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  11 giugno 2017 - 17 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks,
rabbino
A volte abbiamo troppa poca fiducia nel nostro essere genitori. Sottostimiamo quanto i nostri figli desiderino ascoltare da noi storie che diano senso e scopo alle nostre vite e che un giorno saranno per loro motivo di forza.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
“Censored Voices”, il docufilm della regista Mor Louschy costruito intorno alle interviste dello scrittore Amos Oz ai soldati israeliani realizzate pochi giorni dopo la Guerra dei Sei giorni, è un’operazione di memoria e di contro memoria: fa riemergere voci dal passato che sono una parte dello scenario e, allo stesso tempo, ridiscutono o chiedono di ridiscutere la memoria consolidata nel tempo. Sulla questione della memoria la discussione è molto spesso incentrata sulla questione della fedeltà o meno all’evento.
 
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Francia e Italia, le elezioni
e il futuro dei partiti
“Per il presidente francese Emmanuel Macron arriva una nuova prova elettorale: 47 milioni di francesi sono infatti chiamati oggi alle urne per il primo turno delle elezioni legislative. Macron chiede agli elettori di dargli una maggioranza parlamentare abbastanza forte da permettergli di realizzare il programma con il quale ha conquistato l’Eliseo e, secondo i sondaggi, al secondo turno (18 giugno) dovrebbe ottenerla largamente. Come scrive il Corriere, il presidente francese corre il rischio di stravincere: “sta completando l’opera di distruzione del vecchio sistema politico, e si è messo alla testa di una ricomposizione che vede il suo movimento al centro della politica francese, con proporzioni quasi da partito unico”. Situazione diversa in Italia dove la politica appare molto più frazionata: le elezioni comunali di oggi potranno chiarire un po’ gli equilibri in campo. Sono infatti 1004 le città italiane chiamate a scegliere il proprio sindaco, “un test molto significativo, – sottolinea il Corriere – innanzitutto perché arriva un anno dopo gli exploit nelle città-simbolo di Roma e Torino del Movimento 5 Stelle con i trionfi di Virginia Raggi e Chiara Appendino, ma con un centrodestra che ora si presenta più competitivo e unito e il Pd di Matteo Renzi che spera in una rivincita rispetto al 2016 (obiettivo minimo dichiarato: arrivare a 20-22 ballottaggi nei 25 principali comuni), consapevole inoltre che un successo alle amministrative di giugno 2017 potrebbe fare da volano anche per le elezioni politiche, in caso di voto nel 2018”. Il quotidiano di via Solferino spiega poi quali sono le ambizioni dei sei principali leader politici italiani, Renzi, Grillo, Berlusconi, Bersani e Salvini.

Crisi dei Paesi del Golfo, amministrazione Usa divisa. Mentre prosegue la campagna di isolamento adottata da alcuni Paesi arabi nei confronti del Qatar, la Casa Bianca si divide su come gestire la situazione: da una parte il presidente Usa Donald Trump ha intimato al Qatar “di interrompere il finanziamento ai terroristi”, dall’altra il suo Segretario di Stato, Rex Tillerson, ha invitato il gruppo guidato dall’Arabia Saudita “alla calma e al dialogo”. Lo scontro tra Qatar e Arabia Saudita, sottolinea Maurizio Molinari su La Stampa, interessa anche l’Europa: nel Vecchio continente infatti i due Paesi hanno aperto e finanziano network di istituzioni religiose islamiche che rappresentano due scuole di pensiero differenti, “riproponendo nelle singole nazioni le aspre rivalità che si originano dalla Penisola arabica”. “La sfida per la supremazia politica nell’Islam – spiega il direttore de La Stampa – può avere ripercussioni immediate in casa nostra”.

Israele come esempio di tolleranza. “Israele è una democrazia che protegge i diritti di tutte le persone, di tutte le religioni e dei loro luoghi sacri. La critica al governo è essenziale in una democrazia dinamica, ma non dimentichiamo che la tolleranza e l’apertura mentale che si vedono in Israele non si trovano da nessun’altra parte nel Medio Oriente. Israele è un ideale. E l’ottimismo sulla pace”. A parlare, il rabbino americano Mark Goldfeder, avvocato e dayan (giudice dei tribunali ebraici) è tra i protagonisti della European Academy of Religion di Bologna. Al Corriere Lettura, rav Goldfeder spiega la sua visione del confronto tra religioni che non deve essere diretta “a cancellare le differenze. A costruire dall’esterno una finta religione moderata”, sottolinea il ruolo delle religioni all’interno del dibattito pubblico e spiega che bisogna distinguere tra l’islam e l’islamismo radicale: “In ogni comunità e in ogni religione ci sono buoni e cattivi. Good people, bad people. Con la violenza in nome dell’islam il mio vicino musulmano c’entra quanto c’entro io”.

Le responsabilità del mondo musulmano. A partire dal libro dello storico Georges Bensoussan, Les juifs du monde arabe (Gli ebrei del mondo arabo), Ernesto Galli Della Loggia critica sul Corriere quello che secondo l’editorialista è un sentimento diffusissimo all’interno del mondo islamico: “il vittimismo. L’idea che mentre quel mondo sarebbe stato oggetto da sempre di gravi soprusi da parte dell’Occidente, il suo passato, invece, sarebbe totalmente privo di macchie. L’atmosfera culturale dominante in Europa e negli Stati Uniti negli ultimi decenni, intrisa di un desiderio di espiazione per i nostri, veri o presunti, peccati storici, ha indubbiamente favorito la diffusione di tale sentimento pronto a volgersi in risentimento”. Richiamando Bensoussan, Galli Della Loggia ricorda come questo atteggiamento sia legato anche al “mito della presunta felice convivenza che avrebbe caratterizzato in generale l’esistenza degli ebrei in tutto il mondo arabo”: un mito appunto perché “le pagine del libro forniscono a questo proposito una vasta documentazione circa il miserabile stato di inferiorità, di forzata ignoranza, in cui per secoli nel mondo islamico gli ebrei furono costretti”. Per l’editorialista l’Islam per dirsi moderato deve riconoscere questi torti del passato che influiscono anche sul presente.
 
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  davar
la visita dell'ambasciatrice usa all'onu
"Basta pregiudizi contro Israele"
E spuntano altri tunnel di Hamas

È il momento di chiudere l'Unrwa, l'agenzia della Nazioni Unite dedicata alla questioni dei rifugiati palestinesi. È quanto ha chiesto il Primo ministro Benjamin Netanyahu all'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley nel corso della recente visita della diplomatica americana in Israele e nei territori palestinesi. “Le ho detto che è il momento di riconsiderare l'esistenza dell'agenzia”, ha affermato Netanyahu nel corso della riunione domenicale del suo governo. Una proposta rafforzata dalla recente scoperta di un tunnel – uno di quelli usati dai terroristi di Hamas per attaccare Israele - sotto due sue scuole elementari a Gaza proprio dell'Unrwa. L'agenzia dell'Onu ha denunciato il fatto ma l'esecutivo guidato da Netanyahu ha ribadito la mancanza di fiducia in un ente considerato di parte. Secondo il Premier, l'Unrwa nel corso del tempo ha fatto propaganda contro Israele mentre non ha fatto nulla per migliorare la situazione dei rifugiati palestinesi. “Dalla Seconda guerra mondiale ci sono stati e tutt'ora ci sono milioni di rifugiati che fanno riferimento all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati mentre solo per i palestinesi è stata creata un'agenzia separata”, ha dichiarato Netanyahu, che ha chiesto al direttore del ministero degli Esteri 
israeliano Yuval Rotem di presentare una denuncia ufficiale al Consiglio delle Nazioni Unite e fatto appello all'ambasciatrice Usa Haley perché questa diversità di gestione finisca.
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qui ferrara - l'incontro al meis
"Mio padre, il mio Bat Mitzvah"
Paola Bassani racconta

Una toccante pagina di diario in parole e note. A raccontarla domani, Paola Bassani in occasione dell'incontro “Memoria e musica di una maggiorità religiosa ferrarese”, parte del ciclo “Gallery Talks/Garden Talks” organizzato al Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara (ore 18.00). Figlia del celebre scrittore Giorgio Bassani e di Valeria Sinigallia, Paola - metterà a fuoco un preciso frammento del proprio passato personale e familiare, ovvero quando, a 12 anni, festeggiò il Bat Mitzvah presso la Comunità ebraica di Ferrara. L'autrice di Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia (a cura di Massimo Raffaeli e pubblicato da La nave di Teseo) ha deciso di soffermarsi sull’esperienza della sua maggiorità religiosa ferrarese, dopo che il MEIS ha esposto nella mostra “Lo Spazio delle Domande” gli spartiti originali di quella festa, celebrata nel 1958 nella Sinagoga di Via Mazzini.
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intervista allo psicanalista gérard haddad 
"Come capire il fanatismo? Mettendolo sul lettino" "
Gérard Haddad, psicanalista francese che è anche psichiatra, saggista, editore e traduttore, oltre che ingegnere agronomo, noto soprattutto per un recente libro dedicato alla psicanalisi del fanatismo, risponde in un italiano morbido, raffinato, in cui si percepisce appena un leggero accento difficile da definire. Dichiara subito che gli fa piacere parlare in italiano, e aggiunge: "Vedremo poi se basta, se mi ingarbuglio troppo torniamo al francese", prima di spiegare che il semplice fatto di essere nato a Tunisi nel 1940 lo avvicina molto all'Italia. Tunisi, spiega, era un paese in cui a quell'epoca sui tre milioni circa di abitanti almeno il dieci per cento veniva dall'Italia, dalla Sicilia prevalentemente. "Così anche io mi sento un po' italiano. E poi ho anche una moglie italiana". Ma non è l'unica lingua che parla fluentemente, Haddad, che ha fatto anche il traduttore dall'ebraico al francese, dedicandosi prevalentemente all'opera di Yeshayahu Leibowitz, insieme a Jacques Lacan il pensatore che più l'ha influenzato. Paradossalmente, però, la maggior parte delle sue opere circola molto poco in Israele, e le più recenti non sono tradotte in italiano.

Ada Treves

(Disegno di Giorgio Albertini)
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gérard haddad e il profilo dei fanatici
Le forme dell’intolleranza
La prima parte di Dans la main droite de Dieu. Psychanalyse du fanatisme, il volume di Gérard Haddad pubblicato da Premier Parallèle a settembre 2015, descrive il fanatismo come soggetto collettivo, composto oggi da fanatici millenaristi, non solo islamici, ma che in altre epoche si è presentato in forme differenti, dalle pulizie etniche ai fascismi al nazismo. Come ha spiegato su Doppiozero Pietro Barbetta, docente di Teorie psicodinamiche all’Università di Bergamo: "Il progetto dei fanatici millenaristi contemporanei consiste nello sterminio di chiunque non concepisca la fede come un progetto di sterminio generalizzato, una sorta di circolarità dello sterminio. A prima vista, il fanatismo è una lotta fratricida totale: ebrei, cristiani, laici, islamici. Il suo teorema è la distruzione dell'umanità. In questa lotta contro gli infedeli, ci sarà sempre qualcuno più fedele che ucciderà l'altro, in un processo infinito: il fratricidio appunto". Un fratricidio di cui Haddad si è occupato in maniera più approfondita nel suo più recente Le Complexe de Caïn Terrorisme, haine de l'autre et rivalité, uscito presso lo stesso editore lo scorso gennaio.
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qui firenze - l'iniziativa di crowdfunding
“Il Balagan a rischio, sosteneteci”
Si è chiusa con la frizzante Lizzie Doron, scrittrice israeliana tra le più amate, la prima esperienza del Balabrunch con autore. Il nuovo festival culturale ideato dalla Comunità ebraica fiorentina, nato come anticipazione primaverile del già rodato Balagan Cafè, chiude i battenti ospitando un incontro significativo per contenuti e pubblico. Al centro dell’evento la presentazione del nuovo libro di recente uscita Cinecittà, che parla dell’amicizia con un film-maker palestinese ed è stato pubblicato come i precedenti dalla casa editrice Giuntina. Ma anche i suoi scritti passati, dedicati in particolare all’almeno altrettanto complesso tema della Memoria e della sua trasmissione alle nuove generazioni.
Ad accogliere Doron (che domani sarà anche a Siena e Pistoia, sempre nell’ambito del Balabrunch) l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica fiorentina Laura Forti e il direttore artistico della manifestazione Enrico Fink.
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Sorgente di vita
Menorah: storia, arte e leggenda
È una mostra particolare perché è concentrata sulla Menorah, simbolo fondamentale della religione ebraica che però ha tante declinazioni anche in quella cristiana”: così Barbara Jatta commenta a Sorgente di vita la grande mostra allestita nel Braccio di Carlo Magno in collaborazione con il Museo Ebraico di Roma. Il candelabro a sette bracci viene illustrato in un percorso tra storia, arte e leggenda: dalle descrizioni della Bibbia all’incisione sulla pietra di Magdala, rinvenuta recentemente sulle rive del lago di Tiberiade, dai candelabri della cattedrale di Palma di Maiorca alle immagini delle catacombe ebraiche, dalle raffigurazioni nell’arte cristiana fino allo stemma dello Stato di Israele, tante opere antiche e moderne in una inedita esposizione con prestiti da tanti musei del mondo.
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pilpul

Cristalli di argilla
È spesso apprezzabile l’impegno devoluto alle cause di principio. Non tutte, va da sé, poiché i principi non si equivalgono, così come la diversità di visuali non implica l’equivalenza degli sguardi. Tuttavia, in certi ambienti (forse si dovrebbe dire in determinati “habitat”, a partire da quello virtuale), tale impegno rischia di rivelarsi una miscela tra sforzi inani, ossessive tautologie e defatiganti reiterazioni. Chi svolge una professione intellettuale è spesso chiamato in causa per comprovare la veridicità, o quanto meno la plausibilità, di altrui affermazioni. Le motivazioni che stanno a presupposto di queste richieste sono molteplici. La prima di esse è che chi studia dovrebbe sapere di più di chi non l’ha fatto. Come non essere quindi in accordo con quella che sembra costituire di per sé una evidenza, anche se la professione di cultura non sempre è una garanzia assoluta di autonomia, prestandosi anch’essa a piegature e manipolazioni di sorta? Non di meno, chi appella lo «studioso» nel convalidare il proprio dire, frequentemente non ha ad oggetto la conoscenza in quanto tale (un’attività che produce risultati spesso ambivalenti, o comunque illineari se non imprevedibili, rispetto a quanto molti dichiarano di essere disposti ad accettare in linea di principio) bensì l’affermazione delle proprie ragioni come imperativo assoluto. L’aspettativa è, in questo caso, molto netta.

Claudio Vercelli
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