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“Queste (parole) saranno come un segno sulla tua mano e come frontali fra i tuoi occhi, perché il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto con mano potente” ( Esodo 13,16). Questa frase fa parte di uno dei quattro brani della Torah – Esodo 13, 1-10; Esodo 13, 11-16; Deuteronomio 6, 4-9; Deuteronomio 11, 13-21 – nei quali si allude al precetto dei Tefillin, le scatolette che si legano sul braccio sinistro, simbolicamente dalla parte del cuore e nell’arto più debole – poichè la forza vera è data dalla parola del Signore – e sul capo, come espressione di un’adesione, che coinvolge l’intera persona, rivolta all’amore di D-O, all’osservanza dei Suoi comandamenti e al ricordo della liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù in Egitto. Questi quattro brani sono riportati su piccoli rotoli manoscritti all’interno degli stessi Tefillin.
Notiamo come la parte dei Tefillin che si lega sul braccio venga indicata in questo brano con un termine espresso al singolare: “come un segno sul tuo braccio”, invece la scatoletta che si pone sul capo è ricordata con un vocabolo – di incerta identificazione – comunque chiaramente corrispondente ad un plurale: “come frontali fra i tuoi occhi”. Questa distinzione può riflettere una differenza strutturale tra le due parti dei Tefillin, in quella del braccio, i quattro brani sono trascritti su un unico rotolo, mentre in quella del capo sono suddivisi in altrettante piccole pergamene. Quale può essere il senso di questa differenza? Si può proporre un’interpretazione simbolica, legata ai valori che le due parti dei Tefillin rappresentano; la suddivisione dei brani in diverse pergamene, nella parte dei Tefillin che si pone sul capo, rappresenta l’ampiezza nel campo del pensiero, delle interpretazioni, delle motivazioni che la Torah ci consente di sviluppare, l’importanza del contributo individuale, l’attenzione alla sensibilità personale e alle caratteristiche delle diverse epoche e generazioni che in vario modo ricercano nella Torah i propri riferimenti e le proprie risposte a problemi ed inquietudini. La disposizione su unico rotolo, nella scatoletta che si lega sul braccio, rappresenta invece l’uniformità nell’azione, nell’osservanza dei comandamenti, simboleggia l’unità del popolo d’Israele, che riconosce la halakhà, la normativa che definisce nei particolari l’adempimento dei precetti, quale risultato del legame inscindibile tra la Torah scritta e la Torah orale, nelle definizioni che i Maestri hanno codificato e tuttora continuano ad elaborare, nel confronto rigoroso e dinamico dei testi tradizionali con la realtà del nostro tempo, sviluppato attraverso metodi esegetici e criteri analitici condivisi e chiaramente definiti.

Giuseppe Momigliano, rabbino

(1 febbraio 2017)