Storie – Il campo di Casoli

MarioAvaglianoLa realtà dei campi di concentramento fascisti che furono istituiti in tutta la penisola dopo l’ingresso in guerra dell’Italia nel giugno del 1940 è ancora poco conosciuta.
Uno di questi campi si trovava a Casoli, in provincia di Chieti, in Abruzzo, e fu attivo dal 1940 al 1944, internando ebrei stranieri (fino a maggio del 1942) e successivamente “ex jugoslavi” (considerati sudditi nemici).
Meritoriamente Giuseppe Lorentini, lettore di italiano all’Università tedesca di Bielefeld (Nord Westfalia), ha realizzato di recente un sito, www.campocasoli.org, che è il frutto di un lavoro di tre anni di ricerca studiando, scansionando e rendendo consultabili 3.711 documenti contenuti in 212 fascicoli conservati presso l’Archivio storico del Comune di Casoli, dalla cui amministrazione ha avuto collaborazione e patrocinio.
Il sito propone l’intero fondo archivistico dedicato al campo, conservato nell’Archivio storico del Comune e riordinato nell’anno 2000, che – grazie al notevole numero di documenti – costituisce una fonte interessante per ricostruire quale fosse il modello di amministrazione di un campo di concentramento fascista.
Allo stato attuale della ricerca in Italia, sono pochi, i comuni italiani sede di campi di concentramento o di località di internamento civile durante il fascismo, ad aver conservato i fascicoli personali degli internati.
L’obiettivo del progetto è raccogliere documenti, testimonianze, fotografie e altro materiale in modo da realizzare una documentazione il più completa possibile sul Campo di Concentramento di Casoli.
Nella sezione documenti vi sono alcune foto e si leggono alcune lettere personali degli internati, in molti passi davvero toccanti, e attraverso questo sito è anche possibile dare un volto al nome di diversi ebrei stranieri internati in questo Campo dal 10 luglio 1940, provenienti dal carcere di Trieste.
Dopo l’8 settembre 1943, nove di questi internati ebrei stranieri furono arrestati e deportati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove trovarono la morte. Un altro, invece, venne assassinato nel campo di Risiera San Sabba, un altro ancora deportato nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e sopravvissuto alla liberazione, avvenuta il 4 marzo 1945. Una foto di gruppo riprodotta nel sito, per molti di loro, rappresenta, forse, l’ultima immagine-testimonianza. Per altri 14 ebrei internati stranieri il Campo di Casoli risulta essere l’ultima località di internamento nota.
Chi vuole partecipare alla ricerca attraverso la propria testimonianza o contribuire con documenti e altri materiali, può rivolgersi a: info@campocasoli.org.

Mario Avagliano

(21 febbraio 2017)