19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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15 febbraio 2017 - 19 Shevat 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
“Yitrò, sacerdote di Midian suocero di Mosè sentì ciò aveva operato il Signore  per Mosè e per Israele e specialmente che aveva fatto uscire Israele dall’Egitto” (Esodo18,1). La Torah racconta la visita di Yitrò a Mosè, soffermandosi ampiamente sui preziosi consigli che  il suocero midianita fornisce al profeta per aiutarlo nella conduzione del popolo; in questa prospettiva, l’interpretazione ebraica legge nell’iniziativa dell’incontro attuata da Yitrò non una semplice visita di cortesia ma il segno di un percorso spirituale che aveva portato il suocero di Mosè ad abbandonare l’idolatria, di cui pure era un notabile esponente, per aderire pienamente nella fede nel Signore, D.O unico.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Il problema della sinistra, si sa, è sempre stato la scissione dell’atomo. All’inizio è stata la grande frattura fra comunisti e anarchici, poi fra comunisti e socialisti, poi fra oltranzisti e socialdemocratici. Grandi scontri ideologici, divisioni che rompevano rapporti decennali e di comuni battaglie politiche. Già così, il quadro è sempre apparso ridicolo; oggi si sfiora il parossismo.
 
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Trump-Bibi, l’incontro
È il giorno dell’atteso vertice tra Trump e Netanyahu. “L’ora della (prima) verità per Israele” titola il Corriere, che scrive: “L’alleanza con Israele è condizione necessaria per ogni politica estera americana. Obama aveva verificato che non è però sufficiente per stabilizzare il Medio Oriente. Ora Trump si trova di fronte esattamente lo stesso problema. Il negoziato tra israeliani e palestinesi è bloccato da tempo”.
In un’ampia intervista con Repubblica, l’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea Federica Mogherini interviene tra gli altri sul possibile spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme. Tema che sarà centrale nel colloquio odierno a Washington. “Non c’è dubbio – le sue parole – che la nostra ambasciata resterà a Tel Aviv. Come non c’è dubbio che noi continueremo ad avere fiducia nel Quartetto per negoziare la crisi in Medio Oriente e che restiamo convinti che la soluzione sia quella della convivenza dei due Stati: israeliano e palestinese”.

Un “gran ballo in epoca fascista” organizzato a Roma della scuola media Guido Alessi nell’ambito del progetto denominato “Ricostruire la storia” ha suscitato vibranti proteste e costretto la preside dell’istituto, che dovrà scrivere una relazione all’Ufficio scolastico regionale, a fare marcia indietro e ad annullare l’iniziativa (prevista per il primo aprile). “Già pronta anche la locandina della serata con foto in bianco e nero, inclusa quella con Mussolini in alta uniforme che scende dalle scale dell’Alessi. Ma l’idea scatena un putiferio. Insorgono professori e soprattutto genitori, che parlano di ‘incredibile iniziativa ai limite dell’apologia del fascismo’. Poche ore dopo sul sito della scuola compare quindi una nuova circolare dove la preside annuncia ‘al fine di evitare fraintendimenti’ di ritenere opportuno sospendere la realizzazione del ballo con ambientazione d’epoca” (Corriere Roma).

“Il Pd e la talpa dell’ultradestra”. Così si intitola un editoriale dell’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro sull’attualità politica italiana e internazionale. “Dagli squarci che la neodestra apre nel principio occidentale, nel valori liberali – scrive Mauro – emergono le pulsioni trumpiane di razza, pelle, sangue e nazione, riaffiora addirittura la selezione lepeniana dei diritti degli ebrei, mascherata dall’apparente ottusità di una pratica amministrativa ‘banale’, come un secolo fa. Sono propositi e idee che sembravano inconcepibili fino a ieri e che invece oggi diventano rapidamente politica, destra ‘realizzata’, nel momento in cui si rompono quelle due cornici ideali che davano al nostro mondo un quadro culturale condiviso”.
 
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  davar
il vertice a washington
Due Stati per due popoli, Trump
ne discute con l'amico Netanyahu

La questione palestinese e l'accordo nucleare con l'Iran. Sono questi i due temi su cui gravita l'imminente incontro a Washington tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (nell'immagine, l'incontro tenutosi lo scorso settembre a New York). I due leader, al loro primo faccia a faccia, hanno ribadito la fiducia e stima reciproca (entrambi hanno parlato di amicizia) e c'è grande attesa per quali posizioni emergeranno dal vertice. Secondo un funzionario della Casa Bianca, citato dal sito di informazione americano Politico, la visita di Netanyahu “inaugura un nuovo rapporto tra Israele e Stati Uniti, diverso dagli ultimi otto anni”. Come rileva Politico, l'incontro potrebbe anche aprire una nuova era politica sul fronte della questione israelo-palestinese: martedì sera dalla Casa Bianca hanno fatto sapere che Trump non vuole cercare di imporre la soluzione dei due Stati per due popoli – da tempo sostenuta da Washington, anche sotto il repubblicano George W. Bush - per il conflitto tra lo Stato ebraico e i palestinesi. Secondo i media israeliani, alcuni esponenti dell'ala più a destra del Likud e del partito HaBayt HaYehudi avrebbero chiesto a Netanyahu di convincere Trump a superare proprio la soluzione dei due Stati, in favore di fatto di un'annessione della Cisgiordania. Non è ancora chiara la posizione della Casa Bianca sul punto, e il vertice potrebbe dare segnali importanti su questo versante.


l'inaugurazione del nuovo spazio espositivo
A Ferrara per scoprire l'ebraismo
La tappa di svolta per il Meis
 
Mercoledì 13 dicembre, alle ore 18.00. È in questa data che l'edificio dell'ex carcere di via Piangipane, cuore pulsante del cantiere del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, diventerà ufficialmente il nuovo spazio espositivo del Museo (nell'immagine il cantiere). A segnare l'importante appuntamento l'inaugurazione di una grande mostra dedicata alle origini dell'Italia ebraica, come annunciato ieri dal Consiglio di amministrazione della Fondazione Meis. “Un primo importante passo nel percorso che porterà al completamento del Museo nel 2020 – spiega il presidente del Meis Dario Disegni – L'esposizione, curata da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza, Daniele Jalla, ricostruirà una parte della plurimillenaria presenza ebraica in Italia (arrivando fino al X secolo), rappresentando l'inizio della narrazione di cui si occuperà il Museo: ovvero del profondo intreccio, fra luci e ombre, tra storia ebraica e storia italiana”. 
Scopo della mostra è illustrare le origini e il periodo formativo della presenza ebraica in Italia, dall’età romana al medioevo, evidenziandone la continuità e i caratteri del tutto originali rispetto ad altri luoghi della diaspora.
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Qui Roma – La tavola rotonda 
Esegesi biblica, la traccia viva
di Rosenzweig e Luzzatto

Quattro giornate di studio, una molteplicità di voci dall’Italia e dall’estero chiamate ad esprimersi sulla vita, l’opera e il messaggio di un filosofo che ha lasciato il segno. Si annuncia particolarmente denso e significativo il convegno “La congiunzione e nell’opera di Franz Rosenzweig: io e tu, filosofia e teologia, ebraismo e cristianesimo” organizzato a Roma (con il patrocinio UCEI) dal Dipartimento di Filosofia dell’Università Sapienza, dalla Franz Rosenzweig Gesellschaft e dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana.
All’interno del programma del convegno (19-23 febbraio), tra i vari momenti di incontro, una tavola rotonda dal titolo “Samuel David Luzzatto e Franz Rosenzweig: esegesi della Bibbia e interpretazione di Yehuda Ha-Lewi” che si svolgerà martedì 21 febbraio alle 21 presso il Centro Bibliografico dell’Unione.
Moderati da Raffaella Di Castro, interverranno il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera e la docente universitaria Irene Kajon. Nell’occasione sarà inoltre esposto del materiale bibliografico e archivistico curato da Gisele Levy.
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qui roma
Anna Rossi-Doria (1938-2017)
Storia delle donne e del femminismo, movimenti contadini dell’Italia meridionale, antisemitismo e Shoah.
Questi erano i principali temi oggetto delle ricerche della storica Anna Rossi-Doria, scomparsa ieri a Roma all’età di 78 anni. Una figura di studiosa che, relativamente all’ultimo filone ma non solo, ha aperto una strada fondamentale per la trasmissione di una Memoria viva e consapevole alle nuove generazioni.
“Non mi convincono gli argomenti di chi oppone il principio della libertà di opinione e di ricerca. Il negazionismo non è un’opinione, ma una forma particolarmente virulenta ed efficace di propaganda antisemita” affermava recentemente in un’intervista, a pochi giorni dall’approvazione del disegno di legge sul negazionismo.
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l'iniziativa del world jewish congress
“BDS, combattiamolo insieme”
Strategie e buone pratiche condivise per contrastare il BDS, Movimento Boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni che come è noto costituisce una delle minacce più insidiose allo Stato di Israele e alle Comunità della Diaspora. A chiamare a raccolta l’ebraismo europeo è il World Jewish Congress, che ha lanciato in queste ore una piattaforma web aperta al contributo di tutti. “Become an ambassador”, il messaggio pubblicato nella home page del portale. “Il sito – viene infatti spiegato – è stato realizzato con l’obiettivo di costituire un punto di riferimento per chi vuole combattere, al fianco di Israele, una lotta contro la menzogna. Insieme saremo più forti contro il BDS; che promuove antisemitismo e discriminazione”.
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qui roma
Lezioni ebraiche dal Novecento
“L’ebraismo e i grandi educatori del ‘900 - Le religioni come sistemi educativi” è il titolo del volume curato da Antonella Castelnuovo, edito da Belforte, di cui si è discusso ieri al Centro Bibliografico “Tullia Zevi” dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La curatrice è insegnante al Master in mediazione culturale alla Sapienza Università di Roma e di pedagogia ebraica al Diploma di Laurea in Studi ebraici UCEI, e nel testo, che scaturisce dagli atti dell’omonimo convegno ospitato dal centro ebraico Pitigliani, propone un excursus attraverso i sistemi pedagogici delle religioni monoteiste, a partire dall’ebraismo, e passando per cristianesimo e Islam.
L’appuntamento, iniziato con i saluti della presidente UCEI Noemi Di Segni e moderato dall’assessore UCEI a Scuola, Giovani e Formazione Livia Ottolenghi, ha visto intervenire il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, lo storico Alberto Melloni e il docente di pensiero ebraico Massimo Giuliani. A conclusione dei lavori, è intervenuta la curatrice del volume..
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qui milano - il ciclo di incontri di gariwo
In guerra col nichilismo terrorista
Il destino ha voluto che aiutassi i turisti al Bardo. Non dimenticherò mai l’angoscia di allora”, ricorda dal palco del Teatro Franco Parenti di Milano Hamadi ben Abdesslem. Sarà infatti lui
il 18 marzo 2015 a portare in salvo 45 turisti dal museo del Bardo di Tunisi nel corso di un’irruzione di un commando di terroristi islamisti. Nove persone rimarranno uccise nell’attentato mentre il gruppo guidato da Hamadi riuscirà a salvarsi. “La lotta contro il terrorismo islamista è questione di cultura e di mentalità, dobbiamo accettare e capire l’altro, questa è parte della soluzione per poter convivere in pace”, prosegue la guida del Bardo nel corso dell’incontro organizzato da Gariwo – La foresta dei Giusti dal titolo “La battaglia culturale contro il terrorismo fondamentalista islamico”. Al fianco di ben Abdesslem, sul palco, il politologo ed esperto di Medio Oriente Olivier Roy, l’inviato del Sole 24 Ore Alberto Negri e lo scrittore libanese candidato al Nobel per la Pace Hafez Haidar.
Un appuntamento che fa parte del ciclo di conferenze La crisi dell’Europa e i Giusti del nostro tempo, organizzato proprio da Gariwo assieme al Parenti, per tracciare una quadro delle complesse sfide – dal terrorismo all’immigrazione – che il Vecchio continente deve affrontare e quale sia la lezione di chi combatte ancora oggi per la libertà. L’esempio di ben Abdesslem, del suo coraggio, ha ricordato il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, è la risposta al nichilismo distruttivo dei terroristi “che anelano la morte contro il nostro desiderio di vivere”.
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qui torino - il ricordo 
Terracini, il padre costituente 
A settant’anni dall’elezione di Umberto Terracini come Presidente dell’Assemblea Costituente, la Comunità ebraica di Torino ha deciso di organizzare una serata in ricordo di una figura essenziale del panorama politico italiano dai primi del Novecento  in poi, prima come giovane leva socialista, poi la svolta comunista, un percorso di mobilitazione politica e morale che attraversa i due conflitti mondiali e che sotto Mussolini si vede costretto a diciassette anni di prigionia. Infine la nobile carica di Presidente dell’Assemblea, un ruolo prestigioso che rivestì, ricordano i relatori in sala, con estremo rigore, un rigore fatto di semplicità.
A tratteggiare la figura di Terracini è l’onorevole Lorenzo Gianotti, punto di riferimento della sinistra torinese e analista della sinistra internazionale. Al suo fianco, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni e l'avvocato Giuseppe Di Chio, moderatore della serata.
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il bando della keillah veneziana
Venezia, un nuovo segretario
per la Comunità ebraica

Età minima di 30 anni, iscrizione a una Comunità ebraica italiana, buona conoscenza della lingua inglese scritta e parlata, adeguata formazione in materia amministrativa/giuridica; elementi di conoscenza della cultura e della Tradizione ebraica.
Sono alcuni dei requisiti richiesti dalla Comunità ebraica di Venezia, alla ricerca di un nuovo segretario.
Costituiscono titoli preferenziali, viene scritto nel bando lanciato nelle scorse ore, la conoscenza della lingua ebraica, un titolo di studio universitario o equipollente, precedenti esperienze lavorative in Comunità e/o enti ebraici, capacità di lavoro in team ed esperienza nel settore organizzativo.
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L'INIZIATIVA DI OSSERVATORIO SOLOMON
Lotta all’odio, nuove proposte
Una riflessione sull’antisemitismo contemporaneo nelle sue diverse ramificazioni, compresa quella sempre più velenosa e insidiosa dell’antisionismo. A promuoverla Progetto Solomon – Osservatorio sulle Discriminazioni, che con il patrocinio della Comunità ebraica romana ha organizzato ieri presso il Centro Studi Americani un convegno intitolato “Antisemitismo contemporaneo: violazione dei diritti umani universali di libertà religiosa e di credo”.
Introdotto dalla presidente di Progetto Solomon, l’avvocato Barbara Pontecorvo, e da un saluto della presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il convegno ha visto al tavolo dei relatori il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, l’esponente del Csm Paola Balducci, il direttore dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) Mark Weitzman, il direttore del master in Didattica della Shoah dell’Università Roma Tre David Meghnagi e il giurista Emanuele Calò, moderati dal docente dell’Università Lumsa David Terracina.
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pilpul
Ticketless - Luci in piazza
A differenza della sua collega romana, la Sindaca torinese si è caratterizzata per il suo basso profilo. “Quieta non movere”, dicevano i romani in età non sospetta. Non ho votato Cinque Stelle, non credo voterò Appendino alla sua scadenza. Anche se non combinerà guai ed è inverosimile un caso-Marra sabaudo, reputo troppo comoda la politica di chi decide di non decidere. Inoltre, sia detto di passata, il discorso in Palazzo Civico per il 27 gennaio scorso del consigliere grillino è stato un vero disastro (provare per credere su youtube).
Tuttavia un punto a suo favore lo ha segnato la Appendino, o chi al suo posto in Giunta ha approvato l’iniziativa di domani, giovedì 17 febbraio in piazza Castello. I falò della Libertà scenderanno dalle cime di Israele delle Alpi. Dalla val Pellice il ricordo della fine dei ghetti scenderà in città. La Comunità ebraica di Torino ha aderito e c’è da rallegrarsi. Da molto tempo ritengo sia questo un giorno da festeggiare e da portare in piazza con lo stesso orgoglio, sia detto senza offesa per nessuno, con cui si accendono in piazza i lumi della guerra maccabaica ogni anno a Chanukkà.


Alberto Cavaglion
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Periscopio - Antisemitismo
Non può non essere salutata con soddisfazione la notizia – già riportata e commentata, su questo notiziario, lo scorso 9 febbraio – che la Commissione Europea ha deciso di inserire nel proprio sito ufficiale la definizione operativa di antisemitismo adottata, nel maggio 2016, a Bucarest, dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) (la rete intergovernativa che comprende 31 Paesi, di cui 24 membri dell’Unione Europea, e che si riunisce due volte all’anno in una settimana di riunione plenaria, votando una serie di mozioni, che vengono approvate – come in questo caso – solo all’unanimità). E se, come si spera, la Commissione Europea dovesse anche ufficialmente adottare questa definizione, ciò rappresenterebbe un segnale ancora più concreto di impegno nella lotta all’odioso fenomeno.

Francesco Lucrezi, storico
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Ultimo tango
Il tango è dolore rimodulato in musica, eros allo stato puro che si balla stretti uomo e donna in atteggiamenti inequivocabili, ritmo ancestrale di origine ebraica proveniente dal Secondo Tempio e largamente usato nel canto sinagogale (alcuni suggestivi Lechà Dodì, Kedushà dell’Amidà e Adon Olam sono cadenzati sul ritmo di tango), canovaccio metrico di un vasto repertorio tradizionale e da strada degli ebrei galiziani esportato in Argentina due secoli fa.
Di tango si può morire, cantanti e musicisti ne sono rimasti ammaliati, stregati, ubriacati; non potevano rimanere immuni dal tango i Campi di concentramento, assurde metropoli su scala ridotta che a pieno regime divennero caleidoscopio di ritmi.


Francesco Lotoro
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Canti di ieri e di oggi
Diceva Rabbì Nachman di rezlaw: “Tutto il mondo è un ponte stretto e la cosa più importante è non aver paura, non aver affatto paura”. Parole profonde, importanti, tanto che qualcuno le ha musicate e le ha fatte diventare un canto. Un canto semplice ma che resta nell’animo e infonde coraggio. Non una di quelle canzoni che vanno ai festival e vincono.

Sira Fatucci 
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