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30 marzo 2017 - 3 Nissan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
È noto che tutte le regole relative ai sacrifici sono improntate ad una forte simbologia. Molti Maestri rilevano come da esse noi si possa imparare molto per quanto riguarda i nostri comportamenti quotidiani.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Lo scorso sabato al Tempio Italiano di Gerusalemme mi è stato affidato l’onore di aprire l’Aron Hakodesh, l’Arca Santa. Alla vecchia chiave è appesa una catenella con una targhetta d’argento su cui è inciso il nome del donatore: Rav Achille Shimon Viterbo, z.l. Domenica prossima si terrà al Tempio Italiano una commemorazione del mese dalla dolorosa scomparsa di Rav Viterbo, e alla sua memoria sono dedicate queste righe. Avevo conosciuto Rav Viterbo a Padova nel 1964, quando cercavo i materiali demografici sulla comunità per la mia tesi di laurea. Io ero seduto davanti ai dati dell’anagrafe comunitaria e lui da dietro mi commentava su ogni persona, consigliando di intervistare questo, sconsigliando quello, con qualche ironico e a volte graffiante commento. Nei 44 anni del suo rabbinato a Padova, dal 1955 al 1999, Rav Viterbo ha saputo mantenere un’attiva e calda presenza nella comunità, con particolare attenzione per i giovani.
 
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Antiterrorismo, a Venezia sgominata cellula jihadista
Una presunta cellula jihadista è stata sgominata nel pieno centro di Venezia. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo e condotta in modo congiunto da polizia e carabinieri, spiega Repubblica. Tre persone sono state arrestate un un minorenne fermato. Sono tutti cittadini originari del Kosovo e residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno. Eseguite anche 12 perquisizioni, 10 nel centro storico di Venezia, una a Treviso e una a Mestre.

Scuola e laicità. Continua il dibattito sulla sentenza del Consiglio di Stato che, previo via libera del Consiglio di istituto, autorizza la benedizione pasquale. Ad essere legittime secondo il tribunale le benedizioni fuori dalle lezioni e facoltative, accogliendo il ricorso del ministero dell’Istruzione e ribaltando la decisione del Tar Emilia-Romagna che aveva annullato la delibera con cui un consiglio di istituto di Bologna le aveva autorizzate. La decisione ha riaperto la questione della laicità nelle scuole italiane e sul Resto del Carlino intervista a riguardo il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta. “Certo laa scuola deve essere laica. È fondamentale. – sottolinea il rabbino – Noi ci impegniamo affinché questo accada. Ogni studente deve poter essere libero di studiare, in classe, la cultura islamica, cristiana o ebraica. La dimensione religiosa va affrontata, invece, nei luoghi deputati e ben differenti tra lori moschea, chiesa e sinagoga”. E sull’ora di religione afferma che “sarebbe più corretto che ci fosse un’ora di Storia delle religioni, in cui si studia l’evoluzione delle tre religioni monoteiste, a cominciare dalle origini, in rapporto all’età degli studenti. Questo è più democratico e di certo più imparziale”.

Gerusalemme, l’attentato sventato. Una donna palestinese ha cercato di accoltellare dei soldati presso la Porta di Damasco. Le forze dell’ordine hanno risposto alla minaccia e aperto il fuoco, uccidendola. A riportare in breve la notizia sui quotidiani italiani, Avvenire e il Fatto Quotidiano.

Torino, una piazza per Umberto Terracini, ricordando Emanuele Artom. È l’appello lanciato al sindaco Chiara Appendino da parte dell’Anpi, con l’appoggio della Comunità ebraica torinese, con la richiesta di intitolare di una via o di una piazza nella città in cui visse il presidente dell’Assemblea costituente. Per il momento l’amministrazione cittadina non ha risposto, spiegano dall’Anpi e dallo staff del sindaco, scrive Repubblica Torino, spiegano che il motivo è che bisogna rifare la delibera “che la giunta precedente non aveva portato a compimento e stiamo capendo i tempi con cui si può arrivare all’intitolazione. Non snobbiamo nessuno perché sennò non daremmo il patrocinio alle iniziative dell’Anpi cui invece partecipiamo sempre con piacere”. Domani intanto si ricorda il partigiano Emanuele Artom con la tradizionale marcia in sua memoria (ore 11.00), con partenza dalla stazione di Porta Nuova, per iniziativa delle Comunità ebraiche di Torino, Vercelli e Casale Monferrato, della Città di Torino e della Comunità di Sant’Egidio (La Stampa Torino).
 
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  davar
LA STRADA APERTA DA PAGINE EBRAICHe
Fantoni, un assessore tra i Giusti
Un nuovo Giusto tra le Nazioni per l’Italia. Si tratta di Renato Fantoni, esponente del Partito Liberale e assessore alla Casa nella prima Giunta comunale fiorentina del dopoguerra, che insieme alla moglie Beatrice accolse in una casa di sua proprietà a Pian del Mugnone un illustre compagno di partito, destinato a lasciare un segno nella vita politica italiana: l’ebreo Eugenio Artom, futuro membro della Consulta nazionale e senatore della Repubblica. Con lui, nascosti in quella casa, anche la moglie Giuliana e il maggiordomo Amedeo.
Ad aprire la strada al riconoscimento, celebrato questa mattina con la cerimonia ufficiale di attribuzione del titolo di “Giusto” in memoria, la pubblicazione di alcune testimonianze inedite sul giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche.
Grande la commozione in sinagoga dei due principali protagonisti di questa vicenda: Piero Sarti Fantoni, figlio adottivo di Renato; Fortunee Treves, nipote di Giuliana. Ad intervenire nel corso della cerimonia anche il Presidente della Comunità ebraica fiorentina Dario Bedarida, che ha portato i saluti della Presidente UCEI Noemi Di Segni; Sara Gilad in rappresentanza dell’ambasciata israeliana in Italia; l’assessore alla Casa del Comune di Firenze Sara Funaro, l’assessore comunale di Vaglia Riccardo Impallomeni.
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qui torino - domani la marcia 
Nel nome di Emanuele Artom,
la lezione contro l'indifferenza

“Il fascismo non è una tegola cadutaci per caso sulla testa; è un effetto della apoliticità e quindi della immoralità civile del popolo italiano. Se non ci facciamo una coscienza politica non sapremo governarci, e un popolo che non sa governarsi cade necessariamente sotto il dominio straniero, o sotto la dittatura di uno dei suoi”, scriveva nel suo celebre Diario il partigiano ebreo torinese Emanuele Artom, catturato sulle montagne piemontesi e ucciso dai nazifascisti nel marzo del 1944. Parole, quelle di Artom, che ancora oggi costituiscono una lezione morale per chi chi chiude gli occhi di fronte al nazionalismo spinto, alla xenofobia, al riemergere di pulsioni antisemite e razziste nel Vecchio Continente. “L'esempio di Artom è ancora vivo e presente e anche per questo noi come  Comunità ebraica di Torino, a cui si sono aggiunte la Comunità di Casale Monferrato e Vercelli, assieme alla Comunità di Sant'Egidio organizziamo da diversi anni una marcia in suo onore”, spiega il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni, ricordando la manifestazione in memoria di Artom, che partirà domani mattina dalla stazione Porta Nuova (ore 11.00) del capoluogo piemontese. “Come negli anni passati, abbiamo ricevuto il patrocinio della città di Torino. Un segno di continuità nel rispetto di quanto già accadeva con le precedenti amministrazioni”, sottolinea Disegni. Negli scorsi anni infatti, il precedente sindaco, Piero Fassino, aveva sempre partecipato alla marcia e quest'anno il nuovo sindaco Chiara Appendino ha confermato la sua presenza. Così come sarà presente e interverrà Daniela Sironi, presidente della Comunità di Sant’Egidio.
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SEGNALIBRO - DA OGGI NELLE LIBRERIE
Religioni contro la violenza,
il manifesto di rav Sacks

Esce oggi nelle librerie Non nel nome di Dio, la traduzione italiana dello straordinario Not in God’s Name del rabbino Jonathan Sacks, ex rabbino capo d’Inghilterra e del Commonwealth. In Italia grazie alla casa editrice Giuntina, il libro è un vero e proprio manifesto per i tempi complessi che stiamo vivendo. Una denuncia della violenza religiosa e del terrorismo e al tempo stesso un testo percorso da proposte concrete per trovare una via comune contro l’odio. Sottolinea rav Sacks nel primo capitolo della sua intensa testimonianza: “Troppo spesso nella storia della religione le persone hanno ucciso nel nome del Dio della vita, mosso guerra nel nome del Dio della pace, odiato nel nome del Dio dell’amore e praticato la crudeltà nel nome del Dio della compassione.
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jciak
Via Puffetta da quel manifesto
L’ultima avventura dei Puffi promette azione e insidie a non finire. Ma che a sparire fosse Puffetta non l’aveva immaginato nessuno. Eppure è successo a Bne Berak, il quartiere ortodosso alle porte di Tel Aviv, dove dai manifesti del nuovo film I Puffi 3: Viaggio nella foresta segreta (nelle sale italiane da giovedì prossimo) è sparita proprio l’unica creatura femminile del pianeta blu.
L’assenza non ha niente a che fare con la trama del fim. Smurfette, come la chiamano in inglese, è semplicemente rimasta vittima di una strategia di promozione che, nelle aree ultraortodosse, censura le figure femminili. Prima di lei era successo a Hillary Clinton in campagna elettorale, a Jennifer Lawrence e persino al catalogo Ikea.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Domande
Ha scritto Jacques Attali nel suo “Dizionario innamorato dell’ebraismo” che gli interrogativi posti dai bambini durante il Seder sono essi stessi prove di libertà: «Un uomo asservito non può infatti porsi delle domande e deve sottomettersi senza discutere; nella sera di Pesach più si parla, più ci si interroga, e più si prova la propria libertà…». Buon Pesach allora, e continuiamo a farci domande, ad avere dubbi, a non essere asserviti a nulla e a nessuno.

Stefano Jesurum, giornalista
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Inaugurazione a Bologna
Probabilmente si tratta ancora degli effetti ormonali dell’allattamento (giustificazione autoassolutoria spudoratamente mendace, ma non sarebbe politicamente corretto farmelo presente e, ben consapevole di ciò, ne approfitto). Forse anche il caldo eccessivo e l’affollamento nel matroneo dove l’aria sembra non arrivare, la bimba in braccio che sorride felice a ragazzine, signore e giovani madri intente ad ammirarla.
Fatto sta che mi si velano gli occhi all’apertura dell’Aron durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo Tempio piccolo di Bologna, lo scorsa domenica. Quale modo migliore di iniziare la settimana, così controcorrente ritengo, in un mondo ebraico come quello italiano che eufemisticamente definirei non in crescita, assistere all’inaugurazione di un nuovo Bet HaKnesset.


Sara Valentina Di Palma
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