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  18 Giugno 2017 - 24 Sivan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks,
rabbino
Quando trascorri del tempo con persone diverse da te, scopri quanto hai in comune, le stesse paure, speranze e preoccupazioni.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Mettere insieme storie tra loro lontane e opposte consente di non cedere alla tentazione di pensare che gli individui siano solo una cosa.
Hadas Malka, 23 anni, muore a Gerusalemme uccisa da un commando di palestinesi (non si sa se Hamas o di Isis, è in corso un’asta, vedremo chi offrirà di più), in ossequio all’idea che dare morte sia l’atto più eccitante da compiere.
Shekeb Neda, nella Grenfell Tower in fiamme che anziché mettersi in salvo si porta la madre sulle spalle per 24 piani riuscendo a salvarla, dice che si dà sempre la possibilità della scelta.
La realtà non è un dato, ma è un risultato. Dare risposte “inaspettate” a quella che sembra la realtà incontrovertibile è decidere di dare una chance al futuro. Magari ci si riesce.
 
Isis-Hamas, la gara
del terrore islamico
È una macabra competizione quella che vede protagonisti i gruppi terroristici di Isis e Hamas, che hanno entrambi rivendicato l’attentato alla Porta di Damasco a Gerusalemme in cui è morta una 23enne israeliana. “Non era mai accaduto che due gruppi armati, peraltro ferocemente rivali fra loro, rivendicassero lo stesso attentato. L’Isis annuncia il suo primo attacco a Gerusalemme ma Hamas smentisce dichiarando che a uccidere la giovane agente alla Porta di Damasco venerdì sera sono stati dei militanti per la causa palestinese, come risposta ‘ai crimini dell’occupante'” scrive La Stampa (uno dei pochi giornali ad occuparsene un po’ più approfonditamente di un trafiletto). Hamas, si legge ancora, non vuole perdere la sua posizione di ‘front runner’ nella lotta contro Israele. Specie adesso, con alle porte un’altra crisi nella Striscia di Gaza che potrebbe avere effetti devastanti.
 
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  davar
vittima dell'odio anti-israeliano 
Hadas Malka (1994-2017)
Per Hadas Malka la polizia era una seconda casa. “Era una Wonder Woman ma nella vita reale”, il ricordo di una sua amica. Hadas, 23 anni, aveva scelto di far parte della polizia di frontiera israeliana, preferendola a una carriera in marina. Era il modo migliore per contribuire alla sicurezza dello Stato, diceva. “Non aveva mai paura”, la descrizione di chi la conosceva. “Ogni volta che c’era un attacco a Gerusalemme le mandavo un messaggio per sapere se stava bene e lei mi rispondeva – ha raccontato sabato un’amica di Hadas alla stampa – Ieri semplicemente non ha risposto”. Un terrorista palestinese l’ha aggredita nei pressi della Porta di Damasco a Gerusalemme. L’ha accoltellata ripetutamente mentre poco distante altri due attentatori armati di fucili Carl-Gustav attaccavano un altro gruppo di poliziotti. I terroristi – tre palestinesi di 18, 19 e 30 anni – sono stati uccisi sul luogo delle aggressioni mentre la giovane poliziotta è stata portata d’urgenza all’ospedale Hadassah. Le ferite riportate da Malka però sono risultate troppo gravi e i medici venerdì sera ne hanno dichiarato il decesso.
“Eravamo sempre presenti l’una per l’altra. Lei era la nostra combattente. Il nostro orgoglio” ha ricordato in lacrime l’amica Nofar Saroussi durante il funerale di Malka ad Ashdod. “Era solita scherzare delle nostre preoccupazioni, dicendo ‘chi mai si avvicinerà a me? Che ci provino’. Abbiamo ancora la sensazione che tornerà da noi da un momento all’altro con la sua solita risata”.
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al via a bologna i lavori di "ex nihilo"
Religioni, piattaforma comune
Nata a Bologna lo scorso dicembre su iniziativa della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII (Fscire), la European Academy of Religion (EuARre) inaugura oggi “Ex Nihilo – A Zero Conference on Research in the Religious Fields”, la conferenza programmatica che nell’arco di cinque giorni metterà alla prova per la prima volta l’idea di creare una Accademia europea delle religioni che sia allo stesso tempo piattaforma comune e condivisa per la ricerca e struttura utile a mettere in rete conoscenze e competenze. Alla cerimonia di apertura tenutasi lo scorso anno nell’aula magna dell’Università di Bologna e patrocinata da Parlamento europeo, ministeri degli Esteri e dell’Istruzione, Regione Emilia Romagna e comune di Bologna, avevano partecipato circa 500 delegati, che hanno lavorato insieme all’ideazione e alla elaborazione della prima bozza di statuto. Sotto la guida del professor Alberto Melloni, storico del cristianesimo e segretario dello Fscire e grazie al lavoro di molti studiosi e collaboratori, l’EuARe – che agisce sotto l’alto patronato del Parlamento Europeo e della rappresentanza italiana della Commissione Europea – dall’incontro di dicembre è cresciuta sino a mostrare in questi giorni come l’idea sia valida e vada a rispondere a una necessità molto sentita.
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qui bologna - la mostra
Luci e specchi di Guido Horn
A cinquant’anni dalla sua scomparsa, il Museo Ebraico di Bologna, la Sofos, INAF – Osservatorio Astronomico di Bologna e il Dipartimento di Fisica e Astronomia onorano l’illustre astronomo triestino Guido Horn d’Arturo (Trieste 1879-Bologna 1967), che fu direttore dell’Osservatorio universitario di Bologna per un trentennio, interrotto solo dall’allontanamento a causa dell’infamia delle leggi razziste del 1938.
Una grande mostra aperta fino al 30 luglio ne mette in luce la figura di scienziato geniale, astronomo visionario, pioniere della divulgazione scientifica, personaggio eclettico, patriota.
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pilpul

Relativizzare per neutralizzare
Punto e a capo. Già nei mesi scorsi le cronache si erano incaricate di informarci del perché la premier polacca, la signora Beata Szydło, intendesse ricorrere alle vie di fatto rispetto all’abitudine, molto diffusa anche nella stampa europea, di definire Auschwitz in quanto «campo polacco». Il nome del luogo in cui sorgeva il Lager è Oświęcim, una importante municipalità, con circa quarantamila residenti, a tutt’oggi presente nella toponomastica di quel paese. Nel sistema amministrativo nazionale è capoluogo di distretto. Non una località insignificante, per intenderci, ma un luogo della memoria della coscienza europea come anche un cittadina con una storia a sé, un passato e, quindi, un futuro. Si dovrebbe trattare di un elemento notorio ma è spesso dimenticato. Un conto era il campo di concentramento e sterminio edificato dai tedeschi, le cui vicende, dal 1940 al 1945, sono stata lungamente ricostruite e raccontate; un altro il distretto e la sua area urbana. Tra le righe, va ricordato che la stessa Szydło, vicepresidente del partito Diritto e Giustizia, che ha vinto le elezioni politiche dell’ottobre del 2015, è originaria di Oświęcim. Sta di fatto che l’attuale esecutivo ha presentato in Parlamento una bozza di legge che giunge a punire severamente, anche con la traduzione in carcere, chi dovesse fare ancora ricorso pubblico ad una tale dizione. La cui erroneità, a detta dei ricorrenti, non è solo storica ma anche politica e morale.

Claudio Vercelli
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