Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
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"Chi
giudica il suo prossimo in bene, viene giudicato in bene" (Talmud
babilonese, Shabbat 127b). Da tenere presente come antidoto al
malpensiero e alla maldicenza.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Ieri
mattina al mio beit Ha-knesseth non eravamo molti. Ma con molta volontà
siamo riusciti ad essere più di dieci. E allora mi sono ricordato di
Martin Buber che in una pagina di “Io e Tu”, scrive: “È la
partecipazione alla realtà che fa l'Io reale; ed esso è tanto più reale
quanto più completa è la partecipazione”. In quelle righe non si parla
mai di quantità, ma di intensità. Quella ieri mattina c’era.
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Ombre nere sull'Italia
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Da
Milano a La Spezia, le cronache raccontano di preoccupanti episodi
legati all’universo dell’estrema destra italiano: in Liguria, i
carabinieri hanno fermato sei persone con l’accusa di “associazione
finalizzata all’incitamento alla discriminazione e alla violenza per
motivi razziali, etnici e nazionali”. Per gli inquirenti, alcuni
elementi del gruppo – autodenominatosi “Autonomi NS La Spezia” –
avrebbero organizzato ronde notturne allo scopo di aggredire migranti
ed avrebbero imbrattato targhe che commemoravano la Resistenza (Fatto
Quotidiano e Avvenire). Nel pomeriggio di ieri invece centinaia di
militanti di estrema destra hanno commemorato al “Campo 10” del
Cimitero Maggiore di Milano i caduti della Repubblica di Salò,
esibendosi in un saluto romano collettivo. “Condanniamo fermamente
questi gesti e queste provocazioni, continueremo a far tutto quanto è
in nostro potere per evitare iniziative del genere. – il commento del
sindaco di Milano Giuseppe Sala, riportato dal Corriere Milano – Mi
auguro che le autorità competenti agiscano perché la nostra
Costituzione e le nostre leggi siano rispettate. E, soprattutto, mi
auguro che la Milano democratica e antifascista, che ha fatto grande
questa città, non smetta mai di far la sua parte, nel solco dei valori
della nostra Costituzione. Io la mia la farò sempre”. L’auspicio del
presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati, intervistato da Repubblica
Milano, è “che quanto prima gli autori della manifestazione siano
identificati e denunciati alla procura della Repubblica”. La
provocazione al Cimitero Maggiore, spiega Paolo Berizzi su Repubblica
Milano, è il segno della saldatura di due formazioni dell’estrema
destra italiana, CasaPound e Lealtà Azione: i leader dei due gruppi,
Gianluca Iannone e Stefano Del Miglio, erano infatti alla guida della
manifestazione non autorizzata.
Bergoglio e l’Egitto. Grande attenzione sui media nazionali (Corriere,
Repubblica e La Stampa, tra gli altri) per il ritorno di Bergoglio dal
Cairo. Il papa afferma di essersi attivato tra le altre cose per il
caso Regeni e dice di essere preoccupato per le tensioni con la Corea
del Nord. Rispetto alla questione migranti, Bergoglio poi conferma il
paragone inopportuno tra i campi per i profughi e i campi di
concentramento. Secondo lo scrittore egiziano Ahmed Nagi, intervistata
dal Corriere, il presidente Al Sisi ha sfruttato la visita di Bergoglio
per legittimare il suo potere.
Francia, le ambizioni di Le Pen. “Siamo noi gli eredi di De Gaulle.
Rifonderemo l’Europa coi 5 stelle”, è quanto dichiara Marion
Maréchal-Le Pen, nipote della leader del Front National, al Corriere
delle Sera. Al quotidiano, la giovane politica esprime la sua
soddisfazione per il patto siglato dalla zia con il gollista Nicolas
Dupont-Aignan. “In questi anni ci sono stati momenti di stanchezza,
persino di disperazione, e quando finalmente qualcuno dà prova di
indipendenza e va oltre la barriera della demonizzazione contro di noi
è normale che provochi entusiasmo. Dupont-Aignan è un gollista, –
afferma la giovane Le Pen – sì, noi veniamo da una tradizione diversa
ma non è più un problema da tanto tempo, i nostri quadri lo dimostrano
(il riferimento è al numero due, Florian Philippot, gollista anche lui,
ndr). Oggi gli eredi del generale De Gaulle sul ruolo della Francia nel
mondo siamo noi del Front National”.
Roma, Premio Mattonella ad Anna Foa. Nell’aula magna del liceo
Visconti, l’Associazione degli ex alunni ha consegnato il premio
Mattonella ad Anna Foa, docente di Storia Moderna alla Sapienza e
autrice di Portico d’Ottavia 13, una casa del ghetto nel lungo inverno
del ’43. Il riconoscimento, istituito ne11978, viene attribuito agli ex
alunni distintisi nella vita (Corriere Roma).
Segnalibro, le memorie di Zargani. Su l’Espresso, lo scrittore Marco
Belpoliti recensisce In bilico (Marsilio), ultimo libro di Aldo
Zargani. “Il suo telescopio narrativo – spiega Belpoliti – ha una
doppia messa a fuoco: il sé bambino, che alimenta la sua capacità di
raccontare il passato come se fosse un presente, e il sé presente, che
è quello di un signore di ottant’anni spiritoso e arguto, saggio e
provocatorio insieme, che riflette sulla nostra condizione attuale. Gli
ebrei e gli altri: tutti in bilico, come lui negli anni Trenta del XX
secolo. Le pagine di Zargani sono sempre incerte tra tragedia e
commedia, anche se la catastrofe non accade mai, e tuttavia aleggia di
continuo”..
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il messaggio della presidente noemi di segni
Yom HaZikaron e Gerusalemme
Unesco recuperi la sua credibilità
In
occasione delle celebrazioni di Yom HaZikaron, la Presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha
rilasciato la seguente dichiarazione:
Siamo a un passo dall'appuntamento con Yom HaZikaron, il Giorno del
Ricordo, la data scelta dallo Stato di Israele per commemorare le
vittime civili e militari cadute per difendere la libertà del popolo
ebraico, l’indipendenza dello Stato di Israele e ad opera del
terrorismo. Gli ebrei italiani partecipano con commozione al ricordo di
ciascuno di loro e al dolore delle famiglie.
Nelle stesse ore, l'Unesco tornerà ad esprimersi nel merito di una
risoluzione che pretende di negare la radice ebraica di Gerusalemme,
come già avvenuto nell'autunno scorso. Una proposta aberrante e fuori
dalla realtà e dalla Storia che ha scosso ogni essere pensante.
All'Italia, in vista del voto, chiediamo quindi coerenza e massimo
senso di responsabilità. Una chiara conferma dell’impegno assunto in
ottobre dall'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con
riferimento a ulteriori provocazioni di questo tenore: mai più
astensione, mai più ambiguità, ma una ferma contrarietà e opposizione.
L’invito che ribadiamo alle organizzazioni internazionali è di svolgere
il loro prezioso ruolo istituzionale, attenendosi alle proprie
effettive competenze e alla propria missione e ripristinando la propria
credibilità. Un agire necessario nella comune difesa dei valori
universali: verità storica e costruzione di un futuro di pace, libertà,
democrazia.
Noemi Di Segni,
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
Dall'esilio all'integrazione,
voci ebraiche a confronto
Il
Portale dell'ebraismo italiano moked.it rav Roberto Della Rocca,
ricordava come la storia ebraica “ci insegna che l’esilio non è
soltanto una semplice, per quanto dolorosa, diaspora geografica, ma
piuttosto uno stato della coscienza, di chi è costretto a scoprirsi
ogni giorno esule fra i suoi simili”. E il tema dell'esilio è tornato
spesso nelle diverse e ricche riflessioni protagoniste del Mokéd 5777,
la convention dell'ebraismo italiano in corso a Milano Marittima. Un
appuntamento di confronto importante per l'Italia ebraica, organizzato
dall'Area Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane diretta da rav Della Rocca, e dedicata quest'anno al tema
“Edot e de'ot”, ovvero comunità e opinioni. Come hanno ricordato nel
giorno di apertura del Mokéd Della Rocca e David Meghnagi, psicanalista
e assessore alla Cultura dell'Unione, la quattro giorni di Milano
Marittima ha come baricentro il ricordo dei cinquant'anni dall'esodo
silenzioso degli ebrei dai Paesi arabi verso Israele ma anche verso
l'Italia, come dimostra l'esperienza dei libici a Roma e Milano. Una
vicenda su cui sono stati chiamati a parlare grandi esperti
internazionali, come lo psicanalista e filosofo francese Daniel Sibony,
il ricercatore in scienze umane e professore emerito all’Università di
Haifa Joseph Chetrit e il docente di linguistica dell'Università
Ebraica di Cyril Aslanov, protagonisti sabato di un panel - coordinato
dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale - assieme a Myrna
Chayo, docente di lingua araba, e Betti Guetta, sociologa del Centro di
Documentazione Ebraica di Milano.
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mokéd 5777 - sibony a pagine ebraiche
“Sul Corano facciamo chiarezza”
Tra
gli ospiti del Mokéd 5777, la convention dell'Italia ebraica in corso a
Milano Marittima, lo psicanalista e filosofo francese Daniel Sibony è
il protagonista della grande intervista di Pagine Ebraiche di maggio a
firma di Guido Vitale. Al giornale dell'ebraismo italiano, Sibony
spiega l'importanza di studiare e comprendere il ruolo del Corano e
analizza il rapporto, tra passato e presente, che lega il mondo ebraico
a quello islamico.
Le ferite del Mediterraneo restano aperte, ma soprattutto, mentre
aumenta la distanza storica dai grandi esodi che hanno sconvolto la
regione, ancora sconosciute, incomprese. Psicanalista, storico,
sociologo, Daniel Sibony si prepara a intervenire al Moked, la grande
convention degli ebrei italiani quest’anno dedicata agli esodi
mediterranei. Non è un caso se da pochi giorni, in una Francia che
soffre del clima sociale arroventato e delle tensioni di uno storico
capovolgimento della vecchia politica, sono in libreria due suoi libri
paralleli che già dalle prime parole sembrano scritti apposta per
disturbare, per suscitare forti reazioni.
Il tema è l’Islam. La
speranza di convivere, la possibilità di comprendere. Ma entrambi i
libri, “Un certain vivre ensemble” (Una specie di coesistenza) e “Coran
et Bible, en questions et réponses” (Corano e Bibbia, domande e
risposte) fanno male, non lasciano spazio alla speranza. Perché tanta
severità, e perché due libri diversi per dire la stessa cosa?
Ho voluto articolare il discorso su piani diversi e cercare allo stesso
tempo di rispondere a molti interrogativi che si pone la gente
nell’Europa di oggi. Da un lato il Corano. Che cos’è questo testo
veramente? Un testo sacro che può essere equiparato ad altri testi
sacri e per questo motivo studiato, rispettato? Un’opera letteraria? Un
proclama ideologico? Solo una conoscenza approfondita del Corano e una
reale comprensione del suo messaggio, un messaggio fondamentale per
vastissime popolazioni, può consentirci di comprendere effettivamente i
problemi che ci troviamo di fronte. D’altro canto ho voluto raccontare
i motivi e i meccanismi che hanno consentito per lunghi tratti della
storia una coesistenza più o meno pacifica degli ebrei in terra di
Islam. Quali sono i meccanismi e le fondamenta della coesistenza?
Oggi si fa un gran parlare
di Corano e fioriscono in ogni angolo lezioni e corsi improvvisati per
aiutarci a capire questo testo capitale. Eppure, nonostante la sua
grande conoscenza della lingua e della cultura, nonostante la sua lunga
frequentazione dei testi sacri islamici, la sua lettura dall’interno
che pochi altri possono vantare, il suo libro in forma di domande e
risposte chiare, talvolta impietose, sulla realtà del Corano è stato
accolto con qualche imbarazzo e con molti silenzi.
Parlare di Corano sul serio non è una passeggiata. È un testo che si
pone nei confronti della diversità cultura e della diversità religiosa
in una maniera molto particolare e per certi aspetti paradossale. Molti
spiriti belli corrono il rischio di rimanere delusi, di scottarsi le
dita. E tutti corriamo il rischio di fronte a questa realtà di
arrenderci, di piombare nel pessimismo più cupo.
Perché?
Il progetto del Cristianesimo è stato quello di innovare la Tradizione
ebraica. Il Corano, per contro, non ha niente di nuovo da affermare
sotto questo profilo. La sua alterità non consiste in un contenuto
diverso, i suoi enunciati non pongono problemi. La sua forza consiste
nel proporsi come l’autentica versione dello stesso messaggio e questa
verità consiste nella radicale aggressività di imporre tale messaggio.
Un’anima rigida, inflessibile, mai aperta al sincero dialogo, che
costituisce l’animo dell’identità islamica contemporanea. Questo è il
motivo per cui il mondo arabo non ha potuto prendere parte al movimento
creativo e culturale contemporaneo. Si tratta di una considerazione
storica, ma credo che ogni riflessione seria dovrebbe partire da questa
constatazione.
(Nell'immagine, Daniel Sibony ritratto da Giorgio Albertini) Leggi
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sorgente di vita
Fossoli, luogo di Memoria
Si
apre con un servizio sul campo di transito di Fossoli la puntata di
Sorgente di Vita in onda domenica 30 aprile. Oggi importate luogo della
Memoria, a Fossoli tra il 1943 e il 1944 furono internati ebrei e
prigionieri politici, prima di essere deportati nei campi di sterminio
nazisti. Le testimonianze dei sopravvissuti e le parole di Primo Levi
ricostruiscono l’arrivo al campo, le condizioni di vita, le violenze,
la partenza dei convogli. Un viaggio alla scoperta del campo e del
Museo Monumento al deportato politico e razziale, nella vicina Carpi,
dove sono esposte opere di Guttuso, Picasso e Cagli, di forte impatto
emotivo e documentario. Leggi
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La vita è un complotto |
Qualcuno
direbbe che il problema di merito è focale, non morale. Per meglio
intenderci, non riguarda la sfera dei valori morali, nei quali viene
abitualmente inscritta la «verità», ma ciò che si intende prendere in
considerazione: letteralmente il fuoco dell'attenzione e, insieme ad
esso, il metodo con il quale lo si fa. Sempre più spesso, ai giorni
nostri, prima ancora che capire cosa sia «vero» (un riscontro che
rimanda al giudizio di valore) è rilevante capire cosa sia «reale»
(richiamando il giudizio di fatto). Nella selva di informazioni, di
sollecitazioni, di dati spesso convulsamente scaricati sul cittadino
inerme, rivestiti di scandalismo per cercare di carpirne l’attenzione
(e frequentemente il consenso), è improbabile che il singolo individuo
riesca a districarsene con sufficiente consapevolezza.
Claudio Vercelli
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Stravolgimenti storici
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Il
telegiornale mi propone papa Francesco che con fare stupito spiega,
quasi fosse cosa ovvia, che un luogo dal quale non si può uscire, il
riferimento è agli immigrati immagino in attesa di identificazione,
cos'altro è se non un "campo di concentramento?".
La superficialità dell'assunto mi appare evidente ma, ancor di più,
trovo preoccupante che chi ha facile e immenso accesso ai media per
supportare una propria causa stravolga la storia e non ne rispetti le
vittime.
Gadi Polacco
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