Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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Il
primo precetto indirizzato a tutto il popolo di Israele, letto ieri
nella parashà di Bo, è la proclamazione del capo mese, ovvero la
determinazione del calendario. Una collettività è tale quando condivide
uno specifico modo di vivere il tempo e di adeguarsi al suo ritmo.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Predrag
Matvejević, intellettuale croato, è morto giovedì 2 febbraio solo e nel
silenzio in un ospedale a Zagabria, credo anche in conseguenza delle
sue scomode idee. Io dal suo “ Brevario Mediterraneo” (Garzanti) ho
imparato due cose: 1) il Mediterraneo è il mare delle culture che si
sono incontrate e si sono sovrapposte tra loro come un groviglio di
alberi o una mescolanza di dialetti; e 2) proprio perché tutti noi che
ci affacciamo sulle sponde di questo grande lago salato, non riusciamo
a sopportare questo groviglio, che peraltro costituisce la nostra
identità, ci facciamo spesso guerra, alziamo muri, facciamo incursioni
nella riva opposta.
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Trump e Gentiloni,
primo colloquio
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Nato
e Libia. Questi i due principali argomenti, insieme alla minaccia del
terrorismo islamico, trattati nel corso del colloquio telefonico
avvenuti ieri tra il presidente americano Trump e il primo ministro
italiano Gentiloni. Una telefonata che entrambi gli staff hanno
definito “molto affettuosa” e che è arrivata al termine di una giornata
che, scrive il Corriere, certamente non è stata facile per il nuovo
inquilino della Casa Bianca, “i cui atti per contenere l’immigrazione a
sua giudizio pericolosa per la sicurezza interna sono messi in
discussione anche da pezzi della sua stessa amministrazione”.
Trump, parlando con Gentiloni, ha inoltre assicurato la sua presenza al G7 di Taormina.
Due reportage dal Medio Oriente su La Stampa. In uno, si racconta come
agisce il più importante centro di controllo israeliano per la
sicurezza. Nell’altro, si raccontano invece le proteste anti-Hamas che
stanno dilagando nella Striscia di Gaza.
Significativa nel primo la riflessione del maggiore Elitsur Trabelsi,
che afferma: “Quando vedo Berlino, Parigi, altre città europee piene di
blocchi di cemento mi viene un colpo. È una vittoria dei terroristi.
L’esperienza ci ha insegnato che meno barriere si creano, più si lascia
la popolazione libera di muoversi, più si fa pendere la bilancia dalla
parte di quelli che vogliono vivere in pace, e si isolano gli
estremisti”.
Per quanto concerne la realtà di Gaza, dove per 19-20 ore al giorno
manca l’energia elettrica; viene invece spiegato: “Hamas in qualche
modo è riuscito a bloccare le proteste, prima con la mano dura, c’è
stata un’ondata di arresti, poi con la promessa che, grazie agli aiuti
di Qatar e Turchia, l’energia sarebbe stata ripristinata almeno otto
ore al giorno. Una soluzione temporanea, soldi e forniture bastano per
meno di 90 giorni. E poi? La frustrazione nelle strade di Jabalya, come
in quelle di Gaza, Rafah, e Khan Younius rimane e la rabbia può tornare
a esplodere in ogni momento”.
“Sullo schermo scorrono le immagini di un pantheon del quale Macron può
appropriarsi ormai senza concorrenti: dalla dichiarazione dei diritti
dell’uomo al ‘J’accuse’ di Zola, da Victor Hugo all’Abbé Pierre, da
Daniel Cohn-Bendit nel ’68 alle fiaccolate per Charlie Hebdo. E poi il
generale De Gaulle, Jacques Chirac quando riconobbe le colpe francesi
nella deportazione degli ebrei, e Simone Veil promotrice della legge
sull’aborto: protagonisti di destra, che lo ispirano quanto quelli di
sinistra”. Così il Corriere racconta il comizio tenuto ieri a Lione da
Emmanuel Macron, l’ex ministro dell’Economia che oggi appare favorito
per la corsa all’Eliseo.
Un romanzo che è una storia vera, scoperta solo per caso. Nel suo libro
“La busta gialla”, presentato oggi da La Stampa e Secolo XIX, il
giornalista genovese Marco Francalanci racconta di come, neonato,
sopravvisse per aver fatto da cavia a un “miracoloso” farmaco tedesco
che serviva a curare i soldati ammalati ma che veniva anche utilizzato
dal famigerato dottor Mengele nei campi di sterminio nazisti.
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il no dei terroristi alla proposta di israele
Dal 2014 nelle mani di Hamas,
Avraham e la libertà negata
Avraham
Mengistu (nella foto), trentenne di origine etiope, nel settembre 2014
ha scavalcato la barriera di sicurezza nei pressi di Zikim – a sud di
Ashkelon – e si è introdotto nella Striscia di Gaza. Il ragazzo soffre
di disturbi psichici e da oltre due anni è nelle mani di Hamas, il
gruppo terroristico che controlla Gaza. Secondo i media israeliani, le
autorità di Gerusalemme hanno proposto nelle scorse settimane uno
scambio di prigionieri a Hamas per riportare in Israele Mengistu: in
cambio della liberazione del giovane, gli israeliani hanno offerto di
liberare un affiliato al gruppo terroristico, anch'egli con disturbi
psichiatrici. Ma il gruppo terroristico palestinese ha rifiutato la
proposta. Secondo la radio israeliana, Hamas ha dichiarato che non gli
interessa lo scambio con un singolo prigioniero. Nelle loro mani, c'è
anche Hisham al-Sayed, beduino israeliano con una storia molto simile a
quella di Mengistu: il giovane soffre di schizofrenia e, come Avraham,
si è introdotto nella Striscia di Gaza nel 2014, dove è stato catturato
e, secondo fonti israeliane, imprigionato da Hamas. I destini dei due
uomini non sono chiari ma, come riporta la notizia della radio
israeliana, ci sono delle trattative in corso. Trattative che servono
anche per riportare in Israele i corpi di due soldati di Tsahal
(l'esercito israeliano), Shaul Oron e Hadar Goldin, uccisi nel
conflitto di Gaza del 2014. Ma su questo fronte non ci sono state
novità. Leggi
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qui roma - il convegno dedicato a luzzati
“Grazie Lele, per la tue opere
e per i sogni che ci hai regalato”
Nel
titolo dell’iniziativa, tratto dalla Genesi, c’è un chiaro invito
rivolto alla platea: “Guarda il cielo e conta le stelle…”. L’invito è a
guardare in alto, verso il soffitto. Quel soffitto così
meravigliosamente istoriato dall’artista, in cui si raffigurano i
dodici segni zodiacali e verso cui tendono, tutti insieme, gli occhi di
decine di persone.
Una giornata emozionante e densa di testimonianze quella che si è
aperta questa mattina al Centro Bibliografico dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane in ricordo di Emanuele Luzzati.
A dieci anni dalla scomparsa, il grande scenografo, animatore e
illustratore genovese è fatto omaggio di parole e ricordi preziosi. Di
chi ne è stato stretto collaboratore, di chi ha condiviso con lui
momenti indimenticabili, di chi nei suoi lavori ha trovato lo stimolo
per intraprendere una determinata professione. Una giornata che
coinvolge grandi e piccini anche grazie ad alcuni laboratori artistici
per giovanissimi.
“Un’esperienza di laboratorio che intendiamo portare avanti anche in
altre giornate, rivolgendoci all’insieme dell’Italia ebraica” afferma
la Presidente UCEI Noemi Di Segni nel suo intervento di apertura della
giornata, molto partecipata sin dalle prime ore. Al suo fianco la
studiosa Raffaella Di Castro, che ha il compito di introdurre i temi
dell’iniziativa, ideale proseguimento di un incontro dedicato all’arte
e all’identità ebraica svoltosi in novembre, la presidente della
Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e l’assessore alla Cultura
Giorgia Calò. Leggi
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qui milano, qui torino
Primo Levi ed Elie Wiesel,
lezioni da non dimenticare
Furono
entrambi grandi scrittori. Le loro testimonianze acute, tormentate
quanto preziose, hanno portato la consapevolezza della tragedia della
Shoah in milioni di case grazie a libri di straordinaria forza
narrativa. A loro, Primo Levi ed Elie Wiesel, in queste ore a Milano e
Torino sono dedicati due appuntamenti: lo scrittore torinese è il cuore
della tradizionale Lezione Primo Levi, che quest’anno è incentrata sul
suo rapporto con i tedeschi e vede come relatrice Martina Mengoni,
dottoranda in Letteratura Italiana presso la Scuola Normale Superiore
di Pisa. L’incontro, organizzato dall’Associazione figli della Shoah
assieme al Centro studi internazionale Primo Levi, al Museo della
Scienza e della Tecnologia e alla Fondazione Memoriale della Shoah di
Milano, si svolge all’interno della struttura del Memoria (ore 16.30).
In contemporanea a Torino, nelle sale del centro sociale della Comunità
ebraica, si svolgerà l’incontro su “Elie Wiesel. Tra memoria,
narrazione, ebraismo, filosofia”, che vedrà confrontarsi al tavolo
l’editore Daniel Vogelmann (“Wiesel in Italia”); rav Roberto Della
Rocca (“Esilio, memoria, ebraismo”), direttore dell’area Cultura e
formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Piero Stefani
(“Wiesel lettore della Bibbia”), docente di Storia del pensiero
ebraico. A introdurre il convegno, Tullio Levi, presidente del Gruppo
Studi ebraici, mentre le conclusioni saranno affidare all’assessore
alla Cultura della Comunità ebraica David Sorani. Leggi
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la delegazione di senatori e deputati
In viaggio per conoscere Israele,
la visita dei parlamentari italiani
Gerusalemme
e Tel Aviv, ma anche il parco tecnologico di Beer Sheva, una base
dell’aeronautica, i villaggi al confine con Gaza. Queste alcune delle
tappe del viaggio organizzato dall'Associazione Appuntamento a
Gerusalemme guidata da Anita Friedman, in collaborazione con
l'Ambasciata di Israele a Roma, per una delegazione di 26 parlamentari
italiani appartenenti alle forze di tutto l’arco politico, dal Partito
Democratico alla Lega, dal Movimento Cinque Stelle al Nuovo Centro
Destra (tra loro, il presidente dell'Associazione Interparlamentare di
Amicizia Italia-Israele Maurizio Bernardo). Per deputati e senatori, la
maggior parte dei quali in visita nel paese per la prima volta, anche
l’occasione di incontrare diversi esponenti della società civile e del
mondo politico israeliano, tra cui il Ministro dell’Energia e delle
risorse idriche Yuval Steinitz, che ha descritto la situazione del
paese per quanto riguarda le tematiche trattate dal suo dicastero,
ricordando anche le opportunità di lavoro comune, specie in materia di
sfruttamento dei bacini di gas naturale recentemente scoperti. Leggi
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Qui Firenze – L’incontro alle Murate
Paesi arabi, le memorie ebraiche
Firenze,
caffè letterario delle Murate. Incontro organizzato da donne per la
pace su Gli ebrei dei paesi arabi: tra storia e memoria. Anima di
questo gruppo, nato nel 2015, Tami e Saana, due donne che vivono a
Firenze, una israeliana, l’altra egiziana. Intorno, altre donne, per lo
più ebree e mussulmane.
Un evento vivace ed emotivamente coinvolgente. Relatore Dario Miccoli,
ricercatore e docente di Lingua e Letteratura Ebraica all’Università
Ca’ Foscari di Venezia. Le sue ricerche sono dedicate alla storia e
memoria degli ebrei dei paesi arabi, in particolare dell’Egitto, e alla
letteratura israeliana contemporanea. Tra le sue opere La letteratura
israeliana mizrahi (Firenze: Giuntina, 2016). Leggi
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qui milano
Guido Luzzatti (1918-2017)
È
scomparso a Milano nelle scorse ore il professor Guido Luzzatti,
illustre medico e ricercatore, protagonista negli anni delle
persecuzioni e della Resistenza, poi della ricostruzione della Milano
ebraica. Luzzatti, che era nato a Roma nel gennaio 1918, era riuscito a
conseguire la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Milano
nel novembre 1942, riuscendo a superare gli ostacoli frapposti dalla
promulgazione delle leggi razziste del 1938. Il 17 ottobre del 1943,
costretto a darsi alla fuga, era riuscito a riparare in Svizzera
varcando le Alpi e giungendo nella località grigionese di Campocologno,
per prendere subito servizio nell’ospedale centrale ‘La Carità’ di
Locarno. Un incarico che si protrasse fino al maggio del 1945
interrotto solo dai giorni della Repubblica partigiana dell’Ossola,
quando si occupò dei servizi sanitari del territorio che le forze
popolari erano riuscite eroicamente a strappare all’occupazione
nazifascista. Rientrato a Milano dopo il termine del conflitto, ha
collaborato con Marcello Cantoni per l’Organizzazione Sanitaria Ebraica
(OSE) nella prima sede comunitaria di via Unione. Nei primi mesi,
durante l’impegno della Ricostruzione, si è specializzato in tisiologia
e malattie dell’apparato respiratorio nel 1945, e in radiologia nel
1948. Da quel momento e fino al 1988 ha esercitato la professione
medica ricoprendo vari ruoli dirigenziali, e ha concluso la carriera
come primario del servizio di Radiologia dell’Ospedale San Carlo
Borromeo di Milano. Oltre all’attività clinica ha svolto una
continuativa attività di ricerca come testimoniato dai numerosi lavori
scientifici su tematiche della radiodiagnostica, radioterapia e
senologia.
Le esequie si terranno domani, lunedì 6 febbraio, alle 10:45 al cimitero ebraico milanese di Musocco.
A Claudio, ad Anna Vittoria, a tutti i loro cari, il commosso omaggio della redazione.
Che il suo ricordo sia di benedizione. Leggi
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sorgente di vita
Di corsa per la Memoria
Una
rassegna delle principali iniziative promosse dall’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane dedicate alla memoria nella puntata di
Sorgente di vita in onda su Raidue domenica 5 febbraio alle 0.30 circa.
Il primo servizio apre con un’intervista a Shaul Ladany, ingegnere e
maratoneta, sopravvissuto a Bergen Belsen, scampato all’attacco alla
squadra israeliana durante le Olimpiadi di Monaco nel 1972. È il
testimonial di Run for mem, la maratona dedicata alla memoria
organizzata a Roma il 22 gennaio scorso. Insieme a tanti altri atleti,
professionisti e dilettanti, famiglie, giovani e vecchi, con i suoi 85
anni Ladany ha corso per 10 km lungo un percorso che ha toccato luoghi
simbolici della città in ricordo delle persecuzioni e dello sterminio
di ebrei, rom e sinti, partigiani e oppositori politici. Leggi
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A cercare la “bella morte” |
Torniamo
a ragionare sul jihadismo. Lo facciamo senza l’urgenza della ribalta
dettata dalla cronaca, per meglio intendere il suo significato storico,
oltreché politico. Si tratta di un termine relativamente nuovo,
generatosi e poi diffusosi, come espressione di ricorso comune,
nell’ultimo decennio. Comunque, non troppo prima dei fatti del
settembre del 2001. E tuttavia, l’insieme dei fenomeni che la parola in
sé contraddistingue (soprattutto, in ordine di successione, il ricorso
sistematico alla violenza politica attraverso l’uso di una retorica del
discorso pubblico che rimanda alla sfera della religione come ad una
totalità, nonché la concezione militarizzata dei rapporti politici,
fatto che implica la distruzione integrale dell’avversario) non risale
a questi ultimi anni, semmai collocandosi nel transito storico compreso
tra gli anni Sessanta e Settanta, a fronte delle crepe del discorso
politico secolarizzante dei vari Nasser e delle leadership
terzomondiste. Il khomeinismo, così come i mujaheddin afghani, un
decennio dopo, non faranno altro che iniziare a capitalizzarne i
risultati. Nel mentre si svolge la oramai dimenticata guerra civile
algerina, carneficina archiviata molto velocemente perché sostituita da
altre emergenze.
Claudio Vercelli
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Levi papers - Gusci e conchiglie
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Nel
primo foglio dattiloscritto aggiunto nel 1958 a “Le nostri notti”, Levi
parla di un tema a lui molto caro: il “guscio”. Ha aggiunto due fogli,
cambiando, come si è detto, l’inizio del capitolo e introducendo il
personaggio di Alberto. Poco dopo la metà del foglio dattiloscritto –
più corto del seguente, segno che è stato ritagliato da un A4 – c’è
questa frase: “La facoltà umana di scavarsi una nicchia, di secernere
un guscio, di erigersi intorno una tenue barriera di difesa, anche in
circostanze apparentemente disperate, è stupefacente, e meriterebbe uno
studio approfondito. Si tratta di un prezioso lavorio di adattamento,
in parte passivo e inconscio, e in parte attivo: di piantare un chiodo
sopra la cuccetta per appendervi le scarpe di notte; di stipulare
taciti patti di non aggressione coi vicini; di intuire e accettare le
consuetudini e le leggi del singolo Kommando e del singolo Block. In
virtù di questo lavoro, dopo qualche settimana si riesce a raggiungere
un certo equilibrio, un certo grado di sicurezza di fronte agli
imprevisti; ci si è fatto un nido, il trauma del travasamento è
superato”.
Marco Belpoliti, scrittore
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