Israele e lo sgombero di Amona

amonaTutti i media israeliani sono concentrati in queste ore a raccontare l’evacuazione in corso dell’insediamento israeliano di Amona, nei pressi di Ramallah, ordinato dalla Corte suprema israeliana. Per procedere allo sgombero delle 50 famiglie residenti nell’insediamento – per un totale di circa 250 persone – è stato ordinato un ampio dispiegamento di forze dell’ordine. La autorità hanno chiesto ai residenti di non intralciare le operazioni e di permettere che l’evacuazione si svolga pacificamente. Sul luogo – dove sono confluite centinaia di persone a sostegno degli abitanti di Amona – però sono stati registrati alcuni scontri tra manifestanti e polizia.
Amona è un avamposto costruito a partire dal 1995 su terre appartenenti a famiglie palestinesi da parte di giovani abitanti di un altro insediamento, Ofra, a metà strada fra Gerusalemme e Nablus, in Cisgiordania. Secondo il diritto privato israeliano, Amona è illegale e per questo la Corte Suprema israeliana ne ha ordinato due anni fa lo sgombero.
La polizia in queste ore ha ricordato che gli agenti agiscono per consentire alle famiglie di “evacuare pacificamente, ma non permetteranno agli anarchici di Amona di abusare” dell’autocontrollo degli ufficiali. Secondo la polizia, diversi agenti sono stati feriti e hanno richiesto cure mediche. Oltre a diversi politici, di cui alcuni del Likud e di Habayit Yehudi schieratisi a favore dei residenti, è intervenuto anche il rabbino capo ashkenazita d’Israele David Lau.
“L’evacuazione della comunità e delle famiglie che vivono in essa provoca grande dolore – ha detto rav Lau – Tuttavia, è nostro dovere rispettare la legge e non agire in modo violento verso qualsiasi persona, figuriamoci contro le forze di sicurezza che lavorano giorno e notte in nome del popolo di Israele”.
Nel 2006, la polizia israeliane aveva demolito nove case sempre ad Amona. Il provvedimento aveva scatenato durissimi scontri tra residenti e i loro sostenitori contro polizia e soldati israeliani.

(1 febbraio 2017)