Roma, Museo ebraico e Vaticano
insieme nel segno della Menorà

rassegnaSi intitola “Menorà: culto, storia e mito” la mostra che dal 15 maggio al 23 luglio sarà visitabile presso il Braccio di Carlo Magno dei Musei Vaticani e il Museo ebraico di Roma. L’esposizione è stata presentata ieri nella Capitale, proprio all’interno del Museo ebraico, e, ricordano i quotidiani oggi (Corriere della Sera, La Stampa e Messaggero Roma), rappresenta il primo progetto comune tra le due istituzioni. “La Menorà è come se fosse il logo del popolo ebraico”, ha spiegato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni durante la presentazione della mostra a cura di Arnold Nesselrath, delegato per i Dipartimenti scientifici e i laboratori di Restauro dei Musei Vaticani, Alessandra Di Castro, direttrice del Museo ebraico capitolino, e dello storico dell’arte Francesco Leone. “II progetto – racconta il Corriere richiamando le parole della Di Castro e di Barbara Jatta, nuova responsabile dei Musei Vaticani – ha richiesto tre anni e mezzo di lavoro per costruire una mostra dedicata a un simbolo millenario che nessuno potrà vedere semplicemente perché, arrivato a Roma nel ’70 dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte delle truppe romane dell’imperatore Tito, il candelabro è sparito dal V secolo, quando venne razziato dai Vandali di Genserico nel sacco del 455”.

Israele, esempio di economia forte. Con un tasso di crescita annuo del Pil del 6,2 per cento (quarto trimestre del 2016), Israele dimostra ancora una volta la sua forza economia, grazie in particolare al settore delle nuove tecnologie. Come spiega La Stampa, quella dello Stato ebraico “è la performance migliore nell’Ocse, l’organizzazione che raccoglie i Paesi industrializzati occidentali. La disoccupazione è scesa al 4,3%, anche questo uno dei dati migliori all’interno dell’Ocse, che vede una media del 6,2%. La disoccupazione scende nonostante sempre più persone entrino nel mercato del lavoro”.

Il patriottismo europeo contro l’illusionismo dei Trump, Le Pen e sette grilline. “È ora schiacciare la bestiolina demagogico-populista” il titolo dell’editoriale pubblicato dal Foglio a firma di Giuliano Ferrara. Parlando della scissione in corso all’interno del Partito democratico, Ferrara auspica la ricostituzione di un fronte democratico a livello europeo contro il populismo emerso nel Vecchio Continente e non solo. “Un alleato americano fattosi insidioso e mattocchio, fuori controllo. Una Russia prepotente e impicciona. – il quadro del fondatore del Foglio – Un’orda di barbariche paure sociali alimentate dal carnaio mediorientale, dall’islam politico, da una immigrazione incontrollata, dalla concorrenza dei paesi extraeuropei ormai ipercompetitivi e dal terrorismo dispiegato: ci vuol altro per tornare a considerare l’Europa non il disastro di Bruxelles, non un centro finanziario poco democratico, sempre più percepito con oscure venature antisemite come una lobby di élite lontane (fuori dall’euro e gli ebrei si tolgano la lippa, dice Madame), ma il baluardo dell’unico mondo in cui ci piace vivere?”. Intanto Marine Le Pen, candidata per il Front National all’Eliseo, è in visita in Libano: “Proteggere i cristiani d’Oriente è nostra responsabilità – le parole della Le Pen riportate da La Stampa – ma non l’accoglienza in Europa”.

Spielberg e i dubbi su Bologna. Sembra che il regista americano Steven Spielberg abbia deciso di non girare più a Bologna una parte del suo prossimo film dedicato alla storia di Edgardo Mortara, bimbo ebreo strappato alla sua famiglia dalla chiesa di Pio IX per convertirlo al cristianesimo. “Anche a noi risultava che Spielberg avesse cambiato idea – spiega il presidente della Comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz parlando a Repubblica – che addirittura volesse creare a Londra la nostra città, invece una fonte autorevole, che non posso svelare, mi ha assicurato che verranno a maggio e che gireranno probabilmente tra la Sinagoga e il ghetto. D’altronde si cerca ancora il protagonista bambino, il piccolo Edgardo”.

Caos Unar. Le dimissioni del direttore dell’Unar, Francesco Spano, non sono bastate a placare il clamore e in molti chiedono la chiusura dell’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali. Spano è stato convocato ieri in tarda serata a Palazzo Chigi dalla sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, dopo il putiferio scatenato da un servizio della trasmissione Le Iene, che domenica aveva denunciato l’erogazione di 55mila euro ad associazioni gay tra le cui attività ci sarebbe anche quella di ospitare la prostituzione. Il servizio è stato realizzato dopo la segnalazione di un cittadino (Repubblica).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(21 febbraio 2017)