Paolo Sciunnach, insegnante | Allora
i vostri figli vi chiederanno: Che significa questo atto di culto? Voi
direte loro… (Esodo, 12, 26-27) In quel giorno tu istruirai tuo figlio:
È a causa di quanto ha fatto il Signore per me, quando sono uscito
dall’Egitto (Esodo, 13,8) Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che
significa ciò?, tu gli risponderai… (Esodo, 13, 14).
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Anna
Foa,
storica |
Bernard-Henry
Lévy è intervenuto due giorni fa su La règle du jeu a sostegno di
Georges Bensoussan, lo storico francese che dirige la Révue d'histoire
de la Shoah, processato in Francia sotto l'accusa di islamofobia in
seguito a una denuncia formulata dal CCIF (collettivo contro
l'islamofobia in Francia). La denuncia è partita in seguito a
un'intervista televisiva con Alain Finkielkraut, che è stata
considerata islamofoba dal CCIF, un'accusa che mira in realtà, come
afferma Bernard-Henry Lévy, a colpire l'opera di Bensoussan, "tutta
votata alla comprensione delle forme di odio di oggi e del loro
terrificante potere di disfare ciò che unisce gli esseri umani".
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Le Pen: "Usciamo dall'Ue"
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“Padroni
a casa nostra”. Un coro che è risuonato varie volte ieri, a Lione,
durante il comizio di Marine Le Pen. Centoquarantaquattro gli impegni
di governo presentati al suo elettorato e ai 3mila militanti che hanno
gremito la sala. Tra quelli che hanno ottenuto maggior consenso tra i
presenti l’uscita del paese dall’Unione Europea e dalla Nato. “Una
miscela esplosiva di xenofobia, chiusura delle frontiere, patriottismo
economico, isolazionismo sul piano internazionale” scrive Repubblica a
proposito dei piani della leader del Fronte Nazionale.
Si legge sul Corriere: “Quanto nel comizio del progressista Emmanuel
Macron, il giorno prima, sempre a Lione, non c’era rabbia ma fiducia,
voglia di proporre e migliorare l’esistente, tanto Marine Le Pen si
rivolge ai francesi che amano la Francia ma non questa”.
Per il politologo Dominique Moisi, intervistato dal Corriere, le
elezioni francesi diventeranno decisive a livello mondiale. “Dopo la
Brexit e la vittoria di Trump in America – sostiene Moisi – la tendenza
populista può confermarsi con Marine Le Pen presidente. Se invece
vincerà Emmanuel Macron, come io credo sia più probabile, la Francia
può diventare un faro di speranza nell’oceano di sconforto occidentale”.
Migranti, la stagione dell’empatia appare tramontata. A rivelarlo è un
sondaggio Demos, analizzato oggi da Repubblica, secondo cui, per il 40
per cento degli italiani, gli immigrati sarebbero ‘un pericolo’. Il
dato più basso viene rilevato a fine 2012: 26%. Da allora, come si
evince dal prospetto Demos, è sempre andato crescendo. “Passata
l’emozione suscitata dalla foto di Aylan, il bambino siriano adagiato
senza vita sulla spiaggia turca, la paura riprende la sua corsa. Nelle
indagini dell’ultimo anno torna stabile sul 40%. Gli sbarchi e il
susseguirsi di attacchi terroristici nel contesto europeo – viene
spiegato nell’analisi – sollecitano la diffusione del clima di paura”.
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il vertice netanyahu-may a londra "Israele, Usa e Gran Bretagna
insieme contro la minaccia Iran"
“La
cosa più importante è che nazioni come Stati Uniti, Israele e Gran
Bretagna si allineino sulla stessa posizione contro l'aggressione
iraniana e pongano dei limiti chiari”. Con questo auspicio il Primo
ministro Benjamin Netanyahu era partito ieri dall'aeroporto Ben Gurion
di Tel Aviv in direzione Londra. Nella Capitale della Gran Bretagna,
Netanyahu ha incontrato in queste ore il Primo ministro Theresa May, ha
cui ha ribadito la necessità di nuove misure contro il regime di
Teheran, tornato a minacciare con i recenti test missilistici gli
equilibri mediorientali. “Accolgo con favore l'insistenza del
presidente Usa Donald Trump per nuove sanzioni contro l'Iran. - ha
affermato Netanyahu - Penso che le altre nazioni dovrebbero seguirne
l'esempio, nazioni certamente responsabili”, ha proseguito il Premier,
accusando l'Iran di “compiere una provocazione dopo l'altra”. Prima
dell'incontro a porte chiuse con la May, Netanyahu ha anche affermato,
riportano i media, il suo impegno e quello di Israele per la soluzione
dei due Stati per due popoli con i palestinesi. Leggi
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qui torino - l'incontro Memoria, ebraismo e narrazione Cosa ci resta di Elie Wiesel
"Elie
Wiesel. Tra memoria, narrazione, ebraismo, filosofia" il titolo
dell'incontro organizzato dal Gruppo di Studi Ebraici di Torino che
ieri pomeriggio, seguito con grande attenzione da un folto pubblico, ha
ripercorso la figura e l'opera di Elie Wiesel, premio Nobel per la pace
scomparso lo scorso luglio. Introducendo il pomeriggio Tullio Levi ha
ricordato come per la perdita di fiducia in Dio e nell'umanità per 10
anni Wiesel non volle parlare della sua esperienza ad Auschwitz e solo il Premio Nobel per la letteratura François
Mauriac - che ne divenne negli anni grande amico - riuscì a persuaderlo
a narrare la sua esperienza. Il suo manoscritto - 865 pagine, in
yiddish, scritto nel 1954 con il titolo Un di Velt Hot Geshvign, "E il
mondo rimase in silenzio", venne considerato dagli editori "troppo
morboso” e venne pubblicato solo nel '58 in Francia come La Nuit, in
una versione di molto ridotta, per poi arrivare negli USA due anni
dopo. Considerato uno dei capolavori della letteratura sulla Shoah
prima di comparire in Italia (pubblicato da Giuntina) dovette attendere ancora, fino al 1980.
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il rinnovo delle cariche dell'ame
Associazione medica ebraica, Rosanna Supino alla guida
È
la dottoressa Rosanna Supino la nuova presidente dell'Associazione
medica ebraica. Già segretaria generale Ame, Supino è stata nominata
ieri alla presidenza dell'associazione nel corso dell'assemblea
tenutasi a Firenze che ha visto la partecipazione di soci da tutta
Italia. La dottoressa eredita la guida da Giorgio Mortara,
vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che nel
capoluogo toscano ha presentato la relazione delle principali attività
fatte dall'Ame lo scorso triennio. A fianco di Supino, sono stati
eletti, alla vicepresidenza Dario Perugia (Roma), Benny Assael (Milano)
come segretario, e i consiglieri Giuseppe Badia (Roma), Daniela Roccas
(Roma), Davide Fargion (Milano), Fabio Gay (Roma) e Germano
Salvatorelli (Ferrara). Leggi
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qui milano - Lo studio UCEI-Villa Santa Maria
Salute psicomotoria dei bambini
Una ricerca che lascia il segno
Dal
ritardo di lettura fino alle sindromi dello spettro autistico. I
disturbi dello sviluppo, nella loro diversa intensità, appaiono ogni in
forte aumento. E conseguente è in crescita il dato che riguarda il
numero di genitori che scelgono di rivolgersi al personale medico per
un approfondimento sulla salute psicomotoria dei propri figli.
In questo senso molto atteso è lo studio che si presenterà domani alle
14 a Palazzo Pirelli a Milano, finanziato e voluto dall'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane e concretamente realizzato da Villa Santa
Maria, Centro di Tavernerio (Como). Un istituto, quest'ultimo,
specializzato nella cura e riabilitazione di bambini e ragazzi affetti
da autismo e patologie neuropsichiatriche.
Lo studio che si andrà a presentare, ricco di dati e spunti inediti, è
stato condotto negli asili nido per individuare nel comportamento dei
bambini eventuali campanelli d’allarme. Una ricerca svolta in
collaborazione con l’Associazione medica ebraica (Ame) e con l’Agenzia
ebraica per Israele, che indaga questi aspetti, attraverso
l’osservazione dei bambini in età pre-scolare in un ambiente ludico.
Nel corso dell’incontro, intitolato “La salute psicomotoria”, saranno
dunque illustrati i risultati dello studio, che ha consentito di
individuare non solo bambini con problemi in una o più aree dello
sviluppo, ma anche piccoli con capacità particolarmente avanzate.
Ad aprire il convegno, moderato dalla giornalista Ada Treves, i saluti,
tra gli altri, del vicepresidente UCEI e presidente dell’Ame Giorgio
Mortara e della presidente
dell’Agenzia Ebraica per Israele Claudia De Benedetti. Leggi
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qui roma - appuntamento al 19 febbraio "Pitigliani, la nostra storia" "Una
storia nel secolo breve”. Appuntamento a domenica 19 febbraio, ore
17.30. C’è grande attesa a Roma per quella che si annuncia una serata
davvero straordinaria, segnata da molti ricordi e molte emozioni. Al
termine di un poderoso lavoro di ricerca, sostenuto tra gli altri anche
dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, vede infatti la luce un
denso volume dedicato alla storia del Pitigliani, per molti decenni
orfanotrofio della Roma ebraica e oggi suo imprescindibile punto di
riferimento culturale. Una storia appassionante, che ha seguito molte
trasformazioni, e che è stata raccontata in oltre settecento pagine di
interviste e approfondimenti da Angelina Procaccia, Sandra Terracina,
Ambra Tedeschi e Micaela Procaccia, curatrice dell’opera.
A parlare i documenti d’archivio e le testimonianze di ex ospiti,
educatori, responsabili che hanno animato la vita dell’ente. A partire
dalla fondazione, in un arco di tempo dal 1902 al 1972, il libro
attraversa le vicende dell’ebraismo romano e italiano dopo la
definitiva unificazione del paese, durante gli anni della Prima guerra
mondiale, della persecuzione fascista e nei mesi dell’occupazione, la
faticosa ricostruzione, l’accoglienza degli orfani dei deportati e poi
di bambini e ragazzi ebrei espulsi dai paesi arabi o profughi
dall’Europa orientale, fino alla trasformazione dell’Istituto negli
anni ’70, in linea con i nuovi orientamenti educativi e assistenziali. Leggi
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INFORMAZIONE
– INTERNATIONAL EDITION
Israele, il deserto in fiore
Il
colore rosso e il sud d’Israele. Come ricorda Daniela Fubini in Double
Life nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition, fin
troppo spesso l’associazione di queste idee rimanda ad allarmi, razzi
lanciati dall’adiacente Striscia di Gaza per mano di Hamas, corse nei
rifugi al suono delle sirene. E invece, ogni inverno, torna il naturale
appuntamento con Darom Adom, letteralmente “il Sud rosso”, con il
deserto che si tinge di scarlatto per via della fioritura delle
anemoni, in un’esperienza che attrae tutti gli anni migliaia di
israeliani.
Da Israele alla Germania. Nella rubrica Bechol Lashon, questa settimana
in lingua tedesca, la recensione del secondo volume della saga firmata
da Elena Ferrante “Storia di un nuovo cognome”, in un articolo uscito
negli scorsi giorni sul settimanale Judische Allgemeine.
Da Napoli, città dov’è ambientata la storia di Ferrante, a Palermo, uno
dei pilastri della rinascita ebraica in Sud Italia, come raccontato
dalla rubrica Italics: dopo l’offerta di uno spazio da adibire a
sinagoga da parte dell’Arcidiocesi cittadina, il giornale israeliano
Times of Israel pubblica un approfondimento sulla storia degli ebrei
della città.
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Oltremare – Pulizia |
Ieri
hanno fatto il giro dei social le fotografie postate dal newyorkese che
riprende i suoi concittadini mentre cancellano scritte violentemente
antisemite dalle superfici per fortuna lucide dell’interno dei vagoni
della metropolitana. Su quella metropolitana, la più ripresa in film e
videoclip e oggi selfies, ho viaggiato per quasi quattro anni, in ogni
direzione, stagione, ora del giorno e della notte. Di tutti i luoghi di
Manhattan, è quello in cui più si applicano le regole non dette del
puro newyorkese: sguardo nel vuoto o su di un libro (oggi immagino
kindle o tablet o cellulare), rispetto dello spazio altrui anche nel
treno più affollato, dialoghi a voce controllata, equilibri impossibili
di bicchieroni di caffè dall’odore unicamente americano, che non si
spandono mai.
Nell’epoca della post-verità, e delle bufale social, non posso sapere
quanto attendibile sia il profilo di questo signore che ha postato le
fotografie. Ma le immagini, sempre che non siano il copione di una
campagna educativa sulla situazione attuale degli estremismi americani
(e anche se lo fossero, pazienza), parlano chiarissimo.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta – Accostamenti |
L’accostamento
del Giorno della Memoria al conflitto israelo-palestinese è purtroppo
molto diffuso. Alcuni anni fa il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano celebrando al Quirinale il Giorno della Memoria espresse la
convinzione che l’antisionismo può scivolare nell’antisemitismo.
Tuttavia nei discorsi della gente o navigando sul web ci sono tanti
troppi esempi. Spesso gli autori negano di essere antisemiti e credono
di essere solo antisraeliani. Che ci sia chi critica ferocemente le
politiche dello Stato d’Israele, purtroppo anche con iperboli
evidentemente ci dispiace e ci colpisce ma rispettiamo le opinioni di
tutti.
Anselmo Calò
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Siberia |
Si, in Israele c'è ancora bisogno di gente.
Angelica Edna Calò Livne
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