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30 aprile 2017 - 4 Iyar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"Chi giudica il suo prossimo in bene, viene giudicato in bene" (Talmud babilonese, Shabbat 127b). Da tenere presente come antidoto al malpensiero e alla maldicenza.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ieri mattina al mio beit Ha-knesseth non eravamo molti. Ma con molta volontà siamo riusciti ad essere più di dieci. E allora mi sono ricordato di Martin Buber che in una pagina di “Io e Tu”, scrive: “È la partecipazione alla realtà che fa l'Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione”. In quelle righe non si parla mai di quantità, ma di intensità. Quella ieri mattina c’era.
 
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Ombre nere sull'Italia
Da Milano a La Spezia, le cronache raccontano di preoccupanti episodi legati all’universo dell’estrema destra italiano: in Liguria, i carabinieri hanno fermato sei persone con l’accusa di “associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali”. Per gli inquirenti, alcuni elementi del gruppo – autodenominatosi “Autonomi NS La Spezia” – avrebbero organizzato ronde notturne allo scopo di aggredire migranti ed avrebbero imbrattato targhe che commemoravano la Resistenza (Fatto Quotidiano e Avvenire). Nel pomeriggio di ieri invece centinaia di militanti di estrema destra hanno commemorato al “Campo 10” del Cimitero Maggiore di Milano i caduti della Repubblica di Salò, esibendosi in un saluto romano collettivo. “Condanniamo fermamente questi gesti e queste provocazioni, continueremo a far tutto quanto è in nostro potere per evitare iniziative del genere. – il commento del sindaco di Milano Giuseppe Sala, riportato dal Corriere Milano – Mi auguro che le autorità competenti agiscano perché la nostra Costituzione e le nostre leggi siano rispettate. E, soprattutto, mi auguro che la Milano democratica e antifascista, che ha fatto grande questa città, non smetta mai di far la sua parte, nel solco dei valori della nostra Costituzione. Io la mia la farò sempre”. L’auspicio del presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati, intervistato da Repubblica Milano, è “che quanto prima gli autori della manifestazione siano identificati e denunciati alla procura della Repubblica”. La provocazione al Cimitero Maggiore, spiega Paolo Berizzi su Repubblica Milano, è il segno della saldatura di due formazioni dell’estrema destra italiana, CasaPound e Lealtà Azione: i leader dei due gruppi, Gianluca Iannone e Stefano Del Miglio, erano infatti alla guida della manifestazione non autorizzata.

Bergoglio e l’Egitto. Grande attenzione sui media nazionali (Corriere, Repubblica e La Stampa, tra gli altri) per il ritorno di Bergoglio dal Cairo. Il papa afferma di essersi attivato tra le altre cose per il caso Regeni e dice di essere preoccupato per le tensioni con la Corea del Nord. Rispetto alla questione migranti, Bergoglio poi conferma il paragone inopportuno tra i campi per i profughi e i campi di concentramento. Secondo lo scrittore egiziano Ahmed Nagi, intervistata dal Corriere, il presidente Al Sisi ha sfruttato la visita di Bergoglio per legittimare il suo potere.

Francia, le ambizioni di Le Pen. “Siamo noi gli eredi di De Gaulle. Rifonderemo l’Europa coi 5 stelle”, è quanto dichiara Marion Maréchal-Le Pen, nipote della leader del Front National, al Corriere delle Sera. Al quotidiano, la giovane politica esprime la sua soddisfazione per il patto siglato dalla zia con il gollista Nicolas Dupont-Aignan. “In questi anni ci sono stati momenti di stanchezza, persino di disperazione, e quando finalmente qualcuno dà prova di indipendenza e va oltre la barriera della demonizzazione contro di noi è normale che provochi entusiasmo. Dupont-Aignan è un gollista, – afferma la giovane Le Pen – sì, noi veniamo da una tradizione diversa ma non è più un problema da tanto tempo, i nostri quadri lo dimostrano (il riferimento è al numero due, Florian Philippot, gollista anche lui, ndr). Oggi gli eredi del generale De Gaulle sul ruolo della Francia nel mondo siamo noi del Front National”.

Roma, Premio Mattonella ad Anna Foa. Nell’aula magna del liceo Visconti, l’Associazione degli ex alunni ha consegnato il premio Mattonella ad Anna Foa, docente di Storia Moderna alla Sapienza e autrice di Portico d’Ottavia 13, una casa del ghetto nel lungo inverno del ’43. Il riconoscimento, istituito ne11978, viene attribuito agli ex alunni distintisi nella vita (Corriere Roma).

Segnalibro, le memorie di Zargani. Su l’Espresso, lo scrittore Marco Belpoliti recensisce In bilico (Marsilio), ultimo libro di Aldo Zargani. “Il suo telescopio narrativo – spiega Belpoliti – ha una doppia messa a fuoco: il sé bambino, che alimenta la sua capacità di raccontare il passato come se fosse un presente, e il sé presente, che è quello di un signore di ottant’anni spiritoso e arguto, saggio e provocatorio insieme, che riflette sulla nostra condizione attuale. Gli ebrei e gli altri: tutti in bilico, come lui negli anni Trenta del XX secolo. Le pagine di Zargani sono sempre incerte tra tragedia e commedia, anche se la catastrofe non accade mai, e tuttavia aleggia di continuo”..
 
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  davar
mokéd 5777 - i lavori a milano marittima 
Consiglio UCEI, quali strategie
per comunicazione e risorse

La strategia dell'informazione e della comunicazione al centro del dibattito Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che si è svolto in parallelo ai lavori della grande convention dell’ebraismo italiano Moked 5777 convocata a Milano Marittima.
Molti Consiglieri hanno partecipato a un dibattito ricco e articolato che ha preso le mosse dal riesame delle Linee guida sulla comunicazione che definiscono le finalità e le metodologie per i mezzi di comunicazione editi dall’Unione.
Premessa al dibattito, una relazione del direttore della Comunicazione e della redazione giornalistica dell’Unione, Guido Vitale, che ha illustrato da un punto di vista tecnico alcuni casi critici che su migliaia di opinioni pubblicate hanno suscitato particolari problemi di valutazione.
I Consiglieri si sono confrontati sul valore della libera informazione, sull’esigenza di rappresentare in maniera corretta e completa i valori testimoniati dall’ebraismo italiano in tutta la loro diversità, sull’esigenza di tutelare in maniera equilibrata l’immagine dell’ebraismo italiano e di Israele.
Un'analisi che ha toccato anche alcuni punti critici, con riferimento in particolare alle diverse opinioni, talvolta estreme, testimoniate dai collaboratori che donano il proprio contributo e le proprie riflessioni ai media dell'Unione.
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il messaggio della presidente noemi di segni
Yom HaZikaron e Gerusalemme
Unesco recuperi la sua credibilità

In occasione delle celebrazioni di Yom HaZikaron, la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Siamo a un passo dall'appuntamento con Yom HaZikaron, il Giorno del Ricordo, la data scelta dallo Stato di Israele per commemorare le vittime civili e militari cadute per difendere la libertà del popolo ebraico, l’indipendenza dello Stato di Israele e ad opera del terrorismo. Gli ebrei italiani partecipano con commozione al ricordo di ciascuno di loro e al dolore delle famiglie.
Nelle stesse ore, l'Unesco tornerà ad esprimersi nel merito di una risoluzione che pretende di negare la radice ebraica di Gerusalemme, come già avvenuto nell'autunno scorso. Una proposta aberrante e fuori dalla realtà e dalla Storia che ha scosso ogni essere pensante.
All'Italia, in vista del voto, chiediamo quindi coerenza e massimo senso di responsabilità. Una chiara conferma dell’impegno assunto in ottobre dall'allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con riferimento a ulteriori provocazioni di questo tenore: mai più astensione, mai più ambiguità, ma una ferma contrarietà e opposizione.
L’invito che ribadiamo alle organizzazioni internazionali è di svolgere il loro prezioso ruolo istituzionale, attenendosi alle proprie effettive competenze e alla propria missione e ripristinando la propria credibilità. Un agire necessario nella comune difesa dei valori universali: verità storica e costruzione di un futuro di pace, libertà, democrazia.

Noemi Di Segni,
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
Dall'esilio all'integrazione,
voci ebraiche a confronto

Il Portale dell'ebraismo italiano moked.it rav Roberto Della Rocca, ricordava come la storia ebraica “ci insegna che l’esilio non è soltanto una semplice, per quanto dolorosa, diaspora geografica, ma piuttosto uno stato della coscienza, di chi è costretto a scoprirsi ogni giorno esule fra i suoi simili”. E il tema dell'esilio è tornato spesso nelle diverse e ricche riflessioni protagoniste del Mokéd 5777, la convention dell'ebraismo italiano in corso a Milano Marittima. Un appuntamento di confronto importante per l'Italia ebraica, organizzato dall'Area Cultura e Formazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane diretta da rav Della Rocca, e dedicata quest'anno al tema “Edot e de'ot”, ovvero comunità e opinioni. Come hanno ricordato nel giorno di apertura del Mokéd Della Rocca e David Meghnagi, psicanalista e assessore alla Cultura dell'Unione, la quattro giorni di Milano Marittima ha come baricentro il ricordo dei cinquant'anni dall'esodo silenzioso degli ebrei dai Paesi arabi verso Israele ma anche verso l'Italia, come dimostra l'esperienza dei libici a Roma e Milano. Una vicenda su cui sono stati chiamati a parlare grandi esperti internazionali, come lo psicanalista e filosofo francese Daniel Sibony, il ricercatore in scienze umane e professore emerito all’Università di Haifa Joseph Chetrit e il docente di linguistica dell'Università Ebraica di Cyril Aslanov, protagonisti sabato di un panel - coordinato dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale - assieme a Myrna Chayo, docente di lingua araba, e Betti Guetta, sociologa del Centro di Documentazione Ebraica di Milano.

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mokéd 5777 - sibony a pagine ebraiche
“Sul Corano facciamo chiarezza”
Tra gli ospiti del Mokéd 5777, la convention dell'Italia ebraica in corso a Milano Marittima, lo psicanalista e filosofo francese Daniel Sibony è il protagonista della grande intervista di Pagine Ebraiche di maggio a firma di Guido Vitale. Al giornale dell'ebraismo italiano, Sibony spiega l'importanza di studiare e comprendere il ruolo del Corano e analizza il rapporto, tra passato e presente, che lega il mondo ebraico a quello islamico.

Le ferite del Mediterraneo restano aperte, ma soprattutto, mentre aumenta la distanza storica dai grandi esodi che hanno sconvolto la regione, ancora sconosciute, incomprese. Psicanalista, storico, sociologo, Daniel Sibony si prepara a intervenire al Moked, la grande convention degli ebrei italiani quest’anno dedicata agli esodi mediterranei. Non è un caso se da pochi giorni, in una Francia che soffre del clima sociale arroventato e delle tensioni di uno storico capovolgimento della vecchia politica, sono in libreria due suoi libri paralleli che già dalle prime parole sembrano scritti apposta per disturbare, per suscitare forti reazioni.

Il tema è l’Islam. La speranza di convivere, la possibilità di comprendere. Ma entrambi i libri, “Un certain vivre ensemble” (Una specie di coesistenza) e “Coran et Bible, en questions et réponses” (Corano e Bibbia, domande e risposte) fanno male, non lasciano spazio alla speranza. Perché tanta severità, e perché due libri diversi per dire la stessa cosa?
Ho voluto articolare il discorso su piani diversi e cercare allo stesso tempo di rispondere a molti interrogativi che si pone la gente nell’Europa di oggi. Da un lato il Corano. Che cos’è questo testo veramente? Un testo sacro che può essere equiparato ad altri testi sacri e per questo motivo studiato, rispettato? Un’opera letteraria? Un proclama ideologico? Solo una conoscenza approfondita del Corano e una reale comprensione del suo messaggio, un messaggio fondamentale per vastissime popolazioni, può consentirci di comprendere effettivamente i problemi che ci troviamo di fronte. D’altro canto ho voluto raccontare i motivi e i meccanismi che hanno consentito per lunghi tratti della storia una coesistenza più o meno pacifica degli ebrei in terra di Islam. Quali sono i meccanismi e le fondamenta della coesistenza?

Oggi si fa un gran parlare di Corano e fioriscono in ogni angolo lezioni e corsi improvvisati per aiutarci a capire questo testo capitale. Eppure, nonostante la sua grande conoscenza della lingua e della cultura, nonostante la sua lunga frequentazione dei testi sacri islamici, la sua lettura dall’interno che pochi altri possono vantare, il suo libro in forma di domande e risposte chiare, talvolta impietose, sulla realtà del Corano è stato accolto con qualche imbarazzo e con molti silenzi.
Parlare di Corano sul serio non è una passeggiata. È un testo che si pone nei confronti della diversità cultura e della diversità religiosa in una maniera molto particolare e per certi aspetti paradossale. Molti spiriti belli corrono il rischio di rimanere delusi, di scottarsi le dita. E tutti corriamo il rischio di fronte a questa realtà di arrenderci, di piombare nel pessimismo più cupo.

Perché?
Il progetto del Cristianesimo è stato quello di innovare la Tradizione ebraica. Il Corano, per contro, non ha niente di nuovo da affermare sotto questo profilo. La sua alterità non consiste in un contenuto diverso, i suoi enunciati non pongono problemi. La sua forza consiste nel proporsi come l’autentica versione dello stesso messaggio e questa verità consiste nella radicale aggressività di imporre tale messaggio. Un’anima rigida, inflessibile, mai aperta al sincero dialogo, che costituisce l’animo dell’identità islamica contemporanea. Questo è il motivo per cui il mondo arabo non ha potuto prendere parte al movimento creativo e culturale contemporaneo. Si tratta di una considerazione storica, ma credo che ogni riflessione seria dovrebbe partire da questa constatazione.

(Nell'immagine, Daniel Sibony ritratto da Giorgio Albertini)
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mokéd 5777 - il dossier di pagine ebraiche 
Mondo ebraico e Paesi arabi,
l'esodo da raccontare

Un mondo poco conosciuto, a lungo rimasto in silenzio, ma che nel recente passato ha riscoperto il suo valore e il desiderio di riaffermare, anche in pubblico, le proprie tradizioni. È quello dell'ebraismo delle comunità provenienti dai paesi arabi e dall'Iran, che circa mezzo secolo fa furono costrette ad abbandonare le proprie case e scelsero di fare l'aliyah o trovare rifugio in paesi come l'Italia. A loro è dedicata la convention dell'Ebraismo italiano, il Mokéd 5777, e a loro sono dedicate le pagine del dossier di maggio di Pagine Ebraiche Edot e De'ot.
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in memoria dei soldati caduti
Yom HaZikaron, a Gerusalemme
un nuovo spazio del ricordo

Sarà inaugurata questa sera la “Sala del ricordo”, un nuovo spazio interno al grande cimitero nazionale sul Monte Herzl per commemorare gli oltre 23mila soldati caduti in guerra o per mano del terrorismo palestinese prima della nascita dello Stato ebraico. Inaugurazione che cade per Yom HaZikaron, il giorno ufficiale del ricordo istituito da Israele.
“Tener viva la memoria di ogni singola vicenda è fondamentale. Questo è il posto giusto per farlo” sottolinea Aryeh Mualem, a capo del dipartimento del ministero della Difesa preposto alle commemorazioni.
L’interno della sala, costruito a spirale, porterà l’attenzione su diverse vicende individuali. Video racconteranno la storia di alcuni soldati, ripercorrendo il contributo delle diverse formazioni e dei diversi gruppi coinvolti nella guerra di indipendenza. Su un grande muro la data di nascita e di morte di ciascun soldato che perse la vita in quei giorni.
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qui ferrara
Vita ebraica a Gerusalemme,
storia prima della Diaspora

“Come vivevano gli ebrei a Gerusalemme prima che i Romani distruggessero il Tempio e li portassero a Roma (70 d.C.)”. Questo il tema dell'incontro che inaugura al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah il ciclo di incontri “Gallery Talks” e che vedrà protagonista Dan Bahat, tra i massimi esponenti dell’archeologia israeliana e mondiale. A conversare con Bahat durante l'incontro – che si terrà il 2 maggio alle ore 17.00 in (Via Piangipane 81) -, il  direttore del MEIS Simonetta Della Seta. All'appuntamento presenzierà anche Gianluigi Benedetti, nominato Ambasciatore d’Italia in Israele.
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qui torino
Marcella, 100 anni speciali
La Comunità ebraica di Torino ha festeggiato con il più caloroso augurio Marcella Bolaffi Ascoli, nata il 25 aprile del 1917. La neo centenaria, originaria di Firenze, appena sposata si trasferì con il marito a Torino. Subito si legò alla Comunità, sempre propositiva nell’organizzazione di attività culturali. Ruolo centrale lo assunse presso l’Adei di Torino, che la vide attiva per molto tempo. Oggi Marcella ha raggiunto un traguardo ammirevole. La Comunità tutta la stringe in un affettuoso abbraccio, insieme alla figlia Donatella, con il tradizionale augurio di ad meà ve-esrim. Per festeggiare questa data il Consiglio della Comunità ha lanciato una sottoscrizione per la sua iscrizione al Libro d’Oro del KKL.

Alice Fubini
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sorgente di vita
Fossoli, luogo di Memoria
Si apre con un servizio sul campo di transito di Fossoli la puntata di Sorgente di Vita in onda domenica 30 aprile. Oggi importate luogo della Memoria, a Fossoli tra il 1943 e il 1944 furono internati ebrei e prigionieri politici, prima di essere deportati nei campi di sterminio nazisti. Le testimonianze dei sopravvissuti e le parole di Primo Levi ricostruiscono l’arrivo al campo, le condizioni di vita, le violenze, la partenza dei convogli. Un viaggio alla scoperta del campo e del Museo Monumento al deportato politico e razziale, nella vicina Carpi, dove sono esposte opere di Guttuso, Picasso e Cagli, di forte impatto emotivo e documentario.
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qui firenze
Bartali, ripristinata la targa
È stata ripristinata dal Comune di Firenze, insieme ai giovani della Comunità ebraica, la targa dedicata a Gino Bartali nel Giardino dei Giusti del capoluogo toscano. A denunciare la vandalizzazione il notiziario UCEI del 16 aprile scorso, cui aveva fatto seguito la decisione di Palazzo Vecchio di intervenire in tempi rapidi per tutelare la memoria di un grande fiorentino, protagonista nello sport e nella vita.
Presenti alla reinstallazione i Consiglieri comunali Andrea Vannucci, Sara Funaro e Alessia Bettini.
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pilpul

La vita è un complotto
Qualcuno direbbe che il problema di merito è focale, non morale. Per meglio intenderci, non riguarda la sfera dei valori morali, nei quali viene abitualmente inscritta la «verità», ma ciò che si intende prendere in considerazione: letteralmente il fuoco dell'attenzione e, insieme ad esso, il metodo con il quale lo si fa. Sempre più spesso, ai giorni nostri, prima ancora che capire cosa sia «vero» (un riscontro che rimanda al giudizio di valore) è rilevante capire cosa sia «reale» (richiamando il giudizio di fatto). Nella selva di informazioni, di sollecitazioni, di dati spesso convulsamente scaricati sul cittadino inerme, rivestiti di scandalismo per cercare di carpirne l’attenzione (e frequentemente il consenso), è improbabile che il singolo individuo riesca a districarsene con sufficiente consapevolezza.

Claudio Vercelli
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Stravolgimenti storici
‎Il telegiornale mi propone papa Francesco che con fare stupito spiega, quasi fosse cosa ovvia, che un luogo dal quale non si può uscire, il riferimento è agli immigrati immagino in attesa di identificazione, cos'altro è se non un "campo di concentramento?".
La superficialità dell'assunto mi appare evidente ma, ancor di più, trovo preoccupante che chi ha facile e immenso accesso ai media per supportare una propria causa ‎stravolga la storia e non ne rispetti le vittime.

Gadi Polacco
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