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21 febbraio 2017 - 25 Tevet 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Ephraim Mirvis,
rabbino capo di Gran Bretagna
e del Commonwealth
È giunto il momento per noi di smettere di sperare che un altro muro, un altro capro espiatorio o un'altra guerra porteranno nel mondo la pace che desideriamo.
 
Dario
Calimani,
Università di Venezia
C’è una frase della Mishnàh (Pirké Avoth 2:16) che mi ha sempre intrigato: “Non spetta a te [non è tua responsabilità] portare a termine l’opera, ma non sei libero [/non hai il diritto] di astenertene [di esentartene]”.
Nella fretta dettata dalla volontà/necessità di comprendere, se ne coglie l’invito consolatorio a non demoralizzarsi se non si riesce a finire ciò a cui ci si applica, qualcun altro lo finirà, o almeno continuerà ad applicarsi a quell’opera nell’intento di proseguire il percorso e portarla in direzione del suo compimento. Suona come un’assoluzione, ossia: non preoccuparti per le difficoltà del compito a cui ti accingi, ma fa’ lo stesso la tua parte.
 
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Museo ebraico e Vaticano
insieme per la Menorà
Si intitola “Menorà: culto, storia e mito” la mostra che dal 15 maggio al 23 luglio sarà visitabile presso il Braccio di Carlo Magno dei Musei Vaticani e il Museo ebraico di Roma. L’esposizione è stata presentata ieri nella Capitale, proprio all’interno del Museo ebraico, e, ricordano i quotidiani oggi (Corriere della Sera, La Stampa e Messaggero Roma), rappresenta il primo progetto comune tra le due istituzioni. “La Menorà è come se fosse il logo del popolo ebraico”, ha spiegato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni durante la presentazione della mostra a cura di Arnold Nesselrath, delegato per i Dipartimenti scientifici e i laboratori di Restauro dei Musei Vaticani, Alessandra Di Castro, direttrice del Museo ebraico capitolino, e dello storico dell’arte Francesco Leone. “II progetto – racconta il Corriere richiamando le parole della Di Castro e di Barbara Jatta, nuova responsabile dei Musei Vaticani – ha richiesto tre anni e mezzo di lavoro per costruire una mostra dedicata a un simbolo millenario che nessuno potrà vedere semplicemente perché, arrivato a Roma nel ’70 dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte delle truppe romane dell’imperatore Tito, il candelabro è sparito dal V secolo, quando venne razziato dai Vandali di Genserico nel sacco del 455”.

Israele, esempio di economia forte. Con un tasso di crescita annuo del Pil del 6,2 per cento (quarto trimestre del 2016), Israele dimostra ancora una volta la sua forza economia, grazie in particolare al settore delle nuove tecnologie. Come spiega La Stampa, quella dello Stato ebraico “è la performance migliore nell’Ocse, l’organizzazione che raccoglie i Paesi industrializzati occidentali. La disoccupazione è scesa al 4,3%, anche questo uno dei dati migliori all’interno dell’Ocse, che vede una media del 6,2%. La disoccupazione scende nonostante sempre più persone entrino nel mercato del lavoro”.

Il patriottismo europeo contro l’illusionismo dei Trump, Le Pen e sette grilline. “È ora schiacciare la bestiolina demagogico-populista” il titolo dell’editoriale pubblicato dal Foglio a firma di Giuliano Ferrara. Parlando della scissione in corso all’interno del Partito democratico, Ferrara auspica la ricostituzione di un fronte democratico a livello europeo contro il populismo emerso nel Vecchio Continente e non solo. “Un alleato americano fattosi insidioso e mattocchio, fuori controllo. Una Russia prepotente e impicciona. – il quadro del fondatore del Foglio – Un’orda di barbariche paure sociali alimentate dal carnaio mediorientale, dall’islam politico, da una immigrazione incontrollata, dalla concorrenza dei paesi extraeuropei ormai ipercompetitivi e dal terrorismo dispiegato: ci vuol altro per tornare a considerare l’Europa non il disastro di Bruxelles, non un centro finanziario poco democratico, sempre più percepito con oscure venature antisemite come una lobby di élite lontane (fuori dall’euro e gli ebrei si tolgano la lippa, dice Madame), ma il baluardo dell’unico mondo in cui ci piace vivere?”. Intanto Marine Le Pen, candidata per il Front National all’Eliseo, è in visita in Libano: “Proteggere i cristiani d’Oriente è nostra responsabilità – le parole della Le Pen riportate da La Stampa – ma non l’accoglienza in Europa”.
 
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  davar
QUI ROMA - IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
Filosofia, teologia, pluralismo 
"Rosenzweig, pensiero attuale"

È la congiunzione dell’incontro, del dialogo, della possibile connessione tra mondi diversi se non addirittura contrapposti. Per Franz Rosenzweig, grande filosofo tedesco scomparso nel 1929, tra i più stretti amici e collaboratori di Martin Buber la E gioca un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità.
“La sua lezione è quanto mai viva, quanto mai fondamentale nel nostro presente” sottolinea Irene Kajon, docente di filosofia all’Università Sapienza di Roma e anima del convegno internazionale dedicato allo studioso che si è aperto ieri pomeriggio alla Pontificia Università Gregoriana. “La congiunzione e nell’opera di Franz Rosenzweig: Io e l’Altro, filosofia e teologia, tempo e redenzione, ebraismo e cristianesimo”. Titolo indicativo, che lascia intendere molto.
Quattro giornate di relazioni e testimonianze, per portare avanti il messaggio di Rosenzweig. Una sfida ancora più significativa in ragione degli enti che cooperano alla realizzazione di questa iniziativa. Università Sapienza di Roma; Centro per gli studi ebraici Cardinal Bea; Pontificia Università Gregoriana; Franz Rosenzweig Gesellschaft. Ma anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che patrocina l’evento e ospiterà stasera presso il suo Centro Bibliografico una sessione sul tema “Samuel David Luzzatto e Franz Rosenzweig: esegesi della Bibbia e interpretazione di Yehuda Ha-Lewi” con interventi, oltre che di Kajon, del rabbino capo Riccardo Di Segni e dello storico Gadi Luzzatto Voghera, moderati da Raffaella Di Castro.
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qui roma - il convegno internazionale
Franz Rosenzweig, il dialogo
arma per capire la società

Un grande filosofo del ‘900, il cui pensiero in questi ultimi anni è stato riscoperto, anche grazie alla promozione di rilevanti convegni internazionali come quello che sta avendo luogo a Roma in questi giorni. L’opera di Franz Rosenzweig, in un periodo in cui i conflitti di matrice religiosa sono esacerbati e in cui venti nazionalisti, quando non apertamente razzisti, spirano in Europa e nel mondo, viene oggi riscoperta: perché il suo pensiero, e la sua stessa biografia, sono esemplari di un percorso di proficuo dialogo e confronto, tra ebraismo e cristianesimo ma non solo, e della possibilità di conciliare e far convivere nella persona più tratti identitari.
Franz Rosenzweig nasce il 25 dicembre 1886 a Kessel, in quella Germania guglielmina in pieno sviluppo in cui gli ebrei, acquisiti con l’emancipazione i diritti di cittadinanza, si stavano pienamente integrando nella società.
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qui roma - la mostra
La Menorà tra culto, storia e mito
“Menorà: culto, storia e mito”. È il titolo della grande mostra che, curata da Francesco Leone e Arnold Nesselrath, dal 15 maggio al 23 luglio sarà visitabile presso il Braccio di Carlo Magno dei Musei Vaticani e il Museo ebraico di Roma. L’esposizione, presentata ieri nel corso della conferenza stampa, è dedicata al candelabro a sette braccia simbolo da millenni dell’ebraismo. Oltre 130 opere le opere che saranno esposte, la gran parte al Braccio di Carlo Magno, per quella che è ad oggi la prima collaborazione effettiva tra le due realtà museali.
Un punto su cui si sono soffermate con parole di grande orgoglio e soddisfazione le due direttrici, Barbara Jatta e Alessandra Di Castro. Un progetto, è stato inoltre sottolineato, che dà concretezza a quella che era stata, alcuni anni fa, l’idea dell’ex direttrice del Museo ebraico Daniela Di Castro, sorella di Alessandra prematuramente scomparsa nel 2010.
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la sentenza che divide l'opinione pubblica
Caso Hebron, 18 mesi di carcere
per il soldato di Tsahal

18 mesi di reclusione e la degradazione a soldato semplice. È la pena comminata dal tribunale militare guidato dal giudice Maya Heller a Elor Azaria, il soldato di Tsahal (l'esercito israeliano) che nel marzo 2016 aprì il fuoco e uccise un terrorista palestinese mentre era a terra disarmato. Quest'ultimo era stato ferito e bloccato dopo aver attaccato una pattuglia di soldati israeliani  Hebron, in Cisgiordania. Secondo i giudici – che oggi hanno dato lettura della sentenza di condanna per omicidio già pronunciata settimane fa – Azaria ha violato le regole d'ingaggio dell'esercito israeliano e il suo codice etico (Tohar HaNeshek). “Sappiamo che questo non è stato un giorno facile per l'accusato e per la sua famiglia ma serviva giustizia e giustizia è stata fatta”, ha dichiarato il procuratore capo, il colonnello Nadav Weisman dopo la sentenza che però ha diviso l'opinione pubblica e la politica israeliana. Diversi esponenti del governo e della Knesset hanno infatti chiesto la grazia per il soldato, che dovrebbe iniziare a scontare la pena dal prossimo 5 marzo. Per tre quarti degli israeliani – il 73 per cento secondo un sondaggio dell'Institute for National Security Studies – i vertici dell'esercito avevano già condannato Azaria prima ancora della fine del processo. “Ora, dopo la sentenza, spero che le due parti facciano quanto necessario per concludere la questione per il meglio – ha dichiarato il ministro della Difesa Avigdor Lieberman, che in passato si era schierato a favore del soldato – Come ho detto in precedenza, persino coloro che non condividono il verdetto o la sentenza devono rispettare la Corte e, come ho sempre detto, l'esercito deve stare al fianco del soldato e della famiglia”.

QUI ROMA - MELAMED
A scuola di tifo responsabile
"Il rispetto prima di tutto"

"La più grande prova di coraggio è sopportare la sconfitta senza perdere il cuore”.
“Vivi la tua vita correndo per la vittoria senza dimenticare la lealtà e il rispetto per gli avversari”.
Un pomeriggio sui banchi a parlare di tifo responsabile per gli studenti della scuola elementare della Comunità ebraica romana. Con loro gli educatori di Roma Cares, la onlus fondata nel 2014 dal presidente Pallotta con l’obiettivo di promuovere valori educativi e positivi nello sport. E con loro anche Antonio Rudiger, possente difensore dell’undici di Spalletti oltre che paladino nella lotta al razzismo nel calcio.
“Nello sport è più importante il rispetto dell’avversario che una vittoria” ha spiegato Rudiger, rispondendo alle domande dei giovanissimi (che, all’oscuro della sua partecipazione all’iniziativa odierna, l’hanno salutato con un boato).
Ad accogliere il difensore della Roma una delegazione della Comunità ebraica guidata dalla presidente Ruth Dureghello e dal vicepresidente Ruben Della Rocca oltre che la preside dell’istituto, Milena Pavoncello.
“Ringraziamo Roma Cares per questa opportunità, e ci auguriamo presto di poter replicare un’iniziativa dello stesso tenore con la Lazio. Entrambe le squadre sono un patrimonio della città” sottolinea Della Rocca.
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qui roma
“Alluvione, una ferita aperta”
Erano passati solo 22 anni dalla fine della guerra e la Comunità ebraica aveva, seppur con dolore, ricominciato a vivere, i negozi, i magazzini erano stati riaperti, le merci sparite erano state sostituite. Di nuovo moltissimo andò perduto. Un documento di una famiglia fiorentina, in tedesco ed italiano, sancisce la chiusura di un negozio e la requisizione dei suoi beni perché di ebrei. Riaperto, dopo la guerra il negozio, riavviato il commercio il documento era tenuto in un cassetto, l’alluvione ha lasciato le sue tracce su di lui come sulla merce distrutta rovinata, fili, magliette, pezze di stoffa piene di fango o anche solo macchiate ma con quell’odore che non andava via, che per cercare di non perdere tutto venivano vendute a due lire. Rocchetti di filo un po’ rovinati che per anni erano l’alternativa economica a quelli nuovi immacolati. Esperienza di tanti”.
All’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma la testimonianza sull’alluvione di Firenze della Consigliera UCEI Sara Cividalli, che fu giovanissimo angelo del fango.
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l'incontro con la comunità ebraica
Ancona, la matita di Nikita
per raccontare il confronto

Si è parlato del futuro delle realtà ebraiche italiane ieri durante l'incontro tra la Comunità ebraica di Ancona, presieduta da Manfredo Coen, e la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Un'occasione di confronto che è stata ritratta da un giovanissimo iscritto alla Keillah marchigiana, Nikita, autore del disegno che pubblichiamo qui.


pilpul
Contro le bufale, l'educazione
Nei giorni scorsi è comparsa in Senato una proposta di legge (ddl) contro le notizie false, che nel frattempo sono state sdoganate come “bufale” (ufficialmente: “Disposizioni per prevenire la manipolazione dell’informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica”). Il problema è noto: internet non amplifica solo odio e violenza verbale, talvolta può creare allarme sociale o favorire pesanti diffamazioni, ignorando completamente la realtà dei fatti.
Pure in Germania, con le elezioni alle porte, si immaginano interventi. Tuttavia, la soluzione rischia di essere peggiore del male (el tacon peso del buso): la norma sembra inefficace, seguendo l’eterno principio del cucchiaino che non basta a svuotare il mare; inoltre, il giudizio sulle notizie “false o esagerate” (così nel testo) si presta a una discrezionalità pericolosa, che può produrre “martiri” del libero pensiero o, ancor peggio, arbitri contrari alla libertà di espressione. 


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie – Il campo di Casoli
La realtà dei campi di concentramento fascisti che furono istituiti in tutta la penisola dopo l’ingresso in guerra dell’Italia nel giugno del 1940 è ancora poco conosciuta.
Uno di questi campi si trovava a Casoli, in provincia di Chieti, in Abruzzo, e fu attivo dal 1940 al 1944, internando ebrei stranieri (fino a maggio del 1942) e successivamente “ex jugoslavi” (considerati sudditi nemici).
Meritoriamente Giuseppe Lorentini, lettore di italiano all’Università tedesca di Bielefeld (Nord Westfalia), ha realizzato di recente un sito, www.campocasoli.org, che è il frutto di un lavoro di tre anni di ricerca studiando, scansionando e rendendo consultabili 3.711 documenti contenuti in 212 fascicoli conservati presso l’Archivio storico del Comune di Casoli, dalla cui amministrazione ha avuto collaborazione e patrocinio.
Il sito propone l’intero fondo archivistico dedicato al campo, conservato nell’Archivio storico del Comune e riordinato nell’anno 2000, che – grazie al notevole numero di documenti – costituisce una fonte interessante per ricostruire quale fosse il modello di amministrazione di un campo di concentramento fascista.


Mario Avagliano
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Bipolidia franco-israeliana
Marine Le Pen, leader del Front National francese, ha proposto di modificare la legge, restringendo i casi di doppia cittadinanza (la c.d. bipolidia) all’ambito europeo, comprendendovi pure la Federazione Russa, forzando un poco, in quest’ultimo caso, i criteri geografici. Poiché si tratta di scelte che parrebbero meramente politiche, in quanto riferite anche all’Europa extra UE e in ogni caso non ispirate a trattati bilaterali o multilaterali, non è possibile escludere tassativamente una discriminazione o comunque un qualche vulnus al principio di eguaglianza.

Emanuele Calò
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