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 6 marzo 2017 - 9 Adar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
In questa Parashah si narra della costruzione del Mishkan, il Santuario Portatile, prototipo del Santuario di Gerusalemme di Re Salomone di cui si parla nella Aftarah (Primo Tempio come modello anche del Secondo Tempio). Il Santuario è una forma di Santificazione dello Spazio da parte dell’uomo, dedicandolo a D-o, rappresenta una sorta di microcosmo.
 
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Anna
Foa,
storica
Mentre ieri ed oggi in molte città italiane, in particolare a Milano, si celebra la giornata europea dei Giusti, il 6 marzo, proclamata dal Parlamento Europeo su proposta di Gariwo per commemorare tutti coloro che si sono opposti ai crimini contro l’umanità e i totalitarismi, la Capitale resta senza celebrazione. Solo meno di un anno fa, il 31 marzo 2016, un Giardino dei Giusti era stato inaugurato anche a Roma, dentro la bellissima Villa Pamphili. Ancora non ci sono nomi per illustrarlo, ancora il giardino resta abbandonato. Le istituzioni comunali sono al corrente della sua esistenza? E cosa pensano di fare per sostenerla?
 
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Giusti, antidoto all’odio
Si celebra oggi la Giornata dei Giusti, istituita dal Parlamento europeo su proposta dell’associazione Gariwo presieduta da Gabriele Nissim. Per onorarli, scrive il Corriere, prendono il via a Milano le iniziative dell’Associazione per il Giardino dei Giusti, composta da Comune, Gariwo e Unione delle comunità ebraiche italiane. Oggi a Palazzo Marino, alle 14.30, viene inaugurato il Giardino Virtuale: un luogo online che estende ad altri Giusti — per ora 25 — lo spazio fisico del Monte Stella (nella zona nord-ovest di Milano) dove ogni anno vengono piantati nuovi alberi in onore di altrettante persone. Cinque quest’anno: Hamadi ben Abdesslem, la guida tunisina che salvò un gruppo di italiani nell’attacco al Museo del Bardo; Etty Hillesum, ebrea morta ad Auschwitz che rifiutò la logica del odio verso i tedeschi; Lassana Bathily, il musulmano che nascose delle persone nell’attentato al supermercato casher di Parigi; Raif Badawi, blogger saudita impegnato per una società libera; Pinar Selek, scrittrice turca in esilio per aver difeso le minoranze.

Il mistero avvolge un dolmen gigante ritrovato negli scorsi giorni tra i prati della Galilea, in Israele. Gli archeologi sono convinti che la siccità, il freddo e la carestia abbiano spazzato via dal Levante le civiltà della prima Età del Bronzo. Eppure, scrive il Corriere, la scoperta del dolmen nei campi del kibbutz Shamir ha convinto gli studiosi che la catastrofe possa aver risparmiato alcune popolazioni. Non hanno lasciato città o altri reperti, “ma l’operazione monumentale indica che la società doveva essere organizzata in gerarchie”.

È scontro tra Turchia e Germania: Erdogan ha infatti accusato Berlino di “praticare il nazismo”, oggi come oltre 70 anni fa. A scatenare la sua ira, riporta tra gli altri Repubblica, sono stati i divieti ai ministri turchi di tenere comizi presso le comunità turche di Germania, in vista del referendum con cui Ankara progetta di modificare la propria costituzione, conferendo ancora più poteri al presidente. Divieti decisi dalle autorità locali tedesche per motivi di sicurezza e nei quali, viene spiegato da Repubblica, “il governo della cancelliera Merkel ufficialmente non ha un ruolo”.
 
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  davar
giornata europea dei giusti - qui milano
"Giusti, una luce contro l'odio"
"Da Israele alla Tunisia, sempre più città hanno accolto il nostro progetto dedicato a Giusti e questo è per noi motivo di orgoglio", ad affermarlo il presidente dell'Associazione Gariwo Gabriele Nissim, in occasione delle celebrazioni nella prestigiosa sala Alessi del Comune di Milano della Giornata europea dei Giusti. Un momento di riflessione istituito dal Parlamento europeo per il 6 marzo di ogni anno, frutto dell'impegno di Nissim e di Gariwo. L'appuntamento milanese – nel corso del quale sono intervenuti oltre a Nissim, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara, il vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, il presidente del Consiglio Comunale di Milano Lamberto Bertolè e la direttrice di Gariwo Ulianova Radice – è stata  l'occasione per presentare il Giardino Virtuale dei Giusti: un progetto nato per accogliere le segnalazioni e le testimonianze sempre più frequenti sui giusti dimenticati o ancora sconosciuti, inseriti in uno spazio virtuale che riproduce il giardino del Monte Stella di Milano.

“Oggi ricorre la Giornata Europea dei Giusti, nata per celebrare il valore di chi si è opposto ai totalitarismi, al terrorismo e ai crimini contro l'umanità. L'esercizio della memoria del bene è fondamentale e l'esempio dei Giusti ci responsabilizza. Questo 6 marzo, in particolare, è dedicato agli uomini e alle donne che hanno cercato il dialogo in difesa della pluralità e non si sono piegati alla cultura dell'odio" la nota del Primo ministro Paolo Gentiloni, letta in sala da Nissim. “La memoria della Shoah - la riflessione della Presidente UCEI Noemi Di Segni - impone un forte ed assoluto distinguo. Un assoluta comprensione che quell’orrore appartiene ad una vicenda spazio temporale che non ha uguali. Importante e forse più significativa di ogni altra la ricerca del perché, perché un uomo o un popolo arriva a perpetrare un simile crimine. E così come ci chiediamo il perché del male, ci poniamo il perché del bene, quasi invertendo l’aspettativa. È talmente tanto e tanto il male vissuto che è quasi normale. È talmente talmente raro il fare bene che rimaniamo sconvolti. Non è da tutti essere giusti".
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giornata europea dei giusti 
"Giusti, esempio per i giovani"
In occasione delle celebrazioni della Giornata europea dei Giusti nella sala Alessi del Comune di Milano, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara ha pronunciato il seguente discorso.

La luce dei Giusti irradia l'intera umanità e rappresenta un formidabile paradigma sia in tempo di pace che in tempo di crisi, quando il buio cala sul nostro mondo e la violenza, l'odio, la negazione dei diritti costituiscono una minaccia quotidiana alla vita democratica.
Conoscere e divulgare le storie di chi si è opposto all'oscurità, nei diversi periodi del nostro recente passato, rappresenta un'opportunità che ci aiuta a capire il valore delle conquiste ottenute dal mondo progredito e il loro peso specifico nelle nostre esistenze.
Celebrando i Giusti di ieri e di oggi, raccontando il loro coraggio, il loro sogno, la loro tenacia, rafforziamo i valori che uniscono popoli e culture diverse nel comune anelito di pace, libertà e fratellanza universale..

Giorgio Mortara, vicepresidente UCEI
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il ricordo di davide romanin jacur 
Rav Viterbo, Maestro di vita
Si sono svolti ieri a Beth Shemesh, in Israele, i funerali del rav Achille Shimon Viterbo.
Nato a Tunisi, rav Viterbo aveva conseguito il titolo di Maskil al Collegio Rabbinico Italiano di Roma nel gennaio del 1956 e la Semikhà nel 1963. Dal 1955 al 1999 era stato rabbino capo di Padova.
Un magistero che ha lasciato un segno profondo, così come gli anni trascorsi prima a Trieste e poi a Gerusalemme.
Un ricordo che resterà incancellabile per l'intera collettività ebraica italiana.

Quarantaquattro anni. Sono più di quanto impiegarono gli Ebrei per entrare nella Terra Promessa. Sono due intere generazioni che Achille percorse nella nostra Comunità.
È arrivato giovanissimo, era un ragazzetto di 24 anni, raccomandato a mio nonno Michelangelo da una lettera del suo maestro Disegni. Allora arrivava da Torino il venerdì mattina, faceva le Tefilloth del venerdì sera e del sabato mattina, l’attività sociale nel pomeriggio e le lezioni della domenica mattina; e poi ripartiva correndo, per prendere il treno e tornare a Torino, fino al completamento degli studi per conseguire il Diploma.
Ricordo che incrociava sul selciato sotto le finestre di casa mia gridando a mia mamma “pesce, mi raccomando!” e poi, faceva i complimenti a mia sorella di cinque anni “ma che bella sottanina che hai!”.
Era il tempo in cui la Comunità aveva appena finito di leccarsi le ferite della Shoah, e si ricostruiva, ma non sapendo ancora quale sarebbe stato il futuro: il grande Aron della Sinagoga Tedesca, distrutta dal fuoco fascista, stava partendo per la Nuova Israele, con quella struggente lettera in cui il Nonno affidava quelle sante pietre al comandante della nave. Era il tempo delle Famiglie Calabresi, Corinaldi, De Benedetti, Parenzo, Colombo, Cesana, Vitali Norsa, Sharghel, Orvieto, Khan, Levi e Levi Minzi, Sacerdoti, Melli, Babad e chissà quanti altri vorrei ricordare per farli tutti presenti in questa occasione (non me ne vogliano); mentre stavano per arrivare i Segré (con i controcanti sefarditi di Pino), i Lechziel, i D’Angeli, i Permutti, i Marconi e, poi i Foà, Jona ed altri ancora.

Davide Romanin Jacur,
Presidente della Comunità ebraica di Padova

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qui torino - il concorso miur- ucei
I ragazzi raccontano Stella
La Comunità ebraica di Torino e la Scuola elementare Colonna e Finzi insieme per celebrare i vincitori del concorso nazionale indetto dal ministero dell’Istruzione e della ricerca e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane “I giovani ricordano la Shoah”: primi classificati nella selezione regionale i bambini della classe V elementare della Scuola Primaria “Collodi” di Rondissone con il video “La Storia di Stella”. I giovani studenti, assieme alle loro maestre e alla collaborazione con alcuni consiglieri della Comunità ebraica di Torino, hanno intrapreso un percorso formativo attraverso le opere letterarie e cinematografiche legate alla Shoah e al tema della memoria, per poi potersi cimentare con il tema del concorso: raccontare la Shoah attraverso una figura chiave. La scelta della classe elementare è ricaduta sulla famiglia Duretti, in particolare su Roberto e Mariella, figli di Stella Valabrega, ebrea torinese che assieme ai genitori venne deportata ad Auschwitz. Lei si salvò, ma non raccontò ai figli la sua identità ebraica e la tragica parentesi della deportazione.
Molti i presenti, tra cui il vicepresidente UCEI, Giulio Disegni che ha ricordato come da diversi anni esista una collaborazione tra Unione e MIUR per promuovere questo concorso nazionale. Accanto a lui la vicepresidente della Comunità ebraica, Alda Guastalla, il sindaco di Rondissone, Miriam De Ros, la preside della scuola ebraica, Sonia Brunetti e il rabbino capo di Torino Ariel Di Porto che ha spiegato ai ragazzi l’importanza fin da piccoli di sviluppare un senso critico rispetto al presente e al passato.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Matvejevic, autore d’Europa 
Predrag Matvejevic autore d’Europa. Come raccontato nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition, l’intervista allo scrittore recentemente scomparso che fu realizzata dal direttore della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale, sarà presto pubblicata in Bosnia Erzegovina dal giornale ebraico di Sarajevo "Jevrejski Glas" (La voce ebraica). A curare la versione in serbo-croato, Jelica Raseta.
Negli scorsi giorni il ministro israeliano dell’Energia Yuval Steinitz ha incontrato il ministro dello sviluppo economico italiano Carlo Calenda a Roma. Tanti i temi in agenda, inclusi gli accordi di collaborazione tra i due paesi e l’Europa intera nello sfruttamento dei nuovi giacimenti di gas naturale. Ancora nella Capitale, il talento di un diciottenne sta facendo guadagnare qualche simpatia per la squadra della Lazio nella comunità tradizionalmente di cuore giallorosso: si tratta di Giorgio Spizzichino, che nell’ultimo derby disputato qualche giorno fa è stato convocato dai biancocelesti.
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pilpul
Oltremare - Rituale
Noi ebrei siamo degli esperti mondiali in fatto di rituale, dai riti religiosi quotidiani a quelli settimanali, annuali, alle cose che si fanno anche solo una volta nella vita e pur sempre devono seguire quel rituale scritto centinaia quando non migliaia di anni fa. Non c’è unanimità presso i filosofi e gli storici se questa ritualizzazione sia ciò che ci rende eterni, o se sia la ragione fondante del peggiore antisemitismo, e forse è tutte e due le cose. Si fa presto ad aver paura di un gruppo di persone che compie ciclicamente azioni poco comprensibili ai più, come la cottura di pani non lievitati prima di Pesach, o levatacce in piena notte per andare a cantare le selichot prima di Kippur. Si dice che non si dovrebbe aggiungere ai rituali già stabiliti, ma sfido chiunque, ebrei e no, a dichiararsi privo di riti personali, dati dall’abitudine o prodotti consapevolmente. E di recente mi sono accorta di aver prodotto il mio piccolo, personalissimo rito della scrittura dell’Oltremare.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Lieberman
Il Ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha rilasciato una interessante intervista al quotidiano tedesco Die Welt che non ha ricevuto a nostro avviso l’attenzione che merita, perché dice cose importanti su come un nuovo modo di avvicinarsi al conflitto arabo-israeliano possa indicare soluzioni finora non immaginate.
“È tempo di dare vita ufficialmente ad una coalizione, a un’unione di tutte le forze moderate del Vicino Oriente – non importa se musulmani, ebrei o cristiani – contro il terrorismo”. Questa dichiarazione è stata letta come la positiva risposta israeliana all’apertura del Ministro degli Esteri saudita Adel Al-Jubayr per una collaborazione comune contro il pericolo iraniano.


Anselmo Calò 
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