Giuseppe Momigliano,
rabbino
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“Yitrò,
sacerdote di Midian suocero di Mosè sentì ciò aveva operato il
Signore per Mosè e per Israele e specialmente che aveva fatto
uscire Israele dall’Egitto” (Esodo18,1). La Torah racconta la visita di
Yitrò a Mosè, soffermandosi ampiamente sui preziosi consigli che
il suocero midianita fornisce al profeta per aiutarlo nella conduzione
del popolo; in questa prospettiva, l’interpretazione ebraica legge
nell’iniziativa dell’incontro attuata da Yitrò non una semplice visita
di cortesia ma il segno di un percorso spirituale che aveva portato il
suocero di Mosè ad abbandonare l’idolatria, di cui pure era un notabile
esponente, per aderire pienamente nella fede nel Signore, D.O unico.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Il
problema della sinistra, si sa, è sempre stato la scissione dell’atomo.
All’inizio è stata la grande frattura fra comunisti e anarchici, poi
fra comunisti e socialisti, poi fra oltranzisti e socialdemocratici.
Grandi scontri ideologici, divisioni che rompevano rapporti decennali e
di comuni battaglie politiche. Già così, il quadro è sempre apparso
ridicolo; oggi si sfiora il parossismo.
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Trump-Bibi, l’incontro
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È
il giorno dell’atteso vertice tra Trump e Netanyahu. “L’ora della
(prima) verità per Israele” titola il Corriere, che scrive: “L’alleanza
con Israele è condizione necessaria per ogni politica estera americana.
Obama aveva verificato che non è però sufficiente per stabilizzare il
Medio Oriente. Ora Trump si trova di fronte esattamente lo stesso
problema. Il negoziato tra israeliani e palestinesi è bloccato da
tempo”.
In un’ampia intervista con Repubblica, l’Alto rappresentante per gli
affari esteri dell’Unione Europea Federica Mogherini interviene tra gli
altri sul possibile spostamento dell’ambasciata americana a
Gerusalemme. Tema che sarà centrale nel colloquio odierno a Washington.
“Non c’è dubbio – le sue parole – che la nostra ambasciata resterà a
Tel Aviv. Come non c’è dubbio che noi continueremo ad avere fiducia nel
Quartetto per negoziare la crisi in Medio Oriente e che restiamo
convinti che la soluzione sia quella della convivenza dei due Stati:
israeliano e palestinese”.
Un “gran ballo in epoca fascista” organizzato a Roma della scuola media
Guido Alessi nell’ambito del progetto denominato “Ricostruire la
storia” ha suscitato vibranti proteste e costretto la preside
dell’istituto, che dovrà scrivere una relazione all’Ufficio scolastico
regionale, a fare marcia indietro e ad annullare l’iniziativa (prevista
per il primo aprile). “Già pronta anche la locandina della serata con
foto in bianco e nero, inclusa quella con Mussolini in alta uniforme
che scende dalle scale dell’Alessi. Ma l’idea scatena un putiferio.
Insorgono professori e soprattutto genitori, che parlano di
‘incredibile iniziativa ai limite dell’apologia del fascismo’. Poche
ore dopo sul sito della scuola compare quindi una nuova circolare dove
la preside annuncia ‘al fine di evitare fraintendimenti’ di ritenere
opportuno sospendere la realizzazione del ballo con ambientazione
d’epoca” (Corriere Roma).
“Il Pd e la talpa dell’ultradestra”. Così si intitola un editoriale
dell’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro sull’attualità politica
italiana e internazionale. “Dagli squarci che la neodestra apre nel
principio occidentale, nel valori liberali – scrive Mauro – emergono le
pulsioni trumpiane di razza, pelle, sangue e nazione, riaffiora
addirittura la selezione lepeniana dei diritti degli ebrei, mascherata
dall’apparente ottusità di una pratica amministrativa ‘banale’, come un
secolo fa. Sono propositi e idee che sembravano inconcepibili fino a
ieri e che invece oggi diventano rapidamente politica, destra
‘realizzata’, nel momento in cui si rompono quelle due cornici ideali
che davano al nostro mondo un quadro culturale condiviso”.
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il vertice a washington
Due Stati per due popoli, Trump
ne discute con l'amico Netanyahu
La
questione palestinese e l'accordo nucleare con l'Iran. Sono questi i
due temi su cui gravita l'imminente incontro a Washington tra il
Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu (nell'immagine, l'incontro tenutosi lo
scorso settembre a New York). I due leader, al loro primo faccia a
faccia, hanno ribadito la fiducia e stima reciproca (entrambi hanno
parlato di amicizia) e c'è grande attesa per quali posizioni
emergeranno dal vertice. Secondo un funzionario della Casa Bianca,
citato dal sito di informazione americano Politico, la visita di
Netanyahu “inaugura un nuovo rapporto tra Israele e Stati Uniti,
diverso dagli ultimi otto anni”. Come rileva Politico, l'incontro
potrebbe anche aprire una nuova era politica sul fronte della questione
israelo-palestinese: martedì sera dalla Casa Bianca hanno fatto sapere
che Trump non vuole cercare di imporre la soluzione dei due Stati per
due popoli – da tempo sostenuta da Washington, anche sotto il
repubblicano George W. Bush - per il conflitto tra lo Stato ebraico e i
palestinesi. Secondo i media israeliani, alcuni esponenti dell'ala più
a destra del Likud e del partito HaBayt HaYehudi avrebbero chiesto a
Netanyahu di convincere Trump a superare proprio la soluzione dei due
Stati, in favore di fatto di un'annessione della Cisgiordania. Non è
ancora chiara la posizione della Casa Bianca sul punto, e il vertice
potrebbe dare segnali importanti su questo versante.
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l'inaugurazione del nuovo spazio espositivo
A Ferrara per scoprire l'ebraismo
La tappa di svolta per il Meis
Mercoledì
13 dicembre, alle ore 18.00. È in questa data che l'edificio
dell'ex carcere di via Piangipane, cuore pulsante del cantiere del
Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara,
diventerà ufficialmente il nuovo spazio espositivo del Museo
(nell'immagine il cantiere). A segnare l'importante appuntamento
l'inaugurazione di una grande mostra dedicata alle origini dell'Italia
ebraica, come annunciato ieri dal Consiglio di amministrazione della
Fondazione Meis. “Un primo importante passo nel percorso che porterà al
completamento del Museo nel 2020 – spiega il presidente del Meis Dario
Disegni – L'esposizione, curata da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza,
Daniele Jalla, ricostruirà una parte della plurimillenaria presenza
ebraica in Italia (arrivando fino al X secolo), rappresentando l'inizio
della narrazione di cui si occuperà il Museo: ovvero del profondo
intreccio, fra luci e ombre, tra storia ebraica e storia
italiana”.
Scopo della mostra è illustrare le origini e il periodo formativo della
presenza ebraica in Italia, dall’età romana al medioevo, evidenziandone
la continuità e i caratteri del tutto originali rispetto ad altri
luoghi della diaspora. Leggi
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Qui Roma – La tavola rotonda
Esegesi biblica, la traccia viva
di Rosenzweig e Luzzatto
Quattro
giornate di studio, una molteplicità di voci dall’Italia e dall’estero
chiamate ad esprimersi sulla vita, l’opera e il messaggio di un
filosofo che ha lasciato il segno. Si annuncia particolarmente denso e
significativo il convegno “La congiunzione e nell’opera di Franz
Rosenzweig: io e tu, filosofia e teologia, ebraismo e cristianesimo”
organizzato a Roma (con il patrocinio UCEI) dal Dipartimento di
Filosofia dell’Università Sapienza, dalla Franz Rosenzweig Gesellschaft
e dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia
Università Gregoriana.
All’interno del programma del convegno (19-23 febbraio), tra i vari
momenti di incontro, una tavola rotonda dal titolo “Samuel David
Luzzatto e Franz Rosenzweig: esegesi della Bibbia e interpretazione di
Yehuda Ha-Lewi” che si svolgerà martedì 21 febbraio alle 21 presso il
Centro Bibliografico dell’Unione.
Moderati da Raffaella Di Castro, interverranno il rabbino capo di Roma
Riccardo Di Segni, il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera e la
docente universitaria Irene Kajon. Nell’occasione sarà inoltre esposto
del materiale bibliografico e archivistico curato da Gisele Levy. Leggi
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qui roma Lezioni ebraiche dal Novecento
“L’ebraismo
e i grandi educatori del ‘900 - Le religioni come sistemi educativi” è
il titolo del volume curato da Antonella Castelnuovo, edito da
Belforte, di cui si è discusso ieri al Centro Bibliografico “Tullia
Zevi” dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La curatrice è
insegnante al Master in mediazione culturale alla Sapienza Università
di Roma e di pedagogia ebraica al Diploma di Laurea in Studi ebraici
UCEI, e nel testo, che scaturisce dagli atti dell’omonimo convegno
ospitato dal centro ebraico Pitigliani, propone un excursus attraverso
i sistemi pedagogici delle religioni monoteiste, a partire
dall’ebraismo, e passando per cristianesimo e Islam.
L’appuntamento, iniziato con i saluti della presidente UCEI Noemi Di
Segni e moderato dall’assessore UCEI a Scuola, Giovani e Formazione
Livia Ottolenghi, ha visto intervenire il rabbino capo di Roma Riccardo
Di Segni, lo storico Alberto Melloni e il docente di pensiero ebraico
Massimo Giuliani. A conclusione dei lavori, è intervenuta la curatrice
del volume.. Leggi
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qui milano - il ciclo di incontri di gariwo
In guerra col nichilismo terrorista
Il
destino ha voluto che aiutassi i turisti al Bardo. Non dimenticherò mai
l’angoscia di allora”, ricorda dal palco del Teatro Franco Parenti di
Milano Hamadi ben Abdesslem. Sarà infatti lui
il 18 marzo 2015 a portare in salvo 45 turisti dal museo del Bardo di
Tunisi nel corso di un’irruzione di un commando di terroristi
islamisti. Nove persone rimarranno uccise nell’attentato mentre il
gruppo guidato da Hamadi riuscirà a salvarsi. “La lotta contro il
terrorismo islamista è questione di cultura e di mentalità, dobbiamo
accettare e capire l’altro, questa è parte della soluzione per poter
convivere in pace”, prosegue la guida del Bardo nel corso dell’incontro
organizzato da Gariwo – La foresta dei Giusti dal titolo “La battaglia
culturale contro il terrorismo fondamentalista islamico”. Al fianco di
ben Abdesslem, sul palco, il politologo ed esperto di Medio Oriente
Olivier Roy, l’inviato del Sole 24 Ore Alberto Negri e lo scrittore
libanese candidato al Nobel per la Pace Hafez Haidar.
Un appuntamento che fa parte del ciclo di conferenze La crisi
dell’Europa e i Giusti del nostro tempo, organizzato proprio da Gariwo
assieme al Parenti, per tracciare una quadro delle complesse sfide –
dal terrorismo all’immigrazione – che il Vecchio continente deve
affrontare e quale sia la lezione di chi combatte ancora oggi per la
libertà. L’esempio di ben Abdesslem, del suo coraggio, ha ricordato il
presidente di Gariwo Gabriele Nissim, è la risposta al nichilismo
distruttivo dei terroristi “che anelano la morte contro il nostro
desiderio di vivere”. Leggi
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qui torino - il ricordo
Terracini, il padre costituente
A
settant’anni dall’elezione di Umberto Terracini come Presidente
dell’Assemblea Costituente, la Comunità ebraica di Torino ha deciso di
organizzare una serata in ricordo di una figura essenziale del panorama
politico italiano dai primi del Novecento in poi, prima come
giovane leva socialista, poi la svolta comunista, un percorso di
mobilitazione politica e morale che attraversa i due conflitti mondiali
e che sotto Mussolini si vede costretto a diciassette anni di
prigionia. Infine la nobile carica di Presidente dell’Assemblea, un
ruolo prestigioso che rivestì, ricordano i relatori in sala, con
estremo rigore, un rigore fatto di semplicità.
A tratteggiare la figura di Terracini è l’onorevole Lorenzo Gianotti,
punto di riferimento della sinistra torinese e analista della sinistra
internazionale. Al suo fianco, il vicepresidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni e l'avvocato Giuseppe Di
Chio, moderatore della serata. Leggi
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il bando della keillah veneziana
Venezia, un nuovo segretario
per la Comunità ebraica
Età
minima di 30 anni, iscrizione a una Comunità ebraica italiana, buona
conoscenza della lingua inglese scritta e parlata, adeguata formazione
in materia amministrativa/giuridica; elementi di conoscenza della
cultura e della Tradizione ebraica.
Sono alcuni dei requisiti richiesti dalla Comunità ebraica di Venezia, alla ricerca di un nuovo segretario.
Costituiscono titoli preferenziali, viene scritto nel bando lanciato
nelle scorse ore, la conoscenza della lingua ebraica, un titolo di
studio universitario o equipollente, precedenti esperienze lavorative
in Comunità e/o enti ebraici, capacità di lavoro in team ed esperienza
nel settore organizzativo. Leggi
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L'INIZIATIVA DI OSSERVATORIO SOLOMON
Lotta all’odio, nuove proposte
Una
riflessione sull’antisemitismo contemporaneo nelle sue diverse
ramificazioni, compresa quella sempre più velenosa e insidiosa
dell’antisionismo. A promuoverla Progetto Solomon – Osservatorio sulle
Discriminazioni, che con il patrocinio della Comunità ebraica romana ha
organizzato ieri presso il Centro Studi Americani un convegno
intitolato “Antisemitismo contemporaneo: violazione dei diritti umani
universali di libertà religiosa e di credo”.
Introdotto dalla presidente di Progetto Solomon, l’avvocato Barbara
Pontecorvo, e da un saluto della presidente della Comunità ebraica Ruth
Dureghello, il convegno ha visto al tavolo dei relatori il
sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, l’esponente del Csm
Paola Balducci, il direttore dell’International Holocaust Remembrance
Alliance (IHRA) Mark Weitzman, il direttore del master in Didattica
della Shoah dell’Università Roma Tre David Meghnagi e il giurista
Emanuele Calò, moderati dal docente dell’Università Lumsa David
Terracina. Leggi
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Ticketless - Luci in piazza |
A
differenza della sua collega romana, la Sindaca torinese si è
caratterizzata per il suo basso profilo. “Quieta non movere”, dicevano
i romani in età non sospetta. Non ho votato Cinque Stelle, non credo
voterò Appendino alla sua scadenza. Anche se non combinerà guai ed è
inverosimile un caso-Marra sabaudo, reputo troppo comoda la politica di
chi decide di non decidere. Inoltre, sia detto di passata, il discorso
in Palazzo Civico per il 27 gennaio scorso del consigliere grillino è
stato un vero disastro (provare per credere su youtube).
Tuttavia un punto a suo favore lo ha segnato la Appendino, o chi al suo
posto in Giunta ha approvato l’iniziativa di domani, giovedì 17
febbraio in piazza Castello. I falò della Libertà scenderanno dalle
cime di Israele delle Alpi. Dalla val Pellice il ricordo della fine dei
ghetti scenderà in città. La Comunità ebraica di Torino ha aderito e
c’è da rallegrarsi. Da molto tempo ritengo sia questo un giorno da
festeggiare e da portare in piazza con lo stesso orgoglio, sia detto
senza offesa per nessuno, con cui si accendono in piazza i lumi della
guerra maccabaica ogni anno a Chanukkà.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Antisemitismo
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Non
può non essere salutata con soddisfazione la notizia – già riportata e
commentata, su questo notiziario, lo scorso 9 febbraio – che la
Commissione Europea ha deciso di inserire nel proprio sito ufficiale la
definizione operativa di antisemitismo adottata, nel maggio 2016, a
Bucarest, dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) (la
rete intergovernativa che comprende 31 Paesi, di cui 24 membri
dell’Unione Europea, e che si riunisce due volte all’anno in una
settimana di riunione plenaria, votando una serie di mozioni, che
vengono approvate – come in questo caso – solo all’unanimità). E se,
come si spera, la Commissione Europea dovesse anche ufficialmente
adottare questa definizione, ciò rappresenterebbe un segnale ancora più
concreto di impegno nella lotta all’odioso fenomeno.
Francesco Lucrezi, storico
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Ultimo tango
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Il
tango è dolore rimodulato in musica, eros allo stato puro che si balla
stretti uomo e donna in atteggiamenti inequivocabili, ritmo ancestrale
di origine ebraica proveniente dal Secondo Tempio e largamente usato
nel canto sinagogale (alcuni suggestivi Lechà Dodì, Kedushà dell’Amidà
e Adon Olam sono cadenzati sul ritmo di tango), canovaccio metrico di
un vasto repertorio tradizionale e da strada degli ebrei galiziani
esportato in Argentina due secoli fa.
Di tango si può morire, cantanti e musicisti ne sono rimasti ammaliati,
stregati, ubriacati; non potevano rimanere immuni dal tango i Campi di
concentramento, assurde metropoli su scala ridotta che a pieno regime
divennero caleidoscopio di ritmi.
Francesco Lotoro
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Canti di ieri e di oggi
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Diceva
Rabbì Nachman di rezlaw: “Tutto il mondo è un ponte stretto e la cosa
più importante è non aver paura, non aver affatto paura”. Parole
profonde, importanti, tanto che qualcuno le ha musicate e le ha fatte
diventare un canto. Un canto semplice ma che resta nell’animo e infonde
coraggio. Non una di quelle canzoni che vanno ai festival e vincono.
Sira Fatucci
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