Paolo Sciunnach, insegnante | State
attenti alle autorità (persone di potere), perché non si avvicinano a
qualcuno se non quando hanno bisogno di qualcosa, sembrano amare
qualcuno solo quando gli fa comodo, ma non assistono nessuno nel
momento del bisogno urgente (Avoth 2, 3).
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Anna
Foa,
storica |
In
attesa di vedere come va a finire in Francia, e speranzosi in una
vittoria della Le Pen che riabiliti il negazionismo e il populismo
antieuropeista, i fascisti nostrani si danno da fare. Braccia alzate
nel saluto romano a Milano, onori resi ai caduti di Salò, attacchi alla
Caritas, ai "negri", ai profughi. Chi più ne ha più ne metta. Intanto,
il caso francese sollecita i nostri estremisti di sinistra, che
preferiscono la Le Pen a Macron, ogni riferimento alla teoria del
social fascismo del Comintern è puramente fortuito...
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Unesco, un nuovo voto
“Italia sia coerente”
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Nelle
prossime ore l’assemblea dell’Unesco tornerà ad esprimersi su una nuova
risoluzione anti-israeliana destinata a far parlare. I principali
dubbi, su cui si sofferma oggi La Stampa, riguardano le posizioni che
verranno assunte dai paesi europei. Il governo tedesco punta
sull’astensione, mentre la Gran Bretagna sembra spingere per il no.
“Resta l’interrogativo su cosa deciderà il premier Paolo Gentiloni, che
rischia di trovarsi in una posizione scomoda. I rapporti con Israele
sono ottimi e in queste ore i contatti bilaterali sono intensi”
sottolinea il quotidiano torinese.
La Stampa riporta anche la posizione espressa ieri dalla Presidente
UCEI Noemi Di Segni, che al governo italiano ha chiesto coerenza e la
conferma della linea indicata dall’allora ministro degli Esteri
Gentiloni l’ottobre scorso (“Mai più astensione, mai più ambiguità, ma
una ferma contrarietà e opposizione”) in risposta alle polemiche nate
per l’astensione a un voto in cui si disconosceva la radice ebraica di
Gerusalemme.
Repubblica parla delle recenti iniziative intraprese dall’estrema
destra in tutto il paese come di un onda nera “che ha allungato
un’ombra sull’Italia”. Da Milano, dove la prefetta promette denunce e
dove le mille braccia tese in un saluto romano collettivo dei militanti
di Lealtà Azione e CasaPound davanti alle tombe dei repubblichini al
Campo 10 del cimitero Maggiore “hanno assunto anche il sapore amaro
della provocazione diretta alle istituzioni” a Cremona, dove altri no
sono stati aggirati e altre braccia si sono alzate per commemorare il
segretario del partito fascista Roberto Farinacci, “tra bandiere della
Repubblica di Salò e le note di Giovinezza”. Da Dongo, nel Comasco,
dove Mussolini fu catturato, “e dove solo l’intervento delle forze
dell’ordine ha evitato che i nostalgici con corone d’alloro e fiori per
i gerarchi fucilati si scontrassero con l’Associazione locale dei
partigiani”. Eccola, sottolinea Repubblica, la geografia nera di un
Paese che sembra non riuscire ad archiviare il passato. Una mappa che
ha toccato anche Roma con lo striscione appeso da Forza Nuova al
Colosseo per gridare “Viva il Duce”. E Vicenza, con il necrologio con
tanto di foto di Mussolini apparso per annunciare una manifestazione “e
un rosario da far recitare a un sacerdote espulso dalla Chiesa per aver
negato l’esistenza delle camere a gas naziste”.
Suscita l’indignazione di molti l’episodio di odio che ha portato allo
sradicamento della targa dedicata a Yitzhar Rabin nei giardini di
piazza Tripoli a Milano. A denunciare l’accaduto la locale sezione
dell’Anpi, che in una nota ha espresso “profonda indignazione e ferma
condanna per l’odioso oltraggio antisemita”.
“Oltraggio alla targa in memoria di Rabin” titola il Corriere.
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L'OMAGGIO UCEI AL CIMITERO DI PIANGIPANE
"Onore alla Brigata Ebraica,
agli eroi caduti per la libertà"
Si
è svolta questa mattina nel cimitero alleato di Piangipane (Ravenna)
una cerimonia in ricordo dei caduti della Brigata Ebraica organizzata
dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nell’ambito del Moked
primaverile appena conclusosi. Un commosso e partecipato omaggio alle
memoria degli oltre 5mila volontari che, giunti dall’allora Palestina
mandataria (il futuro Stato di Israele), diedero un fondamentale
contributo alla Liberazione del paese dal nazifascismo. Un’occasione
soprattutto per rendere partecipi di questo racconto le nuove
generazioni, presenti in gran numero alla cerimonia e coinvolte nella
preparazione di questa iniziativa con il reperimento di testi e
testimonianze.
“Rendendo omaggio ai caduti della Brigata ebraica nella guerra di
Liberazione, ricordiamo in questa sede tutti coloro che, in quei mesi
drammatici, presero una chiara posizione su quali valori e per quali
obiettivi combattere” ha sottolineato nel suo intervento la Presidente
UCEI Noemi Di Segni.
Ad essere
ricordate anche le fondamentali parole pronunciate in tal senso dal
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto il 25 Aprile
scorso in due diverse iniziative a Carpi e nell’ex campo di
concentramento di Fossoli.
Rivolgendosi
ai ragazzi, la Presidente UCEI ha affermato: “Voglio ricordare quanto,
cari ragazzi, sia importante oggi avere un ideale in cui riconoscersi.
Avere un sogno da voler realizzare. Riuscire a fare sognare anche gli
altri. Comprendere che solo spiccando il volo con le ali della libertà
ci è consentito di realizzarli.
Al fianco della Presidente dell’Unione, alla presenza di diversi
esponenti del Consiglio UCEI, di rabbini e leader ebraici, il rav
Roberto Della Rocca. Nelle parole del rav un esplicito riferimento alla
forza del popolo ebraico e alla sua capacità di guardare al futuro con
speranza, “nonostante tutto”. In questo senso, ha sottolineato,
l’insegnamento che ci arriva dalla Brigata, dai risultati militari che
seppe conseguire, ma anche dalla capacità che molti tra i suoi soldati
ebbero in seguito di riaprire e far ripartire le scuole nell’Italia
ebraica del dopoguerra, “è fondamentale”. Commovente la testimonianza
di Romano Rossi, presidente del’Associazione Nazionale
Reduci della Friuli (che combattè al fianco della Brigata ebraica) e
autentica memoria storica locale. Ad aprire la giornata, durante il
Moked, era stata la proiezione di un documentario realizzato proprio
con la sua preziosa consulenza e con musiche del Maestro Riccardo
Moretti (che è Consigliere UCEI per Parma). Leggi
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la nuova risoluzione contro israele
Unesco, il veleno da fermare
Nel
giorno gli israeliani e tutto il popolo ebraico festeggiano Yom
HaAzmaut, celebrando i sessantanove anni dell'indipendenza dello Stato
d'Israele, una risoluzione Unesco torna ad attaccare la legittimità del
Paese. Sulla falsa riga della risoluzione presentata nell'autunno
scorso e oggetto di grandi polemiche, un nuovo documento è stato
infatti presentato dall'Autorità nazionale palestinese con il sostegno
di alcuni paesi arabi - Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e
Sudan - in cui si nega la sovranità di Israele su Gerusalemme, Est e
Ovest. L'assemblea dell'Unesco – organizzazione delle Nazioni Unite che
si occupa di cultura, educazione e scienza - domani sarà chiamata a
votare sulla risoluzione che, a quanto riferiscono fonti
giornalistiche, è stata progressivamente moderata dall'intervento dei
Paesi dell'Unione Europea: nella nuova bozza, il limite alla sovranità
sarebbe stato posto solo su Gerusalemme Est e non su tutta la Capitale
d'Israele. A riguardo, nelle scorse ore, era arrivato l'appello della
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni
all'Italia e al Primo ministro Paolo Gentiloni di agire rispetto alla
nuova risoluzione con “coerenza e massimo senso di responsabilità" e
confermare in modo chiaro l’impegno assunto in ottobre proprio
dall'allora ministro degli Esteri Gentiloni "con riferimento a
ulteriori provocazioni di questo tenore: mai più astensione, mai più
ambiguità, ma una ferma contrarietà e opposizione”. Leggi
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
L'Italia ebraica e le sue edot
Chi
sono e attraverso quali percorsi si possono raccontare le diverse edot
(comunità) che compongono l’ebraismo italiano; come queste nuove
tradizioni identitarie hanno ridefinito la realtà ebraica? Come sono
stati accolti? Come si sono integrati? Tanti gli interrogativi che sono
stati spunto di riflessione per alcuni dei protagonisti del Mokéd di
Milano Marittima, la convention dell’Italia ebraica, conclusasi in
queste ore. Tra chi si è domandato quali narrazioni seguire per parlare
delle diverse edot – con riferimento in particolare a quelle tradizioni
ebraiche che sono andata ad affiancare quella italiana dopo la seconda
guerra mondiale, con l’arrivo di ebrei dal Nord Africa (Libia ed
Egitto) e dall’Oriente (Siria, Libano, Iran) – il direttore del Museo
Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Simonetta
Della Seta, che ha raccontato ai presenti il progetto del

Museo
e la volontà di quest’ultimo di rappresentare al grande pubblico la
millenaria storia ebraica italiana, senza dimenticare il contributo più
recente delle migliaia di famiglie provenienti dalla Libia e dagli
altri paesi arabi e dall’Iran. Un mondo che in parte ha scelto
appunto l’Italia, e in particolare Milano, Livorno e Roma, per
ricostruirsi una vita: la loro integrazione nel panorama ebraico
italiano è stata complessa e con alcune contraddizioni, hanno spiegato
i sociologi Enrico Finzi e Betti Guetta, del Centro di Documentazione
ebraica contemporanea di Milano e responsabile di una ricerca dedicata
proprio a queste edot. A introdurre l’incontro, rav Roberto Della
Rocca. Leggi
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
L'esilio e il prezzo del ritorno
Inclusione
ed esclusione. La vita in Diaspora e quella nello Stato di Israele.
L'esilio e il "prezzo" del ritorno. Stimolante il confronto animato al
Mokéd di Mila o Marittima dal rav Amedeo Spagnoletto, che partendo da
alcuni brani del Talmud ha affrontato temi di grande attualità. A
partire dall'incontro tra mondi e sensibilità diverse. Una mediazione
non sempre semplice.
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INFORMAZIONE
– INTERNATIONAL EDITION
"Perché conoscere il Corano"
Si
svolge in questi giorni il Moked 5777, il tradizionale momento di
ritrovo dell’ebraismo italiano organizzato dall’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane. Molti gli ospiti per approfondire il tema scelto
come filo conduttore dell’evento per quest’anno, l’Esodo degli ebrei
dai paesi arabi, come viene raccontato nell’odierna uscita di Pagine
Ebraiche International Edition. Tra loro anche il filosofo francese
Daniel Sibony, di origini marocchine: ai lettori viene proposto anche
uno stralcio di una delle sue ultime opere “Il Corano e la Bibbia”, in
cui il pensatore, in vista delle elezioni in corso, riflette su quella
parte di popolazione che pur non avendo abbracciato i movimenti
populisti, si sente comunque inascoltata dalle classi dirigenti
tradizionali, e sulla necessità di offrire loro risposte.
Cita una frase di Sibony anche il direttore della redazione
giornalistica UCEI Guido Vitale nella sua rubrica It Happened Tomorrow
“Nel Corano, è espressa una professione molto potente contro i
cristiani e gli ebrei, la maggior parte dei quali sono ‘perversi’ e
‘maledetti’.
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Oltremare - Yom HaZikaron |
La
memoria è una cosa strana, soprattutto quando è coatta, come in questa
lunga settimana da Yom HaShoah ad oggi, Yom HaZikaron. Tutto un paese,
o almeno la sua massima parte, dagli asili alle case di riposo, tutti
sono concentrati nell’esercizio della memoria, il muscolo già di per sè
più agile e stimolato da questa parte del mare. Chissà se ci hanno
pensato, i legislatori, quando hanno messo ai voti le date in cui fare
tutte le cerimonie di ricordo, le accensioni di candele, le serate
interminabili tutte piene di commozione, le visite ai cimiteri. Tutto
nel mese più bello, il mese fra aprile e inizio maggio. Tutto subito
dopo Pesach, le famiglie riunite intorno al tavolo del seder, le
generazioni che si ritrovano faccia a faccia per festeggiare la
libertà, il popolo, la vita. Appena in tempo per digerire le azzime, e
il calendario ordina la discesa agli inferi della memoria. Conosco
israeliani che lasciano il paese ogni anno per questa settimana, e
negli anni ho imparato a non giudicarli.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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