Torino – Nel nome di Emanuele Artom
una lezione contro l’indifferenza

Schermata 2017-03-30 alle 14.09.46“Il fascismo non è una tegola cadutaci per caso sulla testa; è un effetto della apoliticità e quindi della immoralità civile del popolo italiano. Se non ci facciamo una coscienza politica non sapremo governarci, e un popolo che non sa governarsi cade necessariamente sotto il dominio straniero, o sotto la dittatura di uno dei suoi”, scriveva nel suo celebre Diario il partigiano ebreo torinese Emanuele Artom, catturato sulle montagne piemontesi e ucciso dai nazifascisti nel marzo del 1944. Parole, quelle di Artom, che ancora oggi costituiscono una lezione morale per chi chi chiude gli occhi di fronte al nazionalismo spinto, alla xenofobia, al riemergere di pulsioni antisemite e razziste nel Vecchio Continente. “L’esempio di Artom è ancora vivo e presente e anche per questo noi come Comunità ebraica di Torino, a cui si sono aggiunte la Comunità di Casale Monferrato e Vercelli, assieme alla Comunità di Sant’Egidio organizziamo da diversi anni una marcia in suo onore”, spiega a moked.it il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni, ricordando la manifestazione in memoria di Artom, che partirà domani mattina dalla stazione Porta Nuova (ore 11.00) del capoluogo piemontese. “Come negli anni passati, abbiamo ricevuto il patrocinio della città di Torino. Un segno di continuità nel rispetto di quanto già accadeva con le precedenti amministrazioni”, sottolinea Disegni. Negli scorsi anni infatti, il precedente sindaco, Piero Fassino, aveva sempre partecipato alla marcia e quest’anno il nuovo sindaco Chiara Appendino ha confermato la sua presenza. Così come sarà presente e interverrà Daniela Sironi, presidente della Comunità di Sant’Egidio. In rappresentanza della Regione ci sarà poi il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, anche presidente del Comitato per l’affermazione dei Valori della Resistenza e dei principi costituzionali.
“Ogni anno questa marcia prevede la partecipazioni degli studenti di diverse scuole torinesi, tra cui quelli della scuola ebraica, a cui viene affidato un tema ogni volta diverso da sviluppare in classe ma sempre legato al diario di Artom. – spiega il presidente della Comunità ebraica torinese – Quest’anno il filo conduttore è l’indifferenza: Artom fu un esempio di lotta civile, di resistenza, di impegno attivo contro la barbarie e il totalitarismo. Il suo approccio alla vita ci ricorda come anche noi oggi abbiamo l’obbligo, di fronte al riemergere di pulsioni demagogiche e populiste, di non rimanere indifferenti”. All’indomani dell’8 settembre 1943 il giovane Emanuele Artom, infatti, scegliere la lotta attiva: tornerà a casa e con l’ironia acuta di cui è costellato il suo diario, confesserà alla madre, “oggi ho combinato due guai: ho rotto i pantaloni e mi sono unito ai partigiani”. A 28 anni dotato di un acume politico e di una capacità di leggere l’animo umano fuori dal comune, l’intellettuale ebreo tornese salirà tra le valli piemontesi per resistere, assieme ai compagni partigiani, ai nazifascisti. Il 25 marzo 1944 le SS italiane lo cattureranno, per poi torturarlo a morte.
Oltre al valore di Artom, Torino vuole ricordare anche un’altra grande figura che contribuì alla costruzione dell’Italia democratica: il presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, giurista ed ebreo torinese. In suo nome l’Anpi, con l’appoggio della Comunità ebraica torinese, ha chiesto al Comune che sia intitolata una via o una piazza della città. “Sembra che l’iter perché questo accada sia ripreso – spiega Disegni – Noi ci auguriamo che il tutto si riesca a fare entro quest’anno, facendo così cadere simbolicamente l’intitolazione a Terracini (a cui la Comunità di Torino aveva dedicato una giornata di studio) nell’anno in cui celebriamo il 70esimo anniversario dalla Costituente”.

d.r.

(30 marzo 2017)