresidente della Corte costituzionale Marta
Cartabia, del docente di diritto pubblico comparato Francesco Alicino,
della docente di diritto costituzionale Luisa Azzena e del pensatore e
studioso di ermeneutica biblica Haim Baharier.
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al via ALLA CASINA DEI VALLATI Roma, didattica per la Memoria
Il master apre con Primo Levi È
stata inaugurata nel nome di Primo Levi, tra scrittura e testimonianza,
una nuova edizione del Master di secondo livello in didattica della
Shoah dell’Università Roma Tre.
Diretto da David Meghnagi, assessore alla Cultura dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, il master riparte nel segno di un’alleanza
strategica stipulata con la Fondazione Museo della Shoah di Roma, che
ieri ha ospitato il lancio dell’iniziativa nella propria sede alla
Casina dei Vallati.
“Primo Levi unisce in sé le capacità, come forse nessun altro, di
essere al tempo stesso testimone e scrittore. Un aspetto quest’ultimo
che è stato a lungo sottotraccia. Eppure, se Levi è ampiamente letto in
tutto il mondo è anche perché la sua è una produzione letteraria di
altissimo livello” ha sottolineato Meghnagi, aprendo i lavori
dell’incontro e dando appuntamento a un seminario sulla figura
dell’intellettuale torinese che si sta organizzando per questo mese di
marzo. Appuntamento che, è stato anticipato, coinvolgerà studiosi
italiani e internazionali di fama.
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scadenza il 28 febbraio Torino, un bando per le scuole La
Comunità ebraica di Torino è alla ricerca di un coordinatore educativo
didattico per la Scuola materna e primaria Colonna e Finzi e la Scuola
secondaria di primo grado Emanuele Artom, istituti paritari aperti
anche a studenti non di religione ebraica. A darne informazione è la
Comunità stessa, attraverso un bando pubblicato nelle scorse ore.
Oltre all’attività didattica, sviluppata secondo le indicazioni del
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il
Coordinatore dovrà promuovere – in sinergia con il rabbino capo – lo
studio e la conoscenza della lingua e della cultura ebraica, parte
integrante e sostanziale dell’offerta formativa e culturale proposta
dalle scuole. Il Coordinatore Didattico avrà funzioni di gestione
organizzativa, promuoverà la qualità dell’istruzione, coordinerà le
risorse umane, gestirà le risorse finanziarie nel rispetto del budget
assegnato.
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Ticketless
- La casa dei Mortara
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Ai
suoi esordi questa rubrica dedicò un paio di pezzi alle case degli
ebrei. Non le case quattro-cinquecentesche su cui lavorò il compianto
Michele Luzzati, ma i focolari della ottocentesca religione domestica
elogiata da Rosselli nel famoso discorso del 1924. Per effetto di quei
miei lontani articoletti mi è giunta questa settimana una curiosa
richiesta bibliografica da parte di chi sta lavorando alla
sceneggiatura del film di Spielberg dedicato al “caso Mortara”.
Richieste di aiuto bibliografico nel settore della judaica ne arrivano
a iosa, ma questa è davvero curiosa. Quali potrebbero essere le
caratteristiche di un interno ebraico a Bologna sul finire del secolo
XIX? In che cosa esso si differenzia dai consueti interni borghesi che
fanno da sfondo a mille foto di gruppo con signore e signori, pupi e
pupetti in posa sorridente come Hector Aron Schmitz fidanzato a
Trieste?
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Ricordando Enzo
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È
davvero motivo di commozione che proprio lo scorso venerdì 27 gennaio,
Giorno della Memoria, si siano celebrate le esequie di una persona che
proprio alla Memoria ha dedicato gran parte del suo talento, della sua
sensibilità e del suo impegno, prima che una crudele malattia lo
strappasse prematuramente ai suoi affetti e al suo lavoro, facendolo
cadere – durante un intervento chirurgico che si preannunciava non
particolarmente pericoloso – in uno stato di incoscienza dal quale non
si sarebbe più risvegliato.
Francesco Lucrezi, storico
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Studiare la Memoria |
Il
31 gennaio presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma (Casina dei
Vallati, ore 18-20) si è tenuto un seminario per ricordare Primo Levi,
a trenta anni dalla morte, con relazione di David Meghnagi (direttore
del Master), Marcello Pezzetti (già direttore scientifico della
Fondazione Museo della Shoah) e Stefania Zezza (docente tutor).
Il seminario ha inaugurato le attività didattiche e di formazione del
Master internazionale di II livello in didattica della Shoah.
Istituito a Roma Tre nell’anno accademico 2005/2006, il Master si è
imposto come centro di ricerca e di formazione di eccellenza accademico
europeo.
David Meghnagi, Università Roma Tre
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Cibo per la mente - Inclusivi |
Keren
Neubach, giornalista israeliana, conduttrice della trasmissione Seder
Yom, in onda questa mattina su Reshet Bet – il secondo canale della
radio pubblica israeliana – ha affermato che Trump vorrebbe cancellare
la Shoah dalla storia.
Sira Fatucci
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