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 1 maggio 2017 - 5 Iyar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
State attenti alle autorità (persone di potere), perché non si avvicinano a qualcuno se non quando hanno bisogno di qualcosa, sembrano amare qualcuno solo quando gli fa comodo, ma non assistono nessuno nel momento del bisogno urgente (Avoth 2, 3).
 
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Anna
Foa,
storica
In attesa di vedere come va a finire in Francia, e speranzosi in una vittoria della Le Pen che riabiliti il negazionismo e il populismo antieuropeista, i fascisti nostrani si danno da fare. Braccia alzate nel saluto romano a Milano, onori resi ai caduti di Salò, attacchi alla Caritas, ai "negri", ai profughi. Chi più ne ha più ne metta. Intanto, il caso francese sollecita i nostri estremisti di sinistra, che preferiscono la Le Pen a Macron, ogni riferimento alla teoria del social fascismo del Comintern è puramente fortuito...
 
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Unesco, un nuovo voto
“Italia sia coerente”
Nelle prossime ore l’assemblea dell’Unesco tornerà ad esprimersi su una nuova risoluzione anti-israeliana destinata a far parlare. I principali dubbi, su cui si sofferma oggi La Stampa, riguardano le posizioni che verranno assunte dai paesi europei. Il governo tedesco punta sull’astensione, mentre la Gran Bretagna sembra spingere per il no. “Resta l’interrogativo su cosa deciderà il premier Paolo Gentiloni, che rischia di trovarsi in una posizione scomoda. I rapporti con Israele sono ottimi e in queste ore i contatti bilaterali sono intensi” sottolinea il quotidiano torinese.
La Stampa riporta anche la posizione espressa ieri dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni, che al governo italiano ha chiesto coerenza e la conferma della linea indicata dall’allora ministro degli Esteri Gentiloni l’ottobre scorso (“Mai più astensione, mai più ambiguità, ma una ferma contrarietà e opposizione”) in risposta alle polemiche nate per l’astensione a un voto in cui si disconosceva la radice ebraica di Gerusalemme.

Repubblica parla delle recenti iniziative intraprese dall’estrema destra in tutto il paese come di un onda nera “che ha allungato un’ombra sull’Italia”. Da Milano, dove la prefetta promette denunce e dove le mille braccia tese in un saluto romano collettivo dei militanti di Lealtà Azione e CasaPound davanti alle tombe dei repubblichini al Campo 10 del cimitero Maggiore “hanno assunto anche il sapore amaro della provocazione diretta alle istituzioni” a Cremona, dove altri no sono stati aggirati e altre braccia si sono alzate per commemorare il segretario del partito fascista Roberto Farinacci, “tra bandiere della Repubblica di Salò e le note di Giovinezza”. Da Dongo, nel Comasco, dove Mussolini fu catturato, “e dove solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato che i nostalgici con corone d’alloro e fiori per i gerarchi fucilati si scontrassero con l’Associazione locale dei partigiani”. Eccola, sottolinea Repubblica, la geografia nera di un Paese che sembra non riuscire ad archiviare il passato. Una mappa che ha toccato anche Roma con lo striscione appeso da Forza Nuova al Colosseo per gridare “Viva il Duce”. E Vicenza, con il necrologio con tanto di foto di Mussolini apparso per annunciare una manifestazione “e un rosario da far recitare a un sacerdote espulso dalla Chiesa per aver negato l’esistenza delle camere a gas naziste”.

Suscita l’indignazione di molti l’episodio di odio che ha portato allo sradicamento della targa dedicata a Yitzhar Rabin nei giardini di piazza Tripoli a Milano. A denunciare l’accaduto la locale sezione dell’Anpi, che in una nota ha espresso “profonda indignazione e ferma condanna per l’odioso oltraggio antisemita”.
“Oltraggio alla targa in memoria di Rabin” titola il Corriere.
 
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  davar
L'OMAGGIO UCEI AL CIMITERO DI PIANGIPANE
"Onore alla Brigata Ebraica,
agli eroi caduti per la libertà"

Si è svolta questa mattina nel cimitero alleato di Piangipane (Ravenna) una cerimonia in ricordo dei caduti della Brigata Ebraica organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nell’ambito del Moked primaverile appena conclusosi. Un commosso e partecipato omaggio alle memoria degli oltre 5mila volontari che, giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato di Israele), diedero un fondamentale contributo alla Liberazione del paese dal nazifascismo. Un’occasione soprattutto per rendere partecipi di questo racconto le nuove generazioni, presenti in gran numero alla cerimonia e coinvolte nella preparazione di questa iniziativa con il reperimento di testi e testimonianze.
“Rendendo omaggio ai caduti della Brigata ebraica nella guerra di Liberazione, ricordiamo in questa sede tutti coloro che, in quei mesi drammatici, presero una chiara posizione su quali valori e per quali obiettivi combattere” ha sottolineato nel suo intervento la Presidente UCEI Noemi Di Segni.

Ad ess
ere ricordate anche le fondamentali parole pronunciate in tal senso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto il 25 Aprile scorso in due diverse iniziative a Carpi e nell’ex campo di concentramento di Fossoli.
Rivolgendosi ai ragazzi, la Presidente UCEI ha affermato: “Voglio ricordare quanto, cari ragazzi, sia importante oggi avere un ideale in cui riconoscersi. Avere un sogno da voler realizzare. Riuscire a fare sognare anche gli altri. Comprendere che solo spiccando il volo con le ali della libertà ci è consentito di realizzarli.
Al fianco della Presidente dell’Unione, alla presenza di diversi esponenti del Consiglio UCEI, di rabbini e leader ebraici, il rav Roberto Della Rocca. Nelle parole del rav un esplicito riferimento alla forza del popolo ebraico e alla sua capacità di guardare al futuro con speranza, “nonostante tutto”. In questo senso, ha sottolineato, l’insegnamento che ci arriva dalla Brigata, dai risultati militari che seppe conseguire, ma anche dalla capacità che molti tra i suoi soldati ebbero in seguito di riaprire e far ripartire le scuole nell’Italia ebraica del dopoguerra, “è fondamentale”. Commovente la testimonianza di Romano Rossi, presidente del’Associazione
Nazionale Reduci della Friuli (che combattè al fianco della Brigata ebraica) e autentica memoria storica locale. Ad aprire la giornata, durante il Moked, era stata la proiezione di un documentario realizzato proprio con la sua preziosa consulenza e con musiche del Maestro Riccardo Moretti (che è Consigliere UCEI per Parma).
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la nuova risoluzione contro israele
Unesco, il veleno da fermare
Nel giorno gli israeliani e tutto il popolo ebraico festeggiano Yom HaAzmaut, celebrando i sessantanove anni dell'indipendenza dello Stato d'Israele, una risoluzione Unesco torna ad attaccare la legittimità del Paese. Sulla falsa riga della risoluzione presentata nell'autunno scorso e oggetto di grandi polemiche, un nuovo documento è stato infatti presentato dall'Autorità nazionale palestinese con il sostegno di alcuni paesi arabi - Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan - in cui si nega la sovranità di Israele su Gerusalemme, Est e Ovest. L'assemblea dell'Unesco – organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di cultura, educazione e scienza - domani sarà chiamata a votare sulla risoluzione che, a quanto riferiscono fonti giornalistiche, è stata progressivamente moderata dall'intervento dei Paesi dell'Unione Europea: nella nuova bozza, il limite alla sovranità sarebbe stato posto solo su Gerusalemme Est e non su tutta la Capitale d'Israele. A riguardo, nelle scorse ore, era arrivato l'appello della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni all'Italia e al Primo ministro Paolo Gentiloni di agire rispetto alla nuova risoluzione con “coerenza e massimo senso di responsabilità" e confermare in modo chiaro l’impegno assunto in ottobre proprio dall'allora ministro degli Esteri Gentiloni "con riferimento a ulteriori provocazioni di questo tenore: mai più astensione, mai più ambiguità, ma una ferma contrarietà e opposizione”.
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
Ebrei e Islam nella storia
Il tema forte del Moked, la vita degli ebrei dei paesi arabi e il loro esilio forzato conclusosi 50 anni fa, sviscerato in un’ultima densa sessione condotta da David Meghnagi, assessore alla Cultura UCEI. Tra i relatori Cyril Aslanov, che ha parlato della condizione dei dhimmi (i sudditi di uno Stato islamico cui è concesso libertà di culto); rav Beniamino Goldstein, che ha tratteggiato la posizione dei Maestri sefarditi rispetto all’Islam; Myrna Chayo, che si è soffermato sulle immagini degli ebrei e dell’ebraismo nel Corano; Vittorio Robiati Bendaud, che è intervenuto sullo statuto giuridico degli ebrei nel mondo islamico e sulla “miscela culturale arabo-giuridica”.
Tra i tanti incontri di giornata sul tema anche un approfondimento serale su “Storie, colori e sapori del mondo levantino” condotto da Daniel Fishman.
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
L'Italia ebraica e le sue edot
Chi sono e attraverso quali percorsi si possono raccontare le diverse edot (comunità) che compongono l’ebraismo italiano; come queste nuove tradizioni identitarie hanno ridefinito la realtà ebraica? Come sono stati accolti? Come si sono integrati? Tanti gli interrogativi che sono stati spunto di riflessione per alcuni dei protagonisti del Mokéd di Milano Marittima, la convention dell’Italia ebraica, conclusasi in queste ore. Tra chi si è domandato quali narrazioni seguire per parlare delle diverse edot – con riferimento in particolare a quelle tradizioni ebraiche che sono andata ad affiancare quella italiana dopo la seconda guerra mondiale, con l’arrivo di ebrei dal Nord Africa (Libia ed Egitto) e dall’Oriente (Siria, Libano, Iran) – il direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Simonetta Della Seta, che ha raccontato ai presenti il progetto del

Museo e la volontà di quest’ultimo di rappresentare al grande pubblico la millenaria storia ebraica italiana, senza dimenticare il contributo più recente delle migliaia di famiglie provenienti dalla Libia e dagli altri paesi arabi e dall’Iran. Un mondo che in parte ha scelto appunto  l’Italia, e in particolare Milano, Livorno e Roma, per ricostruirsi una vita: la loro integrazione nel panorama ebraico italiano è stata complessa e con alcune contraddizioni, hanno spiegato i sociologi Enrico Finzi e Betti Guetta, del Centro di Documentazione ebraica contemporanea di Milano e responsabile di una ricerca dedicata proprio a queste edot. A introdurre l’incontro, rav Roberto Della Rocca.
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mokéd 5777 - la convention a milano marittima
L'esilio e il prezzo del ritorno
Inclusione ed esclusione. La vita in Diaspora e quella nello Stato di Israele. L'esilio e il "prezzo" del ritorno. Stimolante il confronto animato al Mokéd di Mila o Marittima dal rav Amedeo Spagnoletto, che partendo da alcuni brani del Talmud ha affrontato temi di grande attualità. A partire dall'incontro tra mondi e sensibilità diverse. Una mediazione non sempre semplice.


dal mokéd 5777 a roma, le iniziative
Yom HaZikaron, la commozione
per i caduti in nome d'Israele

È il suono della sirena, il richiamo di tanti momenti di raccoglimento nella storia recente di Israele e del popolo ebraico, ad aprire la tradizionale cerimonia per Yom HaZikaron organizzata a Roma dall’ambasciata israeliana.
Raccoglimento e commozione per le oltre 23mila vittime israeliane cadute in guerra o per mano del terrorismo palestinese. L’invito ad approfondire ogni singola vicenda, a non disperdere questo patrimonio di memorie sofferte che hanno reso possibile l’esistenza oggi di uno Stato ebraico libero e vitale. In tanti ieri sera hanno scelto di ritrovarsi nel cortile del Palazzo della cultura della Comunità ebraica capitolina, che ha collaborato alla realizzazione dell’evento con la partecipazione attiva dei centri giovanili e degli alunni della scuola.
Minuti di grande intensità anche al Mokéd (immagine in alto), con un momento di commemorazione che ha avuto tra i suoi protagonisti il rav Moshe Hacmun, ex paracadutista dell’esercito di Israele cui gli organizzatori hanno voluto tributare un riconoscimento per le numerose attività educative che lo stesso conduce da tempo a Roma.
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qui milano - l'atto vandalico 
Lo sfregio alla memoria di Rabin
Un sit-in con decine di persone come risposta ai vandali che sabato notte hanno distrutto la targa dedicata a Yitzhak Rabin e apposta lo scorso anno nei giardini di piazza Tripoli a Milano. In molti – membri della Comunità ebraica milanese ma anche rappresentanti delle istituzioni - si sono ritrovati ieri sera nel giardino per onorare la memoria di Rabin,  “Statista israeliano e premio Nobel per la pace 1994”, come recitava la targa che ignoti hanno voluto distruggere. “Il Comune di Milano ha già fatto sapere che nelle prossime ore ripristinerà i pali e la targa danneggiata – spiega Ruggero Gabbai, ex consigliere comunale e tra i promotori dell'iniziativa di ieri – Abbiamo voluto dare una risposta immediata a chi ha compiuto questo ignobile atto”. All'iniziativa hanno partecipato tra gli altri Raffaele Besso, presidente della Comunità ebraica milanese insieme a Milo Hasbani, la parlamentare Lia Quartapelle e il presidente dell'Anpi Milano Roberto Cenati, che espresso “profonda indignazione e ferma condanna per l'odioso oltraggio antisemita”.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
"Perché conoscere il Corano" 
Si svolge in questi giorni il Moked 5777, il tradizionale momento di ritrovo dell’ebraismo italiano organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Molti gli ospiti per approfondire il tema scelto come filo conduttore dell’evento per quest’anno, l’Esodo degli ebrei dai paesi arabi, come viene raccontato nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. Tra loro anche il filosofo francese Daniel Sibony, di origini marocchine: ai lettori viene proposto anche uno stralcio di una delle sue ultime opere “Il Corano e la Bibbia”, in cui il pensatore, in vista delle elezioni in corso, riflette su quella parte di popolazione che pur non avendo abbracciato i movimenti populisti, si sente comunque inascoltata dalle classi dirigenti tradizionali, e sulla necessità di offrire loro risposte.
Cita una frase di Sibony anche il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale nella sua rubrica It Happened Tomorrow “Nel Corano, è espressa una professione molto potente contro i cristiani e gli ebrei, la maggior parte dei quali sono ‘perversi’ e ‘maledetti’.
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pilpul
Oltremare - Yom HaZikaron
La memoria è una cosa strana, soprattutto quando è coatta, come in questa lunga settimana da Yom HaShoah ad oggi, Yom HaZikaron. Tutto un paese, o almeno la sua massima parte, dagli asili alle case di riposo, tutti sono concentrati nell’esercizio della memoria, il muscolo già di per sè più agile e stimolato da questa parte del mare. Chissà se ci hanno pensato, i legislatori, quando hanno messo ai voti le date in cui fare tutte le cerimonie di ricordo, le accensioni di candele, le serate interminabili tutte piene di commozione, le visite ai cimiteri. Tutto nel mese più bello, il mese fra aprile e inizio maggio. Tutto subito dopo Pesach, le famiglie riunite intorno al tavolo del seder, le generazioni che si ritrovano faccia a faccia per festeggiare la libertà, il popolo, la vita. Appena in tempo per digerire le azzime, e il calendario ordina la discesa agli inferi della memoria. Conosco israeliani che lasciano il paese ogni anno per questa settimana, e negli anni ho imparato a non giudicarli.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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